DI STEPHEN LENDMAN
Anni fa avevo letto l’eccellente libro di William Greider pubblicato nel 1987 su come funziona il sistema della Fed (Federal Reserve degli Stati Uniti). Era trattato in maniera dettagliata ed esplicita ed era realmente una lettura formidabile ed informativa, tranne quando viene suggerita la soluzione ad un grande problema. La sua proposta era un po’ troppo tiepida. Questo articolo ne propone una molto diversa. Greider aveva intitolato il suo libro “Gli Sporchi Segreti del Tempio“, con un sottotitolo: “Come la Federal Reserve controlla il paese“. Un sottotitolo più appropriato avrebbe potuto essere: “Come la Fed (e altri banchieri chiave) controlla il mondo”. Questo articolo tenterà di riassumere cosa la Fed fa, come lo fa, a beneficio di chi e a spese di chi. Per coloro che lo ignorassero, preparatevi a venire a conoscenza di alcune informazioni e commenti semplicemente scioccanti.
Chiariamo una cosa fin da subito: la Fed, la Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Centrale Europea (per quei 12 paesi europei che hanno adottato la valuta unica europea nel 1999) sono delle istituzioni dotate di immenso potere, un potere che va ben oltre ciò che la maggior parte delle persone può immaginare. Queste banche, tra le più importanti fra tutte le banche principali, congiuntamente a molte altre, possono influenzare enormemente le condizioni finanziarie di quasi tutti i paesi, inclusi i loro, in un mondo finanziario sempre più senza confini, dove un evento economico significativo di una singola nazione può influire su molte altre nel bene e nel male.
Esiste un’altra banca molto potente che fa parte dell’odierno mondo finanziario. Merita di essere menzionata per la sua importanza, anche se richiede un articolo a parte per spiegare più in dettaglio tutto quello che c’è dietro. È la BIS, Bank of International Settlements (BRI – Banca dei Regolamenti Internazionali), fondata nel 1930 a Basilea, Svizzera. Questa banca di cui pochi hanno sentito parlare rappresenta la banca principale di tutte le associate banche centrali – una sorta di banca “boss dei boss” equivalente a quanto probabilmente esiste nell’oscuro mondo dei padrini mafiosi. Come molte altre banche centrali, compresa la Fed (come sotto illustrato), è un’azienda privata appartenente ai propri associati.
Alcuni accademici e altre persone che si sono occupate della BIS sostengono che l’elite dominante del capitalismo finanziario abbia deciso che questa banca delle banche diventasse l’apice del potere per esercitare autorità sull’intero sistema finanziario mondiale e poterlo controllare. Si ritiene che il loro piano fosse quello di utilizzare questa banca per dominare il sistema politico di ogni paese e controllare l’economia mondiale con dei metodi feudali. In una parola, l’idea di questa super-elite sembra essere quella di voler dominare il mondo controllandone il denaro tramite l’istituzione di questa potentissima banca delle banche sovranazionale. Tema molto importante, che però rimanderemo ad un’altra volta, poiché l’intento principale di questo articolo è di concentrarci esclusivamente sulla Federal Reserve degli Stati Uniti.
Le banche centrali più importanti e la BIS, assieme a molte altre, esercitano la loro influenza aggregandosi in una specie di alleanza-cartello che permette ad ognuna di loro di ottenere molti più benefici di quanti ne potrebbero avere senza un accordo così stretto. Con il loro immenso potere, non è un gioco di parole affermare che queste istituzioni finanziare controllano davvero il mondo. Perché sono in grado di generare denaro, finanziare le domande dei loro governi, delle loro forze armate e di tutte le attività commerciali che non potrebbero semplicemente proseguire senza una pronta fornitura di tutti beni necessari. È il denaro, non l’amore, che fa girare il mondo, e i banchieri centrali possono immetterne e toglierne dalla circolazione quanto ne vogliono, poco o tanto che sia, e per qualunque motivo abbiano in mente. Questo tipo di potere può muovere le montagne. O distruggerle.
Nessuna banca centrale di qualunque nazione è oggi più potente della Federal Reserve degli Stati Uniti, ma non è sempre stato così, e ora si trova in concorrenza per il gradino più alto come non succedeva fin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. La Fed, come viene chiamata, venne fondata per la prima volta con un atto del Congresso del 1913. Ma la Banca d’Inghilterra esisteva fin dai tempi in cui la Britannia governava le onde, cioé dal 1694, quando il re Guglielmo III aveva bisogno di aiuto per finanziare quel genere di scappatella che necessita di fresco denaro contante – la guerra. Che a quell’epoca era con la Francia, e il re era in cerca di un banchiere ben disposto, che gliene stampasse un po’ per poterla combattere. Aveva anche bisogno di aiuto finanziario per facilitare il commercio e gestire il debito nazionale che si accresce sempre quando ci sono delle guerre. La Banca d’Inghilterra non fu la prima banca centrale, ma fu la prima banca mondiale moderna di proprietà interamente privata in una nazione potente. Venne chiamata Banca d’Inghilterra per impedire che la gente sapesse che, come la Fed, si trattava di una banca privata che non apparteneva al governo. Fu anche il modello che venne utilizzato nella formazione della nostra stessa banca centrale e di molte altre.
Gli inglesi avranno pure un vantaggio di 219 anni rispetto alla Fed, ma i banchieri centrali sono potenti unicamente nella misura in cui lo sono i paesi che rappresentano e la loro economia. Oggi gli ex-dominatori britannici devono accontentarsi di un ruolo più circoscritto, rientrando a far parte di quel folto gruppo di nuovi partner dell’egemonia statunitense, che è emersa dalla Seconda Guerra Mondiale come potere economico dominante mondiale. Un potere che detiene ancora oggi, nonostante che alcuni attendibili esperti ritengano che questo paese abbia già raggiunto e oltrepassato la cima, e sia ora in declino. Alcuni vanno oltre e sostengono che il nostro declino sia stato accelerato dalle politiche disastrose dell’amministrazione Bush, che crede irrazionalmente che continuare a fare le guerre in tutto il mondo, senza tregua, sia il modo giusto per governarlo, ottenendo una crescita economica e dominio illimitati e il mantenimento di una posizione preminente come campione economico indisturbato.
Non è in effetti difficile contestare la visione del presidente, e pensare che il campione sia salito sul ring qualche volta di troppo, con l’intenzione di ritornarci molte volte ancora, andando probabilmente incontro allo stesso destino che è toccato agli uomini dei tempi passati, che non sapevano quando smettere e si ritrovavano alla fine con un trauma cranico meglio noto come demenza. La lezione della storia è sempre la stessa. Il prezzo per la spericolatezza è sempre alto, doloroso e inevitabile. Vale per i paesi così come per gli individui, ma troppo spesso sia gli uni che gli altri se ne rendono conto quando ormai è troppo tardi. La grande differenza tra l’America attuale e le altre nazioni del passato che avevano pagato caro il non essersi arresi quando ormai avevano fatto il loro tempo è che ora abbiamo un arsenale devastante che gli altri non hanno mai avuto. Se decidessimo di utilizzarlo, molto facilmente non si lascerebbe dietro granché per un successore. Non è certo un’idea confortante, ma sicuramente molto reale.
Tutto cominciò nel 1910, sulla Jekyll Island
Sembra tanto il titolo di un film horror, ma gli eventi di vita reale che si svolsero nel 1910 in questa isola di proprietà privata a poca distanza dalle coste della Georgia, avrebbero fatto arrossire pure la fabbrica hollywoodiana di incubi.
Fu lì che sette uomini ricchi e potenti si incontrarono in gran segreto per nove giorni e crearono la Fed, che venne poi in essere tre anni più tardi, il 23 dicembre del 1913, con un atto del Congresso. Da allora, gli Stati Uniti e il mondo intero non sarebbero stati più gli stessi, e solo i ricchi e i potenti ne sarebbero stati i beneficiari. Quella era l’intera idea, e funzionò come progettato.
Il Federal Reserve Act (Legge sulla Federal Reserve) che diede inizio a tutto, si può a pieno titolo considerare tra i pezzi di legge per la previdenza sociale più disastrosi e più oltraggiosi mai partoriti da un corpo legislativo. Avrebbe anche potuto essere considerato illegale, e può ancora esserlo, ai sensi dell’Articolo 1, Sezione 8 della Costituzione, che risulta per altro essere la legge inviolabile che regola il diritto fondiario. L’articolo afferma che il Congresso ha la facoltà di coniare (creare) denaro e deciderne il valore. Nel 1935, la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì che il Congresso non poteva delegare costituzionalmente il suo potere ad un altro gruppo o ente. Dunque il Congresso agì in violazione della stessa Costituzione che aveva dichiarato, sotto giuramento, di sostenere, e lo fece creando appunto la Fed che, come spiegheremo sotto, è un ente privato a scopo di lucro che opera a spese dell’assistenza pubblica. Con questa azione, i nostri legislatori commisero una frode contro tutta la gente della nazione e la fecero franca, senza che il pubblico venisse nemmeno a sapere il danno arrecato.
Il risultato vergognoso è che quello che sarebbe dovuto abortire, è ora invece l’istituzione più potente sulla terra, e tutto questo a causa di ciò che è successo su un’isola di proprietà privata dal nome poco rassicurante. Ma se il Congresso si fosse comportato in modo responsabile, la creazione della Fed non sarebbe mai avvenuta. La legge che ne permise la creazione era così nociva per l’interesse pubblico, che non sarebbe mai passata se non fosse stata progettata a regola d’arte durante l’incontro del Congressional Conference Committee programmato tra le 01:30 e le 04:30 di mattina (quando la maggioranza dei membri del Congresso dorme) del 22 dicembre 1913. L’atto venne poi votato il giorno successivo e passò, nonostante diversi membri non fossero presenti per via delle feste natalizie e molti altri che erano rimasti non avevano comunque avuto il tempo di leggerlo o di essere a conoscenza dei suoi contenuti. Vi suona familiare? E comunque, l’atto passò (come un ladro nella notte) e venne firmata la legge da un Woodrow Wilson che era complice o forse ignaro della sua portata, e che più tardi ammise di aver commesso un grave errore, dicendo “Ho rovinato il mio paese senza rendermene conto”. Ma era troppo tardi per correre ai ripari, e il popolo americano ha pagato a caro prezzo fin d’allora. È tempo che l’opinione pubblica se ne renda conto, e che cominci a chiedere di porre fine ad oltre 90 anni di danni.
Qualcuno c’era quasi riuscito, 43 anni fa; un presidente che aveva deciso di agire in nome del popolo che lo aveva eletto. Quest’uomo era John Kennedy, che, poco prima della sua morte, aveva progettato di abolire la Fed per cancellare il debito pubblico che una banca centrale crea, stampando denaro e prestandolo al governo. Intanto, ora il debito ha raggiunto la ragguardevole cifra di 8.400.000.000.000 (8.4 trilioni) di dollari che ogni contribuente deve pagare e, nei primi tre mesi del 2006, sono già stati raccolti $174.000.000.000 ($174 miliardi). Questo impegno di debito ha raggiunto ora una cifra annua che eccede i due terzi di un trilione di dollari. Ha reso ricchi i banchieri (che poi era l’intento originale) e più povera la popolazione, perché siamo noi quelli tassati per pagarlo. Non è esagerato dire che abbiamo a che fare con la più grande truffa finanziaria della storia, una truffa che diventa ogni giorno più gigantesca.
Il debito era meno oneroso, 40 anni fa, ma Kennedy comprese il pericolo che comportava per il paese e il pesante carico sulla gente. E così, il 4 giugno 1963 emise l’ordine presidenziale EO 11110, che conferiva al presidente l’autorità di emettere moneta. Diede ordine poi al Tesoro americano di stampare delle “United States Notes” (Banconote statunitensi) per un valore superiore ai 4 miliardi di dollari che avrebbero sostituito le “Federal Reserve Notes” (dollari stampati dalla Banca Centrale americana). Intendeva sostituirli tutti quando vi fosse stata una sufficiente circolazione della nuova valuta, di modo che cessasse l’esistenza della Fed e del potere che essa conferiva ai banchieri internazionali sul governo e sul popolo americano. Pochi mesi dopo la messa in atto del progetto, Kennedy venne assassinato a Dallas, in quello che sicuramente era un colpo di stato per dirigere lo sguardo altrove, e che avrebbe consentito, almeno parzialmente, di salvare la Fed e la concentrazione di potere che aveva creato, così profittevole per i potenti banchieri nel paese. Coloro che ne beneficiavano avevano un buon motivo per essere coinvolti nel piano, e cioé mantenere i privilegi speciali che non erano tanto facilmente disposti a cedere senza combattere. È una spiegazione plausibile che potrebbe fornire della chiavi valide per capire chi c’era dietro l’assassinio di Kennedy, e per quali ragioni. Qualunque sia la verità, il Cartello Bancario fu in serio pericolo solo per un breve arco di tempo. Una volta che Lyndon Johnson entrò in carica, si prese subito cura di annullare l’ordine presidenziale e restaurare la situazione precedente. Che è poi rimasta tale e quale fino ad oggi, naturalmente, e sempre più potente. Nemmeno i presidenti sono in grado di contrastare la Fed, e coloro che ci hanno provato hanno poi esitato a proseguire.
I predecessori dei probabili cospiratori contro Kennedy erano gli uomini che si incontrarono su Jekyll Island nel 1910.
Rappresentavano alcuni tra i più ricchi e più potenti uomini al mondo – i Morgan, i Rockefeller, i Rothschild in Europa (che dominarono tutto il sistema bancario dalla metà del 1800 e divennero, e ancora sono, la famiglia più facoltosa e più potente tra tutte quelle esistenti), più altri sempre dotati di notevole potere e influenza. All’interno vi ritroviamo anche un senatore americano, un ufficiale d’alto livello del Tesoro, il presidente della più grande banca del paese di allora, una figura primaria di Wall Street e infine un uomo che più tardi sarebbe divenuto il primo presidente della Fed. Niente male come assembramento; e ognuno di loro era lì per conseguire un unico scopo. Volevano cambiare l’ideologia e la condotta degli affari in America, che fino ad allora si basava sulla competizione di mercato, e sostituirla con il monopolio. Sapevano anche che il barone M.A. Rotschild aveva compreso molto bene, quando una volta disse: “Datemi il controllo sulla valuta di qualunque nazione e non mi interesserò di chi ne formula le leggi“. E conoscevano anche la saggezza delle parole contenute in Proverbi 22:7 : “Il ricco domina sul povero e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore“.
Questa era l’alba dell’era dei cartelli potenti, quando i sette titani finanziari che si incontrarono in segreto al club dell’isola decisero di non farsi più la guerra tra loro, ma di unire le forze per organizzare il nuovo potere. Avrebbero comunque continuato a colludere, informalmente, ma sapevano che tutto avrebbe funzionato meglio sotto un cartello legalmente sancito. Volevano un cartello bancario e ne ottennero uno che oggi prospera sotto il radar pubblico, con lo strumento che più desideravano avere – la capacità di controllare l’offerta di moneta di una nazione, che conferiva loro un potere pressoché illimitato. Ora il cartello funziona in cooperazione con i governi e tutte le altre potenti corporazioni transnazionali in un’alleanza globale dominatrice che gli consente di controllare i mercati mondiali, le risorse, la manodopera a buon mercato e le nostre vite.
La Fed Non è un’Agenzia di Governo – È un Cartello di Proprietà di Potenti Banchieri Protetti dalla Legge
È un’opinione diffusa, ma falsa, che la Fed dipenda dal governo e pertanto sia soggetta al suo controllo. Falso. Spesso se ne parla come una banca centrale decentralizzata e semi-governativa, ma questa è solo la copertura per mascherare ciò che veramente è: un cartello gestito e controllato da privati, realizzato per apparire come controllato dal governo. Il fatto che il suo quartiere generale si trovi a Washington nel pauroso e impressionante edificio Eccles (che ha preso il nome da un ex presidente della Fed, Marriner S. Eccles) fa già di per sé parte dell’abile sotterfugio.
Ecco dunque come opera:
La Fed è composta da un Consiglio di Amministrazione con sede a Washington, e da 12 banche regionali nelle città più importanti del paese (compresa la mia città, Chicago, dove tutti una volta, ma ora non più, potevano andare in banca ad uno sportello qualsiasi e acquistare dei Buoni del Tesoro americani). Il sistema comprende anche un’elevata quantità e varietà di banche associate, incluse tutte le banche nazionali che sono tenute a far parte del circuito. Anche altre banche avevano il permesso di entrare, e molte lo fecero. La Federal Reserve cominciò ad operare nel novembre del 1914, quasi un anno dopo l’atto del Congresso che aveva creato il sistema. Era praticamente un mandato di legge, quello di avere il più ampio potere possibile sopra ogni istituzione del paese – ovvero il potere di creare e controllare la riserva di denaro nazionale.
Molte persone se ne intendono poco se non nulla di denaro e banche, anzi probabilmente non ci hanno nemmeno mai pensato, e non hanno idea di come la Fed e le banche influenzino la loro vita. Prima di scrivere questo articolo, avevo poco più di una modesta conoscenza, che appresi durante un corso obbligatorio sull’argomento e sulla contabiltà generale come parte del mio curriculum MBA [Master in Business Administration: Dottore in scienze commerciali] 46 anni fa. Questi corsi avevano trascurato alcune parti importanti della storia e non davano nemmeno adito a pensare che vi potesse essere qualcosa di sinistro nel modo in cui il sistema bancario realmente opera. Di certo nessuno dovrebbe davvero credere che le banche siano state fondate o concepite a beneficio di noi tutti. Perché non è così, e chiunque suggerisca il contrario dovrebbe proseguire in questa lettura. Le banche sono tanto benefiche con noi quanto poteva esserlo il missile MX Peacekeeper ICBM (Intercontinental Ballistic Missile – missile balistico intercontinentale) – e quale acume per scegliere il termine Peacekeeper! Tale missile, costruito nella metà degli anni ’80, era destinato a portare delle testate nucleari che avevano il potenziale per distruggere qualunque forma di vita sull’intero pianeta, e un giorno potrebbe anche farlo, con la tecnologia dell’epoca o con una più aggiornata.
Il Federal Reserve Act (Legge sulla Federal Reserve) del 1913 (la legge sul diritto fondiario) stabilisce che le FRB (Federal Reserve Banks – Banche della Federal Reserve) di ogni regione sono di proprietà delle banche membro. Queste banche sono delle corporazioni private che compiono un grande sforzo per nascondere il fatto che, in definitiva, possiedono ciò che la gente in larga maggioranza pensa che sia parte del tesoro pubblico e del governo. È facile pensarlo in effetti, perché i presidenti della Fed e sette dei dodici governatori vengono nominati dal presidente degli Stati Uniti e approvati dal Senato. Come tali, le FRB costituiscono una sorta di entità semigovernativa, ma il fatto è che il sistema appartiene a privati per un’attività a scopo di lucro, proprio come qualunque altra impresa privata. Ci sono degli azionisti, come in altre aziende di pubblico servizio, che percepiscono un 6% di interessi a rischio nullo ogni anno sulle loro quote di capitale. La gente questo non lo sa, e presumibilmente non sarebbe una buona cosa se lo scoprissero. La gente potrebbe essere ancora più sconvolta se scoprisse che alcuni dei proprietari della Fed sono degli investitori stranieri molto potenti che si trovano in Inghilterra, Francia, Germania e Italia. Sono partner di gigantesche banche USA come la JP Morgan Chase e la Citibank, e anche di società di Wall Street come la Goldman Sachs, in un nuovo ordine mondiale dove il cartello bancario influenza e ha conseguenze sulle attività commerciali e sulla nostra vita.
La questione della proprietà privata delle FRB è stata sollevata numerose volte nelle corti federali, ma senza risultati. Ogni volta le corti ribadivano la validità del sistema corrente, sotto il quale ogni banca della Federal Reserve è una società separata di proprietà delle banche centrali della regione alla quale appartiene. Uno di questi casi fu quello di Lewis contro gli Stati Uniti, dove la IX Corte d’Appello Circoscrizionale stabilì che le banche della Federal Reserve sono società per azioni indipendenti, di proprietà privata e controllate localmente.
I nostri Padri Fondatori Avevano delle Idee Diverse rispetto a quelle degli Uomini Potenti che si incontrarono su Jekyll Island
Nel corso della nostra storia, vi fu sempre disaccordo su chi dovesse esercitare il controllo sull’offerta di moneta e su chi aveva la facoltà di emetterla. I Padri Fondatori compresero che il Parlamento Britannico era costretto a gravare con delle tasse inique sulle colonie americane e sui suoi stessi cittadini, perché il debito della Banca d’Inghilterra era talmente lievitato che il governo aveva bisogno di entrate aggiuntive per ridurlo. Benjamin Franklin, in effetti, riteneva che quella fosse la reale causa della Rivoluzione Americana. La maggioranza dei Fondatori avevano anche compreso quale poteva essere il pericolo causato da un accumulo spropositato da parte dei banchieri in termini di ricchezza e di potere. James Madison, uno tra i principali redattori della Costituzione, li chiamava “cambiavalute”, riferendosi ad un passo della Bibbia dove per due volte Gesù cacciava fuori i mercanti dal tempio di Gerusalemme, 2000 anni fa. Madison diceva:
“La storia ci narra che i cambiavalute hanno sempre fatto uso di tutte le forme possibili di abuso, di intrigo, di inganno e utilizzato tutti i mezzi possibili necessari al mantenimento del loro potere sui governi, avendo sempre sotto controllo il denaro e la sua messa in circolazione“.
Thomas Jefferson era altrettanto duro nelle sue condanne, quando affermava: “Sono sinceramente convinto che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà degli eserciti armati. Hanno già costituito un’aristocrazia del denaro che ha sfidato l’autorità del governo. Il potere di emettere denaro deve essere sottratto alle banche e restituito al popolo, al quale appartiene di diritto“.
Sia Jefferson che Madison compresero i pericoli derivanti dai monopoli commerciali di tutti i generi, e cercarono di garantire che non potessero mai sorgere, in una nuova nazione. Loro, infatti, volevano che venissero apportate due modifiche aggiuntive al “Bill of Rights” (Carta dei Diritti) all’interno della Costituzione, ma non vi riuscirono. Credevano che per proteggere la libertà del popolo di una nazione fossero necessarie due condizioni: la “libertà dai monopoli nel commercio” (ciò che ora sono le società gigantesche, incluse le grandi banche internazionali e le società di investimenti a Wall Street), e la “libertà da una forza militare permanente“, o di un esercito di professionisti. Provate ad immaginare come sarebbe oggi, il paese, se Jefferson e Madison fossero riusciti nel loro scopo – un paese senza mostruose corporazioni predatrici che sfruttano chiunque per profitto, e senza un esercito scatenato che muove guerra a tutto il mondo, minacciando di distruggerlo, e facendolo in modo tale che le enormi corporazioni ne traggano ancora più profitti.
Non ci riuscirono, naturalmente, e il popolo pagò caro fin da allora questo mancato tentativo, compreso il grosso danno causato dalla rinuncia del governo al suo diritto di controllare l’offerta di moneta. Cedette questo diritto segretamente senza che il popolo ne sapesse niente, senza che sapesse quanto male gli veniva arrecato. E dopo gli anni ’80 le cose sono ulteriormente deteriorate, perché il potere della Fed si è estesa maggiormente sotto le ali benevole di un presidente repubblicano, e i media compiacenti facevano le majorette per nascondere la verità. Per loro, non è stato umiliato il popolo, mentre le banche associate e tutti gli alleati di Wall Street sono i soli ad avere accesso.
La situazione sfuggì di mano soprattutto durante il periodo in cui era in carica Alan Greenspan – un presidente della Fed del quale nessuno può trovare un motivo valido per acclamarlo, sia quando era ancora consigliere presidenziale che quando effettivamente assunse la nuova carica. Fu solo quando la sua società di consulenza economica fallì che entrò nel servizio governativo, probabilmente perché aveva bisogno di un nuovo ramo d’attività. Così riuscì a diventare una specie di veggente onnipotente della banca centrale, che venne innalzato quasi a grado di santità dai sapienti degli affari, che pensavano che durante la sua carica i cieli sarebbero stati solo azzurri e le poche nuvole all’orizzonte si sarebbero dissolte velocemente. Ora Alan è in pensione nei verdi pascoli dei contratti editoriali e dei talk show, che dimostra bene come alla fine vieni premiato adeguatamente quando svolgi bene il lavoro che ti è stato assegnato dai ricchi e dai potenti (e alle spese di noialtri). È plausibile pensare che il nuovo presidente della Fed abbia preso nota e che ne seguirà prontamente l’esempio, come la tradizione vuole.
Immaginate una figura diversa di presidente della Fed, una figura che avesse conosciuto, praticato e creduto nelle parole e nella saggezza di un altro presidente americano di una certa rilevanza – Abramo Lincoln. Nel 1886 Lincoln dichiarò quanto segue: “Il governo dei ricchi sfrutta una nazione in tempi di pace, e cospira contro di essa in tempi di avversità. È più dispotico di un monarca, più insolente di un’autocrazia e più egoista di una burocrazia. Addita come pubblici nemici tutti coloro che mettono in dubbio i suoi metodi o cercano di gettare la luce sui suoi crimini. Io ho due grandi nemici: l’esercito sudista, qui di fronte a me, e i banchieri, dietro di me. Dei due, coloro che mi stanno dietro sono i miei più grandi avversari“.
Benché qualcuno ne contesti l’autenticità, risulta che Lincoln avesse pure affermato: “Vedo, nel futuro, una crisi che si avvicina e che mi inquieta, e mi fa tremare per la sicurezza del mio paese… le corporazioni sono state innalzate al trono della nazione, e seguirà un’era di corruzione che raggiungerà alti livelli, e i magnati del paese tenteranno il possibile per prolungare il loro regno, fomentando pregiudizi tra il popolo fino a che tutta la ricchezza sarà raccolta nelle mani di pochi e la Repubblica sarà abbattuta“. Ora immaginate cosa direbbe Lincoln, oggi, se fosse qui.
Vista la posizione di Lincoln sui banchieri e su tutti i plutocrati del paese, viene da porsi l’ovvia domanda: ha avuto un’influenza? O era forse addirittura la ragione principale che lo portò a prematura morte per mano di John Wilkes Booth? Certo è che i banchieri internazionali avversavano Lincoln, soprattutto dopo che questi riuscì a far passare al Congresso il Legal Tender Act, una legge che autorizzava l’emissione di 18 milioni di dollari “greenback” da parte del Tesoro americano (greenback era un termine americano slang dell’epoca per designare la carta moneta). Lincoln aveva bisogno di questa legge, poiché si era rifiutato di pagare alle banche un tasso di interesse che oscillava tra il 24 e il 36%, su un prestito che gli serviva per finanziare la sua guerra contro il Sud. Con la nuova legge bancaria, Lincoln sarebbe stato in grado di stampare i milioni di dollari che gli servivano, senza il rischio di indebitarsi e di pagare interessi. Ovviamente non è ciò che gli avidi banchieri si aspettavano, dato che possono trarre profitto solo quando riescono a battere cassa da transazioni finanziarie che sono sotto il loro controllo. Poco dopo il termine della guerra, Lincoln venne assassinato, e a breve distanza la legge sul cosiddetto “greenback” venne abrogata, venne fatta passare una nuova legge sulle banche nazionali, e tutto il denaro ritornò ad essere soggetto a prestito.
Come funziona la Federal Reserve
La Federal Reserve è il risultato dell’accordo tra il Congresso e il Presidente con cui viene privatizzato il sistema monetario nazionale e revocato il potere che sarebbe dovuto rimanere esclusivo diritto del governo. La legge era talmente oltraggiosa che la Fed dovette deliberatamente essere rappresentata come una succursale del governo federale, così da nascondere adeguatamente ciò che in realtà era: un cartello bancario di proprietà privata dotato di immenso potere, dove le banche associate (ivi comprese quelle nazionali) spartivano dei grossi profitti, guadagnati grazie al possesso delle più importanti franchigie che solo i governi dovrebbero avere – il diritto di stampare il denaro per qualunque somma, il controllo del suo valore e della sua erogazione. Una franchigia che permette loro di trarre enormi profitti dai prestiti, prestiti fatti al governo stesso, che si ritrova poi a pagare degli interessi su denaro che non avrebbe mai dovuto avere, se si fosse limitato a stampare il suo.
Riflettiamo su ciò che è passato in sordina: un governo che legalizza il diritto di fabbricare denaro falso per ottenerne un guadagno privato. Non è esagerato affermare che questa è la più grande tra tutte le truffe finanziarie, che hanno causato dei danni inestimabili alle persone del tutto inconsapevoli. Ecco in breve come funziona:
La Fed ottenne l’autorità per condurre la politica monetaria nazionale, con la facoltà di controllare il suo valore e la sua offerta. Esistono essenzialmente tre modi in cui può farlo – attraverso operazioni di mercato aperto, con i tassi di sconto applicati alle banche associate, e con una percentuale di riserva obbligatoria sull’attivo bancario che queste devono trattenere anziché dare in prestito.
Il Consiglio di Amministrazione è responsabile della gestione degli sconti e delle riserve obbligatorie, mentre l’FOMC (Federal Open Market Committee – Comitato Federale del Mercato Aperto), è incaricato di seguire le operazioni di mercato aperto quali l’acquisto e la vendita di titoli di stato, come dettaglierò in seguito. Per mezzo di questi strumenti la Fed è in grado di influenzare l’offerta e la domanda di denaro, e dunque controllare direttamente il tasso a breve termine dei fondi federali, che è sempre fisso finché la Fed non desidera alzarlo o abbassarlo. I tassi a lungo termine vengono controllati da potenti operatori isituzionali nel mercato obbligazionario.
La FOMC e Come Funziona
La Federal Open Market Committee è veramente fondamentale nell’intero processo dell’emissione e del ritiro di denaro dal mercato. È composta da 12 membri: sette membri che fanno parte del Consiglio di Amministrazione della Fed, il presidente della Federal Reserve Bank of New York (la più importante tra tutte le banche centrali) e quattro dei rimanenti 11 presidenti delle banche centrali, che rimangono in carica per un anno su base rotazionale. La FOMC tiene 8 incontri annuali regolarmente programmati per fissare le condizioni economiche e decidere quanto aperta o ristretta dovrà essere la politica monetaria per portare avanti il suo obiettivo di crescita economica sostenibile e di stabilità del prezzo.
La FOMC ha letteralmente il potere di creare il denaro dal nulla. È un processo che si sviluppa in quattro fasi:
Fase 1 – La FOMC approva innanzitutto l’acquisto di obbligazioni governative americane sul mercato aperto.
Fase 2 – La Federal Reserve Bank of New York le acquista dai venditori (i mercati finanziari hanno sempre un numero eguale di acquirenti e venditori)
Fase 3 – La Fed paga per i suoi acquisti con dei crediti elettronici alla banca del venditore la quale, in cambio, accredita il conto del venditore. Questi crediti vengono letteralmente creati dal nulla.
Fase 4 – Le banche che ricevono i crediti possono utilizzarli come riserva in modo da essere in grado di prestarne fino a 10 volte più del loro ammontare effettivo (se la loro riserva obbligatoria è del 10%) con il trucchetto (che solo le banche hanno) del sistema bancario a riserva frazionaria e poi, naturalmente, raccoglierne tutti gli interessi. Niente male come affare. Ed è tutto legale. Immaginate quanto potremmo essere ricchi se noi tutti, in qualità di privati, potessimo fare la stessa cosa. Prendere in prestito un milione dalla Fed e come per magia decuplicare la cifra, per poi raccogliere gli interessi sull’ammontare complessivo, meno il 10% che dobbiamo tenere di riserva. Questa è la magia creata del sistema bancario a riserva frazionaria, e fa capire quanto una sollecitazione economica possa essere potente quando la Fed vuole consolidare la crescita economica.
Quando la Fed desidera invece ridimensionare l’economia riducendo la circolazione della moneta, inverte semplicemente il processo sopra descritto. Anziché acquistare obbligazioni, le vende in modo che il denaro esca dal conto bancario dell’acquirente anziché entrarci. Di conseguenza i prestiti bancari devono essere ridotti di dieci volte, se la riserva obbligatoria è del 10%.
Come la Fed Danneggia l’Interesse Pubblico
La Federal Reserve esiste solo per servire gli interessi dei suoi proprietari e delle banche associate, ed è così facendo che danneggia l’interesse pubblico. Ecco perché è un vero e proprio cartello bancario, che riesce a sfruttare appieno il sistema della competizione a puro tornaconto personale, per ottenere più profitti, e facendolo a nostre spese. I soldi passano dalle nostre tasche alle loro, e le persone ci rimettono in almeno quattro modi:
Uno – Attraverso il sistema invisibile del tasso di inflazione, conseguenza della diluizione del potere d’acquisto creato dall’ingresso di nuovo denaro in circolazione che riduce il valore di quello già esistente. La Fed di Greenspan fu particolarmente espansionistica; non fu mai tenuta a rispondere dei suoi eccessi, e riuscì a disfarsi di un grave problema semplicemente passandolo “in consegna” al futuro presidente della Fed e alla futura società. Dal 1982, prima che egli arrivasse nel 1987, fino al 1992, l’offerta di moneta aumentò di una percentuale media dell’8% annuo. Ma dal 1992 al 2002, la zecca fece gli straordinari per lavorare in sincronia con la deregulation e la crescita dei mercati globali, aumentando la valuta di oltre il 12% all’anno. L’incremento fu ancora più estremo, dopo il 9 settembre, e dal 2002 siamo arrivati al 15%. Nel giro di un decennio il denaro è più che raddoppiato. Sembra che il nuovo presidente della Fed se ne sia accorto, e che stia cominciando a ridurre il tasso di espansione della moneta, e nel contempo ad aumentare i fondi della Federal Reserve per raggiungere qualunque valore gli passi per la mente.
Sembra inoltre che anche gli operatori di valuta abbiano preso nota dell’aumento generale nell’offerta di moneta. Tranne che una breve pausa nel 2005, è abbastanza probabile che la debolezza del dollaro dal 2002 ad oggi sia il risultato di una sua eccessiva produzione, determinata da uno spendere sregolato dell’amministrazione Bush per finanziare le sue incessanti guerre, e da spericolati sgravi fiscali a favore dei ricchi. La questione è resa ancora più complicata dal fatto che, dal 1964 fino ad oggi, l’impegno di debito è salito dal 9% al 16,5% del bilancio federale; l’attuale deficit del conto è il risultato di un passaggio da un surplus dell’1% a un deficit quasi del 7%; e l’indebitamento della Federal Reserve è arrivato a un 40%, limitandosi a partire dal 2001, e finanziato in prevalenza grazie alla “gentilezza di stranieri (eserni)” che potrebbero diventare impazienti. In più, dal marzo del 2006, la Fed ha cessato di pubblicare l’aggregato M3 che riporta il valore totale dei dollari che è in circolazione. Venuta meno anche questa trasparenza, i grandi acquirenti delle tesorerie statunitensi devono ora calcolarsi il valore del dollari basandosi sulla speculazione e sull’incertezza anziché su dati solidi – non proprio un bel modo per ispirare fiducia ai mercati finanziari, che funzionano meglio in un’atmosfera di apertura e chiarezza.
Due – La gente è danneggiata anche dal fatto che il cartello bancario è in grado di praticare l’usura – controllando una valuta flessibile e flettendo artificialmente in alto e in basso i tassi su qualunque livello desideri, cosa che molti piccoli prestatori, in un mercato veramente libero e aperto, non possono fare. In aggiunta, il dominio del mercato da parte del cartello obbliga molti prenditori (specialmente quelli più piccoli, meno in grado di crearsi dei loro strumenti di debito) a rivolgersi a loro per ottenere un prestito, che viene fatto usando quello che dovrebbe essere il denaro della gente che loro hanno a disposizione, al costo più basso possibile da molti piccoli prestatori altamente controllati dal governo e in competizione con i clienti.
Tre – Attraverso le tasse, noi dobbiamo pagare per coprire gli interessi di un colossale debito nazionale (ora a più di 8,4 trilioni di dollari) accumulato dal denaro che la Fed ha stampato e prestato al governo. Come accennato prima, si tratta di una cifra annualizzata che ora eccede i due terzi di un trilione di dollari, e cresce ogni giorno. Ha reso ricchi i banchieri, la gente comune più povera, e il pubblico, ignaro, si è fatto ripulire le tasche per bene e per lungo tempo.
Quattro – considerato quanto sopra, si può affermare che il cartello è in grado di usare la gente per salvare il sistema con nuove tasse. Succede ogni volta che delle banche che sono troppo grandi per poter fallire necessitano di aiuto finanziario per poter sopravvivere. Lo stesso vale per grandi società come la Chrysler o la Lockhead, per grandi imprese di investimento o fondi di copertura come il LTCM (Long-Term Capital Management – Fondo Gestione dei Capitali a Lungo Termine) o anche per paesi come il Messico. Succede anche quando una singola banca esce dagli affari e i depositanti devono essere risarciti oppure, in misura ancora maggiore, dopo un crollo finanziario come quello che ha buttato via in un istante molti risparmi e fatto chiudere i battenti a molte fondiarie negli anni ’80. Che si tratti di una singola banca o di varie decine alla volta, le tasse dei cittadini vengono utilizzate per risollevare il sistema o semplicemente per accollarsi un conto salato, ripagando i depositanti assicurati contro le perdite, attraverso un’assicurazione governativa per un valore fisso stipulato per ogni singolo conto.
Come avrebbe reagito Adam Smith alla Federal Reserve
Questa concentrazione di ricchezza e di potere del cartello bancario è l’opposto di quello che Adam Smith, il padre ideologico del capitalismo del libero mercato, perorava nei suoi scritti, inclusa la sua opera madre La Ricchezza delle Nazioni. Smith parlava di una “mano invisibile” che, sosteneva, poteva funzionare egregiamente solo in un mercato con tante piccole imprese che competono localmente l’una contro l’altra. Era risolutamente contrario al mercantilismo concentrato che esisteva ai suoi tempi (quel poco che già esisteva) e che sarebbe stato l’equivalente delle gigantesche corporazioni transnazionali e dei cartelli bancari che hanno il potere di restringere la competizione, di mantenere prezzi elevati, diversamente possibili da ottenere, e che ottengono enormi profitti sulle spalle della spesa pubblica.
Il tipo di cartello bancario che esiste oggi è esattamente ciò che Smith avrebbe condannato. Avere una banca centrale non è di per sé una brutta cosa, ammesso che la banca sia di proprietà del governo, e controllata e gestita dalla previdenza sociale. Il problema sorge quando, attraverso sotterfugi, la banca viene fatta apparire come di proprietà e di gestione del governo ma di fatto esiste a scopo di lucro, esattamente come qualunque altra impresa privata. E negli Stati Uniti, per far funzionare una simile organizzazione, esiste una autorità governativa essenzialmente pubblica che è incaricata di gestire il Sistema, e che si comporta come una ‘shill’ (persona pagata per giocare al rialzo) per i membri del cartello bancario che vogliono fare profitti e che hanno per primi voluto questa autorità, corrompendo il Congresso perché venisse loro concessa. Per funzionare, un cartello deve avere una copertura, che riceve dalla sua partnership con il governo, ma è proprio attraverso questo accordo che danneggia l’interesse pubblico per i suoi guadagni privati.
E questo porta al cuore del problema: che il Congresso eletto per servire la nazione, l’abbia in realtà tradita invece, creando un cartello bancario onnipotente e conferendogli l’autorità di fare riserva frazionaria [Ndt: Frazione sul totale dei depositi che deve essere trattenuta presso una banca centrale] e la possibilità di ottenere denaro gratuitamente, creandolo dal nulla. E permettendo poi, ai suoi membri, di creare un quasi-monopolio proprio per fissare i tassi di interesse che desiderano, e che gravano poi su chi chiede prestiti. L’intero processo costituisce una vera e propria rapina legalmente sancita, perpetrata da banche potenti che lavorano in combutta con il governo per il loro proprio guadagno. Fa anche parte di un più esteso processo governativo organizzato per trasferire la ricchezza dalle tasche dei cittadini a quelle delle larghe corporazioni e dei ricchi, un processo messo in atto mentre coloro che vengono danneggiati rimangono del tutto inconsapevoli di ciò che sta succedendo.
Un Altro Modo in Cui La Federal Reserve Danneggia il Pubblico
La Fed danneggia la ricchezza pubblica anche in un altro modo, e anche in questo caso la gente non ne è al corrente. In teoria la Federal Reserve venne istituita per stabilizzare l’economia, rendere più efficace il flusso degli affari, favorire un ritmo equilibrato di crescita sostenibile e mantenere nel contempo i prezzi stabili e offrire, dunque, un beneficio comune. Quanto è stato svolto bene questo lavoro? Fin dalla sua creazione, nel 1913, e con loro in carica, abbiamo avuto i crack finanziari del 1921 e soprattutto quello più importante e più ricordato, del 1929. Che venne poi seguito dalla Grande Depressione, che durò fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che il famoso economista conservatore Milton Friedman spiegò essere stato causato ed esacerbato dal fatto che la Federal Reserve aveva preso la strana decisione di ridurre l’offerta di denaro in un momento di contrazione economica, anziché aumentarla. Poi abbiamo avuto le recessioni del 1953, 1957, 1969, 1975, 1981, 1990 e del 2001. Abbiamo anche avuto l’inflazione, che è cominciata a partire dagli anni ’60 e che divenne più gravosa negli anni ’70, e più ancora negli anni ’80. E abbiamo anche avuto delle grandi crisi bancarie, sempre negli anni ’80, periodo nel quale molte banche e molte associazioni di credito e risparmio sono fallite come mai registrato prima nella nostra storia. Avvenne immediatamente dopo la deregulation del mercato, quando le banche potevano perseguire i loro propri interessi senza la disattenzione da parte del governo per controllare la loro volontà nell’assumersi gli eccessi di rischio o per cercare di farla franca con delle frodi deliberate.
Assieme a una stabilità economica che la Fed non ha mai offerto, abbiamo anche avuto un crescente debito al consumo; un budget federale record e deficit commerciali; un elevato livello di bancarotte personali e di inadempienze sui prestiti ipotecari; interessi su un debito nazionale sempre in aumento, che costituisce un’alta e crescente percentuale del budget federale; la perdita della nostra base di produzione e quindi di lavori qualificati e altamente retribuiti a vantaggio di paesi con manodopera a basso costo; un’economia in cui il settore terziario rappresenta ormai l’80% dell’intero mercato e che procura soprattutto lavori sottopagati e meno qualificati, con pochi o zero benefici; e un divario sempre più ampio nei salari che continua a colpire i lavoratori delle classi popolari e delle classi medie, a vantaggio dei pochi ricchi e benestanti privilegiati, con un governo che incoraggia questo stato di cose.
Sommiamo tutto e la conclusione è piuttosto chiara. La prima cosa su cui la Federal Reserve ha fallito è anche la prima cosa per cui era stata creata. Ma in realtà è ancora peggio, se comprendiamo i reali motivi del cartello. Non è per servire il pubblico interesse, evidentemente. È per abusarne, perché questo è il principale modo in cui può guadagnare. Ed è in grado di farlo con un potere concentrato, legalmente sancito e con un governo accomodante in combutta in vece di partner o di moderatore. È grazie a un’organizzazione così accogliente e nascosta, che si può farla franca con la più grande truffa delle truffe.
Una Soluzione Necessaria ad un Grande Problema
Dalle informazioni sopra riportate, è chiaro che la Federal Reserve è stata creata in segreto e con l’inganno da una manciata di politici corrotti al servizio dei loro potenti banchieri e dei loro alleati di Wall Street. Lo hanno fatto per frodare un pubblico che nemmeno se ne accorse, che non sapeva realmente che cosa stava succedendo e quanto sarebbe stato infausto per il suo benessere e per il suo interesse. Quelli del congresso e il presidente Wilson (un uomo ben preparato in legge, un tempo esperto avvocato, primo e stimato accademico dell’Università di Princeton) sapeva o avrebbe dovuto sapere che l’atto che lui e gli altri avevano emesso per creare la Fed era una diretta violazione della Costituzione che avevano giurato di difendere. Non lo fecero, infransero la legge, e il pubblico pagò a caro prezzo per il loro crimine da allora fino ai giorni nostri.
Dunque, rimane ancora qualcosa a cui fare ricorso? E il pubblico sarebbe in grado di portarlo a compimento? Esiste una sola soluzione sensata e giusta che permetterebbe di riparare ai danni arrecati a così tante persone e per così lungo tempo – cioé abolire la Federal Reserve, e restituire il potere che ora detiene al governo federale che si occupa della collettività. Strapparlo dalle mani del potente cartello bancario e fare in modo che mai più possa ritornare in suo possesso. Questo è l’unico modo. Il grande poeta tedesco Bertolt Brecht sarebbe stato d’accordo; una volta disse che “è più criminale fondare una banca che rapinarla“.
Liberarsi di questi potenti “cambiavalute” comporterebbe degli enormi benefici per tutti. Permetterebbe di stabilire delle regole prudenti nella creazione del denaro, che minimizzerebbero le nostre tasse che ora sono oltraggiose, e che sono causate dalla presenza di banchieri che manipolano l’offerta di denaro del paese per aumentare i loro profitti. Stabilizzerebbe l’economia e riequilibrerebbe gli estremi nel flusso degli affari, esacerbati da un cartello che lavora per il proprio esclusivo tornaconto e contro il nostro interesse. Diminuirebbe il costo del denaro per i prenditori perché cesserebbe il potere del monopolio che il cartello ora possiede per fissare i tassi che seleziona, portando maggiore competizione nel mercato. Ridurrebbe il sempre più crescente e oppressivo debito nazionale, liberandolo finalmente dalla crescita eccessiva nell’offerta di denaro utilizzata per pagare questo debito. Diminuirebbe anche l’onere fiscale pubblico, perché sarebbero necessarie meno entrate per l’impegno di debito. Rappresenterebbe davvero un grande passo in avanti nella riduzione e, speriamo in un prossimo futuro, nell’eliminazione dello schiacciante potere di tutte queste corporazioni predatrici che ci derubano, così che si possa crescere e prosperare. Potrebbe anche scoraggiare le guerre, che vengono combattute unicamente per ottenere maggiore ricchezza e potere – mai per la gloria, mai per rendere il mondo un posto più sicuro per la democrazia o per altre false ragioni. Senza un cartello bancario corporativo potente e altri giganti dell’industria che si nutrono delle umane miserie che loro stessi creano, non vi sarebbero più ragioni per fare una guerra. Provate a immaginare questo tipo di mondo, con un governo che si occupa veramente della collettività anziché danneggiarla come ora si ritrova a fare, alla mercé del capitale. Questo mondo è possibile, e le persone responsabili devono lavorare per costruirlo, perché quello che ora abbiamo è fallito, e deve essere cambiato prima che sia troppo tardi.
Una Visione del Mondo Creata dagli Interessi del Capitale e del Nostro Governo che l’appoggia
È il mondo brutto e corrotto del capitalismo neoliberale del “libero mercato”, controllato da corporazioni gigantesche; che favorisce i pochi privilegiati, causando grande miseria umana e disperazione; un mondo dispotico che non può durare oltre, né noi dobbiamo permetterlo ancora per molto; un mondo con guerre infinite per il potere e per il profitto; dove le persone sono dei beni di scambio che vengono utilizzate quando serve, e buttate nella spazzatura quando non sono più utili; senza riguardo per preservare un ecosistema che sia in grado di sostenerci e che ci sosterrà ancora per poco, perché lo stiamo distruggendo assieme a noi per puro profitto; dove i fabbisogni umani essenziali non contano in questo modello economico che dà importanza esclusivamente al guadagno; dove la democrazia è incompatibile con questo capitalismo predatore; un mondo in cui nessuno dovrebbe desiderare vivere, né esserci obbligato; un mondo in cui o si cambia, o tutti periremo. Nel linguaggio del capitale, siamo arrivati all’utile d’esercizio. Solo un movimento di massa, con gente realmente partecipe, può cambiare questo stato di cose. Deve farlo, o dovremo farlo tutti noi.
Se non riusciremo ad allontanarci da questo modello economico mancato e raggiungere un’alternativa valida, questo modello cadrà su se stesso, in un modo o nell’altro. Ma potrebbe essere un epilogo poco piacevole – la sua autodistruzione, che trascina tutto dietro con se, con un olocausto nucleare o con un ambiente talmente inospitale che non permetterà a nessuno di noi di viverci dentro. La nostra unica speranza è agire e cambiare finché siamo ancora in tempo.
Visione di un Mondo Diverso
La storia dimostra che un mondo migliore è possibile, quando tutti si impegnano e lavorano duramente per ottenerlo. È così che la schiavitù cessò d’esistere; i lavoratori ottennero il diritto ad organizzarsi e a trattare collettivamente; le donne hanno guadagnato il diritto di suffragio al pari degli uomini, sono padrone del loro corpo, e si sono ottenuti più diritti e condizioni più favorevoli nel lavoro; i neri e le altre minoranze hanno conquistato importanti diritti civili; e i politici, una volta, approvavano delle importanti leggi sociali, non fosse altro per la paura di quello che sarebbe potuto loro succedere se non l’avessero fatto.
Thomas Jefferson disse che “Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza“. È anche il prezzo per salvaguardare i diritti sociali acquisiti con grande fatica. Nelle generazioni passate queste conquiste sono state erose, mentre non prestavamo la giusta attenzione, e solo un movimento di massa permetterà di riconquistare questi diritti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di un mondo fatto di premure e di condivisioni; dove la vita delle persone migliora, perché tutti lavoriamo per questo; un mondo di pace e non carico di guerre senza fine per l’esclusivo beneficio dei ricchi e dei potenti, a nostre spese; dove tutte le esigenze umane primarie vengono soddisfatte, perché i governi si adoperano per ottenere un bene comune e mantenerlo; con una democrazia davvero partecipatoria, dove il pubblico e i funzionari eletti collaborano assieme per rimanere forti; senza nessuna corporazione gigante e oppressiva, senza cartelli bancari, perché la legge non ne permetterebbe la creazione; dove la cura e la preservazione dell’ambiente sono un pilastro centrale; dove l’aria, l’acqua e il suolo non sono inquinati e il cibo è genuino e non è dannoso per la salute; un mondo molto più semplice, basato più sulle realtà locali rispetto ad oggi, dove parole come globalizzazione non sono nemmeno presenti nei vocabolari; un mondo basato sull’equità e sulla giustizia sociale, con dei governi e delle forze dell’ordine e dei tribunali che assicurino questa equità; un mondo dove tutti vogliamo vivere, sperando che un giorno ci sarà; un mondo che vorremo passare alle generazioni future; un mondo che non possiamo permetterci di non avere, perché l’alternativa potrebbe essere nessun mondo.
Ora probabilmente ci troviamo in una linea spartiacque dove il nostro destino è sospeso tra le due parti. Possiamo decidere di collaborare tutti assieme per un mondo migliore e più sostenibile, oppure diventare la prima specie che si sia mai distrutta da sola. Se ciò succede, porteremo con noi molti altri e ci lasceremo dietro ben poco per i pochi resistenti che rimarranno. Non possiamo più permetterci il lusso di dibattere su quale sarà il mondo nel quale dovremo sopravvivere. Non saranno le banche e le corporazioni gigantesche ad offrircelo, questo mondo, né un governo ostile e alleato con loro. Dipenderà da noi crearlo, e probabilmente perire se falliremo in questo scopo. Un buon inizio potrebbe consistere nel cacciare via i “cambiavalute” della Federal Reserve fuori dal tempio, assieme alle loro corporazioni giganti. Un mondo migliore è possibile solo se ci ricordiamo e viviamo secondo le parole ispirate dal politico teorico Antonio Gramsci sull’ “ottimismo della volontà“. Con questo ottimismo, i gruppi organizzati possono trovare un modo per combattere il denaro organizzato.
Stephen Lendman vive a Chicago e può essere contattato a questo indirizzo e-mail: [email protected]
Stephen Lendman
Fonte: http://sjlendman.blogspot.com
Link: http://sjlendman.blogspot.com/2006/06/dirty-secrets-of-temple.html
29.06.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RUGGERO ORLANDI