IL DIRITTO ALLA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO

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A CURA DEL: TRIBUNALE BRUSSEL

I civili in un paese occupato non hanno obbligo di lealtà verso la Potenza Occupante indipendentemente dalle motivazioni delle forze di invasione. I soli obblighi che hanno sono relativi al loro status di civili: i civili sono protetti dalle leggi sui diritti umani che sono applicabili, così come dalla Quarta Convenzione di Ginevra riguardante i civili e le proviggioni che riguardano i civili nel Protocollo Addizionale I. Un civile che prenda le armi contro la Potenza Occupante perde i diritti di civile ma acquisisce i diritti e gli obblighi relativi alle forze combattenti. Questa è la classica situazione della levee en masse: le Convenzioni di Ginevra riconoscono lo status di combattente a coloro che spontaneamente prendono le armi all’avvicinarsi del nemico. Questa regola è allargata dal principio di auto-determinazione: in base alla legge dell’auto-determinazione, un popolo ha il diritto di resistere, con la forza necessaria, ad un occupante straniero o estraneo. Il fatto che alcune delle persone che resistono all’occupazione USA e britannica in Iraq non facessero parte delle forze armate irachene precedenti all’invasione non è rilevante, dal momento che persone che erano civili possono prendere le armi in qualità di insorti contro qualunque occupante. Come combattenti protetti [dalle leggi], essi hanno il diritto di prendere le armi contro la Potenza Occupante e non possono essere incriminati tranne che per degli atti che violino le leggi e le tradizioni di guerra. La ragione per questa regola è ovvia: se i civili che spontaneamente prendono le armi e si organizzano in forze di difesa potessero essere considerati “terroristi” anziché combattenti, ciò vorrebbe dire che coloro che sono sotto l’attacco di una forza straniera o oppressiva non potrebbero difendersi e resistere senza essere considerati terroristi.

L’amministrazione USA ha generalmente avuto successo su questo argomento grazie alla sua retorica politica: praticamente nessun politico USA e molti pochi studiosi nelle ONG e negli USA hanno messo in dubbio la falsa etichetta di “terrorista” attribuita alla resistenza irachena.

Gli USA cercano di evitare l’applicazione delle leggi di auto-determinazione affermando che l’Iraq non è più un paese “occupato” ma piuttosto uno Stato sovrano con un governo. A questo riguardo vi è stato un tiepido riconoscimento di un governo iracheno “ ad interim” sin dal 2004, ma ciò è avvenuto più per motivi pratici che legali. Per esempio la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU numero 1546 dell’8 Giugno 2004, mentre sembra riconoscere la sovranità irachena, abbonda di contraddizioni e ambivalenze. In essa è scritto”che…entro il 30 Giugno 2004 l’occupazione finirà e l’ Autorità Provvisoria della Coalizione cesserà di esistere, e l’Iraq riacquisterà la sua piena sovranità.” ma poi fa notare che “la situazione in Iraq continua a costituire una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale,” e che ciò richiede che “le forze multinazionali debbano avere l’autorità di prendere le misure necessarie a contribuire al mantenimento della sicurezza e stabilità in Iraq…”.

Indipendentemente dalle intenzioni di questa risoluzione, gli USA non hanno cessato né le loro operazioni militari né la loro occupazione militare dell’Iraq in base ai termini della legge umanitaria. I comandanti miltari USA riconoscono il fatto che essi mantengono il controllo di gran parte delle aree. Per esempio il Colonnello David R. Gray, comandante della Prima Brigata, 101esima Divisione Aerotrasportata dell’ Esercito, ha dichiarato nell’Aprile 2006: “Noi manteniamo il controllo completo della provincia di Kirkuk.” Affermazioni simili da parte di altri ufficiali militari USA attestano il continuato impegno da parte delle forze armate nel mantenere il controllo completo di gran parte dell’Iraq. In base all’articolo 2 di ognuna delle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, le Convenzioni i Ginevra si continuano ad applicare sinchè vi è parziale o totale controllo militare straniero.

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[“Assassini USA: prima o poi vi cacceremo via a calci”]

L’avere passato alcune funzioni amministrative a impiegati civili non solleva la Potenza Occupante dai suoi obblighi determinati dalla legge umanitaria e non pone termine al diritto del popolo iracheno di resistere all’occupazione straniera: il diritto all’auto-determinazione rimane valido sino a che la Potenza Occupante non cede tutti i poteri e pone fine a tutte le operazioni militari. In ogni caso i continui scontri in corso in Iraq dimostrano i limiti del “governo” iracheno nell’ottemperare alle sue responsabilità in tema di sicurezza e welfare. Allo stesso tempo gli USA, promuovendo tale “governo”, cercano impropriamente di limitare le loro responsabilità di Potenza Occupante pur mantenendo una diretta, se non unica, influenza nei processi decisionali in Iraq.

Scritto dall’ Advisory Committee of BRussells Tribunal [Comitato consultivo del Tribunale BRussel n.d.t.] in consultazione con l’Avv. Karen Parker

N.d.t: Titolo originale: “The on-going resistance against foreign occupation: principles according to international law”. Tutti i grasseti sono aggiunti

Brussels Tribunal
Fonte: http://www.brussellstribunal.org/
Link: http://www.brusselstribunal.org/resistance.htm#general

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