IL GIALLO SULLA MORTE DI ALBINO LUCIANI

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DI ANTONIO ROSSINI
Rinascita

Albino Luciani, forse avrebbe migliorato i prelati della chiesa cattolica.
Voleva meno ricchezza e più regole religiose.
Forse avremmo avuto un papa volenteroso a riportare la chiesa nel suo habitat e lontano dalla politica.


“Ieri mattina sono andato alla Sistina a votare tranquillamente, mai avrei immaginato quello che stava per succedere. Appena è cominciato il pericolo per me, i due colleghi che mi erano vicini, mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno di loro ha aggiunto: non abbia paura, in tutto il mondo c’è tanta gente che prega per il nuovo papa, venuto il momento ho accettato.

Io non ho né la sapientia cordis di papa Giovanni e neanche la preparazione e la cultura di papa Paolo VI, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la chiesa, spero che mi aiuterete con le vostre preghiere”. Questo il discordo di Luciani il giorno dopo l’elezione.”

Albino Luciani è stato il 263esimo papa.Il suo pontificato fra i più brevi della storia, solo 33 giorni, sarà ricordato come il papa del sorriso. Il sorriso di Dio.

Sembra che a suor Lucia di Fatima, quando papa Luciani era ancora Cardinale, durante due ore di colloquio, gli abbia svelato il famoso segreto. Questo lo racconta il fratello del papa che in quella occasione lo vede stravolto, afferma che la suora aveva preannunciato la elezione del fratello a papa e gli avesse anche anticipato la brevità del pontificato e quanto gli sarebbe accaduto.

Luciani sapeva essere anche duro e lo dimostrò durante il cosiddetto scisma di Montaner (frazione del comune di Sarmede), dove alcuni parrocchiani non volevano accettare la designazione del nuovo parroco. Ebbe il coraggio alla fine delle contestazioni di andare al paese e ritirare ogni consacrazione per impedire ogni celebrazione. Fu scortato da Carabinieri e Polizia per evitare l’ira dei fedeli che da allora ad oggi osservano in quel comune il rito ortodosso. A nulla valsero i ricorsi sino all’allora Papa.

Poi esiste una storia su prestiti e banca dello Ior che vide contrapporsi il vescovo di Belluno e Vittorio Veneto e il banchiere della chiesa monsignor Marcinkus. Anche allora non fu tenero con l’uomo d’affari dimostrando carattere e determinazione.

Dobbiamo pertanto ricordare quanto certo Vincenzo Caldara, pentito di Cosa Nostra, riferì al giudice Borsellino: l’assassinio di Luciani è stato preceduto dalla rimozione di Cardinali e Vescovi dello IOR ed ho sentito parlare di Marcinkus e di Villiot legati a beni ed averi del vaticano.

Luciani nasce a Forno di Canale il 17 ottobre del 1912 da Giovanni e Bortola Tancon. Viene fatto battezzare lo stesso giorno della nascita, per le precarie condizioni fisiche.
Entra in seminario a 11 anni e viene ordinato sacerdote a 23 anni. Inizia subito la carriera ecclesiastica, consegue la laurea alla Gregoriana di Roma. Molti gli scritti, semplici, alla portata di ogni cattolico. Vicario generale della diocesi di Belluno, Vescovo di Vittorio Veneto (consacrato da Roncalli), attivo al Concilio Vaticano II, dove viene pubblicamente osservato ed apprezzato, vicepresidente della CEI, Cardinale nel 1973 (grande legame con il Brasile e la chiesa latino-americana), Papa il 26 agosto 1978, inizio pontificato il 3 settembre 1978 e morte il 29 settembre 1978. Si dirà: colpito da infarto.

Come abbiamo detto le profezie ed i misteri accompagnano la vita di questo prelato. Importante deve essere stato l’incontro con suor Lucia superstite di Fatima.
La vecchia suora si rivolge a lui chiamandolo Santo Padre e due ore di colloquio non sono cosa da nulla. Parlarono del suo pontificato e di una morte repentina, svelando il segreto di Fatima.
Il Cardinale Luciani restò impressionato da quell’incontro. Il fratello Edoardo ricorda che parlando di quell’incontro Albino si intristiva e cambiava umore, poi deciderà di non parlare più di Fatima e di suor Lucia.

Ricordiamo tutti il quel 1972 a Venezia, quando Paolo VI, visitando la città e la diocesi, in pubblico fece un gesto non consono al carattere austero di Montini, si tolse la stola papale e la mise sulle spalle del patriarca di Venezia Luciani. Tutti ricorderanno la vergogna ed il forte rossore sul viso dell’allora Vescovo. Per molti Montini, aveva indicato il suo successore.
Pochi mesi dopo viene elevato a Cardinale.
Anche Roncalli dovette chiedere il motivo per cui Luciani non veniva nominato vescovo, la politica del vaticano gli rispose: per le sue condizioni fisiche. Roncalli immediatamente lo consacrò Vescovo, dicendo che almeno sarebbe morto titolato.

Luciani ai suoi assistenti disse: su questa sedia non dovevo essere seduto io da papa, doveva esserci uno straniero, perché è giunta questa ora. Poi esistono tanti fatti conosciuti e non.
Trent’anni sono passati da quando i 111 cardinali scelsero il patriarca di Venezia a papa. Fu fatalmente il successore di Paolo VI ed avrebbe dovuto compiere 66 anni il 17 ottobre del 1978.
Nei pochi giorni di pontificato però, cambiò tante cose nella chiesa di Roma, pronunciò 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Riuscì immediatamente e meglio dei suoi predecessori a farsi capire per la semplicità del linguaggio, nuovo e moderno per un Papa. Non si curò di confessare le sue paure alla gente che lo ascoltava, arrossi davanti alla folla in piazza San Pietro, abolì il plurale maiestatis, si mostro umile verso tutti, scelse due nomi e stranamente li fece seguire dal numero I romano, abolì la sedia gestatoria e disse la messa sul sagrato di San Pietro. Secondo alcuni alti togati vaticani, il suo linguaggio era troppo semplice e non mancarono le prime critiche. Fece scrivere sul suo stemma papale: Humiltas, che non ha bisogno di commenti.
La improvvisa morte di Luciani, sollevò forti interrogativi e sospetti fra tutti. Ci sono stati anche articoli, saggi e libri che parlavano di complotti ed avvelenamento, ma la commissione medica vaticana disse NO. La certificazione recita : stroncato da un infarto e così replica una commissione d’inchiesta voluta dal vaticano per fare cessare nel mondo intero ogni sospetto.
Io e molti come me, sono ancora convinti che l’infarto non ci fu.
Come dissero molti giornalisti, scrittori e trasmissioni televisive, gli ingredienti per il giallo c’erano tutti. Luciani era un innovatore, aveva già strafatto e non aveva nascosto ad alcuno cosa voleva fare. Avrebbe voluto una chiesa meno ricca e blasonata e con tanta più preghiera e umiltà. Lui diceva: meno ingessata. Tutto questo creò malumore fra i manovratori che di religioso hanno ancora oggi solo l’abito.

Furibonde le alte sfere vaticane, quando sentirono parlare il successore di Pietro come Pietro, cioè in prima persona. Insomma un papa troppo innovatore e dopo le prime uscite pubbliche del pontefice i nemici (prelati) si fecero tanti. Poi la ciliegina sulla torta fu l’affermazione: Dio è padre ma anche madre. Apriti cielo, cosa aveva combinato quel sempliciotto malaticcio che avevano votato. Un papa sempliciotto che confessava paure, che raccontava i fatti suoi, che voleva innovare e che affermava che Dio era anche madre.
Ricordiamo insieme che la santa sede alle ore 6,30 del 29 settembre del 1978, diffuse un comunicato in cui si ricostruivano le ultime ore del papa. Si disse che il cadavere fu scoperto dal segretario particolare don Magee, mentre si scoprirà dopo che alle 5,30 era stata suor Vincenza, sua segretaria da sempre a scoprirlo. Non aveva bevuto il suo caffè e questo destò il suo sospetto.

Si disse che fu trovato con un libro in mano, poi con suoi appunti e altro ancora.

Perché una versione falsa? Non crediamo al fatto che una donna fosse entrata mentre era a letto ecc. Suor Vincenza vegliava su Albino Luciani da una vita e questa è solo una scusa.

Ogni cosa è stata facile, perché ogni momento della vita di Luciani è stato percorso da malattie, ma anche da diagnosi sbagliate, come quella della tubercolosi.
Vogliamo ripeterci, c’erano tutti gli ingredienti per il giallo internazionale.

Dobbiamo dire che molti a San Pietro digerirono male la sua elezione a papa e fra questi il più scontento e preoccupato era proprio Marcinkus potente banchiere di San Pietro, che tifava per il Cardinale Siri. Marcinkus era una pedina importante della finanza, era il più alto in grado dello IOR e si incrocia con fatti nazionali ed internazionali che fanno parlare ancora oggi.

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[Mons. Marcinkus]

Papa Luciani aveva detto che non avrebbe più permesso la iscrizione di prelati alla massoneria e l’uso del denaro da parte della chiesa a stregua di una qualsiasi banca. Luciani si irritava solo a sentir parlare di Calvi e Sindona, sui quali aveva svolto alcune indagini.
Ricorderete, perché non sono fantasie, che in quel periodo venne fuori una lista di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria e la maggioranza alloggiava nel vaticano. Ricorderete che la lista era stata pubblicata sull’Osservatore Politico di Mino Pecorelli che fu poi ucciso, anzi mi correggo, scomparso in circostanze mai chiarite (lo stesso Pecorelli era legato a Gelli).
Nella lista c’erano: Villot, Casaroli, Marcinkus, Levi, Tucci ecc.

Le danze contro Luciani iniziarono facendo circolare la voce che era poco adatto all’incarico, che era troppo buono e puro per governare una cosa complicata come il Vaticano e la chiesa cattolica. Per questo la sua morte ancora oggi suscita incredulità, dubbio e sospetto.
L’autopsia chiesta da molti non fu fatta.

Bello da leggere un libro di D. Yallop, che sospetta sei alti prelati di omicidio.
Sparirono dalla camera del papa tutti gli oggetti personali, tutti i suoi appunti ed i medicinali.

Molte domande resteranno senza risposta, sappiamo solo che forse avremmo avuto un papa diverso dal solito copione.

Antonio Rossini
Fonte: http://www.rinascita.info
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09.09.2008

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