DI JORGES VILCHES
counterpunch.org
Per evitare che entro le prossime tre settimane ci sia un nuovo default (dopo quello del 2002, ndt), l’Argentina da una parte, e gli obbligazionisti che hanno fatto ricorso (contrari al precedente accordo del 2005, ndt), dall’altra, devono raggiungere un accordo per la ristrutturazione del debito argentino che sia accettabile da tutti, oltre che dal Giudice Thomas Griesa (2).
Se così non fosse, alcuni dei possibili risultati potrebbero essere:
1 – Una valanga internazionale di ricorsi “legali”, che coinvolgerebbe le insolvenze di altri debiti sovrani, oltre a quello dell’Argentina;
e/o …
2 – Uno scenario analogo a quello già visto per i Derivati ed i CDS della Lehman Brothers, che comporterebbe, probabilmente, dei salvataggi in pieno stile 2008;
e/o …
3 – Accentuazione del processo di de-dollarizzazione della finanza internazionale, con i mercati, i governi e la Federal Reserve confusi e disfunzionali, esattamente come nel 2008.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
La clamorosa assenza di una normativa sul fallimento dei debiti sovrani, che sia riconosciuta a livello internazionale, comporta che debba essere il buon senso a prevalere, senza bisogno di un intervento giudiziario.
Così facendo, in effetti, il più grande default mai occorso ad uno Stato era stato superato con successo …. ma non solo, entro il 2015 l’Argentina si aspettava di poter tornare nei mercati internazionali del credito, dopo 13 anni di ostracismo.
Nel 2012 il Premio Nobel Paul Krugman, in un articolo pubblicato sulla prima pagina del “New York Times”, aveva elogiato la “storia di notevole successo” dell’Argentina, mentre altre autorità di fama mondiale convenivano che l’enigma decennale costituito dalla trappola del debito era stato finalmente risolto, in quel paese, con positive implicazioni sulla crescita reale.
I VULTURE FUNDS ED IL SISTEMA GIUDIZIARIO DEGLI STATI UNITI
La magistratura statunitense ha deciso di trattare il default di un debito sovrano come se fosse il fallimento di una qualsiasi altra attività, nella città di New York.
La minuscola percentuale (1,6%), seppur terribilmente potente, dei creditori che hanno fatto ricorso (contro gli accordi del 2005, ndt), costituita dai Vulture Funds, aveva approfittato dell’occasione per attuare quell’ingegnoso modello di business, da loro completamente controllato, basato sull’acquisto del debito argentino in default, che era decisamente a buon mercato.
I Vulture Funds si erano contemporaneamente impegnati in costosissime attività di lobbying, riuscendo a procurarsi un pesantissimo supporto legale, che si è manifestato attraverso alcune “curiose” sentenze giudiziarie, emesse nel totale disprezzo della natura stessa di un debito sovrano.
IL SISTEMA GIUDIZIARIO SUPERA I SUOI LIMITI
Le circostanze, in questo momento, stanno spingendo in direzione di un nuovo default argentino, dalle insondabili ed “involontarie” conseguenze, tra le quali i miliardi e miliardi di Dollari matematicamente non ripagabili, a causa dei nuovi ricorsi che saranno presentati in tutto il mondo, non appena le decisioni giudiziarie statunitensi cominceranno ad esser prese come precedente.
Il problema è che tali sanzioni sono state comminate ad uno Stato-Nazione senza che sui debiti sovrani ci sia (a loro sostegno) un “diritto fallimentare” internazionalmente riconosciuto.
Analogamente al caso dell’”immunità sovrana” – un qualcosa a cui gli stati nazionali, per definizione, non possono rinunciare – anche il debito sovrano non è sanzionabile. Quando il paziente è morto, nessun farmaco miracoloso può riportarlo in vita. I debitori possono avere dei diritti, ma non dei rimedi.
La Legge degli Stati Uniti non si applica agli altri Stati Nazionali. I Giudici e gli “Special Masters” (autorità nominate da un Giudice, per assicurarsi che un ordine giudiziario sia eseguito, ndt), quindi, non hanno alcuna competenza.
L’interpretazione “pari passu” del giudice Griesa (ovvero che gli obbligazionisti vanno trattati tutti nello stesso modo, ndt) è stata fortemente contestata in tutto il mondo, anche negli stessi Stati Uniti.
La magistratura statunitense ha oltrepassato il limite del buon senso e ha violato alcune importanti clausole del delicato “codice non scritto” che regola le relazioni esterne di tipo amichevole. Non spetta alla magistratura statunitense determinare la politica estera degli Stati Uniti, essa non è un tribunale mondiale.
Come ha sostenuto il Giudice Ruth Bader Ginsburg, la Corte Suprema non dovrebbe “concedere in modo così eclatante” l’accesso diretto dei Vulture Funds alle liste statunitensi che contengono gli elenchi degli assets argentini sequestrabili (in tutto il mondo).
EYES WIDE SHUT (3)
Ovviamente, in vista di un default così attivamente perseguito, i terroristi finanziari di tutto il mondo possono cominciare a prepararsi per “partecipare alla festa”, rivendicando ulteriori crediti multi-miliardari attraverso i CDS (Credit Default Swap).
Anche il FMI è dolorosamente consapevole di come tutto ciò sia destinato ad alimentare una valanga di rivendicazioni in tutto il mondo, da parte sia delle associazioni concorrenti di Vulture Funds, che dei detentori delle Obbligazioni (e CDS) sovrane, che sono state a suo tempo ristrutturate, che potrebbero gravemente incidere sulle controparti, ed eventualmente innescare eventi sistemici assolutamente inimmaginabili solo una settimana fa.
Vale la pena ricordare che il rischio-CDS è concentrato in sole dieci banche, caratterizzate da una leva finanziaria ultra-elevata (le cosiddette “too-big-to-fail”), che potrebbero ancora una volta dover essere salvate, a seconda di come si svolgeranno gli eventi.
In questo modo il sistema finanziario internazionale potrebbe trovarsi a “girare inutilmente in tondo”, immerso profondamente in una specie di “Age of Uncertainty” (età dell’incertezza) alla J.K. Galbraith.
La questione è se la Fed sia pronta o meno a tutto questo.
Jorges Vilches
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2014/07/15/argentinas-default-vulture-funds-and-the-us-courts/
15.07.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO
Note del Traduttore:
(1) http://www.investopedia.com/terms/v/vulturefund.asp
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_P._Griesa
(3) Espressione tratta dall’omonimo famosissimo film. Si tratta di un ossimoro interpretabile, ma non traducibile, che ha originato notevoli discussioni. Può essere interpretato come “occhi completamente chiusi”, ovvero “serrati”, o ancora “occhi che, seppur spalancati, non vedono” …