DI LUCIANO SCATENI
lavocedellevoci.it
Sbattuti in prima pagina: in quale stadio del degrado morale sono finiti i napoletani? E’ “Vergogna” l’ingiuria sottintesa nei commenti che hanno riempito la bocca dei soliti denigratori. A ragione?
Proviamo a dimostrare il contrario. L’episodio e’ noto. Un feroce delinquente uccide un uomo sulla soglia di un bar nel quartiere napoletano della Sanita’. Lo colpisce una prima volta e quando e’ a terra lo finisce con un colpo di pistola alla testa. Accanto al cadavere transita un giovane uomo e ignora l’accaduto; sopraggiunge una donna, scavalca il cadavere e prosegue. E’ accaduto molti mesi fa. La procura della Repubblica ha deciso, dopo un semestre, di rendere pubblica la registrazione dell’esecuzione camorristica e tutte le testate giornalistiche televisive e della carta stampata l’hanno trasmessa, piu’ volte e in tutte le ore della giornata, nonostante la cruda drammaticita’ della sequenza. Il grido di aiuto che ha accompagnato la visione del filmato ha processato per direttissima il presunto cinismo dei passanti, ripresi impietosamente dalla telecamera: «Da soli – ha detto con parole accorate il magistrato – non possiamo farcela». Ha chiesto cosi’ la collaborazione dei napoletani, perche’ trovassero il coraggio di denunciare l’autore dell’omicidio e piu’ in generale degli atti di violenza di cui sono spettatori.
L’Italia dei benpensanti si e’ indignata e con il piglio del moralismo ipocrita, o quanto meno inconsapevole, ha crocifisso l’indifferenza di chi ha finto di non vedere che quell’uomo finito sotto i colpi di un sicario era una persona giustiziata.
Peccato che le immagini teletrasmesse siano solo una parte del filmato. Canale 5, all’interno del programma “Terra”, ha mandato in onda uno speciale sul quartiere Sanita’ e l’intera sequenza dell’accaduto. Con pochi secondi in piu’, si vede la donna bollata col marchio del cinismo tornare indietro per cercare di capire se puo’ rendersi utile, e un uomo all’interno del bar che telefona col cellulare alla polizia perche’ accorra.
Il dubbio e’ legittimo: chi ha deciso e perche’ di teletrasmettere solo le immagini utili alla tesi del cinismo dei napoletani? Indifferenza vera, cinismo autentico e’ quello della civilissima New York, dove si assiste senza muovere un dito ai barboni che crepano di freddo, fame e mancata assistenza sanitaria a poca distanza dall’opulenta Manhattan, o le immagini di milioni di bambini africani uccisi dall’abbandono al loro destino.
Con quelle immagini, proposte piu’ volte alla memoria di chi cinico non e’, passerebbe subito la voglia di far scandalo sul presunto cinismo della donna che ha schivato il corpo del cadavere trucidato alla Sanita’ per poi tornare sui suoi passi. Letteratura e cronaca hanno raccontato minuziosamente cosa significa vivere nel girone infernale di un quartiere che nel cuore di una grande citta’ non e’ tutelato dallo Stato e dal potenziale delle sue infinite diramazioni.
Basta rileggere quelle pagine per rispondere senza mentire alla domanda su cosa avrebbe fatto chiunque al posto di quella donna che ha scavalcato il cadavere dell’uomo appena trucidato: «Mi sarei comportato esattamente cosi’», si dovrebbe dire con l’onesta’ imposta dall’ammissione di paura. La stessa che quella donna conosce da vicino ogni giorno, la stessa ignorata da quanti l’hanno incasellata nello stereotipo dell’indifferenza. In quel luogo dimenticato da tutti, le cose di ogni giorno si svolgono con permanenti margini di rischio di finire all’obitorio con una pallottola vagante o vittima di vendette sanguinarie contro chi osa denunciare o solo testimoniare.
Alcuni anni fa, convocati da un neo Questore di Napoli, gli operatori commerciali del centro storico ascoltarono sbalorditi il suo invito a collaborare: «Se vi capitasse di accertare nella vostra zona l’insediarsi di un’attivita’ che nasconde un investimento della camorra, avvertiteci».
Quell’incredibile invito somiglia molto all’appello della Procura «Da soli non possiamo vincere». In altre parole: lo Stato non c’e’, le forze di polizia sono insufficienti e non hanno gli strumenti fondamentali di indagine e di presidio del territorio, nessuno fa qualcosa per risanare le aree a rischio e la risposta e’ un incredibile “fai da te”.
E’ davvero facile invocare l’eroismo di chi dovrebbe opporre la propria vita alla pistola dei killer. Difficile, come ammonisce il caso della Sanita’, e’ esimersi da analisi sociologiche sul presunto cinismo degli indifferenti. La Procura di Napoli vive un drammatico caso di impotenza e ha fatto ricorso alla spettacolare diffusione delle immagini di un omicidio in diretta per dare un nome al killer. Con gli strumenti di cui dispone la post-produzione televisiva, avrebbe potuto isolare la figura del killer e portare egualmente a casa il risultato di identificarlo. Gli altri passi del filmato sono discutibili. Per convincersene e’ bene sapere che i taxi rifiutano le corse nel perimetro della Sanita’. Per paura: la stessa che impedisce alla polizia di presidiare come sarebbe necessario il quartiere.
Il governo? Taglia i fondi per le forze dell’ordine, blocca il turn-over, inventa il flop delle ronde.
Luciano Scateni
Fonte: www.lavocedellevoci.it/
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4.12.2009