di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Dopo aver letto un Tweet del Senatore Claudio Borghi, sono sempre più convinto che una ricostruzione in senso democratico e di giustizia sociale del nostro paese, possa avvenire solo e soltanto se ripartiamo dalla questione morale; della quale, oggi come non mai, pare se ne siano persi letteralmente i contorni, soprattutto in coloro che rivestono ruoli decisionali e di potere nelle nostre istituzioni ormai definibili a chiare tinte oligarchiche.
Chiariamo subito un punto: non è assolutamente mia intenzione puntare il dito su un politico in particolare (in questo caso il Senatore Borghi), che per quanto mi riguarda può essere – e certamente lo sarà – una persona specchiata e dotata di tutti i principi che guidano la moralità umana.
Quello che voglio mettere in evidenza è, come nel dibattito, si tenda sempre più spesso a confondere quelli che sono i reati penali tipici di chi amministra la cosa pubblica con l’aspetto della moralità personale. Mi spiego meglio: per un politico non è sufficiente essere immune dall’essere corrotto, ovvero dal ricevere le famose “bustarelle” in cambio di favori; ma il suo compito dovrebbe indiscutibilmente andare oltre, fino a raggiungere anche quella perfezione morale nei comportamenti a livello di onestà intellettuale, che rendono specchiata la sua coscienza in ogni decisione che prende o che magari viene convinto a non prendere.
Certo, la politica è l’arte del compromesso, ma i compromessi mai sono stati utili agli interessi della maggioranza, mentre lo sono da sempre a quelli dell’élite.
Leggiamo insieme le parole di Borghi che hanno dato origine alle riflessioni oggetto dell’articolo:
Annunciare al mondo, da parte di Claudio Borghi, che in caso qualcuno avesse in mente di offrire lui qualche bustarella, il Senatore si precipiterebbe immediatamente in Procura a denunciarlo, è senza dubbio un atto che rende onore alla sua persona. Ma questo non è certamente sufficiente a renderlo immune dalla questione morale che come spiegato è essenziale per essere definito un buon politico.
E la questione morale diventa ancora più derimente riguardo alla figura appena descritta, quando il politico è professionalmente capace di comprendere l’aspetto deleterio delle decisioni che lui stesso contribuisce a prendere attraverso il suo voto in parlamento o la sua diretta partecipazione all’esecutivo che di fatto le ha confezionate.
Gli ultimi 30 anni della storia dei parlamenti e dei governi della nostra Repubblica, sono pieni di decisioni (soprattutto in materia economico-monetaria), prese dai nostri politici con la piena consapevolezza che sarebbero state dannose per la maggioranza ed avrebbero comportato immani sofferenze agli italiani ed alle loro famiglie.
Ripercorrere qua l’elenco di tutte quelle che, in modo alquanto benevolo, possiamo definire frodi innocenti – che i politici italiani nella loro diabolica totalità, hanno sostenuto senza battere ciglio – pur di fronte alla devastazione del paese davanti ai loro occhi, sarebbe un ripetere quello che da sempre denuncio nei miei articoli ed un esercizio di inutile autolesionismo per il tema che sto trattando.
Detto questo, però, la realtà e le ferite sulla nostra pelle ci dicono che purtroppo tutto quanto affermato è avvenuto; ed un giorno, prima o poi, nella storia, dovremmo pur interrogarci sulle ragioni ed in particolare su chi materialmente ha unito e tutt’ora tiene unita (per intero), la nostra classe politica, nel perseguire questo disegno diabolico di controllo totale delle nostre istituzioni ormai non più democratiche.
Tanto per rendere ancora più chiaro il mio pensiero: quando il Borghi di turno, acconsente consapevolmente alle folli regole fiscali che impediscono ai governi di mettere in atto la quantità di deficit necessario per fornire un lavoro a tutti gli italiani che vogliono lavorare, certamente non vi è la presenza della classica bustarella e nessun rischio di ritrovarsi alla sbarra. Ma la sua coscienza è pienamente colpita e responsabile per la morte e la distruzione delle vite e dei beni che, tale decisione, lascia dietro sé.
La disoccupazione è veramente un crimine contro l’umanità senza scusanti, perpetrato da governi che si rifiutano di permettere deficit sufficienti per consentire alle popolazioni di pagare le tasse e di risparmiare.
Intenzionalmente o no, costoro hanno sangue sulle loro mani!
E questo crimine, viene commesso dall’intera nostra classe politica che ormai da decadi accetta impassibile che ciò avvenga, senza mostrare un minimo rimorso nelle loro coscienze.
Nessun esponente politico, incurante totalmente della questione morale, è mai venuto di fronte agli italiani a denunciare tale crimine in quanto tale, nonchè provato matematicamente dalla dottrina economica!
Come potete ben comprendere, riportare la questione morale al centro del dibattito e ,soprattutto, rompere il fronte compatto, attraverso qualche figura politica che illuminata dal cielo, torni a dotarsi di una vera e propria coscienza morale, credo sia il primo passo essenziale per poter sperare in un vero, sincero e reale cambiamento.
Mentre scrivo questo articolo, vedo che Borghi, pubblica nuovamente su Twitter, facendo intravedere un risveglio di coscienza che infonde speranza. Quello che mi interessa, in riferimento alla questione morale, è la bontà delle parole e delle azioni che il Senatore ci sta facendo credere di mettere in atto con questo suo nuovo post, che condivido in pieno:
“Tanto vi dovevo!” – conclude Claudio Borghi – Vi devo e Vi dovrò aggiungo io!
Il Senatore Borghi, visto che con queste parole ha rotto il fronte completamente indolente e compatto di tutta la nostra politica sul tema recupero della sovranità monetaria, non deve assolutamente fermarsi ma dare seguito mediatico ed istituzionale alle immense Verità che ha espresso in queste poche righe e deve sapere che su questa battaglia troverà sempre persone al Suo fianco….. sia che le porti avanti con coraggio, sia nel malaugurato caso che decida vigliaccamente di fermarsi.
di Megas Alexandros