DI LUCA LOMBROSO
Aspo Italia
A proposito di ristoranti pieni o meno, l’esperienza che fatto un venerdì sera è stata sicuramente eloquente di come nell’era della crisi climatica e del post-picco “lo spettacolo deve continuare”.
L’occasione era uno dei consueti riti del ritrovo “scapoli e ammogliati” della compagnia di gioventù, riservato rigorosamente ai maschi. Gli ultimi appuntamenti li avevo mancati per impegni vari, ieri sera invece sono stato prelevato quasi a forza ma vi assicuro che ne val la pena, apre gli occhi (semmai ce ne fosse bisogno), anche per quanto portiamo avanti come ASPO pensiero.
Il locale è un vecchio ristorante tradizionale, sulle colline modenesi, trasformato in un moderno risto-disco-bar. Si arriva, si entra nel parcheggio fra SUV, Porsche e monovolumi giganti; 3-4 “geometri” in divisa fosforescente, paletta e ricetrasmittente aiutano a parcheggiare. Vista spettacolare del famigerato comprensorio ceramico, quello che consuma quasi 2 miliardi di metri cubi di gas e che pensa che il futuro sia ancora in strade e mattonelle. Si gode di uno splendido panorama sull’inquinamento luminoso straordinario di questa città diffusa, sembra giorno, ma non si vede la “nube grigia” di smog della Valpadana perchè ci siamo probabilmente dentro.
Entrata, col metodo della lista: l’organizzatore della serata aveva intortato tempo fa una “PR” che gli ha tenuto un tavolo, altrimenti si sta in fila fuori, al caldo o freddo, appena riparati dalle intemperie, in attesa che un tizio auricolare nell’orecchio decida se e chi entri. Non c’erano, come in altri casi i funghi riscaldatori: segno del marzo già mite? Ma la prova del global warming sono le pance fuori, con malcelate lamentele del freddo, e i fondoschiena tatuati da cui erge un pezzo di perizoma.
Faccio un passo indietro nel racconto: dei 10-12 soliti ci ritroviamo solo in 5, ma andiamo con 3 auto. sembra Fantozzi, con 12 taxi in 9 persone. Molte quindi defezioni per cause varie: mal di pancia, figli malati, moglie a una analoga cena… e forse il costo, si il costo: nessuno lo ammette ma le ultime volte i mugugni per la spesa giustamente non mancavano. Ho con me un amico carissimo ormai edotto e cosciente della crisi climatica e del picco del petrolio e nel tragitto parliamo di queste cose, del clima, del caldo precoce con le fioriture e del petrolio alle stelle.
Entriamo, tavolate da 20-30 40 persone, ci saranno almeno 300 coperti, forse 400, fra luci, fari, musica ancora soft ma chiaramente pronta ad esplodere. Le cene vanno dal semplice divertimento al compleanno, addio al celibato o nubilato, laurea, e forse pensione… per fortuna comunque senza degenerazioni di altri locali con cene erotiche, lap dance e similari, tutto sommato un posto “tranquillo” per questi tempi.
Il pensiero va subito ai consumi di un mostro simile, stimo che ogni ora faremo fuori almeno 50 kW, o forse il doppio e in una serata il contributo serra supera sicuramente il quintale, ovvero le emissioni annue di un abitante del CIAD o del Burkina Faso.
Decido comunque di rilassarmi un po’ e di divertirmi con gli amici, si mangia una pizza fra la musica che sale, le urla, le luci psichedeliche e stroboscopiche, la gente è di tutte le età, non giovanissima ma la fascia va comunque dai 25 ai 50 abbondanti. Mi torno però a chiedere quanti sanno del picco, quanti sono coscienti del problema climatico e della necessità di sobrietà. Non solo energetica ma anche…. alcolica. In bagno infatti ci sono distributori di alcol test a fianco di distributori di profilattici. Al che penso: ma se… soffio l’alcol test col profilattico?
Non credo che nessuno dei presenti abbia problemi a tirare fine mese, o se ce l’ha non lo dà certo a vedere. Anzi in occasioni simili ho provato a intavolare discorsi sui temi ASPO e la risposta andava dal chi se ne frega al, “si, ma non chiedetemi di rinunciare a divertirmi dopo una settimana di lavoro”.
E francamente non mi sento di dargli del tutto torno. Uno dei miei amici è una “razza in via di estinzione” o, come si definisce lui “fa il lavoro più vecchio del mondo”. Ovvero, il metalmeccanico. Salda pezzi di ferro tutta la settimana, unico Italiano e ancor più in dettaglio modenese fra immigrati extracomunitari che interrompono la catena di montaggio per pregare nel Ramadah.
Ma conosco anche di persone che di mestiere fanno il taglia-vena a galline in stabilimenti industriali: le galline vive scorrono veloci e con una forbicina viene recisa la vena nel collo, e poi spennate istantaneamente in soffi di acqua bollente e vapore: che prospettiva di vita può avere, che gliene può fregare del picco, che conoscenza può avere uno che taglia il collo a galline tutto il giorno per rinunciare a tutto questo?
Accenno nelle chiacchierate e discussioni a qualche frecciata sul clima, a qualcuna sul costo del petrolio, ma gli argomenti prediletti sono l’oroscopo, l’abbinamento cravatta-camicia dell’amico don Giovanni, e simili. Ovvio. Allora scatto un po’ di foto e faccio qualche filmatine pensando a questo.
Continua la festa, arriva la torta di un compleanno, candela gigante con scintille pirotecniche, portata da 5 cameriere succinte ognuna con torta. Spegne la candelona, regalo del locale ai festeggiati: buono sconto per un viaggio a scelta. La PR gli dice: dai, vai a Sharm!!
La musica si alza di volume, cedimento e ormai stufato, vado a casa, decido, ma chiaramente li si va avanti fino alle 4.
Conto per una pizza, bevande, fettina torta e caffè 22 Euro: 44000 vecchie lire per una pizza!!!
Con cena si superano tranquillamente i 30 euro per il cibo dei poveri di un tempo, le tigelle.
Usciamo in 2, gli altri restano, anzi arriva gente, in uscita timbrano la DRINK CARD, niente scontrino, e fuori si sta formando la coda all’aperto per entrare con un buttafuori-armadio (a proposito a Modena stanno organizzando un CORSO PER BUTTAFUORI PROFESSIONISTI) che squadra tutti.
Slalom in uscita fra SUV e coupé che entrano, ci saranno 200 auto, 2 conti: incasso non meno di 15-20000 euro, ma quanti scontrini o ricevute fanno non si sa. Non è azzardato stimare che fra auto, consumi, cibo ecc se ne siano andati 4-5 barili e altro che un quintale, forse una tonnellata di gas serra
Locali come questi nascono e chiudono anche in meno di 6 mesi, e infatti in rientro davanti a un altro locale simile, sorto in un capannone industriale, all’una di notte, lunga coda di attesa per entrare. Sempre al rientro a Maranello in centro città mi sorpassa un Ferrari nero con partenza da F1: ma Raikoonen non è al GP di Australia, oggi, penso?
Ma la serata è stata istruttiva: è questa la realtà del mondo, sembrava veramente il Titanic, l’orchestra che suona, tutti si divertono, ma la nave affonda e nessuno lo vuol sentire dire.
Al rientro con l’amico, agricoltore, parliamo di tutto e commentiamo e mi dice che non trova più concimi e che sono aumentati del 30% in un anno. E che il gasolio agricolo è raddoppiato in 2 anni, essendo esente da accise, il costo è aumentato praticamente quanto il petrolio.
E’ qui però che bisognerebbe fare conferenze, convegni o perchè no show picco-climatici, forse un po’ ci riderebbero su, un po’ ci mediterebbero poi dopo.
I missionari vanno dove ci sono i pagani, o no?
Luca Lombroso
Fonte: http://www.aspoitalia.blogspot.com/
27.03.08