DI TIM DUY
Tim Duy’s Fed Watch
Nell’autunno del 2008 le autorità
statunitensi hanno condotto un esperimento sul mercato finanziario.
Hanno permesso a una grande azienda ben introdotta, Lehman Brothers,
di avviare una procedura fallimentare, a quanto pare con la convinzione
che le conseguenze sarebbero state limitate, dato che tutti sapevano
che sarebbe accaduto. Credo che, a posteriori, i regolatori statunitensi
si pentano di non aver seguito una strada diversa. L’esperimento non
è stato esattamente un successo.
Adesso pare che i dirigenti europei
abbiano intenzione di rischiare un altro esperimento simile. Certo,
potrebbero ancora tirare fuori il coniglio dal cilindro, ma pare che
la Troika e la Grecia abbiano quelle che in un caso di divorzio si chiamerebbero
“differenze inconciliabili”. Il Financial Times dice
che:
premier greco, non è riuscito a far accettare ai leader dei partiti
le dure condizioni imposte in cambio di un secondo salvataggio di 130
miliardi di euro, spingendo così Atene verso il fallimento assoluto,
che si potrebbe verificare anche il mese prossimo. […]
Dopo cinque ore di discussione,
i tre leader del governo greco di unità nazionale non hanno accettato le richieste dei leader internazionali per gli immediati tagli alle spese e le riforme sul mercato del lavoro, come parte di una nuova offerta a breve termine.
Ma nemmeno la Troika non sembra pronta
a tirarsi indietro:
nazionale si sono avuti dopo il fallimento del governo nel persuadere la cosiddetta “troika” (i rappresentanti della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea (BCE) e del Fondo Monetario Internazionale) di mitigare le condizioni del patto di salvataggio.
I creditori hanno esaurito la pazienza verso i politici greci. Durante una videoconferenza che si è tenuta lo scorso sabato, i ministri europei della finanza hanno detto chiaramente ad Atene che deve tenere fede ai patti e accettare le riforme, o prepararsi al fallimento il mese prossimo.
A quanto pare, la Troika sta giocando
duro:
Forse, adesso, i leader greci
stanno tenendo testa per fare bella figura con gli elettori e questo
porterà domani mattina a un altro accordo dell’ultimo minuto della
cui riuscita nessuno sarà davvero convinto. In effetti, lo sanno tutti
che i numeri sono troppo piccoli:
Alcuni funzionari sostengono che siano necessari altri 15 miliardi di euro, fondi che la Germania e altre nazioni si rifiutano di stanziare.
Non ha molto senso che la Grecia accetti
un patto destinato a fallire fin dal principio. Visti i termini dell’accordo
(tra cui ci sono forti tagli ai salari, per migliorare la competitività),
è virtualmente garantito che questa mossa manderà l’economia della
Grecia in recessione.
Fondamentalmente, il problema è sempre
lo stesso: ogni programma di regolazione che si rispetti ha sia il bastone
che la carota. La carota in genere si presenta sotto forma di una svalutazione
monetaria che accelera il processo di aggiustamento, fornendo un incentivo
attraverso i conti con l’estero. Questo incentivo a breve termine
permette ai cambiamenti strutturali di mettere radici. L’approccio
nei confronti della Grecia è sempre stato quello del bastone, e basta:
più austerity e cambiamenti strutturali, niente carota.
Devo ammettere, poi, che trovo che
l’aumento dei tagli sia una soluzione draconiana. Alla fine, questa
politica sarà applicata anche alla Spagna, al Portogallo e all’Irlanda?
È questo il futuro della politica economica dell’eurozona? Ci sono
due modi di ridurre gli sbilanci competitivi. Gonfiare i salari tedeschi
o sgonfiare tutti gli altri. Credo che la prima prospettiva sia più
praticabile della seconda.
A dire la verità, penso che non sia
possibile salvare la Grecia senza un significativo trasferimento, non
un prestito, che permetterà davvero all’economia greca di rimettersi
in salute. Questo è questo l’unico modo per compensare il disallineamento
valutario, e spero che sia la conclusione a cui giungerà la Troika,
alla fine. Ma sto cominciando a pensare che la Banca Centrale Europea
abbia reso la Troika troppo sicura di sé. Quando la BCE ha finalmente
deciso di essere il prestatore di ultima istanza, almeno per il sistema
finanziario, ma si tratta, in fondo, del lavoro di una banca centrale
-, lo stress del mercato finanziario si è di molto attenuato in tutta
Europa. Questo stress, però, era la leva per smuovere la Grecia e,
ora che non c’è più, la Troika sembra essere convinta che la Grecia
sia nell’angolo, senza via di uscita se non quella di sottomettersi
alle sue richieste.
È un gioco pericoloso, perché qualche
volta chi si trova chiuso nell’angolo tenta una corsa suicida contro
i propri aggressori. E forse, a questo punto, la Grecia non ha niente
da perdere. Certo, subirebbe un colpo devastante se dovesse uscire dall’Euro,
ma almeno si tratterebbe di un processo di autodeterminazione, più
che di un colpo devastante imposto dall’austerity
della Troika.
E ora che ci penso, qual è esattamente
il precedente politico che la Troika sta cercando di creare? È
accettabile costringere i cittadini europei (un popolo intero) alla
povertà? Quand’è che diventerà una questione di diritti umani?
In ogni caso, non credo che i partecipanti
al mercato finanziario siano realmente preparati alla corsa suicida
della Grecia. Perché dovrebbero esserlo? Questo episodio è come la
storia del ragazzino che gridò “Al lupo, al lupo”. Ogni
volta che arriviamo al dunque e i previsori gridano all’apocalisse,
qualcuno si tira indietro. Perché questa volta dovrebbe essere diverso?
Onestamente, è difficile essere in disaccordo con questa logica. Le
aspettative di un’imminente crisi finanziaria non sono state riscontrate
e hanno lasciato i mercati relativamente sfasati dai recentissimi eventi
della Grecia. Forse la Banca Centrale Europea ha fatto il necessario
per far sì che la Grecia esca fuori dall’euro senza fare troppo rumore.
Sarebbe un esperimento interessante.
Sono curioso di vedere se la BCE ha fatto davvero tutto il necessario.
Non abbastanza curioso, però, da voler correre il rischio. La storia
del ragazzino che gridò “Al lupo, al lupo” ha un finale
triste.
Fonte: Another Experiment?
05.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARILISA POLLASTRO