In attesa dell’annuncio ufficiale dell’arrivo anche qui del famigerato Green Pass, che dovrebbe essere discusso in via definitiva domani sera, per poi essere imposto attraverso il nuovo DPCM firmato Draghi, ecco che le prime lievi forme di protesta iniziano a prendere forma.
Ovviamente siamo in Italia, quindi difficilmente potremo vedere scene come quelle francesi, ma sapete come si dice: “meglio poco che niente, no?”. Ed ecco allora due iniziative provenienti dagli iscritti del partito di Paragone, Italexit, che meritano di essere riportate.
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genova24.it
Contro il green pass obbligatorio la manifestazione sotto la prefettura
La lancia Italexit Liguria: appuntamento lunedì 19 alle 18
Italexit Liguria scende in piazza lunedì 19 alle 18 in Largo Eros Lanfranco “in nome della tutela delle libertà individuali garantite dalla Costituzione”.
Questo il comunicato della formazione politica guidata Gianluigi Paragone: “La politica italiana, a partire proprio dal nostro Governatore regionale Giovanni Toti, ha esultato di fronte alla notizia dell’introduzione in Francia di un utilizzo ancora più restrittivo e illiberale del green pass. I nostri politici plaudono a Macron, che ricordiamolo, ha dichiarato testualmente: «Faremo portare il peso di nuove restrizioni a chi non è vaccinato. Dal 21 luglio, solo i vaccinati o le persone testate negative potranno entrare nei luoghi di cultura, per esempio cinema e musei, che accolgono più di 50 persone. Non si tratta ancora di una vaccinazione obbligatoria, ma l’importanza del pass sanitario verrà estesa”.
“Un provvedimento inaccettabile – prosegue la nota stampa – che restringe ancora di più le libertà individuali, già duramente compresse in più di un anno di emergenza. Il popolo francese, che difficilmente si fa mettere i piedi in testa dai soprusi del governo, è già sceso in piazza a tutela dei propri diritti. La politica italiana al contrario si è accodata tra applausi e urla di giubilo bipartisan, da destra a sinistra dell’arco istituzionale. Il primo a mostrarsi entusiasta sull’estensione dell’uso del green pass è stato, per l’appunto, il governatore Toti, che ha dichiarato: «È ovvio che non si può pretenderlo per prendere un bus o per andare al supermercato, perché le necessità vitali vanno assicurate a tutti. Ma per andare alla partita, a un concerto, nella grande palestra del centro, in discoteca, allora sì, il green pass serve. Anche per dare il segnale che, se si vuole godersi a pieno le proprie passioni, bisogna fare un piccolo sacrificio. Chi si vaccina ha diritto ad avere qualcosa in più rispetto a chi sceglie di non farlo»”.
“Siamo di fronte a pruriti autoritari – conclude il comunicato – a tendenze anti-costituzionali che cozzano con l’ordinamento del nostro Paese e con la tradizione democratica, improntata sulla libera scelta personale nel campo dei trattamenti sanitari”. L’appuntamento è per lunedì 19 alle 18 in Largo Lanfranco a Genova, sotto la prefettura.
Pubblicata il 16.07.2021
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ansa.it
Covid: anche in Sardegna rivolta contro green pass in locali
Locandina sulle vetrine del ristorante, “ingresso libero a tutti”
Parte da Curcuris, piccolo centro dell’Oristanese ai piedi del monte Arci, la rivolta sarda contro i paventati divieti di ingresso in ristoranti, piscine e altri luoghi pubblici senza Green pass.
Jonata Cancedda, 32 anni, ha affisso una locandina all’ingresso del suo bar-ristorante-pizzeria.
Testo molto chiaro e diretto.
“Qui non chiediamo il green pass per entrare”.
Cancedda, che è coordinatore provinciale di Oristano di Italexit di Paragone, appoggia l’iniziativa nazionale portata avanti dal candidato sindaco di Torino Ivano Verra.
“Non ritengo giusto che vengano lesi i diritti di chi non è vaccinato- spiega all’Ansa- io non sono contro i vaccini. Non è questo il problema. Ma non sopporto che ci possano essere discriminazioni e diversità tra chi è vaccinato e chi con è vaccinato. Non vogliamo differenze o marchiature condannate ora e nel passato dalla storia”.
Prime reazioni? “Chi ha visto la locandina – continua Cancedda – ha detto che l’iniziativa è giusta. D’altra parte un terzo della popolazione non è vaccinata. E tanti, per molte ragioni, non vogliono questo vaccino”. Il motto è “il pass non passa”. E il messaggio diffuso a livello nazionale è molto esplicito: “Ce l’hai? Bene. Non ce l’hai? Va bene uguale. Noi vogliamo solo fare il nostro lavoro, che non è quello di fare i controllori”.
Pubblicato il 17.06.2021