Il corriere.it ha intervistato Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto di medicina delle catastrofi e membro del Cts in rappresentanza del Dipartimento della protezione civile riguardo il futuro del Comitato.
Al di là dei classici sproloqui di regime su come sia importante rimanere vigili – nonostante sono 2 anni che si convive con questo virus e la gente non stramazza a terra per strada, ma al massimo muore ricoverata in ospedale d’urgenza perchè curatasi a casa con la magica ricetta “tachipirina e vigile attesa” -, dopo l’immancabile zeppata nei confronto dei non vaccinati, definiti “fragili” senza valutare l’impatto che ha sulla salute mentale e fisica perdere il lavoro ed essere costantemente discriminati, Ciciliano si concentra su quello che sarà nei prossimi mesi il lavoro del Cts.
«È comunque una struttura d’emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell’emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge […] Verso le fasi finali di ogni emergenza si passa al cosiddetto hand over. Le prerogative dell’organismo costituito per la gestione dell’emergenza vengono ricondotte nell’alveo delle gestione ordinaria, ad esempio ai ministeri competenti. A quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici straordinari».
Assisteremo quindi allo scioglimento del Comitato che ha guidato la gestione pandemica del governo. Chissà dopo cosa succederà, sicuramente se i tecnici lasciano la politica è sempre una cosa positiva di questi tempi
Massimo A. Cascone, 03.02.2022