GLI ARTICOLI DI GHALI HASSAN

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Ghali Hassan è un Research Scholar al Centro Educativo di Scienza e Matematica dell’Università di Curtin (Perth, Australia Occidentale).

Scrive i suoi articoli per siti come Global Research e Online Journal.

Con una vasta conoscenza ed il suo stile inconfondibile, da cui traspare una profonda umanità, Ghali Hassan si è occupato degli scenari di guerra dall’Iraq alla Palestina, dai Balcani alla Papua Occidentale.

ComeDonChisciotte segue costantemente gli articoli di questo grande giornalista, raccolti in questa pagina.

IRAQ

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RIMESCOLANDO LE CARTE IN IRAQ

Il recente insediamento di un governo fantoccio in Iraq sotto l’Occupazione statunitense prova che il ruolo messianico del “diffondere la democrazia” è in rovina. La fraudolenta “legge” elettorale imposta dall’Occupazione, e il fatto che gli Stati Uniti siano dipendenti dalla violenza per proteggere i propri interessi imperialistici ed aziendali a spese della popolazione irachena, offre una prova schiacciante contro l’agenda imperialista degli Usa in Iraq.

E questo contrariamente al mito recitato e promosso dalle cosiddette “Destre” e “Sinistre” occidentali, oltre che dai media mainstream, per cui “gli Stati Uniti hanno fallito [in Iraq] a causa di “poca pianificazione” ed “incompetenza”. Infatti, la “Sinistra” sta sostenendo che l’invasione e la distruzione dell’Iraq “finirà con avere anche delle conseguenza positive”. Ovviamente, la “Sinistra” non fornisce alcuna prova per la propria farsa.
(CONTINUA)

IRAQ: OCCUPAZIONE E SETTARISMO

All’inizio dell’Occupazione era chiaro che gli Stati Uniti avrebbero dominato in Iraq frantumando la nazione in mini-stati e regioni e dividendo la popolazione irachena sulla base delle differenze etniche e di appartenenza. La violenza fra iracheni orchestrata dalle forze di occupazione è servita per fornire un pretesto al fine di giustificare tale occupazione e deviare la rabbia della popolazione dalla brutalità e dalla violenza dell’invasione occidentale.
(CONTINUA)

LA RESISTENZA DEGLI IRACHENI ALLA GUERRA CIVILE

L’attuale campagna di distorsione e disinformazione perpetrata dai giornalisti occidentali e dagli “esperti” dei media, secondo i quali gli Iracheni “vengono assassinati solo a causa della loro identità religiosa” è una menzogna. L’Iraq non è una società settaria. La violenza in Iraq è un massacro criminale generato dagli Stati Uniti e istigato da differenti gruppi di milizie create, finanziate ed armate dagli Stati Uniti e dai loro alleati. L’obbiettivo è giustificare l’Occupazione in corso, e distogliere l’attenzione dai violenti crimini statunitensi in Iraq.
(CONTINUA)

RICORDANDO SREBRENICA, PENSANDO A FALLUJAH

Parlando alla cerimonia per commemorare il “massacro” di Srebrenica, il segretario agli esteri inglese, Jack Straw, ha detto; fu “una vergogna per la comunità internazionale che questo male abbia avuto luogo sotto i nostri nasi. Ho dei rimorsi particolari per questo, sono profondamente dispiaciuto”. E’ stata un’affermazione molto ingannevole in quanto Mr Straw è ben conscio che “questo male abbia avuto luogo” nuovamente dieci anni dopo, con la piena complicità del suo governo nel massacro della gente di Fallujah e nella distruzione della loro precedentemente vivace città. Come il “massacro” di Srebrenica, il massacro di Fallujah è stato un crimine di guerra premeditato in violazione della Convenzione di Ginevra, del War Crimes Act statunitense e della carta delle Nazioni Unite.
(CONTINUA)

GENOCIDIO NORMALIZZANTE

Fino ad ora, più di 2000 militari Statunitensi sono stati uccisi dal marzo 2003, inizio della guerra illegale e non provocata contro l’Iraq. Se ne è tenuto meticolosamente il conto e lo si è pubblicato in ogni enunciazione dei media Occidentali. È stato fatto questo per le centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini Iracheni, che innocenti sono stati massacrati senza necessità dalla combinazione di sanzioni e guerra degli USA e della Gran Bretagna? Si tratta di un deliberato genocidio! Fatta eccezione per la guerra contro la ex Repubblica di Yugoslavia (Serbia), una nazione ortodossa, le guerre di aggressione Statunitensi in buona sostanza sono state scatenate contro popoli di colore privi di difese. Ramsey Clark, ex procuratore generale degli USA durante l’amministrazione Carter, ha scritto: “Quelli sono i poveri del pianeta, e vengono resi ancora più poveri, dominati e sfruttati dalla politica estera degli USA e dei suoi ricchi alleati, che hanno progettato il dominio, lo sfruttamento e la selezione etnica”.
(CONTINUA)

IL PROCESSO SHOW DEL SECOLO

Il processo a Saddam è una messinscena. È uno show hollywoodiano per deviare l’attenzione dalla distruzione dell’Iraq e dai massicci crimini di guerra commessi contro il popolo iracheno. Il “tribunale” è illegale come l’invasione e non ha legittimità nell’Iraq occupato. Il “processo” del presidente Saddam Hussein, di fronte ad una Corte Kangaroo orchestrata dagli Stati Uniti, è salutato come il “processo del secolo”.
(CONTINUA)

COME GLI USA SOPPRIMONO I DIRITTI DELLE DONNE

Prima dell’arrivo delle truppe statunitensi, le donne irachene erano libere di andare dove volevano e di portare i vestiti che loro piacevano. La costituzione irachena del 1970 diede alla donna irachena uguaglianza e libertà senza paragoni nel mondo musulmano. A partire dall’invasione statunitense i diritti delle donne irachene sono scesi ai livelli più bassi nella storia dell’Iraq. Mentre aumenta il bagno di sangue quotidiano, con la nuova costituzione creata dagli USA le donne saranno oppresse nei loro diritti ed il loro ruolo nella società irachena ridotto e relegato a quello di badanti di “bambini ed anziani”.
(CONTINUA)

CONDIZIONI DI VITA IN IRAQ: UNA TRAGEDIA CRIMINALE

La Storia riconoscerà che la politica criminale degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e l’illegale invasione dell’Iraq hanno portato alla tragedia in corso del popolo iracheno. In aggiunta, la storia dovrà riconoscere che il popolo iracheno, da solo, ha resistito alle sanzioni da genocidio e all’occupazione anglo-americana del loro paese.
(CONTINUA)

LA LOBBY ISRAELIANA

GLI INTERESSI DEGLI ISRAELIANI COINCIDONO CON QUELLI DEGLI STATUNITENSI?

Tre anni fa un bulldozer dell’esercito israeliano – prodotto e finanziato dagli Stati Uniti – ha investito ed ucciso Rachel Corrie. La studentessa ventitreenne dello stato di Washington si trovava in Palestina per cercare di proteggere i palestinesi indifesi dal terrorismo esercitato quotidianamente dagli Israeliani. L’orribile morte di Rachel fu deliberatamente celata ed il suo nome venne calunniato per “proteggere gli interessi degli Israeliani”. Perché il sacrificio degli Stati Uniti costa così tanto in cambio di così poco?
(CONTINUA)

PROTEGGERE ISRAELE: IL METODO CHOMSKY

“Nel 1953, dopo la fondazione di Israele] passai diversi mesi molto felici lavorando in un Kibbutz, e per alcuni anni pensai davvero di ritornare definitivamente. Alcuni dei miei amici più intimi, incluso quelli che, durante gli anni, avevano avuto un’influenza significativa sull’idea che mi ero fatto, vivono ancora oggi nei Kibbuz o in altri posti in Israele. Con loro mantengo dei rapporti molto buoni, assolutamente al di là da ogni giudizio o posizione politica” — Noam Chomsky
(CONTINUA)

PALESTINA

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TORTURA: ISRAELE NEGA

“Dopo che i soldati ti hanno ordinato di tornare a casa, improvvisamente uno spaventoso cane della Oketz, speciale unità di cani addestrati dall’IDF (Forze d’Occupazione isrealiane), entra nel tuo appartamento, afferra il tuo bambino, seduto sul letto sotto shock, gli morde gravemente la gamba e lo trascina giù per i 20 scalini che separano l’appartamento del secondo piano dalla strada”. — Gideon Levy, Ha’aretz, 15 dicembre 2005.
(CONTINUA)

IRAN

“DIPLOMAZIA”, CORTINA FUMOGENA PER LA BRUTALITA’

Aprite un qualunque quotidiano occidentale e sarete colpiti dall’abbondante uso della parola “diplomazia”. E’ la seconda parola più usata dopo “democrazia”. Comunque, attente analisi dimostrano che la versione statunitense della diplomazia è diventata la cortina fumogena preferita delle guerre d’aggressione statunitensi. L’Iraq e l’Iran sono i casi migliori.
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PAPUA OCCIDENTALE

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L’URLO PER LA LIBERTA’ DELLA PAPUA OCCIDENTALE

I senatore Peter Costello, tesoriere federale australiano, ha recentemente detto alla ABC Radio: “La Papua Occidentale è sempre stata parte dell’Indonesia. Da quando l’Indonesia è esistita come paese indipendente, la Papua Occidentale è sempre stata parte dell’Indonesia, laddove, ovviamente, Timor Est non lo era”. Ovviamente, ciò è completamente falso e fuorviante. Il governo australiano si nutre infatti di bugie e della distorsione dei fatti.
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NEW ORLEANS

“PULIZIA ETNICA” A NEW ORLEANS

Abbiamo finalmente ripulito New Orleans dagli alloggi pubblici. Noi non potevamo farlo, ma Dio sì, Richard Baker (Repubblicano – Los Angeles), 9 settembre 2005

In questi giorni i media parlano a malapena di New Orleans, la città in cui l’uragano Katrina ha colpito nel settembre 2005. La mancanza di informazioni su New Orleans è un’omissione deliberata, mentre la città e la popolazione continuano a soffrire. L’uragano Katrina è servito da precursore per “pulire” la città e la sua popolazione afro-americana, e creare una risorsa per turisti e Statunitensi ricchi. Lo scopo è imborghesire New Orleans e negare alla sua popolazione nera e povera il ‘diritto al ritorno’ alla propria città.

La “ricostruzione” di New Orleans è divenuta un eufemismo per la distruzione della tradizione culturale e storica della città. I principali promotori e agenti immobiliari si stanno approfittando del nuovo sviluppo della città a spese della popolazione a basso reddito di New Orleans. Nell’attuale ambiente politico, gli sviluppi economici sembrano essere guidati da una visione estremamente ridotta capace di rispondere solo alle grandi aziende ad al turismo.
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