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La Redazione

 

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IL SIGNORAGGIO E I COMPLOTTISTI ANTICOMPLOTTISTI

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A cura di Davide
Il 27 Marzo 2012
200 Views
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DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com

“Attualmente (…) capitalismo e anticapitalismo tracciano lo stesso orizzonte assente. La stessa prospettiva tronca di gestire il disastro.

Appello del Comitato Invisibile

Da un po’ di tempo, vanno di moda alcune Soluzioni alla crisi in cui ci troviamo.

Alcune di queste Grandi Chiavi sono di tipo strettamente monetario, come la Modern Monetary Theory (MMT), promossa in Italia da Paolo Barnard, e la teoria del Signoraggio. I cui sostenitori, peraltro, sono in feroce conflitto tra di loro.

Nella foto. Sara Tommasi

Chi invita a bloccare l’immigrazione, chi a dare subito la cittadinanza agli immigrati; altri a privatizzare il sistema pensionistico, altri ad abolire oppure reintrodurre il sistema proporzionale nelle elezioni, altri ancora a vietare la candidatura al parlamento a chi ha subito condanne penali.

Di “destra” o di “sinistra” che sembrino, sono tutte Grandi Chiavi.

Tutte queste teorie si fondano su un presupposto implicito: che la chiave possa aprire la porta e farci uscire dalla Crisi. Come se l’orrore in cui viviamo non fosse universale, ma solo qualche difetto in un sistema che peraltro va bene. E per questo motivo, non ho mai avuto voglia o tempo di approfondire queste teorie. Ne parlo quindi non come critico, ma come autonominato antropologo.

Tra queste, la teoria del Signoraggio ha una storia curiosa: è stata predicata per decenni dal professore Giacinto Auriti dell’Università di Chieti, ascoltato forse da qualche decina di amici. Mentre dopo la sua morte, si è diffusa clamorosamente grazie a Internet, sfuggendo probabilmente del tutto al giro di chi all’inizio ci aveva creduto.

Oggi, viene sostenuta da una pletora di personaggi, spesso al limite dell’assurdo, tra cui spiccano il mitico Alfonso Luigi Marra e la sua attuale compagna, la Jeune-Fille all’italiana, Sara Tommasi. Una signora che ha fatto molto di più di Auriti per far conoscere la teoria, esponendo la teoria (e se stessa) completamente nuda in occasione di una manifestazione svoltasi, chi sa perché, in Via delle Vergini a Roma.

La teoria del Signoraggio non è stata solo oggetto di simili manipolazioni; è stata anche oggetto di dure critiche, che provengono sia dal giro degli anticomplottisti-a-tutti-i-costi che da una certa sinistra estrema.

Gli anticomplottisti-a-tutti-i-costi li ascolto come ascolto tutti gli estremisti, perché tirano fuori fatti insoliti e interessanti; ma il tono di fondo, che consiste nel gettare il ridicolo su tutto ciò che non sia banale, li rende particolarmente sgradevoli.

L’ultima critica dall’estrema sinistra proviene invece da Mauro Vanetti e Luca Lombardi, e si intitola SIGNORAGGIO FAQ, ovvero come ho imparato a non preoccuparmi del Complotto e a odiare il Capitale. L’articolo unisce una critica sistematica alla teoria del signoraggio a una riproposizione di alcuni temi diffusi in ambienti che si ispirano, a ragione o a torto, al pensiero di Karl Marx.

Ora, io faccio fatica a seguire tanto la teoria quanto i suoi critici, proprio per i motivi che avevo espresso prima.

Il mio giudizio sulla teoria del signoraggio me lo sono già fatto anni fa, quando ho conosciuto superficialmente Giacinto Auriti.

Non è giusto dire che abbiamo capito tutto di una persona che abbiamo visto una volta in vita nostra; quindi tenete presente che non sto parlando di Auriti, ma della mia opinione di Auriti.

Un uomo modesto, nel senso migliore della parola: cioè che annullava se stesso, di fronte alla propria teoria. Che con grande impegno e intelligenza trovava in ogni cosa il riscontro di quella teoria; ma difficilmente accoglieva alcun dato contrario, e non coglieva mai il contesto. Anzi, per persone del genere, che comunicano esclusivamente in uscita, i contesti spesso non esistono proprio. O meglio, la Chiave è il contesto di tutto, e il mondo è solo un insieme di piccole dimostrazioni.[1]

Auriti ha trovato spazio in un angolo molto particolare degli ambienti della cosiddetta estrema destra (che per la maggior parte non se ne interessavano affatto), ma è quasi un caso della sua biografia personale: le Grandi Chiavi non sono di destra o di sinistra, cattoliche o laiche, sono se stesse e basta.

Teorie del genere rotolano sulla superficie del mondo come palle perfettamente lisce, che non offrono appigli. E proprio in questo sta la difficoltà a darvi una risposta.

Vanetti e Lombardi fanno una critica tecnica molto articolata alla teoria del signoraggio, che mi interessa quanto mi interessa la teoria stessa, cioè molto poco.

A questa critica, su cui non mi pronuncio (vabbene, hanno probabilmente ragione in linea di massima), si accompagna una sorta di urgenza missionaria. Quello del signoraggio, dicono,

“è un tema su cui si fa molta disinformazione; le fonti di questa disinformazione sono gruppi fascisti o rossobruni (cioè fascisti camuffati da comunisti), teorici del complotto e moltissima gente in buona fede che si è convinta che queste teorie spieghino come le banche e il capitalismo ci schiavizzino. Chiameremo quelli che diffondono bufale sul signoraggio “signoraggisti”.

Il mio scarso interesse per la teoria del signoraggio è dovuto proprio al fatto che si tratta di una palese semplificazione; cui Vanetti e Lombardi contrappongono la propria Teoria del Tutto:

“Ovviamente, se una rivoluzione cambiasse il carattere del potere politico nel nostro Paese, la politica portata avanti dalla Banca d’Italia cambierebbe radicalmente come d’altronde è successo in tutti i processi di profonda trasformazione sociale (cfr. le riforme costituzionali in Venezuela che si proponevano di abolire la cosiddetta “autonomia” della banca centrale).

Il problema non è tanto far passare la banca centrale nelle mani dello Stato, il problema è far passare lo Stato nelle mani dei lavoratori.”

Ora, conosco persone che sostengono con entusiasmo il governo di Hugo Chávez e che si recano spesso in Venezuela. Mi riferiscono, unanimi, che il problema principale del “processo bolivariano” consiste nel fatto che la gente va in massa a votare per Chávez, ma pochissimi partecipano attivamente alle attività collettive che lui cerca di mettere in piedi.

Le banche – come gli Stati – sono tautologicamente già in mano ai “lavoratori”, nel senso che chi ci lavora è un lavoratore. Ma qui probabilmente si intende qualche mitologica entità collettiva, che dovrebbe gestire i computer con i calli sulle dita. E in questo senso, nessuno ha mai visto una banca – o uno Stato – in mano ai “lavoratori”, ma solo in mano a funzionari, che rispondono a diversi interessi, tra cui soprattutto i propri. Anche quando parliamo di “banche cooperative”, come ce ne sono molte.

La teoria del “controllo dei lavoratori” si distingue da quella del signoraggio, solo perché non è nemmeno smentibile, mentre almeno le affermazioni signoraggiste, grazie alla loro precisione, si possono analizzare.

Ma per Vanetti e Lombardi, il mondo è nettamente diviso in due schieramenti in lotta tra di loro:

“Anzi, siccome [le persone ingenue] vedono che i fascisti sono molto più insistenti dei comunisti nel chiedere “sovranità monetaria” finiscono per pensare che i fascisti siano più anticapitalisti dell’estrema sinistra. Questo è uno dei motivi per cui i fascisti insistono su questo tema: farsi una verginità anticapitalista senza in realtà rompere coi meccanismi fondamentali del capitalismo.”

Ora, si “rompe con i meccanismi fondamentali del capitalismo” andando a coltivare un campo sugli Appennini da soli; o forse facendo i rapinatori.

Non so quali mestieri facciano Vanetti e Lombardi, ma dubito che siano meno complici di me, che faccio il traduttore di manuali tecnici per aziende capitaliste; o del militante di Forza Nuova che scarica casse per un centro commerciale.

Si è complici in base alle cose concrete che si fanno, non alle idee che frullano in testa alle persone, e di cui giustamente gli imprenditori se ne infischiano.

La fantasia che divide il mondo in Rivoluzionari e Reazionari è a sua volta necessariamente complottista: i neofascisti vengono quindi immaginati come parte di un’Organizzazione al Servizio del Capitale, che avrebbe qualcosa da nascondere mentre si Infiltra tra i Rivoluzionari.

Ditemi voi, se in tempi di liberalismo trionfante e di pensiero unico, qualcuno dovrebbe aver interesse a infiltrarsi proprio nella disastrata compagine dell’estrema sinistra, o a far finta di essere anticapitalista. La verginità, anticapitalista o meno, non è certo un requisito per essere ammessi nel salotto di Maria De Filippi.

Per chi sta conducendo la Rivoluzione, la teoria del signoraggio, invece di essere la palla rotolante che è, diventa un’arma contro i Lavoratori.

Ora, nessuno è obbligato a occuparsi di realtà marginali come certi gruppi di estrema destra, ma se uno proprio ci tiene – e mi sembra che Vanetti e Lombardi ci tengano – dovrebbe porsi domande di tutt’altro tipo.

Ad esempio, cosa porta un giovane squattrinato, che non ha nulla da guadagnare a “fare politica”, figuriamoci poi in un gruppo emarginato e malvisto, a battersi contemporaneamente per chiudere un campo Rom e per chiudere una banca?

Quali complessi fattori, vicende umane, tentativi confusi di capire il mondo, voglia di esserci, senso di inferiorità e insieme rigetto verso la sinistra realmente esistente, risentimenti personali, dubbi che non si vogliono ammettere, fragilità, sovrapposizioni stratificate di luoghi comuni e disprezzo per i luoghi comuni, ci sono in una scelta simile?

Come sempre, dall’Appello del Comitato Invisibile:

“E’ a forza di vedere il nemico come un soggetto che ci sta di fronte – anziché sentirlo come un rapporto che ci vincola – che ci rinchiudiamo nella lotta contro il rinchiudere. Che riproduciamo con la scusa dell’ “alternativa” il peggio dei rapporti dominanti. Che ci mettiamo a vendere la lotta contro la merce. Che nascono le autorità della lotta antiautoritaria, il femminismo con i coglioni e i linciaggi antifascisti.”

Nota:

[1] Per questo, è del tutto irrilevante cercare le origini della teoria del signoraggio, attribuite a Ezra Pound. Che avrà anche avanzato ipotesi del genere, ma era mille altre cose.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebeklerblog.com
Link: http://kelebeklerblog.com/2012/03/27/il-signoraggio-e-i-complottisti-anticomplottisti/
27.03..2012

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