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La Redazione

 

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HAITI E I QUATTRO TIRAPIEDI

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A cura di elisa
Il 19 Gennaio 2010
94 Views

DI JIM KIRWAN
rense.com

Le quattro creature in questione sono George H. W. Bush, Bill Clinton, George Bush Jr. e Obamanation [da Obama e “abomination”, ovvero orrore, disgusto, termine coniato per descrivere ciò che è successo agli Stati Uniti dopo l’elezione di Barack Obama, ndt], che è appena stato accolto nel club esclusivo dei criminali di guerra. Messi insieme, il loro operato in materia di diritti umani in periodi di calamità, che siano di origine naturale o umana, lascia letteralmente inorridito chiunque pensi che il governo degli Stati Uniti possa essere “qui per aiutare”.L’uragano Andrew e le sue conseguenze è uno degli esempi più clamorosi che il mondo abbia visto perpetrare da parte di questi quattro criminali di guerra, per quel che riguarda la differenza tra il comportamento del governo e le necessità reali in tempi di difficoltà. Ci sono state più del doppio delle vittime dell’11 Settembre a causa dell’uragano Andrew, nel 1992, ma il pubblico non ne sa quasi nulla. Ad oggi, gli avvenimenti che riguardano quell’episodio, che ha avuto luogo nel sud della Florida, rimangono sigillati sotto accordi di segretezza nazionale.

“La più grande catastrofe nazionale mai avvenuta nella storia degli Stati Uniti è stato l’uragano Andrew, che si è abbattuto sulla contea di South Dade, in Florida, poco dopo la mezzanotte del 24 Agosto 1992. A differenza di quanto diffuso dai media americani negli Stati Uniti e in Europa, i primi effetti si sono abbattuti su South Dade con venti oltre le 214 miglia orarie [circa 350 km/h] che sono rapidamente saliti oltre le 350 miglia orarie [circa 560 km/h]. Gran parte dei 414.151 residenti nella zona di maggior pericolo stavano dormendo quando questo è successo. Migliaia di loro hanno perso la vita, nessuno era stato evacuato, o anche solo avvisato di una possibile evacuazione. Anzi, gli abitanti del luogo erano stati più volte informati dai telegiornali locali che il South Dade avrebbe sperimentato venti attorno alle “50 miglia orarie” [(80 km/h].

A partire dalle 11 della mattina seguente, 8.230 case trasportabili [abitazioni tipiche statunitensi, che possono essere interamente trasportate da un luogo all’altro, ndt] e 9.140 appartamenti erano letteralmente scomparsi dalla faccia della Terra. Intere famiglie sono morte in modi troppo orribili per poterli descrivere. Il tanfo di morte aveva già iniziato a riempire miglia e miglia di massiccia devastazione; il caldo umido stava saturando l’aria dell’odore di carne marcia in putrefazione.

Come faccio a saperlo? Perché ci sono capitato in mezzo. I sopravvissuti all’uragano Andrew e il resto del popolo americano sono stati traditi dal loro governo. Ma il tradimento si è esteso anche ai cittadini di altri paesi. Quando Andrew è arrivato, il South Dade era abitato da un gran numero di immigrati clandestini provenienti dal Messico. Il Ministero dell’Immigrazione degli Stati Uniti era del tutto consapevole della loro presenza, ma ha fatto finta di niente, ben sapendo che gli agricoltori del South Dade non avrebbero mai potuto lavorare ai loro raccolti senza l’aiuto dei clandestini messicani. Tali campi, pesantemente popolati da immigrati, erano situati al bordo delle Everglades della Florida. Le persone che abitavano in quella zona sono sparite senza lasciare alcuna traccia, durante quella notte. Molti corpi furono trovati a grande distanza dalle Everglades.

Quando sono andato a parlare alla convention Clearwater, tenutasi in Florida nel 1999, un uomo del pubblico si è alzato e si è presentato come il Chief Petty Officer [figura analoga al sottufficiale, ndt] Roy Howard. Ha proseguito rivolgendosi all’uditorio con queste precise parole, che sono documentate pubblicamente:

“Per sua informazione, io sono stato chiamato per prestare servizio in seguito al passaggio dell’uragano Andrew lungo la contea di South Dade. Ho trascorso nove settimane in quella zona. Ora ci tengo a certificare, per il beneficio dell’uditorio qui presente, che le cifre relative ai morti ufficialmente pubblicate sono del tutto inaccurate. Secondo le informazioni che mi sono state date da fonti all’interno della Guardia Nazionale, le cifre riferitemi mentre mi trovavo sul luogo si attestano attorno alle 5.280 e rotte unità. Corpi dei quali ci si è occupati semplicemente grazie ad inceneritori che sono stati rapidamente allestiti sia dalla Guardia Nazionale che dalla FEMA [Federal Emergency Management Agency, ovvero l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze, ndt]…”.

Come ha detto il Chief Petty Officer, “5.280 e rotti” cadaveri furono requisiti dalla Guardia Nazionale degli Stati Uniti. In aggiunta a questo, la Guardia Costiera ha confiscato altri “1.500 corpi” dai laghi e dalle acque circostanti. Nessuna di queste cifre tiene conto del numero di cadaveri confiscati da altri organi federali e statali coinvolti nelle operazioni di recupero. Questo fa sì che il numero esatto di morti sequestrati dalle autorità statunitensi nel South Dade risulti ancora sconosciuto.

Il numero totale di persone morte durante l’uragano Andrew è chiaramente oscillante, quindi ogni volta che i media parlano di “vittime ufficiali” si fa riferimento ad una cifra qualunque tra 15 e 59. La popolazione delle 21 comunità spazzate via dall’occhio del ciclone è stata stimata dall’anagrafe della contea di Dade in 415.151 persone, prima dell’arrivo di Andrew. Corpi di esseri umani confiscati ed eliminati come fossero spazzatura, come se le loro vite non avessero più valore o significato di una montagna di immondizia – è orribile l’immediato confronto con le atrocità perpetrate dai Nazisti. Ancora una volta la storia si ripete, un occultamento ben architettato è stato messo in atto dalle forze militari, nel bel mezzo di una tremenda sofferenza umana.

Quando l’uragano Andrew si è abbattuto sul South Dade, il Procuratore di Stato della Florida era niente meno che Janet Rino. Il suo ufficio si trovava nel Palazzo di Giustizia della Contea di Dade, nella città di Miami. Il presidente degli Stati Uniti era George H.W. Bush, e il vicepresidente era Dan Quayle. Bill Clinton era candidato alla presidenza e Al Gore alla vicepresidenza. Il senatore Bob Graham era in carica e Lawton Chiles era sul finire del suo incarico come governatore della Florida. Il suo successore risultò essere Jeb Bush, tutt’ora governatore della Florida, e – abbastanza ironicamente – figlio dell’ex Presidente Bush, il cui altro figlio, George W. Bush, era allora governatore del Texas, poi divenuto il presidente “auto-eletto” degli Stati Uniti…”. [1]

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Andrew è capitato sotto lo sguardo di George H.W. Bush, con Clinton dietro le quinte (Slick-Willie [uno dei soprannomi di Clinton, ndt] ha diretto le operazioni di occultamento). George Bush Junior ci ha regalato Katrina, Houston, Galveston, oltrea a molti incendi catastrofici e inondazioni devastanti. Tuttavia, i rapporti ufficiali della FEMA che riguardano questi eventi non sono soltanto pessimi, ma anche negligenti in maniera criminale sotto ogni punto di vista, e tutto il mondo lo sa, eppure nulla è stato fatto.

Oggi Obamanation, il presidente guerrafondaio di questo Stato di polizia, ha annunciato che sta chiedendo il supporto di George W. Bush (junior) e Bill (nessun interesse nei problemi relativi ai diritti umani) Clinton, affinché lo assistano nell’organizzazione delle operazioni di soccorso ad Haiti! Wow, evidentemente non sono ancora morte abbastanza persone ad Haiti per soddisfare la sete di sangue dei grandi burattinai nei confronti dei loro coloni; allora, con lo scopo di salvare politicamente la faccia anziché vite umane, Obama coinvolge i Grandi Criminali, probabilmente per gestire la redistribuzione dei beni che non siano già stati rubati alla gente di Haiti.

Un’altra importante figura è stata convocata, ovvero il traditore ed ex Generale Colin Powell. Ci si può ricordare di lui come l’uomo che ha ingannato il mondo raccontando la storia delle Armi di Distruzione di Massa alle Nazioni Unite, che sappiamo essere nient’altro che un mucchio di bugie. Una volta che questo fu chiaro al mondo intero, il “generale” è rimasto al suo posto anziché fare il nobile gesto di rassegnare le dimissioni.

Se si trattasse di un’operazione militare, questra tragedia smisurata di Haiti avrebbe già visto truppe occupare ogni spazio libero dove gli elicotteri possano atterrare e decollare ogni cinque minuti. Al largo la Seabees [flotta della Marina militare statunitense impegnata nella costruzione edilizia, ndt] e la Army Corp of Engineers [sezione dell’esercito statunitense specializzata in ingegneria e progettazione, ndt] sarebbero concentrate a ripulire dalle macerie ed impegnate a ricostruire le strade necessarie; lavorerebbero per ristabilire le comunicazioni, e si occuperebbero di fornire cibo e medicine laddove fosse necessario. Le navi ospedali sarebbero a disposizione per l’evacuazione dei pazienti più critici e a tutto questo si sarebbe provveduto ieri. Per come stanno le cose ora, le nazioni principali sono ancora impegnate ad organizzarsi e a cercar di capire come farsi ripagare da Haiti per una generosità che non gli arriverà mai!

Se fosse stata una semplice operazione militare, i soldi necessari sarebbero stati istantaneamente stanziati dai parlamentari corrotti (e dalle forze alleate delle nazioni “volenterose”). Tutti gli sforzi possibili a dirottare il maggior numero di aiuti sarebbero stati fatti; quantomeno si sarebbe riusciti ad alleviare il dolore e a salvare qualche centinaia se non migliaia di vite.

L’intera calamità puzza di inganno, ma comunque sia potuto “succedere” sta di fatto che con l’occasione sarà possibile mettere alla prova molte nazioni, vedendo come si occupereranno del recupero post-terremoto di Haiti. Non preoccupatevi delle Nazioni Unite o delle molte altre agenzie private, poiché questo è il tipo di eventi per i quali gran parte di tali organizzazioni, apparentemente umanitarie, sono state costituite, con lo scopo di prosciugare le tasche di quelle che hanno bisogno di aiuto (ma solo ad una certa distanza).

Il mondo è così gambe all’aria in questo momento proprio perché in casi come questi non ci “ricordiamo” di tutti i misfatti che ogni “nuova” amministrazione porta avanti, e generalmente amplifica, nonappena prende il posto dell’impresa criminale precedente, godendo del proprio turno per esaurire il denaro pubblico e riempire le proprie tasche, già ricolme, per vantaggi ancor più privati, in qualunque modo quest’occasione si presenti. Giusto ieri tre grandi compagnie che gestiscono carte di credito sono state sorprese a trarre profitto dalle transazioni con le quali venivano mandati aiuti, operazione che avevano visto come una enorme opportunità di profitto inatteso. Tali compagnie hanno dovuto rinunciare a quello che credevano sarebbe stato un guadagno improvviso tra il 5 e il 7 % dei movimenti grazie alla creazione di una “tassa-furto”. Questa mossa sarebbe stata perseguibile per legge, ma una volta che le compagnie hanno acconsentito a fare marcia indietro (solo perché sono state scoperte) l’intera storia è stata fatta cadere nel silenzio dopo poche parole di critica alla CNN.

Anziché aiutare qualcuno, i media statunitensi stanno solamente girando a vuoto tenendosi per mano e lamentandosi della crisi, aggiungendoci anche la malafede per quello che non hanno mai detto circa le vere crisi che questa o qualunque altra nazione abbiano dovuto affrontare.

Haiti ha una storia bagnata di sangue, durante la quale è stata saccheggiata e brutalizzata da Francesi e Americani, insieme ad altri, perché è stato il primo paese di neri sottomessi a schiavitù che si è rivoltato con successo sconfiggendo i propri cosiddetti padroni. Gli Stati Uniti hanno invaso ed occupato quella “sfortunata nazione dell’Emisfero Occidentale” troppo spesso per poter essere considerati come un paese che se ne preoccupa in alcun modo – se non per quel che riguarda l’invasione e la redistribuzione dei beni e del potere politico, ogni manciata di decadi. I francesi sono stati talmente d’aiuto fin dall’inizio che hanno mantenuto Haiti in schiavitù finanziaria per un centinaio di anni, estorcendo risarcimenti per gli schiavi persi durante la vittoriosa ribellione. Chiunque pensi che la schiavitù sia morta, o che gli stati coloniali siano qualcosa che riguarda il passato, ha bisogno di documentarsi meglio su Haiti: la storia di quella minuscola Repubblica è crivellata da contraddizioni e bugie che sono ancora vive e vegete oggi.

Ovunque sia la verità, tra tutti quegli omicidi protetti da segreto e quei rapporti sigillati, ci vorrebbe qualcuno abbastanza coraggioso da chiedere che i documenti su quelle “catastrofi” vengano desegretati. Ma come disse Rummy all’inizio della Shock & Awe [tecnica militare basata sull’uso del potere, nota anche come “predominio rapido”, ndt] a Baghdad: “Non ci occupiamo di costruire nazioni”, e potremmo aggiungere, visto il continuo fiasco, “non ci occupiamo nemmeno di aiuti umanitari”. La preoccupazione attuale sono i profitti privati e la redistribuzione dei beni, non importa a quali costi, al punto tale che occorre scavare molto a fondo tra le cause di questo presunto terremoto, a patto che esista una verità da sapere circa ciò che è realmente successo su quell’isola in lotta.

Questa “catastrofe” si dimostrerà l’ennesimo esempio dell’ipocrisia e delle bugie a cui hanno portato il nostro prolungato silenzio, per il quale pagheremo milioni di volte perché troppo poche persone sono interessate al fatto di essere trattate come una mandria di bestie, di venire usati ed abusati, e poi massacrati in nome dei mega-profitti dei loro padroni su scala mondiale!

Jim Kirwan ([email protected])
Fonte: www.rense.com
Link: http://www.rense.com/general89/haitss.htm
16.01.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISA NICHELLI

[1] fonte: Huricane Andrew, http://members.iimetro.com.au/~hubbca/hurricane_andrew.htm

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