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IL VERO STATO DELL'UNIONE …DEPRIMENTE

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A cura di Bosque Primario
Il 14 Febbraio 2013
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DI JAMES KUNSTLER
Information Clearing House

La nebbia di chiacchiere sul denaro stampato dalla  Federal Reserve, sugli  intrallazzi, sulle guerre valutarie, sull’intransigenza di bilancio, sui tassi di cambio, e sulle operazioni di salvataggio che ormai si possono mettere in ordine alfabetico, nascondono il vero nocciolo del momento storico: tutte le economie industriali stanno affrontando una contrazione epica, travolgente. Persino la Cina deve affrontarla con il suo assurdo e spettacolare tentativo di diventare l’ultimo fortino di una utopia.

Le nazioni cosiddette avanzate del mondo stanno scivolando tutte verso qualcosa di meno di quello che vorrebbero essere, e le cosiddette nazioni in via di sviluppo stanno infilandosi sempre più in una povertà e in una anarchia in cui non arriverà mai nessuno sviluppo.

L’implacabile contrazione in corso è il semplice risultato di una crescente scarsità di petrolio a basso costo, la risorsa principale dell’economia di oggi.

Così, in un mondo dove la fantasia ha sostituito l’analisi e i canali della propaganda raccontano notizie false sull’avvento in America di una “indipendenza energetica”, della rinascita della produzione nazionale, dell’arrivo di una flotta di auto elettriche e del turismo spaziale.

Ci sono anche chiacchiere tra i paranoici che una élite immaginaria abbia deliberatamente progettato un  crollo americano per divertimento e per profitto, con esibizioni del Dipartimento della Sicurezza Nazionale per spingere ad una rivolta sociale e dimostrare come sarebbero bravi a tenerla sotto controllo. Ma questa sembra essere tutta m…   per nascondere futili macchinazioni di persone tanto sfortunate da dover sopportare una carica politica in un disfacimento fuori controllo …. e se il controllo non è più possibile, bastano le fantasie paranoiche per colmare il vuoto che lascia il desiderio di controllo.

Di una cosa si può essere sicuri: il tempo per questa socio-politica cambierà. Un fronte di venti forti comincerà a soffiare e spazzerà via la nebbia.  Ci sono così tanti affari rischiosi che girano vorticosamente intorno agli eventi che qualcuno di questi uscirà dal suo asse e comincerà a infrangere ogni fantasia. Quando accadrà, ogni comunità farà per sé, e dove non ci saranno vere e proprie comunità – per esempio, in quei posti che non esistono di tante periferie suburbane nate in un’America in emergenza e che poi hanno cercato tragicamente di trasformarsi in una fantasia televisiva –  lì dovremo “scoprirete il lato oscuro della libertà” che i cosiddetti conservatori invocano all’infinito, guardando all’ iconografia dell’aquila americana che grida.

Era dai tempi della guerra civile (1861 – 65) che qualcosa di brutto e catastrofico doveva accadere negli Stati Uniti stessi e il pubblico non è ancora preparato, nonostante la totale immersione in quei surrogati di eroismo come avatar o come  Dwayne Johnson.  La terribile convulsione del 1860 è stata preceduta da un momento politico molto simile a quello di oggi, con figure (chiamarli leader sarebbe  improprio) senza convinzioni e pronti a pedalare all’indietro furiosamente verso uno scontro.

Ricorda queste cose, quando vedrai  il Presidente Obama che, martedì , muoverà le labbra tra gli applausi incessanti alla Camera. Sarà lui a parlare del “cambiamento climatico” e  le sue parole risuoneranno nella sala in un fragore di applausi  – ma tutto questo non significherà nulla perché né ​​il Presidente né la gente ha nessuna intenzione di cambiare il proprio modo di vivere.  Obama si congratulerà per la crescita economica e così si parerà il culo. Ma nella natura di questa contrazione la crescita economica è assente.

Ci potrà essere una quantità di attività economiche – soprattutto se si ri-formano (letteralmente) i sistemi da cui dipendiamo, come l’agricoltura, il commercio, la medicina e i trasporti – ma questo non sarà un dato positivo per le  statistiche del PIL  o  per i Bilanci di Citigroup e Morgan Stanley.   Al centro di questa contrazione c’è la dichiarazione della scomparsa del capitale reale – cioè, della ricchezza accumulata – per l’eccellente ragione che stiamo sprecando quel poco che ne rimane nel futile tentativo di continuare a “vivere a modo nostro”.

Ma scomparirà presto e  contrariamente a quanto di fantasisti come David Leonhardt, capo ufficio di Washington del New York Times – come scrive sull’ultimo Slate Political Gabfest – che pensa che la Fata della crescita stia per scendere sul prato assolato della Casa Bianca.

Il Discorso sullo Stato dell’Unione arriva in un momento particolarmente tranquillo,  quando tutti i focolai finanziari si sono temporaneamente acquietati ma continuano a covare sotto la cenere per bruciare le radici sotto la superficie. Tutto il nostro sistema economico sta bruciando ma nessuno vuole parlare del sistema che dovrà sostituirlo, che io chiamo un mondo fatto a mano.

I pochi fortunati saranno coloro che si sono già creati attorno una autentica comunità di mani amiche, che usano  qualche strumento – e non mi riferisco a Adobe Photoshop o alla più recente applicazione di iPhone – e abbia come riferimento  un po’ di argento e d’oro.

James Kunstler è l’editore di www.Kunstler.com

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/
Link : http://www.informationclearinghouse.info/article33929.htm
13.02.2013

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO

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