IL KOMMANDO MERKEL

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DI FEDERICO DEZZANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Si è accennato sopra alla squadra che ha lavorato sodo per insediare Angela Dorothea Kasner ai vertici della CDU: un lavoro complesso e certosino, indispensabile per scalare l’articolata e strutturata gerarchia dell’Unione cristiano-democratica.

In Italia, lo si è visto con Matteo Renzi, è tutto molto più semplice e raffazzonato: uno scandalo giudiziario di provincia nel 2008 per eliminare i concorrenti alle elezioni comunali, qualche intrallazzo massonico per garantirgli la vittoria ed insediarlo a Palazzo Vecchio, un po’ di spiccioli per la kermesse della Leopolda, una congiura parlamentare per scalzare il segretario del PD, Pier luigi Bersani, caduto sull’elezione fallita di Romano Prodi al Quirinale, ed infine qualche indiscrezione sui giornali sul ruolo di Giorgio Napolitano nella congiura del 2011, contro il premier Silvio Berlusconi, per costringere il presidente della Repubblica ad accettare la cacciata di Enrico Letta: et voilà, l’installazione nel febbraio del 2014 dell’ex-sindaco di Firenze a Palazzo Chigi è fatta! Roba da poco, da decadente periferia dell’Europa: trama improvvisata, non sempre coerente (vedi il ruolo di Napolitano come carnefice e poi vittima), nessun colpo di scena, scarso budget, attori scadenti. Puah!

Chi ha lavorato invece nella decennale opera per collocare Angela Dorothea Kasner sullo scranno più alto della CDU? Chi l’ha assistita in questo complesso e faticoso torneo ad eliminazione diretta? Chi continuerà ad affiancarla nei successivi cinque anni finché nel 2005, a distanza di 15 anni dal suo debutto nel Demokratischer Aufbruch, non sarà finalmente nominata cancelliera, agente delle oligarchie anglofone a capo della più potente nazione d’Europa? E chi infine la consiglierà (o le detterà la linea?) al Bundeskanzleramt?

Non ci interessa certo in questa sede tutto il nuvolo di informatori, spie, massoni, giornalisti, giudici, galoppini, politici, opinionisti, diplomatoci, politologi, etc. etc., che in un modo o nell’altro hanno dato il proprio contributo alla scalata di Angie, magari anche inconsapevolmente. Ora ci focalizziamo sulla cerchia più ristretta della figlia del pastore protestante: sulle persone che sono a contatto con lei quotidianamente da anni, conoscono ogni suo segreto, e sono parti integranti del “Kommando Merkel”, per utilizzare una terminologia cara alle RAF.

Ci riferiamo al secondo marito, il Prof. Dott. Ehrendoktor Joachim Sauer (1949-) ed alla tanto influente quanto misteriosa segretaria Beate Baumann (1963-). Iniziamo dal coniuge, il primo per ordine cronologico ad affiancarsi ad Angie.

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Joachim Sauer nasce ad Hosena, Brandeburgo, nel 1949. Tra il 1967 ed il 1972 studia chimica all’università Humboldt di Berlino, consegue nel 1974 il dottorato in scienze summa cum laude e nello stesso ateneo lavora come ricercatore fino al 1976: quindi passa all’Accademia di Berlino, Istituto Centrale di Fisica Chimica, dove insegna dal 1977 al 1991: si ricordi che Angela Dorothea Kasner è assunta dall’Accademia un anno dopo, nel 1978, per conseguirvi il dottorato nel 1986. I due si conoscono sin dal 1981 e tra i ringraziamenti della tesi di dottorato della futura cancelliera figura proprio il prof. Joachim Sauer.

L’impiego presso l’Accademia delle Scienze di Berlino comporta molti vantaggi: il clima è più tollerante rispetto alle altre università (specialmente se confrontata con l’irregimentata Karl-Marx-Universität dove Angie ha conseguito la laurea), è possibile esprimere critiche verso il regime (privilegio di cui Sauer si avvale) e soprattutto i viaggi, anche in Occidente, rientrano nei normali rapporti con la comunità scientifica internazionale: tra il 1988 ed il 1989, il Prof. Dott. Ehrendoktor Joachim Sauer ottiene un distaccamento presso l’università di Karlsruhe30, molto ben inserita nel mondo accademico americano, considerato che, come abbiamo detto, la prima e-mail della storia tedesca è ricevuta proprio su un server della statunitense Computer Science Network, installato all’università. Anche il docente della Germania Ovest presso cui Sauer approfondisce le sue ricerche, il Prof. Dott. Reinhart Ahlrichs, si è formato tra gli atenei tedeschi e l’università di Chicago.

Come abbiamo visto, Sauer e la futura moglie Angela Dorothea Kasner sono all’università Karlsruhe all’inizio del fatidico novembre 1989: sono nella Bundesrepublik il 4 novembre, quando Alexander Platz si riempe di manifestanti che invocano la fine del regime autoritario, e rientrano solo per il “crollo” del Muro, senza prendere parte alle agitazioni politiche di quei giorni.

I contatti che Sauer già intrattiene con il mondo accademico americano gli consentono di essere assunto a tempo di record, già nel 1990, dalla californiana Biosym Technologies Inc., con sede a San Diego: la società, specializzata nella progettazione di software impiegati dalle multinazionali farmaceutiche per la creazione di modelli molecolari (31), è stata fondata nel 1984 dal dott. Arnold T. Hagler, laurea all’università di Cornell e dottorato in Israele al Weizmann Institute3 ed è una delle molte società tecnologiche che lavorano sull’asse USA-Israele. Nel 1992, un anno dopo la “dipartita” di Sauer dalla società, la Biosym Technologies Inc. è acquistata per 100 $mln dal colosso dell’ottica di precisione e delle fibre sintetiche Corning Inc., importante fornitore del Dipartimento della Difesa33, poi nel 1995 si fonde con la Molecular Simulations Inc. che mette a disposizione il proprio quartiere generale a Cambridge, Inghilterra, per presidiare il mercato europeo (34). Di cosa si occupa precisamente Sauer durante la sua permanenza statunitense alla Biosym Technologies Inc.? Ufficialmente è impegnato presso il “Catalysis and Sorption Project” (Progetto Catalisi ed Assorbimento) “supported by a consortium of industrial, academic and government institutions”: in sostanza, mentre Angie occupa il dicastero delle Donne e dei Giovani, il futuro marito resta un anno in California, lavorando nel milieu alla Difesa americana, inglese ed israeliana. L’esperienza deve essere di suo gradimento, perché anni dopo tornerà in California per le vacanza, accompagnato dalla moglie Angela.

Già, quando è iniziata la liaison tra i due? Nessuno sa rispondere al quesito né osa porre la domanda, perché la coppia è riservatissima: quando i due (entrambi reduci da un precedente matrimonio, da cui Sauer ha però avuto due figli) convolano a nozze nel 1998, né la stampa, né gli amici, né i genitori della coppia sono invitati all’ufficio di stato civile dove è registrato l’atto di matrimonio. D’altronde Sauer ama il profilo basso, se non bassissimo, evitando di farsi immortalare il più possibile a fianco della cancelliera, abitudine che condivide, come vedremo, con la tanto potente quanto enigmatica Beate Baumann, l’eminenza grigia di Angie. Il prof. Dott. Sauer non partecipa ad esempio al giuramento della moglie come Cancelleria nel 2005, né è solito accompagnarla durante le missioni diplomatiche, a meno che non lo imponga l’etichetta: una delle rare foto che li immortala insieme è quella scattata nel novembre 2007 nel ranch di Crawford, Texas, ospiti di Bush Junior e della moglie Barbara. Lo scatto nelle dimore private di George W. Bush è un passaggio obbligato per i capi di Stato europei installati al potere in quegli anni grazie al sostegno della destra americana ed israeliana: si ricordi ad esempio la foto di Nicolas Sarkozy nell’agosto dello stesso anno, ospite nella località balneare Wolfeboro, New Hampshire, di Bush Senior e Junior.

Oggi il Prof. Dott. Ehrendoktor Joachim Sauer insegna fisica teorica e pratica all’Università berlinese di Humboldt e, nonostante la moglie sia diventata la donna più potente del mondo, non ha cambiato abitudini: fine settimana nella dacia di Templin, soggiorno primaverile ad Ischia, passeggiate sulle alpi bavaresi o italiane in estate. L’unica festa mondana che la coppia si concede (dove sono scattate le raccapriccianti foto di Angie in abito sera) è il festival musicale di Bayreuth, dedicato ai drammi del compositore Richard Wagner. Il celebre scrittore Thomas Mann commenta così, nel suo “Considerazioni di un impolitico”, l’opera di Wagner:

Ma, oltre a essere una vulcanica epifania delle natura tedesca, quest’opera ne costituisce anche una rappresentazione teatrale caratterizzata da un intellettualismo e da una ricerca di effetti così oleografica da toccare il grottesco e la parodia; una rappresentazione che, per usare un linguaggio molto crudo, a momenti non si libera bene dal sospetto di avere rapporti con l’industria turistica e sembra destinata a strappare a un pubblico dell’Intesa, curioso e rabbrividente, il grido di prammatica : Ah, ça c’est bien allemand, par exemple!”.

Wagner, insomma, come l’interprete di un germanesimo da cartolina, al pari della birra e dei crauti. C’è da chiedersi se la partecipazione di Joachim Sauer e consorte al festival di Bayreuth non sia un’oculata scelta politica, dettata non tanto dall’amore per la musica classica, ma per ammantare con una spolverata di nazionalismo tedesco a buon mercato la più potente coppia della Germania, che guida il Paese per conto di potenze straniere.

Sono in molti a dire che Joachim Sauer eserciti un’influenza più forte di quanto non si creda su Angela Dorothea Kasner e, di riflesso, sulla Germania. Per altro la funzione di “spalla” è stata confermata dalla stessa Angie: “Dicono che mio marito non abbia nessun ruolo come consigliere politico. Questa supposizione non corrisponde affatto alla realtà”. Chi è quindi il coniuge di Angela Dorothea Kasner, sposato in gran segreto nel 1998 e così schivo, così attento ad evitate microfoni e teleobiettivi? Quale ruolo riveste nel “Kommando Merkel”?

Joachim sembra svolgere il ruolo di consigliere paterno e confessore dell’agente Merkel: Sauer è a fianco di Angie fin dal principio, nel novembre del 1989, quando i due sono nella Germania Ovest e la DDR sta per implodere. Già in quella sede, quando probabilmente è deciso l’ingresso di Angie in politica (che sarebbe avvenuto entro un mese), è con lei. Poi segue gli esordi della sua carriera, conosce i segreti del suo successo e dell’inarrestabile scalata verso la Cancelleria, sa quali interessi si celano dietro Angie e quanto sia difficile soddisfarli senza compromettere i delicati equilibri tedeschi. Sauer ascolta e suggerisce, consiglia e blandisce, ammonisce e lenisce: si sono mai amati i due? È impossibile rispondere alla domanda, ma vite come quella di Angela Dorothea Kasner sono consacrate solo al potere (sulla propria scrivania Angie conserva il ritratto di Caterina II di Russia, despota illuminata par exellence): tutto è sacrificato per la sua conquista (amicizie, amori, figli, etc.) e niente sopravvive al di fuori del suo esercizio. Sauer può così vantarsi di aver contribuito all’edificazione del sistema di potere, “il merkelismo”, che regge la Germania da oltre dieci anni.

L’altro membro del “Kommando Merkel” è Beate, Beate Baumann, persino più influente di Joachim Sauer nella cerchia di Angie, tanto che la stampa tedesca non esista a definirla come l’eminenza grigia, la seconda donna più potente di Germania, il “Richelieu” di Berlino.

Beate Baumann nasce nel 1963 a Osnabrück, Bassa Sassonia, dove frequenta il Gymnasium Carolinum, una delle scuole più antiche della Germania e del mondo. Quindi prosegue gli studi all’università di Münster in lingua e letteratura, tedesca ed inglese: per approfondire la lingua di William Shakespeare lascia per un periodo la Germania, trasferendosi in Gran Bretagna, all’università di Cambridge. Si noti che il prestigioso e selettivo ateneo inglese, storicamente ai vertici delle classifiche internazionali delle università e culla di molti premi Nobel, è altresì uno storico centro di reclutamento dei servizi segreti: non solo si consuma tra le spesse ad antiche mura dell’università di Cambridge la celebre saga dei “Magnifici cinque di Cambridge”, i doppiogiochisti che tra gli anni ’30 e ’50 lavorarono per l’MI6 ed i sovietici, ma continua tuttora ad essere uno dei maggiori bacini in cui pesca il Secret Intelligence Service. Si noti, per proseguire i nostri parallelismi con l’Italia, che a Cambridge lavora come visiting professor nel 1956 Beniamino Andreatta (1928-2007), “padre” dell’Università di Trento, la cui facoltà di sociologia, come abbiamo detto, è il crogiolo della Brigate Rosse, nonché mentore di Mario Draghi, Mario Monti e Romano Prodi, tutti delfini di Andreatta e futuri alfieri della finanza anglosassone in Italia.

Si dice che Beate Baumann sarebbe diventata una docente di tedesco ed inglese (un po’ come la mamma di Angie e chissà che questo particolare non contribuisca a rendere così indissolubile il legame tra le due) se la sua vita si fosse evoluta diversamente: la politica esercita però su di lei un’attrazione fin dalla gioventù ed alla politica, attraverso la cancelliera Angela Dorothea Kasner, “la sua creatura”, consacrerà tutta la vita. L’ingresso di Beate nell’agone pubblico risale agli anni ’80, quando entra nella Junge Union-Deutschland, l’organizzazione giovanile della CDU/CSU che accoglie i giovani tra i 14 ed i 35 anni: è l’equivalante cristiano-democratico della FDJ dove Angie, dall’altra parte della Cortina, si occupa di cultura e propaganda. Come la Libera Gioventù Tedesca è russo-centrica, così la JU è americano-centrica, completamente votata a rafforzare il profilo atlantico ed europeista della Germania (anni dopo, agli sgoccioli dell’invasione angloamericana dell’Iraq nella primavera del 2003, la JU sarà un’accesa sostenitrice dell’intervento militare contro Saddam Hussein35 e della “transatlantischen Freundschaft”).

Frequentando gli ambienti politici della Bassa Sassonia, suo Land natale, Beate Baumann è “notata” da Christian Wulff, futuro presidente della Bundesrepublik tra il 2010 ed il 2012: l’incontro con Wulff è decisivo, perché è il noto esponente dalla CDU a segnalare la Baumann (almeno questa è la versione ufficiale) ad Angela Dorothea Kasner nel 1992. Angie si è da poco insediata al dicastero delle Donne e dei Giovani e le serve una “collaboratrice”: il contratto iniziale, dalla durata di sei mesi, si trasforma in un indissolubile rapporto, tanto che Angie la vuole con sé al ministero dell’Ambiente, poi alla Segreteria della CDU, poi alla Presidenza della CDU ed infine alla Cancelleria.

Dicono che le due donne si diano ancora del “lei” nonostante la ventennale collaborazione. Entrambe sono reputate più intelligenti della media. Quel che certo è tra le due si instaura un processo di osmosi: fisicamente molto simili, nelle rarissime foto pubbliche che la ritraggono, la Baumann è una versione “castana” della Merkel. Stesso abbigliamento, statura e portamento, quasi “un sosia”. Le due personalità hanno col tempo finito per confondersi, tanto che, secondo quanto riporta Der Spiegel (36), la Baumann utilizza saltuariamente il pronome “io” riferendosi ad Angela Merkel, salvo poi correggersi repentinamente: Dann verbessert sie sich schnell, “Ich, Merkel”.

D’altro come non capirla? Vivono indissolubilmente legate insieme da anni e la Baumann non si limita a scriverle i discorsi, ma studia anche la strategia sia negli affari interni come in quelli esteri: non è infatti un mistero che il pallino della Baumann sia da sempre la politica internazionale (a lei è riconducibile, ad esempio, la scelta nel 2007 di ricevere alla Cancelleria il Dalai Lama, mossa che produce l’ira di Pechino, precipitando le relazioni tra i due Paesi (37), ma è salutata con favore dagli Stati Uniti, dove Bush Junior si appresta a fare lo stesso (38).

Appena Angie entra nella stanza dei bottoni, Thomas de Maizière, cugino di quel Lothar de Maizière di cui la figlia del pastore protestante è stata portavoce e nel terzo mandato alla cancelleria di Angie occupa il ministro degli Interni, si illude di poter essere lui il “cardinal Mazzarino” della situazione, stabilendo le linee guida dell’esecutivo dall’alto della decennale esperienza politica. La Baumann stronca però sul nascere le velleità di Thomas de Maizière e si acquartiera stabilmente nella stanza a fianco alla cancelliera. La sua influenza nel partito è tale da essere temuta anche dagli esponenti di spicco della CDU (come non aver paura, d’altronde, dell’unica persona che si permette di alzare la voce in pubblico con Angie e parlarle senza peli sulla lingua). Alcuni osservatori politici si spingono fino a sostenere che è inimmaginabile la carriera di Angela Dorothea Kasner senza l’apporto di Beate Baumann, l’enigmatica donna formata tra l’università di Münster e quella di Cambridge, insegnante d’inglese mancata.

Chi è dunque Beatrice Baumann? Chi è “la burattinaia nel teatro della marionette”, la donna che considera Angela Merkel come il proprio “Meisterwerk”, il capolavoro per cui verrà ricordata, l’unica persona che ha il privilegio di rivolgersi in pubblico alla cancelliera con un trasgressivo “Wie konnten Sie nur so etwas sagen!”, “Come hai potuto dire una cosa simile!”?

Beate Baumann è molto più che un agente di collegamento tra la cancelliera e gli angloamericani. La Baumann è la regista, l’architetta, è l’Angela Merkel “mancata”, nata nove anni dopo rispetto ad Angie e nella Germania Ovest: il posto di cancelleria avrebbe potuto essere suo, se la figlia del pastore protestante non avesse fatto irruzione dalla DDR. Ora Beate tira sì le redini della Germania, ma filtrata da Angela Dorothea Kasner, “l’opus magnum” cui ha sacrificato la sua esistenza, vivendo dei suoi successi, delle sue incoronazioni, degli applausi che il pubblico tributava ai discorsi, pronunciati da Angela ma scritti da lei. Chissà che dietro le quinte non si inchini agli scrosci della platea.

La Baumann è un personaggio uscito dal “Candidato della Manciuria” di Richard Condon (1959): è la madre del sergente Raymond Shaw, il soldato catturato in Corea dai comunisti, sottoposto a lavaggio del cervello e rispedito negli Stati Uniti affinché scali la politica americana fino ad entrare alla Casa Bianca. Nelle ultime pagine del libro si scopre che anche la madre di Shaw è comunista, anzi è una semplice opportunista, che divorata dal desiderio di riscatto sogna per il proprio figlio la presidenza degli Stati Uniti, pronta a scendere a qualsiasi compromesso. Beate si accontenta, come la madre di Shaw, di vegliare sul Candidato della Manciuria che governa la Germania, appagata di avercela in fondo fatta. Dopotutto è lei la burattinaia che tira i fili.

Il “Kommando Merkel” è ora al completo. Riprendiamo la scalata e seguiamo Angie fino alla Cancelleria.

Federico Dezzani – Gennaio 2016

Capitolo estratto dal libro: “Angela Merkel, la spia che andò e tornò dal freddo” che può essere acquistato QUI

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