DI PEPE ESCOBAR
rt.com
La tragedia greca del 2015 è un triste remix (finanziario) della guerra di Troia. Ma ora la troika (FMI, BCE, UE) ha sostituito la Grecia e la Grecia è la nuova Troia.
È lapalissiano che la BCE non farà a pugni per rendere la Grecia uno stato europeo fallito. La ragione: gli altri – dalla Spagna, persino, in un futuro non troppo remoto, la Francia – non devono farsi venire in mente idee divertenti. Mantenete la linea dell’austerità, o scateneremo pene medievali contro i vostri culi.
Era talmente prevedibile che il destino di Atene – e con essa quello dell’Euro – sarebbe stato nelle mani di Mario “Padrone dell’Universo” Draghi, sostenitore dell’ultimo QE, che in teoria dovrebbe garantire ad un’Europa violentata dall’austerità un minimo di tempo in più per attuare le “riforme”.
Un po’ di retroscena sono essenziali. La troika ha venduto alla Grecia una truffa economica, ma sono i cittadini greci a pagarne il fio. Di base, il debito pubblico greco è diventato da privato a pubblico quando la BCE e l’FMI hanno “salvato” le banche private (tedesche, francesi, spagnole). Il debito, ovviamente, si è ingigantito. La troika è intervenuta, non persalvare la Grecia, ma per salvare il le banche private.
La BCE ha comprato debito pubblico dalle banche private pagandolo una fortuna, perché non avrebbe potuto comprarlo direttamente dallo stato greco. La glassa su questa torta dai molti strati è che le banche private hanno preso i soldi per comprare il debito pubblico greco…proprio dalla BCE, approfittando dei vantaggiosi e bassissimi tassi di interesse. Questo è un furto bello e buono e i ladri sono quelli che hanno scritto le regole del gioco.
Dove sono i nostri soldi?
Il risultato è che Atene è in bancarotta. Il Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis si è imbarcato in questo tour europeo con almeno una proposta: la BCE potrebbe spostare 1,9 miliardi di Euro di profitti per sostenere i bond greci e poi distribuire 10 miliardi di Euro in obbligazioni statali a breve termine e al contempo aprire una linea di emergenza per le banche. Dall’inizio, il punto focale per Varoufakis era di aprire la strada ad una rinegoziazione del “piano di salvataggio” da 240 miliardi di Euro della troika.
La BCE sbraita – ad esempio per bocca di Errki Liikanen – che queste opzioni non sono negoziabili in alcun modo, insistendo che senza un accordo onnicomprensivo, ovvero una resa totale della Grecia, nemmeno un Euro verrà prestato ad Atene.
Una bella gatta da pelare per il Primo Ministro Tsipras e Varoufakis – salire sulcarrozzone europeo come mendicanti di fronte ad una selezionatissima collezione di viscidi malviventi, tra cui il presidente della Commissione Europea
Jean-Claude Junker e il presidente del Consiglio Europeo, il guerrafondaio Donald Tusk.
La prossima settimana potrebbe esserci un meeting straordinario dell’Eurogruppo, in vista dello scoppiettante summit europeo del 12 Febbraio a Bruxelles.
La conclusione: NON BENE
Varoufakis ha provato a fare il duro, continuando ad escludere l’uscita della Grecia come “molto dannosa per la nazione”. Molto dannoso sarebbe infatti se Syriza crollasse di fronte ai padroni neoliberali dell’universo. Questo garantirebbe una depressione greca eterna. E sì, c’è la possibilità che i fascisti di Alba Dorata salgano al comando.
Varoufakis, nella sua conferenza stampa con il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schlaube a Berlino, anche se è d’accordo con il 67% del “piano” attuale, ha dichiarato – a gran voce – che questo non combatterà la corruzione e il bisogno di denaro dei greci, tutto gira attorno al ripagare il debito, non alla ricostruzione dell’economia greca.
Da parte sua Schauble, prevedibilmente, ha lanciato una velata minaccia di un “futuro incerto” senza un programma di bailout. L’ormai famoso “siamo d’accordo nel non essere d’accordo” di Schauble era un colpo avvolto nel velluto.
Non c’è prova per come stanno le cose che ne verrà fuori una complessa negoziazione di almeno alcuni mesi, mentre Atene cerca di capire come interagire con la troika. La BCE per ora sta giocando al gioco che vede la Grecia condannata. Quindi, la BCE dà pollice verso a Syriza e supporta i fascisti di Alba Dorata. Ecco a voi la “democrazia” della banca centrale.
Qualcuno che bombardi Francoforte?
Alla fine tutto torna a questo: senza i soldi della BCE – almeno un po’ entro la fine del mese – la Grecia rischia di tornare alla dracma senza sparare nemmeno una cartuccia. Questo è esattamente ciò per molti in tutta Europa fanno il tifo. In parallelo, senza dubbio – da Lisbona a Roma – si diffonde l’idea che se la BCE avesse fatto questo ad una nazione sufficientemente militarizzata i carri armati sarebbero scesi per le strade (ma per far cosa? Bombardare Francoforte?).
Varoufakis insiste dicendo “L’unica cosa che non faremo è cedere”. Tradotto in breve in un default della Grecia. Non è questa la situazione – ancora. A brevissimo termine anche Draghi sa che se Atene dovesse ricevere parte del denaro di cui ha bisogno, ci sarebbe una guerra contro la Bundesbank. Non succederà, la BCE e la Bundesbank sono complici nei loro crimini.
Ancora una volta: sia la BCE sia la Bundesbank sono giunte alla conclusione che non c’è rischio di contagio in caso di un’uscita della Grecia. Per cui la “strategia” non vacillerà: stritolare la Grecia e tutto è bene ciò che finisce bene – l’economia assassina della troika continuerà a schiacciare intere nazioni sotto i propri piedi.
Guardatevi dai Padroni dell’Universo che dispensano sorrisi. Draghi e gli sgherri della BCE con i loro vestiti di marca sorrideranno a tutto il mondo, ma stanno palesemente dimostrando ancora una volta come le azioni tossiche della banca centrale siano da inquadrare come nemiche giurate della democrazia.
Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].
Fonte: http://rt.com/
Link: http://rt.com/op-edge/229839-greece-finance-eu-syriza/
06.02.2015
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