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La Redazione

 

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IL “FRONTE DELLE IMMAGINI” E I BOMBARDAMENTI SU BENGASI

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A cura di Davide
Il 27 Marzo 2011
79 Views

FONTE: MICHELCOLLON.INFO

Ogni sera, ascoltiamo nei nostri telegiornali che quella con Gheddafi è anche una guerra a suon di comunicati. Questo per farci comprendere che il governo libico mente ai giornalisti internazionali per poter manipolare l’opinione pubblica. Ma è solo il dittatore ad essere un bugiardo?

Un esempio, domenica 20 marzo, tutta la stampa estera è stata accompagnata dal proprio hotel al cimitero per assistere ai funerali delle prime vittime cadute sotto i bombardamenti della coalizione. Ma il tutto sembrava tanto una messa in scena. Al suo arrivo il convoglio è stato accolto da una folla di “simpatizzanti pro-Gheddafi”. Malgrado l’ambientazione triste di un cimitero, i tripolitani non stavano piangendo, e mostravano più ritratti del leader che delle vittime. Nessuna sepoltura, ma solo delle fosse vuote pronte ad accogliere dei cadaveri che non sarebbero mai arrivati. I giornalisti non si sono lasciati prendere e sono rimasti critici. Un plauso alla loro professionalità. Ma sono sempre così lucidi? Durante le guerre precedenti, diversi fatti, dapprima ritenuti veritieri si sono poi rivelati delle menzogne destinate a ingannare l’opinione pubblica e preparare le coscienze ad accettare la guerra. I media non hanno mai messo in discussione le affermazioni venute dall’esterno che contribuivano a giustificare queste guerre per scopi umanitari o di difesa della civiltà.

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Durante la prima guerra del Golfo, una menzogna su tutte si riassume con il caso delle incubatrici. Una giovane ragazza kuwaitiana aveva denunciato, in lacrime sugli schermi, che i soldati di Saddam Hussein toglievano i bambini dalle incubatrici per gettarli per terra e ucciderli. Questa dichiarazione era stata sostenuta da un diplomatico dello stesso paese che era arrivato finanche a dire che lui stesso avevo sepolto quattordici neonati. Che orrore! La notizia ha fatto il giro del mondo. L’attacco poteva essere lanciato.

L’ONU affermerà, molto più tardi, dopo un’inchiesta, che tutto ciò non era mai successo. La giovane ragazza era figlia di un ambasciatore del Kuwait e aveva recitato la commedia.

Nella seconda guerra “per la democrazia” in Iraq, hanno giocato la carta delle famose armi di distruzione di massa (ADM). L’Iraq era un pericolo. Era necessario disarmare Saddam e liberare il suo popolo. Tony Blair ha recentemente riconosciuto che queste ADM non sono mai esistite.

In questa nuova guerra dell’Occidente contro la Libia è ancora difficile provare quali siano le media-menzogne utilizzate per convincere i cittadini ad accettare questo attacco. Ma ci si pone già una serie di domande.

Per esempio, ci sono davvero dei bombardamenti intensi su Bengasi? Almeno, sono stati visti?

Claire Chazal, sembrerebbe averli visti e ce li presenta nella sua edizione del 18 marzo, due giorni dopo la risoluzione dell’ONU. Inizia il suo TG annunciando “gli intensi bombardamenti hanno provocato un primo esodo”. Senza utilizzare il condizionale e sottintendendo che altri esodi avranno luogo. E continua seguendo questa logica “il cessate il fuoco non è dunque apparentemente stato osservato e gli occidentali preparano il loro intervento”

Immediatamente, le prove in immagini. Sul posto, l’inviato speciale ripete in apertura l’espressione “violazione del cessate il fuoco” mentre si vede un caccia cadere. E aggiunge: “una piccola vittoria per gli oppositori” con il sottofondo “di spari e grida di gioia” magistralmente mixati dal tecnico del suono a Parigi. Sullo schermo, una decina di civili. Dunque, “la battaglia si fa violenta, le forze di Gheddafi sono entrate a Bengasi” il tutto “secondo gli insorti”.

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Va tutto veloce su TF1 [canale della tv francese n.d.t.] visto che tutt’a un tratto, ci ritroviamo a Tripoli dove, secondo il giornalista, il portavoce del regime “nega assolutamente di aver violato il cessate il fuoco imposto dalle nazioni unite”. Il ministro degli affari esteri chiede di far arrivare degli osservatori internazionali per costatarlo loro stessi. Ma non ci si rifà a questo corrispondente di guerra: egli prova il contrario con le immagini amatoriali di un cellulare. Secondo lui, si possono vedere i bombardamenti. Ma se si riguarda più volte la scena si vedrà solo una fumata bianca che assomiglia più a quella di un fumogeno da stadio di calcio che a quella di un missile di grande portata.

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Con questi pochi secondi di immagini da fonte sconosciuta, egli sostiene quindi che il ministro mente. Mai dei bombardamenti intensivi sulle immagini, ma egli giunge alla stessa conclusione di Claire Chazal: “il regime di Tripoli è più che mai sotto la minaccia di attacchi aerei”. Senza bisogno di osservatori dunque, si possono muovere dei missili per salvare il popolo libico.

Quindi, se il telespettatore non si fosse ancora convinto dopo questi due piccoli minuti, ci si mette un ulteriore sostegno con un altro inviato speciale. Ma, poiché egli non ha una telecamera, si riciclano le immagini già mostrate all’inizio del TG. Ancora questo aereo che cade ed emana una fumata nera. Questo Mig cade tre volte in meno di un minuto. Questa fumata, vista da differenti angoli della città, dà, in effetti, l’impressione che ci siano numerosi focolai d’incendio a Bengasi. Il corrispondente d’assalto dice timidamente che ci sono delle “eco di bombe” , che gli hanno parlato di cecchini, ma… “impossibile verificare”.

Non un’immagine, nonostante il materiale che si può procurare il canale francese come quegli apparecchi fotografici connessi sempre con la redazione per inviare le immagini in tempo reale. Niente, al loro posto, ci viene mostrata una foto sfocata di…ancora questo aereo che cade. E con questa fanno cinque volte. Ma, c’era realmente qualcosa da fotografare?

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Con questa fanno due settimane che ci sarebbero “bombardamenti intensi” e Bengasi ha l’aria intatta. L’immagine più violenta è stata ripulita più volte ed è apparsa su tutti i quotidiani come prova della menzogna di Gheddafi sul cessate il fuoco e come giustificazione dell’attacco che avverrà 24 ore più tardi.

È difficile affermare che non ci sia stato alcun bombardamento poiché tutti i media lo ripetono. Perciò noi non vogliamo mettere in dubbio la professionalità di questi giornalisti che non si lasciano facilmente abbindolare
Eppure…

La Russia che ha dei satelliti d’osservazione più potenti di un iPhone afferma di non aver visto attacchi massivi come dichiara la coalizione. TF1 non sembra averne sentito parlare.

D’altro canto, Claire Chezal ha ragione quando dichiara: “in battaglia si combatte anche sul fronte delle immagini”

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Link ai tre minuti di Claire Chezal (desolata per la pubblicità)

Fonte: www.michelcollon.info
Link: http://www.michelcollon.info/Le-front-des-images-et-les.html?lang=fr
22.03.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRA PONTECORVO

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