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La Redazione

 

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IL CASO DEL B-52: LE ATOMICHE ERANO DESTINATE ALL'IRAN?

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A cura di Das schloss
Il 30 Settembre 2007
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DI WAYNE MADSEN
Wayne Madsen Report (WMR)

I missili di crociera nucleari “smarriti” del B-52 erano destinati al Medio Oriente, in vista dell’attacco all’Iran; l’Aviazione Militare si è rifiutata di trasportarli verso il teatro mediorientale

Il WMR ha appreso, da fonti di intelligence statunitensi e non, che il B-52 che trasportava, il 30 di Agosto scorso, sei missili da crociera di tipo stealth AGM 129, ciascuno provvisto di una testata nucleare W-80-1 [potenza che varia dai 150-170 Kton, vale a dire dalle 7,5 alle 8,5 volte quella di Hiroshima ndt], era diretto verso il Medio Oriente, passando per la base aerea di Barksdale in Louisiana.

Tuttavia, elementi dell’Aviazione, sostenuti da personale dei servizi segreti USA, sono riusciti a svelare la destinazione ultima degli ordigni nucleari e si è deciso di interrompere la missione a causa dell’opposizione interna che si è scatenata nell’Aviazione e nella comunità dei Servizi Segreti americani. Ieri [23 Settembre 2007 ndt], il Washington Post si è sforzato di giustificare il fatto che il sistema di comando e controllo nucleare [“command and control system” nell’originale, spesso abbreviati in C2 ndt] si fosse guastato in un modo senza precedenti, rendendo noto come ciò fosse l’esito di “fallimenti nella gestione della sicurezza a vari livelli”. È ora chiaro che tale problema, riferito come un incidente di tipo Bent Spear [letteralmente lancia curvata, spuntata ndt] al Segretario della Difesa e della Casa Bianca, non è stato il risultato di un “fallimento” della catena di comando della gestione operativa della Difesa, quanto, piuttosto, l’esito di una rivolta e un indietreggiamento proveniente da figure di vario grado dell’Aviazione e dei Servizi Segreti, contrarie all’attacco pianificato in Iran; attacco che adotterebbe armi sia nucleari sia convenzionali.

La versione del Washington Post sull’incidente di tipo Bent Spear può in realtà essere stata uno sforzo teso a limitare i danni, ideato dall’amministrazione Bush. Il WMR è stato messo al corrente, da una fonte bene informata, di come uno dei missili da crociera fosse (e potrebbe ancora esserlo) non registrato nella lista di trasporto. Nel qual caso, la classificazione dell’incidente nucleare sarebbe andata ben al di là di Bent Spear , raggiungendo uno stato di allerta NCA noto come Empty Quiver [letteralmente Faretra vuota ndt], con la speciale classificazione di Pinnacle [“apice” n.d.r.].

Proprio durante la preparazione di questo articolo, il Newsweek ha reso noto come David Wurmser, ex consigliere (allontanato di recente) per il Medio Oriente di Dick Cheney, abbia raccontato a un gruppetto di consiglieri, qualche mese fa, il fatto che Cheney stesso avesse preso in considerazione di chiedere a Israele di sferrare un attacco missilistico diretto sul sito nucleare iraniano di Natanz. Il vice presidente ha sostenuto che, dopo la rappresaglia iraniana, gli Stati Uniti avrebbero avuto motivi più che sufficienti per lanciare un proprio attacco in forze contro l’Iran. Tuttavia, i piani dell’attacco diretto israeliano contro Teheran si sono tramutati nella sortita, nel Nord della Siria, volta alla distruzione di una presunta installazione nucleare siriana-iraniana-nordcoreana.

Il WMR ha appreso che l’attacco statunitense in Iran, con armi convenzionali e nucleari, era fissato in coincidenza di quello, aereo, di Settembre ai danni di un supposto impianto nucleare siriano sito a Dayr az-Zwar, nei pressi del villaggio di Tal Abyad, nella regione settentrionale della Siria che confina con la Turchia. La sortita israeliana, dal nome in codice di Operation Orchard [letteralmente “Operazione Frutteto”. Orchard è termine piuttosto desueto che sta per frutteto, giardino ndt], è stata quindi pensata per fornire un casus belli agli USA (per colpire l’Iran). L’attacco a testa bassa della propaganda neocon avrebbe dovuto citare la cooperazione dei tre restanti paesi – Siria, Iran e Corea del Nord – del cosiddetto (definito da George Bush) Asse del Male, al fine di giustificare un attacco prolungato di Israele contro la Siria e uno su larga scala degli Stati Uniti contro l’Iran.

Il WMR è venuto a sapere, da fonti militari di entrambe le sponde dell’Atlantico, della certa connessione tra l’Operation Orchard e il Bent Spear che ha coinvolto il B-52 che portava a bordo i sei missili da crociera nucleari (armati) dalla base USAF di Minot, in Nord Dakota, a Barskdale. Questi due eventi sono anche connessi al Project Checkmate [letteralmente “Progetto Scaccomatto” ndt] del Pentagono; un progetto dal grado di segretezza molto elevato sviluppato dall’Aviazione Militare statunitense che prevedeva un piano di attacco in Iran a partire dal Giugno del 2007, all’incirca lo stesso periodo di tempo che Cheney stava ipotizzando per lo strike congiunto israelo-statunitense contro l’Iran.

Il Project Checkmate, trapelato in un articolo dell’analista militare Eric Margolis pubblicato dal giornale Times of London (una testata di Rupert Murdoch), è un piano che coinvolge oltre una dozzina di ufficiali dell’Aviazione ed è diretto dal Generale di Brigata Lawrence Stutzriem e dal capo consigliere civile, Dott. Lani Kass, un ex funzionario dei Servizi Segreti israeliani. Kass, sorprendentemente, è al momento impegnato nella pianificazione di un massiccio attacco militare congiunto USA-Israele contro l’Iran che comporterà un attacco improvviso, definito come “decapitante”, sull’Iran. Esso colpisce tra i tre e i quattromila obiettivi nel paese. Stutzriem e Kass riportano, per ogni aspetto dell’azione, al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, il Generale Michael Moseley, che è stato anche incaricato di preparare un rapporto sull’incidente del B-52.

L’area di specializzazione di Lani Kass è la guerra informatica [“cyber warfare” nell’originale ndt], che comprende “ostruzioni all’informazione” come quelle imposte dal governo israeliano ai media del paese sull’attacco aereo della cosiddetta “installazione nucleare”. Fonti di intelligence britanniche hanno dichiarato che, nel caso dell’attacco israeliano, si è trattato di un “true flag” [visto come opposto ai “false flag” che sono mirati a creare un falso, immediato capro espiatorio mediante atti difficilmente riconducibili agli ideatori / esecutori materiali ndt], concepito sin dall’origine per anticipare un attacco a stelle e strisce nei confronti dell’Iran. Malgrado l’Aviazione abbia opposto resistenza sul trasporto degli ordigni in Medio Oriente, Israele ha proseguito [nel piano originale ndt], attaccando la Siria, al fine di infiammare in modo irreversibile le tensioni tra Washington da un lato e Damasco, Teheran e Pyongyang dall’altro.

Il resto delle direttive del Project Checkmate tendono ad assicurare che si intraprenda una “gestione della percezione” [“perception management” nell’originale ndt] da parte dei media contro Siria, Iran e Corea del Nord. Ciò implica la pubblicazione di articoli come quello apparso ieri (23 settembre 2007 ndt), a firma di Joby Warrick e Walter Pincus, sul Washington Post. Tale articolo, intitolato “La saga della Bent Spear ”, cita vari super-esperti in ordigni atomici dell’Aviazione Militare che affermano come un tale incidente sia senza precedenti nella storia dell’USAF. Ad esempio, il Generale in pensione Eugene Habiger, ex comandante del Comando Strategico USA [US STRACOM che controlla l’esercizio delle armi atomiche negli USA ndt], ha affermato di aver fatto parte del “business nucleare” sin dal 1966 ma di non essere mai venuto a conoscenza di un incidente “più preoccupante”.

Simili anomalie nel comando e controllo degli ordigni atomici non hanno precedenti, salvo per il fatto che i militari statunitensi stiano intraprendendo, in questo periodo storico, una guerra intestina contro i neocon all’interno del governo e della catena di comando USA. Questi ultimi hanno tutte le intenzioni di fare uso dell’opzione atomica in una guerra preventiva contro l’Iran.

Le operazioni Orchard e Checkmate avrebbero fornito la copertura per un attacco preventivo israelo-statunitense sul suolo iraniano se non fosse stato per l’incidente Bent Spear . Le figure al corrente del piano di attacco nucleare preventivo contro l’Iran sono state, secondo le nostre fonti:

Cheney e il consigliere per la Sicurezza Nazionale Stephen Hadley

Membri del team (dell’operazione) Checkmate interni al Pentagono, dagli stretti rapporti con i Servizi Segreti israeliani e i Centri di ricerca (think tank) di Washington, compreso l’Istituto Hudson

David Miliband, Ministro degli Esteri britannico, consigliere politico di Tony Blair prima ancora di diventare parlamentare

Leader politici israeliani come il Primo Ministro Ehud Olmert e il capo dei Likud Binyamin Netanyahu

Il Ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, che recitò il ruolo, la scorsa settimana, di infiammare irreversibilmente le tensioni con l’Iran, insinuando come la guerra con l’Iran fosse una [seria, inevitabile ndt] prospettiva. Kouchner ritrattò questa dichiarazione a seguito del rinvio dei piani statunitensi per l’Iran.

Sebbene l’Aviazione abbia provato a impedire il venire a galla dell’incidente nucleare del B-52, un dipendente anonimo spifferò la faccenda al Military Times il 5 settembre, il giorno prima dell’attacco israeliano alla presunta installazione nucleare siriana e proprio il giorno programmato per l’attacco simultaneo statunitense in Iran. La fuoriuscita, verso i media, di informazioni classificate riguardanti schieramenti o spostamenti di ordigni nucleari è, essa stessa, senza precedenti. Le norme dell’Aviazione Militare obbligano alla trasmissione di rapporti classificati e per direttissima [“BEELINE” nell’originale, letteralmente il percorso, perfettemente diretto, che le api fanno per ritornare all’alveare ndt] alle cariche più alte dell’Aviazione, prima della divulgazione di informazioni classificate, dell’AF, ai media.

Con un’altra mossa assai insolita, il Segretario alla Difesa, Robert Gates, ha chiesto a una commissione esterna di inchiesta di studiare a fondo l’incidente Bent Spear , addirittura prima che l’Aviazione Militare avesse terminato la propria indagine, una virtuale mozione di sfiducia nei confronti delle investigazioni condotte dal Generale di Divisione Douglas Raaberg, comandante delle operazioni nell’aria e nello spazio dell’ACC [Air Combat Command, compartimento dell’Aviazione Militare che si occupa della difesa / offesa in tutti gli ambiti non terrestri ndt].

Gates ha chiesto all’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aviazione, il Generale in pensione Larry Welch, di dirigere un gruppo di esperti della DSB [“Defense Science Board”: commissione di esperti civili che si occupa di consigliare il Dipartimento della Difesa USA in questioni scientifiche e/o tecniche ndt]. La commissione approfondirà anche l’incidente Bent Spear . Secondo quanto riferito, l’indagine ufficiale dell’Aviazione risulta in ritardo per cause non note. Welch è presidente e Amministratore Delegato dell’Istituto di Analisi per la Difesa (IDA), un contractor che si occupa di ricerca finanziata da fondi federali: esso svolge la sua attività in tre centri di ricerca, compreso uno che lavora alle dipendenze del Ministero delle politiche scientifiche e Tecnologiche [OSTP ovvero “Office of Science and Technology Policy” nell’originale: fondato dal Congresso nel 1976 con l’ampio mandato di consigliare il Presidente e gli altri membri del suo Consiglio in merito ai riflessi della Scienza e della Tecnologia sugli affari interni e internazionali ndt] e un altro che è alle dipendenze del NSA [National Security Agency ndt]. Uno dei membri della direzione dell’IDA è Suzanne H. Woolsey, del Paladin Capital Group, moglie dell’ex direttore della CIA e esponente di spicco dei neocon, James Woolsey.

Il WRM è venuto a conoscenza del fatto che né le gerarchie superiori del Dipartimento di Stato né il Ministero degli Esteri britannico fossero al corrente dell’Operation Orchard, sebbene Hadley abbia informato in modo conciso il presidente Bush sulle informazioni militari, colte da satelliti spia israeliani, che indicavano come l’installazione siriana fosse un impianto nucleare condiviso, sviluppato grazie all’aiuto nordcoreano e iraniano. Nondimeno, lascia perplessi il motivo che abbia spinto Hadley a fare affidamento sui Servizi Segreti israeliani sulle immagini [IMINT : “Imagery INTelligence” ndt], le cui informazioni provengono dal (solo) satellite OFEK 7 [orizzonte in ebraico ndt], quando i satelliti dell’IMINT statunitense possiedono maggiori capacità.

La campagna di guerra delle informazioni dell’AF contro i media sottolinea come le operazioni Checkmate e Orchard abbiano influito anche sui comunicati verso la comunità internazionale della recente risoluzione della IAEA [Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica ndt]. Tale risoluzione invita Israele a porre le proprie iniziative riguardanti le armi nucleari sotto il controllo della IAEA stessa: in questo è analoga a quelle che gli Stati Uniti vogliono imporre all’Iran e alla Corea del Nord. La mozione ha inoltre richiesto l’istituzione di una zona denuclearizzata che si estenda a tutto il Medio Oriente. La risoluzione, intitolata “Applicazione delle misure di sicurezza dettate dalla IAEA nel Medio Oriente”, è stata promulgata dai 144 membri dell’assemblea generale della IAEA il 20 settembre scorso, con 53 voti favorevoli, 2 contrari e 47 astenuti. Le sole due nazioni a votare contro sono state Israele e gli Stati Uniti. Con tutto ciò, la versione sull’assemblea di Vienna della IAEA, riportata dalla Reuters, Associated Press e Agence France Press, ha messo in evidenza il fatto che sono state le nazioni arabe e islamiche a votare per la risoluzione [quasi passando sotto silenzio gli altri voti favorevoli e gli unici due contrari ndt].

Si è trattato di un altro capitolo della gestione delle percezioni attuato, con la connivenza dei media, dal Project Checkmate, dalla Casa Bianca e dai loro alleati europei e israeliani. In effetti, tra le 53 nazioni favorevoli alla risoluzione sono state annoverate Cina, Russia, India, Irlanda e Giappone. Le 47 astensioni sono state definite come altrettanti voti “contro” la risoluzione anche se l’astensione non sarebbe da considerarsi né come un voto favorevole né come uno contrario all’oggetto del voto. Tutti i più stretti alleati dell’America, compresa Inghilterra, Francia, Canada e Georgia, si sono astenuti.

In modo sospetto, la IAEA ha riportato solo un breve articolo sulla risoluzione che concerne il programma nucleare israeliano e le votazioni nominali [dei singoli paesi che si sono espressi pro o contro o si sono astenuti ndt] non risultano disponibili né sul sito della IAEA – www.iaea.org – né sui media.

La campagna di gestione delle percezioni, condotta dalle cellule operative neocon all’interno dell’amministrazione Bush, di Israele e dei governi europei fu progettata al fine di mantenere il focus sul programma nucleare iraniano, allontanandolo da quello israeliano. Tutte le indagini internazionali delle iniziative riguardanti il nucleare-militare israeliano porterebbero alla luce, con ogni probabilità, la vicenda di Mordechai Vanunu, convertitosi dall’Ebraismo al Cristianesimo, che fu rapito a Roma nel 1986, mediante un’adescatrice [“honey trap”, letteralmente trappola al miele, nell’originale ndt] del Mossad, Cheryl bentos (conosciuta anche come Cindy), da una squadra del Mossad. Da allora Mordechai Vanunu è trattenuto in Israele contro la sua volontà.

Le cognizioni di Vanunu riguardo il programma nucleare-militare israeliano si focalizzerebbero sul ruolo stesso della nazione sul fronte della proliferazione nucleare, che ha compreso il programma di condivisione della tecnologia militare nucleare con il Sud Africa dell’apartheid e Taiwan, verso la fine degli anni ’70 e quelli ’80. Verrebbe anche indagato il ruolo avuto da Ken Adelman, direttore sotto Reagan dell’Agenzia per il Controllo delle Armi e il Disarmo (ACDA), nell’accesso alle tecnologie nucleari da parte di Israele nel periodo che va dal 1983 al 1987. Adelman, membro del Dipartimento di Stato di transizione Reagan-Bush dal novembre 1980 al gennaio 1981, manifestò la propria comprensione verso il programma nucleare d’Israele, Sud Africa e Taiwan in un articolo del New York Times pubblicato il 28 giugno del 1981 e intitolato “Tre nazioni che espandono i rapporti nel campo del nucleare”. La giornalista che scrisse l’articolo era Judith Miller. Adelman sostenne come le tre nazioni volessero le armi nucleari a causa dell’ostracismo che i paesi occidentali e quelli del terzo mondo dimostravano nei loro confronti. Senza contare l’ostilità del blocco di paesi comunisti. Va da sé che, nella situazione odierna, lo stesso argomento può essere usato da Iran, Corea del Nord e le altre nazioni dell’Asse del Male (questo epiteto viene per direttissima dai neocon annidati nell’amministrazione Bush e negli altri governi).

Esistono altresì delle inchieste giornalistiche che sembrano suggerire una connessione tra i Servizi Segreti israeliano e nordcoreano. Il 21 luglio del 2004, il Dominion Post, pubblicato in Nuova Zelanda, denunciò che tre agenti del Mossad furono coinvolti in una faccenda di spionaggio in Nuova Zelanda. Due di loro, Uriel Kelman e Elisha Cara (noto anche come Kra), furono arrestati e imprigionati dalla polizia neozelandese (un diplomatico israeliano a Camberra, Amir Lati, venne espulso in Australia e i Servizi Segreti neozelandesi identificarono un quarto agente del Mossad coinvolto in un’operazione di spionaggio a Singapore). Il terzo agente del Mossad in Nuova Zelanda, Zev William Barman (conosciuto come Lev Bruckenstein), scappò dal paese… per rifugiarsi in Nord Corea.

Il Ministro degli Esteri neozelandese, Phil Goff, rivelò che Barman, un ex sommozzatore della Marina israeliana, aveva precedentemente lavorato all’ambasciata israeliana di Vienna, che è anche il quartier generale della IAEA. Il Sidney Morning Herald lo citò come coinvolto nel traffico di passaporti rubati da turisti stranieri in Thailandia, Laos e Cambogia. Il neozelandese One News rese noto che Barman si trovava in Nord Corea al fine di aiutare la nazione a edificare un muro che impedisse ai propri cittadini di scappare [verso la Corea del Sud ndt].

La politica, in campo nucleare, del rischio calcolato che coinvolge Stati Uniti e Israele e il fallimento dei sistemi di comando e controllo (nucleari) americani fanno sì che tutte le maggiori capitali del mondo si interroghino sulle reali intenzioni dell’amministrazione Bush.

Titolo originale: “SPECIAL REPORT — “Lost” B-52 nuke cruise missiles were on way to Middle East for attack on Iran; Air Force refused to fly weapons to Middle East theater.”

Fonte: http://www.waynemadsenreport.com
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24.09.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Pierluigi Armegoni (PG)

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UN B52 CON ARMI ATOMICHE PER ERRORE SOPRA GLI USA? LA STORIA NON CONVINCE

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