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La Redazione

 

“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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Il banco del pane

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A cura di Davide
Il 19 Dicembre 2016
857 Views
DI ALCESTE
pauperclass.myblog.it

Durante la pausa pranzo chiamo un vecchio conoscente, per un panino e un caffé.
Non siamo amici in senso stretto. La nostra corrispondenza d’animo si basa, piuttosto, sull’appartenenza alla vasta area del reducismo. Reducismo di sinistra, in tal caso. A differenza del sottoscritto, che ama troncare senza preavviso dopo aver a lungo sopportato, egli ha intrapreso una progressiva e sfiancante Via Crucis: dall’apostolato “senza se e ma” si è incamminato verso il Golgota del sinistrume più residuale e ridicolo. Rifondazione, Cossutta, movimentismo, SEL. Non comprendo ancora come un tizio intelligente e sarcastico come lui si sia fatto abbindolare dall’Orecchinato, ma è così.
A volte anche i migliori si perdono; oppure (ipotesi più probabile) agisce nei cuori una vergogna, un pudore: è la nostalgia di ciò che fummo. Abbandonare il passato equivale ad abbandonare una larga parte di noi stessi e perciò vi rimaniamo attaccati con ogni scusa e forza, al di là di quella ragionevolezza imposta dalla cruda disamina dei fatti.
SEL! Torna a suo merito, comunque, l’esserne scappato a gambe levate. Per sfotterlo a volte lo chiamo “Il Sellin fuggiasco”.
Invece del bar usuale insiste a portarmi presso un ipermercato che ha aperto i battenti lungo un’importante via romana.
Non siamo al centro della città, ma al suo limitare; la clientela è mista, fra popolare e alta. La via è trafficatissima: essa, infatti, reca il viaggiatore dalle periferie di Roma nord sino a San Pietro.
Verso le 2 è affollatissimo anche l’ipermercato. “Questo è il nuovo inferno” mi dice. Il vocìo della clientela, indaffarata a riempire carrelli e a telefonare (ma a chi?), si somma al frastuono della musica e degli annunci sugli sconti berciato dagli altoparlanti: le trombe di Gerico del convincimento pubblicitario. Si fatica a dialogare. Percepisco solo frasi smozzicate mentre ci si fa largo tra gli inebetiti compulsivi: “Sei ore al giorno sette giorni su sette in questo casino … non male come fine del lavoro … al banco del pesce ci metterei Rifkin … tutele crescenti … la scolarizzazione del personale è alta … quasi tutti diplomati, qualcuno laureato o laureando …“. “Prima il pezzo di carta, mi raccomando …” motteggio, e lui sghignazza.
Presso il bancone del pane e della pizza (sempre appena sfornata: pizza bianca romana, alta, che si può aprire nel mezzo e farcire a piacimento) c’è una mezza ressa. Studenti in libera uscita, tutti eguali o quasi (li distingue la qualità dell’accessorio: scarpe, smartphone, piumini), impiegati del terziario avanzato  (“mi mangio un bel pezzo di bianca …“: in realtà vogliono risparmiare), qualche impiegato meno giovane (si nota da come guarda la fila: con aria rassegnata), giovani madri vestite come zoccole, casalinghe, perdigiorno e disoccupati (si annusano subito), anziani dimessi e curvi (leggi: vecchi) oppure anziani più dignitosi, memori di una scarna eleganza oggi non più di moda, signore bene, col cane e senza, operai con la tuta, colf asiatiche col pupo della padrona, ariano e frignone, già stupido a due anni, un paio di professionisti (uno ha la borsa in pelle dell’avvocaticchio; l’altro è un maneggione inciuciato col Comune et similia: lo evinco dalla conversazione slabbrata in cui parla di soldi e di far conoscere qualcosa a un dirigente della Ripartizione et cetera).
Perché mi hai portato in questa bolgia di idioti?” già fremo.
Fenomenologia antropologica. Non eri tu che affermavi una relazione diretta tra welfare e bellezza femminile?“.
Certo, e lo riaffermo. Anche maschile, se è per questo. Nelle donne, tuttavia, spicca di più il salto generazionale. Basta guardare una foto delle nonne e delle loro nipoti. Ma già le mamme, rispetto alle nonne, avevano un aspetto più curato: le ossa cominciavano a raddrizzarsi, i peli a scomparire, le frasi a perdere la patina del dialetto … il linguaggio si uniformava a una dizione più pulita e meno espressiva. Vantaggi o svantaggi della scuola dell’obbligo … A sedici anni, oggi, sono quasi tutte carine, mediamente istruite. Difficile trovarne una veramente brutta“.
Te lo dico” mi fa lui “perché, in un certo senso mi hai convinto. In effetti le ragazze sono più belle … più curate, più gentili … almeno finché rimangono parcheggiate all’università. Poi quando attaccano a lavorare, a fare un lavoro come questo …” e indica la commessa del pane, che ruota frenetica il coltello a dividere pagnotte e filoni, e imbusta disperata panini, pane arabo, pane alle olive, pane di Lariano per non far aspettare la pressante clientela. Una biondina un po’ sciatta, rotonda, con gli occhi chiari, lievemente cerchiati; occhi che non alza mai verso i petulanti elemosinieri di rosette, rustici e sfilatini. Una cuffia in testa un po’ storta, le mani in due informi guanti di plastica trasparente; il cicalino dell’eliminacode sembra impazzito.
Quella ragazzetta lì – avrà venticinque anni – la conobbi appena entrata. Aveva i capelli più corti, studiava non so cosa … ah, no … si stava laureando in design … design, arredamento, una roba del genere. Era magretta, parlava a voce bassissima, con fare aggraziato. Graziosa, timida, quasi bella. Guarda lì, sta sfiorendo come un mazzo di fiori senz’acqua …
In effetti sembra sciupata. Devitalizzata. “Vuoi dire che il junk food e i carboidrati stanno imbruttendo le italiane? O forse è il treno Treu-Fornero-Poletti il vero responsabile? La scoperta dell’acqua calda. Le nonne avevano le gambe storte e le nipoti prima o poi torneranno a incurvarle. Certo, è così. Prima o poi, di questo passo (di questo passo!), una pauperclass dovrà ingrossare sempre più. Meno protezione, meno welfare, lavori più schifosi. Non ti curi i denti, la sciatica, i capelli, mangi male, t’ingrassi … per questo i poveri sono brutti e sporchi. E se sei brutto, sporco e senza avvenire, diventi cattivo. Che vuoi dirmi? Che li vuoi reclutare alla causa rivoluzionaria? Questi saranno poveri di un nuovo conio. Se pensi che siano barricaderi stai fresco …
No, la rivoluzione no, ma è su questi che bisogna puntare. Non hanno rappresentanza politica. Una rifondazione a sinistra parte da qui“.
Rifondazione a sinistra? Arrivato alla mezza età non ho voglia di rifondare un bel niente.
Stammi a sentire” gli faccio “i poveri come li intendi tu erano sempre stati in basso. Questi vengono dall’alto, dai cellulari e dalle seghe dei videogiochi e delle chat. I poveri possedevano risorse e disprezzavano chi era in alto; conoscevano tecniche da poveri: rubare galline, a esempio. Spesso erano campagnoli e in campagna si trova sempre qualcosa da mettere sotto i denti. Questi, invece, sono agnellini diversi, teneri, malinconici e depressi. Hanno il motto di change.org sul desktop. Devo dirti che mi fanno pena? Potevano pensarci prima. A me l’unica cosa che fa pena è l’Italia, l’Italia svenduta. Questi sono prodotti del volgere della storia … o si svegliano o li mangiano … come gli Eloi di Wells, ti ricordi il racconto? … non ho voglia di fare il capopopolo o il Testimone di Geova degli imbecilli …
Per essere un ex di sinistra sei proprio un bastardo all’ultimo stadio“, e dice sul serio, non per burla.
No, guarda, ero comunista, non di sinistra. La sinistra, se c’era, ha solo tradito il socialismo …” e, mentre parlo, lo trascino all’uscita. Qui non voglio comprare niente. Rincaro: “E pure l’empatia, chissenefrega. C’è solo da comprendere ciò che deve essere compreso … ed eventualmente rompere qualche testa e far sanguinare qualche naso …“. Lo affronto così perché so, che, nel fondo dell’animo, egli rimane un sinistrorso, ovvero una parodia della sinistra che, a sua volta, è una parodia del socialismo. Una coazione a ripetere: a ripetere le consunte e logore parole d’ordine del Sessantotto, aggiornate, negli ultimi decenni, alla fatwa del PolCor: antirazzismo, femminicidio, antimachismo, viva i migranti … In sintesi: il cascame degenerativo dell’antica fedeltà al Partito Comunista. Si votava e si agiva perché lo diceva il Partito, senza fronzoli e individualismi; così come, per de Maistre, il cattolico era cattolico perché ubbidiva al Papa. Il PCI non c’è più, nemmeno il comunismo, non c’è più neanche la sinistra a veder bene, ma solo un vago sinistrismo PolCor … l’atteggiamento di devozione, però, agisce ancora. Tutto ciò che non rientra negli ottusi schema del sinistrume sessantottino (che, infatti, non era comunista) è sentito come inaffidabile, folle, populista, fascista …
Se ne sta zitto. “Parla, parla … che vuoi dire …?“. Tanto già so cosa vuol dire. E, infatti, lo dice.
Credo che quella ragazza lì, a quaranta ore la settimana e mille al mese … se ci arriva a mille … e tutti i suoi colleghi … che poi, non so se lo sai … sono gestiti in blocco da una cooperativa … sia quelli fissi che quelli stagionali … credo che lei e tutti gli altri siano la futura manovalanza di un regime assoluto … se degenerano le cose non ci pensano due volte, basta che trovano qualcuno che li mette in riga …
Insomma, saranno la carne da cannone del fascismo futuro. E del nazismo, del peronismo?
Certo è così, sono il serbatoio sociale di una eventuale svolta autoritaria a destra“.
La destra, come tu la chiami in pieno 2016, non esiste … se esistesse l’avreste creata voi, caro mio …
Sì, bonanotte …” fa liquidatorio.
No, no, aspetta … esiste? Allora è la compagna Fedeli e il compagno Landini della CGIL ad averla creata, un compromesso dopo l’altro … Tiziano Treu … la compagna Fornero, moglie del compagno di Repubblica … come si chiama? E poi il compagno Padoa Schioppa … il tovarich col loden dove lo metti … aspetta … e non la destra hanno creato, attento! … col loro comportamento hanno solo permesso il formarsi di stati di coscienza a livello mondiale … il fascismo e il populismo non sono che temporanee concrezioni storiche che soddisfano questi nuovi revanscismi e queste suggestioni … Banca Etruria e Jobs Act e Steagall Act alla lunga votano Trump, Salvini, Grillo … sono atti difensivi, umani …
Si lascia cadere le braccia con una smorfia.
Allora attacco, esagerando, il pistolotto.
Non voglio dire che abbiano ragione a votare e sostenere Trump, Salvini o Grillo … ma cerca di comprendere … destra e sinistra sono stati dell’animo, non definizioni politiche … si nasce gretti o altruisti … oppure col bernoccolo degli affari o con la voglia di fare il dipendente … ognuno poi si orienta come meglio crede … è l’intelligenza umana a creare i partiti, i filtri, i simboli, le sublimazioni … la destra, come la chiami, è sorgiva e istintuale, e torna inevitabile nei periodi di basso impero … la sinistra ha bisogno, per affermarsi, di una elaborazione concettuale tesa a soddisfare i bisogni primari: pane lavoro istruzione … in questo momento storico la sinistra istituzionale ha tradito, punto e basta. E il redneck dell’Arkansas, il fabbro della Carinzia e, forse, quella biondina al banco hanno paura e vogliono salvare la buccia sociale … e farvela pagare, in un certo senso … in modo bonario, per ora … quando manca il pane, o il futuro s’annerisce, è inutile offrire adozioni gay … voi avete creato le condizioni e il problema, anzi, a dirla tutta, siete voi, politicamente e fisicamente, il problema …
Guarda che ormai mi sono ritirato …
Troppo tardi. Col 3% avete dato al potere maggioranze bulgare …
Mi sono ritirato prima …
Continuo, per provocazione: “… e l’avete data a Prodi, Letta, Monti, Renzi … a tutti … ma non è questo il cuore del problema. Ascoltami: il fatto è che avete evocato il Golem, ovvero una situazione sociale insostenibile … e poi, col consueto disprezzo, chiamate fascismo l’unica risposta a Esso … settecentomila immigrati a Roma in vent’anni e voi lì col mito di Nelson Mandela, coi ristorantini etnici, l’internazionalismo straccione, i razzisti cattivi, le trecce rasta e le canne dei centri sociali … poi quando, nel 2016, un pensionato rifila un pugno a una zingara che gli sfila il portafoglio allora quello è un fascista, un carnefice … avete rotto i coglioni … la destra non esiste, non esiste più … è solo istinto di sopravvivenza, una pulsione indistruttibile dell’animo … dov’è il cattolicesimo pievano, il Sillabo, i colonnelli col tintinnar di sciabole, lo Strapaese reazionario? Forse, e dico forse, si riformeranno vaghi partiti di destra … ma, ricordati … voi ne siete i primi fondatori, mettitela in testa …
Insomma, che devo fare, niente?
Niente, che vuoi fare. Vai a predicare come i frati cercatori, avvelena qualche pozzo, bestemmia. Altro non puoi. Hai aperto google oggi? Sul cellulare, prima ancora di digitare, compaiono gli argomenti più cliccati: al terzo posto c’era l’autosospensione di Sala, al secondo l’arresto di Marra, al primo la scelta di Clarissa Marchese …
E chi è?
Vai a vedere … una ragazza di successo la Marchese … un’altra che ha successo si chiama Camilla Mangiapelo … è tutto fasullo … credimi, andrà come deve andare. Le ruote della storia hanno ripreso a girare e ci può salvare solo un’anarchia sanguinosa o un liberatore esterno, noi da soli non siamo capaci di far nulla … la destra? I colonnelli non fanno più i colpi di Stato … i colonnelli greci dove stanno? Con Tsipras al mare, probabilmente … quelli italiani, invece, si sono scavati una tana nel parmigiano a rodere il cacio rimasto … il cacio della mia IMU, per esempio … magistrati e giudici, invece, i colpi di Stato li fanno, ma solo a favore dei burocrati Euro e Nato … o dei tangentari locali con cui dividono gli stuzzichini il venerdì sera … non sono lì certo per liberare l’orizzonte del sol dell’avvenire … l’avvenire si è ristretto, ormai, al banco del pane … ma dove sarà mai questa destra terribile … e poi, ammettilo, manca il materiale umano … e l’odio, quello vero … quello che può essere disciplinato in falangi …. questi sono solo depressi, o saputelli …“.
Mentre una BMW targata “RO” sfreccia a pochi centimetri dai nostri alluci, aggiungo conciliante: “Dai … ti offro il pranzo e un caffettino … è un po’ dura mangiare con un rossobruno, ma fai lo sforzo …“.
Mentre sbocconcella un panino mi fa un’intemerata al contrario. Più lo ascolto e più mi faccio la convinzione che il sistema può solo collassare su sé stesso. Inutile aspettarsi qualcosa. Siamo degli inetti.
Poco male, anche oggi una buona azione l’ho comunque fatta. Ho tentato di avvelenare un animo.
Che altro posso fare? … non mi rimane che questo dysangelium contro il potere …
Sbaglio? Ditemelo voi.
Ogni tanto vado a rileggermi le ultime righe de L’agente segreto di Joseph Conrad:

L’incorruttibile Professore camminava, evitando di guardare le odiose masse del genere umano. Il futuro non esisteva per lui. Disprezzava il futuro. Egli era una forza. Accarezzava, nella sua mente, immagini di rovina e distruzione, mentre avanzava fragile, insignificante, misero e meschino – terribile nella semplicità d’un idea: la follia e la disperazione chiamate a rigenerare il mondo. Nessuno si curava di lui. Egli passava, insospettato e micidiale come la peste, nella strada piena d’esseri umani“.

Alceste

Fonte: http://pauperclass.myblog.it

Link: http://pauperclass.myblog.it/2016/12/17/il-banco-del-pane-alceste/

17.12.2016

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