Il controllo dell’inflazione per la BCE viene prima della pace fra i popoli

L'articolo 2 dello Statuto del Sistema di Banche Centrali e della Banca Centrale Europea (SEBC), solleva da ogni responsabilità chi presiede l'Istituto centrale di Francoforte, nel perseguire la pace e la prosperità dei popoli, ponendo l'obiettivo del mantenimento della stabilità dei prezzi addirittura al di sopra della vita delle persone.

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

“Il diavolo si nasconde nei dettagli”, recita un antico proverbio – ed è proprio andando a scovare ed analizzare i dettagli, su cui è stato costruito il progetto predatorio di quella che è oggi l’Unione Europea – ideato dalle élite globaliste – che ritroviamo distintamente lo spirito “diabolico” che giusto appunto, ha caratterizzato l’idea di unire i popoli europei. Una unione monetaria presentata ai popoli stessi, dai suoi più che interessati ideatori, lastricando di marmo le strade per quello che oggi ci appare sempre più chiaro, come l’inferno più profondo.

Il tema dell’inflazione e tutto quello che ad esso gira intorno e che oggi influenza in maniera determinante le nostre vite, è l’ennesima frode dottrinale con cui i poteri stanno manipolando la mente della gente comune, per non rendere loro chiara la verità su chi sono i veri responsabili delle immani sofferenze che stanno affrontando.

L’inflazione, un fenomeno che come vedremo è strettamente generato e connesso all’azione dell’uomo, il cui controllo, viene addirittura messo come obiettivo prioritario all’interno del mandato che i governi dei paesi membri – oggi di tutta evidenza non più di espressione democratica – hanno conferito alla Banca centrale europea.

Ovvero niente è più importante del controllo del livello dei prezzi; tanto da rendere norma scritta che l’agire di chi siede sulla poltrona di governatore a Francoforte, di fronte al comparire dell’inflazione, non debba essere caratterizzato dalla ben che minima pietà cristiana per le sofferenze, i fallimenti e le morti che incontri sulla strada del proprio mandato.

Mai parole forti come quelle che sto esprimendo, sono più giustificate che nell’esporre quanto di deliberatamente delinquenziale, appare nel leggere l’articolo 2 dello Statuto del Sistema di Banche Centrali e della Banca Centrale Europea (SEBC) – che recita:

Conformemente agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, l’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto
salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al
fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del trattato
sull’Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un’economia di mercato aperta e in
libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione delle risorse, e rispettando i principi di cui
all’articolo 119 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. [1]v

Avete letto bene: fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, ovverosia dopo aver pensato all’inflazione, la BCE può anche pensare a sostenere le politiche economiche generali dell’Unione e per la precisione gli obiettivi che vengono indicati nell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea (TUE).

Bene, allora andiamo a vedere quali sono i principali obiettivi, indicati appunto nel TUE [2], che per coloro che hanno ideato questa unione, vengono dopo il controllo dell’inflazione, nella scala delle loro priorità:

  • promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli;
  • lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente;
  • il progresso scientifico e tecnologico;
  • combattere l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuovere la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore.

Sì, avete compreso bene! tutti questi obiettivi possono essere perseguiti, dal SEBC (e quindi dalla BCE), solo se non compromettono l’obiettivo di controllo dell’inflazione.

Perfino la guerra è consentita nel nome del “Dio inflazione”. E direi che il principio sia ampiamente rispettato, stante gli eventi che stiamo vivendo.

A questo punto, non ci rimane che andare a vivisezionare in ogni suo aspetto quello che rappresenta nella realtà il fenomeno dell’inflazione, visto che per molti ancora, inconsapevolmente rappresenta il terrore assoluto e per chi ci comanda addirittura una priorità da anteporre alla pace nel mondo.

Quando in economia si parla di inflazione, si indica l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere di acquisto della moneta.

Intanto dobbiamo premettere che l’inflazione è un fenomeno strettamente collegato e connesso alla presenza nel mondo della moneta, senza la quale il fenomeno stesso non esisterebbe. E quindi, di conseguenza, il livello dei prezzi e quindi l’inflazione non può che essere deciso da colui che è il monopolista della moneta e che per logica spende per primo. [Al riguardo per chi fosse interessato ad approfondire consiglio la lettura dell’ultimo “framework” che Warren Mosler ha redatto in merito all’analisi del livello dei prezzi e dell’inflazione]

Sto parlando del governo di un paese che, nell’esercizio esclusivo della funzione di politica fiscale ad esso demandato, è fattualmente l’unico soggetto che può immettere la moneta nel sistema economico, attraverso la spesa pubblica. Di conseguenza pare chiaro che solo e soltanto attraverso l’azione dei governi si possa regolare tale fenomeno.

Anche se le cause che possono scatenare l’inflazione possono essere diverse, i rimedi devono essere sempre ricercati nella politica fiscale dei governi e non altrove. Sia che si tratti di inflazione da eccesso di domanda generata da circostanze endogene al paese, quale potrebbe essere un forte surriscaldamento dell’economia, dovuto ad una spesa eccessiva da parte del governo in condizioni di piena occupazione e di scarsità di risorse reali, sia che si tratti di inflazione da scarsità di offerta o proveniente da cause esogene quali il caro-prezzi energetico attuale, non esiste altro rimedio che correre ad aggiustare la politica fiscale da parte dei governi.

Mentre pare abbastanza chiaro che in caso di inflazione da eccesso di domanda in pieno boom economico, dove la gente si ritrova ad avere molti più soldi rispetto ai prodotti da acquistare, il governo debba immediatamente procedere a raffreddare l’economia attraverso politiche fiscali restrittive, quello che invece oggi a molti non è chiaro, è come si debba affrontare il fenomeno inflattivo in corso di matrice esogena, scatenato da una vera e propria azione speculativa nel settore pressoché monopolistico dell’energia. Fenomeno che per molti paesi come il nostro, la cui economia versa in stato recessivo, assume i contorni ancora più drammatici della stagflazione.

Anche in questo caso è chiaro che il fenomeno ha origine dalla mancata azione dei governi, che rinunciano volutamente a porre un freno all’azione di chi gestisce nel paese in regime di monopolio il suddetto settore. Basterebbe che il governo imponesse un tetto al prezzo di rivendita all’interno del paese stesso (e non al produttore come desidera Mario Draghi) ed il fenomeno sarebbe già sotto controllo. Perché come ben sappiamo, il problema energetico non è alla fonte, ovvero non manca la materia prima o chi ce la fornisce, ma i nostri governi compiacenti hanno messo in mano le nostre vite ai diavoli della finanza speculativa, consentendo loro di fare il prezzo del gas in base alle loro scommesse e di conseguenza, alle compagnie energetiche di conseguire profitti colossali succhiando il sangue delle famiglie e delle imprese che vivono nel nostro sistema economico.

Il monopolista della moneta, in extrema ratio, per salvare il proprio sistema economico e la propria gente, sarebbe persino in grado di operare all’interno delle propria politica fiscale, nella direzione di una totale nazionalizzazione di un settore vitale come è appunto quello dell’energia. Ed addirittura fornire energia al proprio popolo sottocosto o a costo zero, qualora la situazione lo richiederebbe.

E dopo aver visto chi è il responsabile unico nel bene e nel male del fenomeno inflattivo ed accertato che lo stesso soggetto è colui che può facilmente gestire e regolare il fenomeno stesso, ditemi voi se esiste una sola ragione al mondo, eccetto che quella diabolica, di anteporre il controllo dei prezzi alla pace tra i popoli!

Se andiamo oltre nella nostra analisi, possiamo facilmente comprendere, che non solo viene data alla BCE questa “folle” priorità da anteporre su tutto e tutti, ma allo stesso tempo c’è la piena consapevolezza che la stessa sia impossibilitata a rispettare tale mandato, proprio perché priva di quello strumento essenziale che abbiamo visto essere la politica fiscale istituzionalmente demandata ai governi.

Più volte, nei miei articoli, ho evidenziato come le sole politiche monetarie delle banche centrali non abbiano la minima possibilità di far affluire moneta aggiuntiva all’interno del settore privato. Un esempio su tutti sono le famose operazioni di Quantitative easing, con le quali gli istituti centrali emettono moneta per acquistare titoli di stato dal settore privato. Un “partita di giro” che di fatto per banche e privati equivale a giro-contare i propri risparmi da un conto di deposito (titoli di stato) ad un conto di riserva (conto corrente) e niente aggiunge alla capacità di consumo da parte del settore.

Qualcuno potrebbe obiettare che le banche centrali possono aumentare la massa monetare all’interno dell’economia reale attraverso le operazioni di prestito al sistema bancario (i famosi programmi TLTRO), che a sua volta poi presterebbe ai privati. Sì, questo è vero, ma sul punto dobbiamo fare due essenziali considerazioni: primo che trattasi di prestiti e quindi “moneta credito” e secondo che il sistema bancario opera in modo ciclico all’interno del settore privato e con le medesime logiche di redditività; quindi presta solo e soltanto se è certo di avere indietro i propri soldi ed in una economia in stato recessivo, come abbiamo visto, le banche non prestano. Oltre al fatto che non possiamo avere la folle credenza e pretesa che l’economia possa svilupparsi eternamente in modo ciclico a debito. La stessa moneta credito esiste per logica, se a monte c’è stata una precedente creazione di riserve nette da parte della banca centrale, introdotte poi nel sistema economico dagli stati attraverso la spesa pubblica.

Lo stessa facoltà che viene conferita alle banche centrali di poter decidere i tassi di interesse, non serve a niente per fronteggiare i fenomeni inflattivi se non supportata dalla politica fiscale dei governi. Questo, al netto del fatto, che oltretutto molti banchieri centrali nel fronteggiare l’inflazione, sono usi ad interpretare la politica dei tassi al contrario. Ovvero, erroneamente alzano i tassi all’apparire dell’inflazione, come stanno facendo adesso, sia la Fed che la BCE. Cosa che di fatto contribuisce ad aggravare la situazione, soprattutto per quelle economie che si trovano ad affrontare il fenomeno in stato recessivo.

Pagare tassi più alti è di fatto una scelta di politica fiscale e non monetaria, che di per sé è una misura inflattiva, poiché aggiunge capacità di spesa nell’economia (si percepiscono maggiori interessi). Certo l’evolversi inflattivo di tale misura dipende dalla sua interconnessione con lo stato dell’economia del paese che l’adotta, da come è distribuito il risparmio e dalle altre misure di politica fiscale che il suo governo mette in atto.

Quindi ricapitoliamo: la BCE ha come obiettivo primo ed assoluto il controllo del livello dei prezzi, ovvero fino alla fine del mondo dovrà combattere con ogni sua forza contro l’inflazione, anche se questo dovesse comportare la morte economica e fisica del pianeta. Insomma, usando una metafora, il Governatore della BCE, ha il diritto di gettare a mare ogni passeggero che trasporta pur di salvare una nave che si chiama inflazione. E nel seguire tale folle e delinquenziale mandato, è addirittura ben cosciente che non potrà mai raggiungerlo, proprio perché non ha gli strumenti per farlo.

Se non è diabolico questo, ditemi voi cosa altro lo è!

E che Satana potrebbe veramente aver preso dimora fissa in questa Europa, lo dimostra il fatto che gli Statuti di altre banche centrali, perfino del mondo occidentale (compresa la Fed), almeno, lasciano loro libere di decidere discrezionalmente se privilegiare l’obiettivo di controllo dell’inflazione o altri obiettivi, come l’incremento dell’occupazione e la crescita economica. [3]

di Megas Alexandros

 

Fonte: Il controllo dell’inflazione per la BCE viene prima della pace fra i popoli – Megas Alexandros

Note:

[1] Wayback Machine (archive.org)

[2] Art. 3 Trattato sull’Unione europea — Europedirect (assemblea.emr.it)

[3] Banca centrale europea – Wikipedia

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
41 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
41
0
È il momento di condividere le tue opinionix