DI ERIC ZUESSE
strategic-culture.org
In Libia, Siria, Ucraina e in altri paesi della periferia come ai confini dell’ Europa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha perseguito una politica di destabilizzazione, caratterizzata da attentati e altre forme di assistenza militare, che spingono milioni di profughi fuori di quelle aree periferiche verso l’ Europa, versando altra “benzina sul fuoco” sul rifiuto
anti-immigrati caratteristico della destra politica, e la conseguente destabilizzazione politica, in tutta Europa, non solo alla sua periferia, ma anche nel più lontano nord Europa.
Shamus Cooke, nella notizia sul Off-Guardian del 3 agosto 2015 intitolata “Obama’s ‘Safe Zone’ in Syria Intended to Turn It into New Libya” (la “Zona di Sicurezza” di Obama in Siria è prevista diverrà una nuova Libia”), riferisce che Obama ha approvato il supporto aereo da parte degli Stati Uniti per la precedentemente senza rinforzi “no-fly zone” della Turchia orientata verso la Siria. Gli Stati Uniti ora abbatteranno tutti gli aerei del presidente siriano Bashar al-Assad che stanno prendendo di mira i gruppi estremisti musulmani, tra cui l’ ISIS, che hanno conquistato un enorme area del territorio siriano.
Cooke riferisce:
“Questa no-fly zone è stata richiesta da parte di Obama alla Turchia fin da quando è iniziata la guerra siriana. Se ne è discusso durante tutto il conflitto e anche nei mesi recenti, anche se l’ obiettivo è sempre stato il governo siriano. E improvvisamente accade la no-fly zone – proprio dove la Turchia ha sempre voluto- ma etichettata come zona di sicurezza “anti ISIS”, anzichè chiamarla col suo vero nome: zona di sicurezza “Anti governo curdo e anti-siriano”.
Il il 27 luglio il New York Times riferiva, che “il piano richiede l’ insurrezione di siriani relativamente moderate al fine di prendere il territorio, con l’ ausilio del supporto aereo americano e forse anche quello turco”. Comunque, il Times, segnalando in modo stenografico (come al solito) da e per le loro fonti del governo americano (quindi facendo propaganda per il governo degli Stati Uniti), fallisce nel definire l’accezione di “relativamente moderato”, ma tutti i gruppi “relativamente moderati” ribelli in Siria cooperano con l’ ISIS e li aiutano a trovare e decapitare, o, talvolta,
per chiedere riscatti, agli eventuali non-musulmani. Sotto Assad, la Siria è stata uno stato non-clericale, e ha goduto della libertà di religione, ma tutta l’opposizione siriana ad Assad è estranea a questo. Gli Stati Uniti sono ora, anche più chiaramente di prima, anti-Assad, pro-islamista.
Seymour Hersh ha riferito sulla London Review of Books, il 17 aprile 2014, che la campagna di bombardamenti in Libia dell’ amministrazione Obama nel 2011 è stato parte di un programma più ampio per portare il gas sarin dalla Libia al
fronte di al-Nusra in Siria, al fine di aiutare a produrre un gas per un attacco contro i civili, per il quale l’ amministrazione USA potrebbe quindi incolpare Assad, diventando una scusa per bombardare laggiù proprio come Obama aveva già fatto con successo in Libia. Entrambi i dittatori, Gheddafi e Assad, erano alleati con la Russia, e specialmente Assad è stato importante per la Russia, come rotta di transito per le forniture di gas della Russia stessa, e non per le forniture di gas del Qatar – essendo il Qatar la principale potenziale minaccia per lo status della Russia di maggior fornitore di gas in
Europa.
Obiettivo principale di Obama nelle relazioni internazionali, e attraverso tutta la sua politica militare, è stata quella di sconfiggere la Russia, forzare un cambio di regime che renderà la Russia parte dell’ impero Americano, non più la grande nazione che resiste al controllo da parte di Washington.
Prima i bombardamenti americani della Libia nel 2011, la Libia era in pace e fiorente. Il PIL pro-capite (ricavi) nel 2010 secondo il FMI è stato di $ 12,357.80, ma immerso per soli $ 5,839.70 nel 2011 – l’anno che abbiamo bombardato e distrutto il paese. (Hillary Clinton notoriamente si vantava: “Siamo venuti, abbiamo visto, egli [Gheddafi] è morto!”) (E, a differenza di alleato degli Stati Uniti in Arabia Saudita, dove il PIL pro-capite fù notevolmente uniformemente distribuito, e l’ istruzione e l’ assistenza sanitaria socializzati e disponibile a tutti, anche ai poveri). Più di recente,
il 15 febbraio 2015, la giornalista Leila Fadel di NPR sbandierava “con i campi di olio sotto attacco, il futuro economico della Libia sembra tetro”. Annunciava: “L’uomo in carica guarda verso la produzione e sa che il futuro è
desolante. “Non possiamo produrre. Stiamo perdendo l’80 per cento della nostra produzione”, dice Mustapha Sanallah, il presidente della Libia National Oil Corporation”. Seguendo le istruzioni di Washington, il FMI non è stato
affidabile nel riportare i dati sul PIL della Libia dopo il 2011, ma mostr invece che le cose ci sono state subito riportate alla normalità (anche meglio rispetto al normale: $ 13,580.55 PIL pro-capite) nel 2012, ma tutti sanno che è
falso; anche NPR sta, in effetti, riportando che non è vero. La CIA stima che il PIL della Libia pro-capite è stato un ridicolo $ 23.900 nel 2012 (non esistono dati relativi agli anni precedenti), e dice che il PIL pro capite della Libia è diminuito solo leggermente da allora in poi. Nessuna delle stime ufficiali sono affidabili, anche se il Consiglio Atlantico ha compiuto almeno uno sforzo per spiegare le cose onestamente, portandone informazione nel loro ultimo sistematico rapporto sull’ economia della Libia, il 23 gennaio 2014, “La Libia: Di fronte al crollo economico nel 2014.”
La Libia è diventata il grande problema dell’Europa. Milioni di libici stanno fuggendo dal caos laggiù. Alcuni di loro sono in fuga attraverso il Mediterraneo e finendo nei campi profughi nel Sud Italia; e alcuni scappano a altrove in Europa.
E la Siria è ora ancora un’ altra nazione che sta venendo distrutta allo scopo di permettere la conquista della Russia. Anche l’ affidabilmente propagandistico New York Times sta riconoscendo, nelle sue “notizie” di segnalazione, che “entrambi, i turchi e gli insorti siriani, vedono la sconfitta del presidente Bashar al-Assad come la loro priorità”. Quindi: i bombardieri US rinforzeranno una no-fly-zone sulle zone della Siria, al fine di abbattere l’ alleato della Russia Bashar al-Assad e sostituire il suo governo laico da un governo islamico – e la cosa dell’ “anti-ISIS” è solo per puro spettacolo: è propaganda. Il pubblico si preoccupa molto di più della sconfitta dell’ ISIS piuttosto che la sconfitta della Russia, ma non è questo il modo con cui l’ aristocrazia Americana vede le cose. Il loro obiettivo è estendere l’ impero americano – estendere il loro impero.
Allo stesso modo, Obama ha rovesciato il governo neutralista di Viktor Yanukovych in Ucraina nel febbraio 2014, il quale però era sotto la finta copertura di manifestazione di “democrazia”, anzichè sotto la copertura della falsa “opposizione al terrorismo islamico” o qualunque delle altre frasi che il governo americano utilizza per ingannare i fessi circa l’installazione americana di, e il supporto per, un rabbiosamente prossimo governo razzista-fascista o nazista anti-Russia e sempre più nei pressi alla Russia, in Ucraina. Proprio come la Libia era in pace prima che gli Stati Uniti la invadessero e la distruggessero, e proprio come la Siria era in pace prima che gli Stati Uniti e la Turchia la invadessero e distruggessero, anche l’ Ucraina era in pace prima che gli Stati Uniti perpetrassero il loro colpo di stato lì e installassero
nazisti e una campagna di pulizia et
nica distruggessero anche l’Ucraina.
Come con la Libia prima del rovesciamento di Gheddafi, o la Siria prima che l’attuale sforzo di rovesciarvi Assad, o il più recente rovesciamento in Ucraina del democraticamente eletto presidente Viktor Yanukovich, tutto è
rivolto a sconfiggere la Russia.
Il fatto che tutta l’ Europa stia condividendo con Obama e gli altri conservatori americani – imperialisti, anche – la devastazione che essi impongono, è di poco o nessun interesse per i poteri in carica a Washington DC, ma, se c’ è qualcosa di importante per tutti loro, forse è un altro interessante aspetto di questa più ampia operazione: con l’indebolimento delle nazioni europee, e non solo le nazioni del Medio Oriente, la guerra di Obama contro la Russia sta ulteriormente stabilendo l’ America come “l’ultimo uomo in piedi” alla fine del caos e della distruzione che l’ America sta causando.
Di conseguenza, per esempio, in termini di strategia internazionale degli Stati Uniti, il fatto che le sanzioni economiche contro la Russia stanno enormemente danneggiando le economie delle nazioni europee è un bene, non un male.
Ci sono due modi per vincere, in ogni gioco: uno è migliorando la propria performance. L’ altro è indebolendo le prestazioni di ognuno degli altri concorrenti. Gli Stati Uniti stanno ora facendo affidamento quasi esclusivamente su quest’ultimo tipo di strategia.
Eric Zuesse
Fonte: www.strategic-culture.org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2015/08/07/us-is-destroying-europe.html
7.08.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte,org a cura di GIULIANO MONTELEONE