GORDON ENGLAND, UN MERCANTE DI CANNONI AL PENTAGONO

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Il nuovo “numero 2” del Pentagono, Gordon R. England,
non è un ideologo come il suo predecessore Paul
Wolfowitz, ma un uomo d’affari. Ha ristrutturato e
re-indirizzato la General Dynamics, vittima del disarmo
nei primi anni ‘90, e ne ha fatto il 4° fornitore delle forze armate
statunitensi. Dovrebbe spingere gli interessi dell’impresa,
in occasione della prossima guerra, a sfavore della Raytheon
e della Northrop Grumman. Più che mai, il complesso
militare-industriale impone la sua politica a Washington.

Il presidente George W. Bush ha nominato sotto-segretario alla Difesa l’uomo
d’affari Gordon R. England, al posto dell’ex Paul Wolfowitz, ora nuovo presidente della
Banca mondiale [1]. Nato a Baltimora, M. England ha studiato Ingegneria Elettrica
all’Università di Maryland e in seguito Amministrazione d’affari
all’Università Cristiana del Texas. England ha anche avuto una brillante
carriera nel campo militare-industriale divenendo il vice-presidente della
General Dynamics Corporation dal 1997 al 2001. Il gigante degli armamenti,
che era leader mondiale allorché sopravvisse al crollo dell’URSS, venne
fortemente colpito dal disarmo mondiale ;
Gordon England si dimostrò
particolarmente efficace nel ristrutturare l’impresa e riposizionarla sul
mercato. Al giorno d’oggi la compagnia è il quarto fornitore del Pentagono
(alle spalle di: Lockheed Martin, Boeing, e Northrop Grumman).

Estratto dal catalogo della General Dynamics
Aereo da combattimento F22
lancia-granate Striker40
lancia-missili Avenger

Nel 2001 Gordon England entra nell’amministrazione Bush. Prima
come segretario alla Marina

, poi come segretario aggiunto alla Sicurezza
della Nazione, e nuovamente come segretario alla Navy dopo il suicido di
Colin R. McMillan. Grazie all’appoggio fiducioso di Donald Rumsfeld [2], England
si mise in mostra riorganizzando il sistema di gestione del
personale delle forze armate. E’ stato inoltre incaricato di una missione
d’ascolto nella prigione di Guantanamo che ha portato alla liberazione del 7%
dei detenuti , contro i quali non vi era alcuna incriminazione.

Membro di diverse confraternite universitarie, Gordon England si è anche
impegnato in diverse associazioni caritatevoli che vanno dai Boy Scouts of
America alla United Service Organizations (fondazione al sostegno delle truppe).
Egli partecipa soprattutto alle attività della
Jewish Institute for International Affairs (JINSA),
un’ associazione che promuove gli interessi militari
comuni d’Israele e Stati Uniti. Quest’ultima gli ha conferito, nell’ottobre del
2001, il Premio “Henry M. Jackson”.

Sul piano dei rapporti tra forze politiche a
Washington, la nomina di M. England rafforza la
posizione di Donald Rumsfeld che qualcuno presentava
come già prossimo alla pensione. Il segretario
alla Difesa si avvale ora d’un manager discreto ed efficace
che sarà meno ingombrante dell’ideologo Wolfowitz.

Sul piano delle relazioni internazionali, questa
nomina conferma il peso della lobby pro-israeliana al
Pentagono, proprio quando gli Stati Uniti, che hanno
dispiegato più di 100.000 uomini in Medio-Oriente, non hanno
più tanto bisogno come nel il passato della Tsahal per
controllare la regione.

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Si tratta principalmente di un riequilibrio del complesso industriale-militare.
General Dynamics poteva già contare al Pentagono sul sottosegretario
all’armamento, Michael Wynne, anche ex vicepresidente della società; e su William
J. Haynes II, consulente giuridico del segretariato alla difesa dopo esserlo
stato del sig. England alla direzione della società. Nomine che erano state
facilitate dalla riconoscenza di Donald Rumsfeld: quest’ultimo,
mentre era amministratore della Gulfstream, aveva rivenduto le sue
quote alla General Dynamics, nel 1999, realizzando 3 milioni di
dollari di plusvalenza difficilmente giustificabili. Gordon
England dovrebbe essere così efficace al segretariato alla difesa
come lo fu a quello alla Sicurezza della patria. In occasione del suo
breve passaggio in questo ministero, aveva approfittato per
fornire le guardie-costa di sistemi informatici della General Dynamics.

La ditta è soprattutto il fabbricante dei carri armati Abrams,
emblematici della guerra del Golfo. Nelle sue versioni recenti, si
tratta di un blindato comparabile al Leclerc francese, ma
particolarmente goloso in combustibile.
Fornisce non soltanto l’esercito USA, ma anche l’Egitto, il Kuwait,
la Grecia, il Marocco, Oman, la Tailandia e Taiwan. General
Dynamics fabbrica anche sommergibili nucleari portatori di macchine
Seawolf equipaggiati di missili Trident (materiali vietati
all’esportazione).

Al contrario, la partenza di Paul Wolfowitz e quella di Richard
Armitage (3) sono colpi duri per Raytheon Company che perde i
suoi lobbisti più titolati e dovrà mettere nuove persone fidate
nell’amministrazione.
Inoltre le partenze successive di Dov Zakheim (4) e di
Douglas Feith segnano un arretramento d’influenza di Northrop
Grumman Corporation. Lockheed Martin, con Lynne Cheney e
Peter B. Teets, e Boeing con Richard Perle e James
Woolsey, mantengono le loro posizioni.

Man mano che il piano d’attacco statunitense all’Iraq continuerà,
le azioni della General Dynamics proseguiranno la loro tendenza al rialzo
a Wall Street. Spetta alla Casa Bianca di trovare le buone motivazioni per
giustificare la prossima guerra.

Per gentile concessione di Reseau Voltaire
7.04.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di EMILA

Note:
[1] ” Paul Wolfowitz, l’âme du Pentagone ” scritto da Paul
Labarique, Voltaire, 4 ottobre 2004.

[2] Vedere il nostro dossier : ” Donald Rumsfeld, de la
Guerre froide à la Guerre au terrorisme “.

[3] ” Richard Armitage, le baroudeur qui rêvait d’être
diplomate “, Voltaire, 8 ottobre 2004.

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