DI GPG IMPERATRICE
scenarieconomici.it
Sono fondamentalmente 3 gli scenari della crisi di governo in corso:
1) Elezioni a novembre 2013
2) Governo “Tecnico” di scopo (verosimilmente a guida Saccomanni) ed elezioni nella primavera del 2014
3) Governo Letta fino al 2015.
Il futuro si gioca essenzialmente nei prossimi 3 giorni. Fino a mercoledì, il premier Enrico Letta farà di tutto per trovare i 24 voti mancanti per avere una maggioranza anche in Senato. Pd e Scelta civica, gli unici partiti rimasti fedeli al suo esecutivo, insieme arrivano a 137 seggi. Ne mancano 24 per fare 161, la soglia minima (e rischiosissima) di governabilità.
1) Voto a novembre – Berlusconi e i suoi con le dimissioni dei ministri hanno giocato la carta della crisi-lampo: via Letta e voto subito. “Il prima possibile”, ha rilanciato domenica Berlusconi. Il che significa 24 novembre, prima data utile. Quasi impossibile però che Napolitano acceleri così tanto da rendere possibile il voto entro il 2013. Anche perché all’orizzonte c’è la decisione della Consulta sul quesito di incostituzionalità avanzato sul Porcellum. La Corte deciderà se può esprimersi nel merito a dicembre, e nel caso passerà ancora qualche mese prima del verdetto definitivo. Per questo il Colle difficilmente accetterà di mandare al voto l’Italia per poi ritrovarsi, qualche mese dopo, una sentenza di incostituzionalità che rischierebbe di rendere “illegittimo” il nuovo Parlamento. Anche su questo Letta fa leva per allungarsi la vita.
2) Governo tecnico a tempo con Saccomanni – Questa è l’ipotesi in cui si trovino voti un po’ qua e un po’ là, e serve un Premier “Re Travicello” appeso alle paturnie di questo o quel senatore. In tal caso è verosimile che Letta si farà da parte e la palla passerà a Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica verificherà la possibilità di far nascere un governo “di scopo”, tecnico ma meno “bipartisan” di quello dei professori e con una scadenza ancora più immediata. Tornare al voto a marzo, dopo aver approvato la fondamentale legge di stabilità (con tutti i nodi su Imu, Iva e cuneo fiscale) e aver messo finalmente mano alla riforma della legge elettorale. In questo senso, il nome più gettonato per il premier “tecnico” sarebbe quello dell’attuale ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Carta rischiosa, visto che proprio Saccomanni è uno dei più criticati dal Pdl. Tuttavia, Napolitano giocherebbe sulla “brevità” del suo incarico. L’alternativa è Giuliano Amato, anche qui non un nome particolarmente gradito al centrodestra.
3) Letta fino al 2015 – Quest’ipotesi sta in piedi unicamente se Letta trovasse un bel numero di Senatori. Puntare solo su Gal, Sel e delusi del M5S non basta, anzi potrebbe indebolire il premier. La vera risorsa potrebbero essere i delusi del Pdl, i governisti e le colombe spiazzati dalla svolta dura delle dimissioni dei ministri imposta da Silvio Berlusconi e dai falchi e terrorizzati dal rischio di mancata riconferma in caso di elezioni. Ieri sera Letta ha rivolto un appello al segretario azzurro Angelino Alfano: “Gli elettori del Pdl sono con te, tieni in piedi il governo”, è il messaggio mandato all’ormai ex vicepremier. Alfano sonderà gli umori dei moderati del Pdl-Forza Italia, sperando di trovare qualche apertura a Letta non solo tra gli ex ministri Quagliariello, Lupi e Lorenzin. Se ci riuscirà, l’ambizione di Letta è quella di strappare la fiducia mercoledì e puntare poi ad arrivare al 2015, puntando sulle scadenze che lo attendono, tra le riforme e la presidenza italiana del semestre europeo (durante il quale aprire una crisi darebbe un colpo di grazia alla credibilità del Paese).
GPG Imperatrice
Fonte: www.scenarieconomici.it
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30.09.2013