di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Ormai mi conoscete, e se c’è qualcosa che non sopporto finanche a diventare prepotente, quel qualcosa sono le falsità. Soprattutto se in conseguenza di tali falsità ho davanti a me la sofferenza della maggioranza dei cittadini e delle famiglie che appartengono alla mia Patria.
Forse perché l’ho vissuta personalmente, toccando con mano l’agire delinquenziale dei nostri rappresentanti politici o forse perché la questione, ai miei occhi appare così talmente colossale, che non me ne vogliate se ancora torno sulla questione dei crediti fiscali.
Lo sforzo ed il dispendio di energie che da tempo metto sulla questione, va nettamente oltre a quello che può apparire come uno sfogo personale, anzi vorrei che tutti voi comprendeste a pieno come sul tema blocco dei crediti fiscali si sia consumato l’ennesimo tradimento verso i propri elettori da parte di una precisa parte politica e verso tutto il popolo italiano riguardo a quello che è un principio fondamentale sancito dalla nostra Costituzione, ovvero la sovranità monetaria.
Ripercorrendo la vicenda, alla luce dei sacri principi sanciti della nostra Carta Costituzionale, si arriva chiaramente a certificare senza più nessuna ombra di dubbio, anche, come la nostra democrazia si sia trasformata a tutti gli effetti in una oligarchia. Attestando come ogni nostro governo non risponda più al popolo ma, bensì a poteri profondi che agiscono secondo logiche di fratellanza e niente hanno a che fare con lo stato di diritto e le fondamenta democratiche della nostra Repubblica.
Sulla totale diacronia nell’agire, di una qualsiasi parte politica che pascola nel belpaese – tra quando si trova all’opposizione e quando ricopre ruoli di governo – abbiamo scritto paginate intere e tante altre ne potremmo scrivere. La Lega, il PD, il M5S, il Renzi rottamatore e chi più ne ha più ne metta – nel loro agire, dal passaggio dai banchi dell’opposizione alle poltrone di governo – hanno tutti indistintamente e nei più svariati argomenti, mostrato ai loro elettori e non, quanto siano totalmente affetti da quello che in medicina viene definito come disturbo dissociativo dell’identità (Dissociative Identity Disorder [DID]).
Una grave malattia della psiche umana, che pare proprio avere caratteristiche pandemiche proprio nella nostra classe politica, che mostra in pieno i suoi sintomi diagnostici, caratterizzata da almeno la presenza di due personalità (nonché multipla) all’interno dell’individuo, che prendano costantemente il controllo del suo comportamento con una perdita di memoria, andando oltre la solita dimenticanza.
Insomma, al di là delle multi-testimonianze rappresentate dai video satirici che girano in rete, dove si evidenzia in modo palese la diacronia tra le dichiarazioni di ieri e quelle di oggi, dei vari Di Maio, Renzi, Meloni, Salvini, ecc.; anche su temi che all’apparenza possono sembrare di minor importanza – l’esempio di cambio di direzione più importante per quello che riguarda le vite di tutti noi italiani è: il No-Euro pronunciato in campagna elettorale, divenuto poi per tutti i partiti, totale asservimento all’euro stesso e alle sue regole, non appena messo piede dentro Palazzo Chigi.
Anche Fratelli d’Italia e la sua leader oggi al comando della Nazione – dopo aver vinto le ultime elezioni, grazie all’abbandono da parte di chi non ha votato (visto l’altissimo astensionismo) e per la mancanza di alternative (tutti gli altri partiti avevano già tradito) per chi ha avuto lo stomaco di presentarsi ai seggi – ad oggi non sono riusciti a smentire il noto proverbio: l’eccezione conferma la regola!
Preme ricordare ancora una volta che, sul tema crediti fiscali, quando Fratelli d’Italia era all’opposizione, si rese primo attore nel presentare un dettagliatissimo disegno di legge, con il chiaro e motivato intento di usare tale strumento per finanziare le più svariate spese a partire dalle misure per l’occupazione, integrazione ai redditi più bassi ed alle famiglie.
Chi vi scrive si fece anche promotore di un incontro sul tema, tra l’allora paladino della cd moneta fiscale Senatore de Bertoldi e l’economista americano Warren Mosler, incontro culminato con il noto comunicato stampa del partito, già da me documentato a suo tempo, dove c’era piena convergenza fra i due sulla natura non debitoria dei crediti fiscali e sul loro utilizzo per risolvere l’impellente problema occupazionale nel paese e poter gettare le basi per una vera e reale ripresa economica, non appena Fratelli d’Italia, come previsto, avesse assunto l’incarico di governare.
Per chi volesse ripercorre la storia e toccare con mano la veridicità di quanto affermo, nelle note a pie’ di articolo riporto i contributi pubblicati nei mesi passati, con tutte le fonti a supporto. Questo perché è giusto che gli italiani debbano sapere, ed essere informati, su quello che è uno dei tradimenti, i più grandi della storia repubblicana, messo in piedi da una classe politica; oltre ad essere, come già sottolineato, una prova inconfutabile di come le decisioni dei governi siano prese, in modo del tutto sovversivo, al di fuori delle istituzioni democratiche. [1] [2] [3] [4]
Dunque, è sufficiente ripercorrere l’iter dei disegni di legge e leggere i testi, oltre ai comunicati stampa a firma del partito e del Senatore Andrea de Bertoldi (firmatario insieme a Urso e la Rauti dei disegni di legge stessi), per comprendere come l’utilizzo dello strumento dei crediti fiscali fosse – in modo del tutto cosciente e giusto [ndr] – ritenuto dal partito elemento indispensabile per far ricuperare al governo italiano, quella capacità di spendere, persa all’interno delle regole dell’euro imposte dall’alto.
I tre esponenti di Fratelli d’Italia firmatari del disegno di legge, visto quanto accaduto e sta accadendo in questi giorni, con le note polemiche sui buchi del Superbonus lanciate dal loro partito alle prese con la legge di bilancio, non sono, come sarebbe logico immaginare, esiliati sulla riva del fiume a pescare: uno il Senatore de Bertoldi è comodamente seduto sulle poltrone del Senato, oltre ad essere membro della commissione finanze; l’altro, il deputato Adolfo Urso è addirittura ministro delle imprese e del Made in Italy e poi abbiamo la senatrice Isabella Rauti (figlia del noto Pino), Sottosegretario di Stato al Ministero della difesa.
Tutti e tre, di fronte al disconoscimento totale ed immediato dello strumento dei crediti fiscali da parte del governo presieduto dal loro leader di partito Giorgia Meloni, non hanno proferito parola, ne’ provato la minima vergogna nel cambiare maschera e contraddire se stessi ed i disegni di legge che con forza avevano sostenuto fino a pochi giorni prima. Il blocco alla trasferibilità dei crediti fiscali è stato uno dei primi provvedimenti che la Meloni ha preso non appena giunta a Palazzo Chigi, sulla scia – e su ordine – del suo predecessore e mentore Mario Draghi.
Un voltafaccia che definire clamoroso è estremamente riduttivo e che non può che certificare che tale decisione sia stata presa da teste pensanti che sono fuori dalle stanze dall’esecutivo. A maggior ragione, visto che trattasi del tema da sempre più caro per quei poteri che vogliono prevalere sulle istituzioni, ossia la moneta e la sua sovranità.
C’è ancora qualcuno che ha dubbi sul fatto che le decisioni dei governi non vengano prese da chi viene eletto dal popolo ma dai poteri profondi che si sono impossessati delle nostre istituzioni?
Se qualcuno di Voi ancora nutre dubbi, prima di alzare la mano, consiglio vivamente di leggersi tutta la mia rassegna stampa sulla vicenda (che riporto nelle note)!
Sentite un po’ cosa pensa oggi dei crediti fiscali il Senatore Andrea de Bertoldi, in una intervista rilasciata al quotidiano online L’identità:
Addirittura, il Senatore de Bertoldi, l’uomo i cui disegni di legge prevedevano un uso massiccio e prolungato dello strumento dei crediti fiscali, in questa intervista critica l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi per averne prorogato l’uso all’interno della misura di spesa del Superbonus. Azione che, secondo lui e gli esponenti del suo governo, avrebbe aggravato i conti di finanza pubblica.
Ma, se i suoi disegni di legge erano pieni di simulazioni e verifiche accertate su come, agendo sul moltiplicatore, la spesa effettuata con i crediti fiscali, non solo si sarebbe ripagata da sola negli anni, ma avrebbe contribuito anche ad una forte espansione del prodotto interno lordo e di conseguenza delle entrate fiscali per il Tesoro!!
Queste che vedete sopra erano le dichiarazioni del Senatore de Bertoldi, due anni e mezzo fa, quando era seduto ai banchi dell’opposizione e sosteneva con forza l’utilizzo dei crediti fiscali in commissione finanze:
«Speriamo che il superbonus 110% non sia lo specchietto delle allodole di un provvedimento di alto impatto mediatico, e certamente utile alla ripresa economica del paese, ma che la maggioranza non avrebbe la reale intenzione di far decollare, come dimostrano le liti interne in merito alla utilizzabilità dei crediti di imposta ed alla durata della misura stessa»
«Mi auguro quindi che il governo dimostri la tanto proclamata volontà di collaborazione con le forze parlamentari, iniziando ad ascoltare ed a seguire i suggerimenti che la Commissione bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria sta fornendo con la relazione, che è stata unitariamente condivisa dai commissari di tutte le forze politiche».
«ho espresso, quale capogruppo di Fratelli d’Italia, la necessità di una forte semplificazione della normativa, che risulta oltremodo complessa e spesso di dubbia interpretazione, nonché la proroga dei termini almeno fino alla fine del 2023». [5]
Dall’opposizione si invocava l’allora governo ad un uso massiccio dei crediti fiscali e che il Superbonus non fosse solo una misura di facciata per un vantaggio lobbistico immediato per pochi. Addirittura, in netto contrasto con quanto dichiarato pochi giorni fa (“Superbonus, la responsabilità non è solo di Conte che l’ha istituito, ma anche di Conte e Draghi che l’hanno prorogato”) – ne richiedeva la proroga dei termini almeno fino alla fine del 2023.
Il disturbo dissociativo di identità, ahinoi, non colpisce però solo la classe politica ma anche tutto quel sottobosco composto da blog, blogger, commentatori con funzione di gatekeeper, ecc. – tutta gente ed organizzazioni legate a doppio filo ad alcune parti politiche che hanno il preciso compito di inquinare acque, pozzi e menti fragili per far apparire nuovamente pura e vergine l’immagine del politico di turno che ha sballato.
Tra i tanti estremi tentativi letti nei giorni scorsi, per cercare di far apparire vino un bicchiere d’acqua – ovvero far credere che i crediti fiscali non siano moneta creata dallo Stato – ne ho ascoltato uno, che in fatto di intrepida prodezza saltando nel vuoto senza ali e paracadute, li batte tutti.
Dice il commentatore gatekeeper, supporter della Meloni: “Se il credito fiscale, come dice Megas, è la moneta che usiamo e si crea senza debito, come mai nel mondo non lo usa NESSUNO?”
E’ incredibile non si riesca a vedere un fungo porcino nel proprio piatto!
Se la moneta è per definizione un credito fiscale, dimostrato dal fatto che lo Stato ti promette di accettare le banconote che hai in tasca ed i numeri sul tuo conto in cambio del pagamento delle tasse e niente più, come si fa a dire che nel mondo nessuno usa i crediti fiscali?
Al contrario dovremmo dire che tutti i paesi del mondo usano i crediti fiscali! Anzi, per essere ancora più chiari,
tutta la moneta in circolazione nel mondo è rappresentata da un credito fiscale, tanto che potremmo dire che tutto l’ammontare dei 72 trilioni (euro più dollaro meno), rappresentativi del debito pubblico del pianeta, sono di fatto tutti crediti fiscali.
di Megas Alexandros
Note:
[1] Così Fratelli d’Italia ha deciso di rinunciare alla sovranità monetaria – Megas Alexandros
[2] Volete la prova che un Tax-credit non è debito? …. eccola! – Megas Alexandros
[3] Come ti “strozzo” con il Superbonus! – Megas Alexandros