In uno studio trasversale randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ricercatori coreani hanno indagato il legame della vitamina C con le funzioni psicologiche e hanno potuto riscontrare che uno stato inadeguato di vitamina C è correlato a un basso livello di vitalità mentale. Hanno anche visto che integrando questo nutriente (1000 mg al giorno per un mese) aumentano la motivazione al lavoro, la concentrazione dell’attenzione e migliorano le prestazioni nei compiti cognitivi che richiedono un’attenzione prolungata.
È una ricerca interessante il cui unico limite è dovuto al periodo di intervento relativamente a breve termine, motivo per cui gli stessi ricercatori suggeriscono ulteriori studi sull’integrazione di vitamina C con durata più lunga, in modo tale da aiutare a determinare altri potenziali risultati per quanto riguarda le funzioni psicologiche e comprendere i meccanismi sottostanti attraverso i quali la vitamina C influenza le funzioni cerebrali.
La vitamina C è un nutriente essenziale che funziona come un donatore di elettroni indispensabile e un cofattore in varie reazioni biologiche come l’idrossilazione del collagene, la biosintesi della carnitina e il metabolismo della tirosina.
Normalmente è conosciuta soprattutto per il suo ruolo a supporto del sistema immunitario, ma in realtà presenta le sue concentrazioni più elevate nel cervello e studi su modelli animali e in vitro hanno già in passato riportato che la vitamina C svolge in ruoli critici nelle funzioni cerebrali, ad esempio induce la differenziazione e la maturazione dei neuroni, li protegge dallo stress ossidativo e regola la sintesi e il rilascio di fattori neuro modulatori tra cui serotonina, catecolamine e glutammato, dal che si capisce l’importanza della vitamina C per il mantenimento della normale salute mentale.
Verdura e frutta sono le principali fonti naturali di approvvigionamento di vitamina C ma, a causa di un’alimentazione molto spesso scorretta in quanto carente di alimenti freschi, uno stato inadeguato è generalmente prevalente tra i giovani e gli adulti in molti paesi industrializzati.
Il problema è anche dato dal fatto che la vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente con il trasporto, la lavorazione, l’immagazzinamento, la cottura, l’esposizione al calore. Dunque, quanto più freschi e meno cotti saranno i cibi, maggiore sarà la quantità di vitamina contenuta.
In caso di necessità di integrazione meglio ricorrere a integratori a base di acerola, rosa canina e camu-camu (un frutto esotico di piccole dimensioni), la vitamina C naturale è infatti più efficace perché naturalmente associata a bioflavonoidi (citrina, esperidina, galangina, rutina, quercetina, picnogenolo ecc) e ad altre molecole che lavorano in sinergia. È anche priva degli spiacevoli effetti propri delle elevate somministrazioni di vitamina C sintetica, inoltre è caratterizzata da un più agevole assorbimento intestinale ed è maggiormente bio-disponibile.
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