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La Redazione

 

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IL BRADIPO PIDDINO NON LO SA, PERCHE'…STAVA FACENDO LA CACCA

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A cura di Davide
Il 8 Agosto 2014
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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Il bradipo è un animale molto simpatico, lento e sonnacchioso. Fa parte dell’ordine degli “sdentati”, anche se in realtà ha i denti, sia pure molto poco sviluppati. Il suo punto forte (si fa per dire) è la sua prodigiosa lentezza. È lento quando cammina, quando mangia, quando gioca, perfino quando fa la cacca (può addirittura addormentarsi mentre sta facendo i suoi bisognini).

Dorme circa 19 ore al giorno, poi gli piace stare appeso agli alberi a testa in giù. Insomma sta spesso a testa in giù, così che vede sempre il mondo al contrario.

Bene il bradipo è come l’italiano medio, l’italico piddino, quello che alle ultime elezioni europee ha dato il 40,8% di consensi al PD, quel partito “di sinistra”, che sta instaurando una dittatura oligarchica “di destra” in Italia, sempre per il solito motivo che il sangue si nota meno su di una camicia “rossa”. Per quale motivo, ci si chiede? Semplicemente perché dorme troppo e vede il mondo al contrario, quindi non riesce a decifrare la realtà nel modo giusto.
Infatti il bradipo piddino si addormenta mentre pensa, perché la monotonia del suo stesso pensiero lo annoia a morte, eternamente puntato sull’ossessivo fuffoso concetto: PD …PD …PD … Ecco perché non si informa, non legge, non studia, quindi non sa.

Per esempio non sa che l’Unione Europea è un organismo sovranazionale antidemocratico e oligarchico nella sua stessa natura, dove il potere legislativo è affidato ad organi non elettivi, non trasparenti, ma solo nominati dalla partitocrazia e dalle lobby finanziarie che lo condizionano. Di conseguenza lo svuotamento del potere degli stati nazionali e la sua successiva concentrazione in organi sovranazionali, determina l’isolamento tecnocratico delle commissioni decidenti e il sequestro della gestione democratica della società civile, a vantaggio dell’autogestione blindata del potere partitocratico.
Non sa che attraverso il modello economico/finanziario ispirato al neoliberismo di Friedrich Von Hayek, in Eurolandia sono i grandi monopoli finanziari che dettano la politica degli Stati e dell’Unione. Perché la loro autonomia decisionale deve stare “al riparo dal processo elettorale” (Mario Monti). A differenza del modello economico keynesiano, che prevedeva uno Stato che facesse investimenti anticiclici per evitare la recessione, nella quale si è avvitata ora l’Italia, ed assicurare l’occupazione. E quando la politica economica è affidata ad una Banca Centrale, che, per statuto, opera in autonomia autoreferenziale, la democrazia rappresentativa è finita e il processo elettorale è privato del suo senso. Ma questo il bradipo piddino non lo sa, perché sta appeso agli alberi a testa in giù e vede il mondo al contrario.

Non sa per esempio che sulle banconote dell’euro non c’è scritto da nessuna parte “pagabili a vista al portatore”, perché la BCE non ha una riserva aurea (quindi dove le porti?), e non c’è nemmeno scritto “la legge punisce gli spacciatori e i fabbricanti di moneta falsa”, perché questo avrebbe aperto dei contenziosi giuridici complicati. Poi tra la bandierina europea e gli acronimi della BCE nelle varie lingue, c’è un simboletto, è il simbolo del copyright, ma voi avete mai visto un francobollo, una marca da bollo, una banconota col copyright? Il quale è per sua natura un istituto di diritto privato, la moneta invece dovrebbe essere un istituto di diritto pubblico, a corso forzoso, dunque l’euro, secondo questi requisiti, non sarebbe una moneta a corso forzoso.

La BCE è una banca pubblica solo di nome, ma non di fatto, perché sarebbe nata da un accordo di natura privatistica tra banche centrali nazionali, che infatti restano proprietarie della riserva aurea dei loro paesi, infatti nella BCE può entrare anche una Banca che non adotta l’euro, come quella d’Inghilterra (che detiene il 17 % del capitale della BCE), quindi l’euro sarebbe l’equivalente di una cambiale, di un qualsiasi titolo di pagamento di diritto privato. In definitiva la famigerata banconota è una sorta di moneta straniera e dunque gli stati dell’UE sono obbligati ad usare una moneta non propria. Ma la politica monetaria di uno Stato condiziona molto la sua politica economica (ce ne siamo accorti!).

Il bradipo piddino non sa che la Costituzione italiana del 1948 è fondata sul principio economico keynesiano, che pone il lavoro al centro delle dinamiche fondamentali per il buon funzionamento economico di uno stato. Quando negli anni ’30 numerose file di disoccupati andavano a ritirare il sussidio di disoccupazione, Keynes si preoccupò di formulare una teoria per la piena occupazione: “I difetti lampanti della società economica in cui viviamo sono la sua incapacità di provvedere alla piena occupazione e la sua distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e dei redditi.” (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, John Maynard Keynes). Se il Pil e l’occupazione dipendono dalla domanda, per aumentarli occorrerà quindi incrementare la domanda aggregata, cioè la domanda dell’intera Nazione (perché è la domanda che crea l’offerta, non la produzione, non la competitività). In altre parole per uscire da una crisi, è necessario che qualcuno spenda di più, in modo da assorbire la produzione in eccesso ed eventualmente indurre le imprese a produrre di più. Quindi la domanda aggregata deriva da: + consumi + investimenti + spesa pubblica + esportazioni – (meno, meno, meno, meno …) importazioni.

Questo principio keynesiano, che aveva risolto la crisi di disoccupazione del ’29, venne sostituito dalla teoria neoliberista di Milton Friedman e dei Chicago Boys degli anni’70, che puntava invece sull’eclissi dell’intervento statale e sul liberismo economico autoreferenziale, con particolare riguardo alle liberalizzazioni e privatizzazioni (che avrebbero favorito il capitale privato), con l’imposizione di tagli all’assistenzialismo ed alle spese parassitarie, con l’avvio del risanamento dei conti pubblici, per evitare con l’aumento del costo del debito pubblico (provocato però dagli alti tassi d’interesse finanziari) il default degli Stati, e infine con l’apertura al commercio estero e agli investimenti stranieri.

Quindi una vera e propria inversione di tendenza, diffusa ad arte con la propaganda di regime di ideali europeisti mai attuati, di maggiore solidarietà e integrazione tra i popoli d’Europa. Una tragica dottrina che sul piano economico sta producendo un continuo aumento del debito pubblico, la deindustrializzazione e la strage delle aziende del Paese, l’emigrazione di capitali, imprese e cervelli all’estero, la svendita di beni pubblici, gioielli tecnologici di stato (Finmeccanica, Eni, Enel). Ma questo il bradipo piddino non lo sa, perché mentre stava pensando alle possibili soluzioni della crisi gli è venuto un forte mal di testa.

Non sa che le spudorate pseudoriforme sbandierate ai quattro venti da Renzi, Padoan, Napolitano, rappresentano la costruzione di una società governata da oligarchie del potere finanziario, che poco si interessano di diritti, redditi, lavoro, cultura, previdenza, benessere sociale. Il nuovo modello economico imposto non mira assolutamente all’attuazione della crescita economica, ma alla conquista di un bacino socio-economico da sfruttare con tassi, interessi, mutui, balzelli medievali, che ricordano appunto il sistema verticistico feudale, dove un’oligarchia aristocratica guerriera parassitaria governava su tutta la società con l’aiuto del potere finanziario e usuraio.

A questo punto credo che sia una provocazione quanto afferma Marco Della Luna quando dice: “Diversamente da altri, io non biasimo moralmente i progettisti e gli autori di quanto sopra. Non dico che sono criminali perché sacrificano il 99% della popolazione agli interessi dell’1%. Infatti, il loro modello socioeconomico deflativo-parassitario-autocratico è più adeguato a ciò che i popoli sono, al loro effettivo livello mentale e di consapevolezza, che non è molto diverso da quello del bestiame, come dimostra la bovina docilità con cui si lasciano “riformare”. Il modello democratico, e anche il modello (post)keynesiano, presuppongono che l’uomo mediano e il popolo siano qualcosa che in realtà non sono affatto, quindi semplicemente non possono funzionare. Il modello socioeconomico deflativo ha, inoltre, il vantaggio di riuscire a imporre coercitivamente e dall’alto, di fronte al raggiungimento dei limiti fisici dello sviluppo e alla necessità di ripiegare, la necessaria decrescita ecologica dei consumi e della stessa popolazione, che in regime di democrazie nazionali non si potrebbe ottenere.”

Dunque il livello mentale di consapevolezza dei popoli non sarebbe molto diverso da quello del bestiame, del gregge, dei buoi, o delle pecore, visto che accetta ogni minaccia al proprio benessere in maniera rassegnata e docile, senza alcuna apparente volontà di ribellarsi. E dunque non sarebbe condannabile moralmente la volontà corrotta e parassitaria di questa classe dirigente che cerca di imporre in maniera autoritaria un nuovo ordine socio/economico devastante per il benessere della popolazione. Sarebbe come dire: è legittimo sfruttare i più deboli d’intelletto, perché tanto non capiscono una fuffa; oppure è legittimo stuprare un bambino, perché tanto non sa cos’è il sesso. Mi sembrano affermazioni quantomeno bizzarre.

Ma il bradipo piddino non se ne preoccupa, intento com’è a bersi tutte le bufale che i dirigenti del suo partito affaristico liberista gli raccontano. Infatti non sa che oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera di Lorenzino il Magnifico. Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano.

Ma ci sono anche i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti. Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita. In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. (http://www.antimafiaduemila.com/)

Ecco perché l’autunno quest’anno sarà particolarmente caldo, chiuderanno molte aziende, ci saranno ancora licenziamenti dolorosi, probabilmente anche un prelievo forzoso sui conti correnti, una pesante patrimoniale e il commissariamento da parte della Troika. Ma il bradipo piddino questo non lo sa, perché stava facendo la cacca e … si è addormentato.

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

9.08.2014

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