GLI AFFARI DELL'INDUSTRIA DELLE ARMI CON I VIDEOGIOCHI VIOLENTI

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DI BARRY MEIER E ANDREW MARTIN
nytimes.com

Armi vere e virtuali coltivano un marketing collegato

Mentre la Electronic Arts (1) lo scorso ottobre si preparava a lanciare sul mercato Medal of Honor Warfighter, l’ ultima versione del suo videogioco più venduto, ha creato un sito internet dove promuoveva la produzione di pistole, coltelli, ed equipaggiamenti da guerra rappresentati nel gioco.

Sul sito (2), tra i partner del colosso dei videogiochi, c’ era il gruppo McMillan, produttore di fucili di precisione ad alto potenziale, e la Magpul, che vende caricatori ad alta capacità ed altra attrezzatura per armi d’ assalto.

I link al sito di Medal of Honor permettevano al visitatore di entrare nei siti dei partner del gioco e di sfogliare i loro cataloghi.

“Era quasi come uno showroom di armi virtuale”, ha detto Ryan Smith, collaboratore della Gameological Society(3), una rivista online di videogiochi. Dopo che Mr. Smith ed altri appassionati di videogiochi hanno criticato il sito, la Electronic Arts ha disabilitato i collegamenti e ha detto che non ne era consapevole.

L’ industria dei videogiochi è stata coinvolta la settimana scorsa nel dibattito nazionale sulla violenza con armi da fuoco(4) quando la National Rifle Association(5) ha accusato i produttori di giochi e film violenti di aver aiutato l’ istigazione delle stragi di massa come quella recente in una scuola di Newtown, Connecticut, con 20 bambini e 6 adulti morti.

Mentre gli studi non hanno trovato legami tra videogiochi e atti di violenza con armi da fuoco, il caso di Medal of Honor Warfighter mostra come l’ industria delle armi e quella dei videogiochi hanno tranquillamente forgiato un rapporto vantaggioso e reciproco di marketing.

Molti dei produttori di armi e relativi equipaggiamenti sono finanziatori dell’ NRA. McMillan, ad esempio, è un sostenitore dell’ associazione, e Magpul ha recentemente unito le forze con l’ associazione con un prodotto omaggio presente su Facebook. Il gruppo comprende anche Glock, Remington e Browning come sponsor.

Esperti di marketing dicono che i produttori di armi da fuoco ed attrezzature hanno visto nei videogiochi una via per promuovere i loro articoli a milioni di potenziali clienti. Magpul ed Electronic Arts hanno pubblicato un video su Youtube (6) sulla loro collaborazione.

“È un modo per aiutare la percezione del marchio”, ha detto Stacy Jones, presidente del Hollywood Branded, una compagnia specializzata nell’ inserire prodotti nei vari film e spettacoli televisivi.

Il fucile d’ assalto della Bushmaster Firearms ha una lista di crediti che ogni attore invidierebbe, tra cui l’ apparizione in Call of Duty Modern Warfare 2, un episodio della popolare serie della Activion.

L’ omicida del Connecticut, Adam Lanza, ha usato un fucile della Bushmaster che è parte del Freedom Group.

La novità nella franchigia di Call of Duty, Black Ops 2, comprende modelli di armi prodotte da Barret and Browning. Un altro gioco molto popolare venduto dalla Electronic Arts, Battlefield 3, raffigura pistole e fucili d’ assalto simili a quelli prodotti da Colt, Heckler & Koch, Glock e Beretta.

L’ esercito americano stesso usa Call of Duty ed altri videogiochi per reclutare ed addestrare i soldati. (7)

Una portavoce della Activision ha detto che non poteva dare una risposta per via del periodo di vacanza. Diverse altre compagnie tra cui McMillan, Magpul, Browning and Barret non hanno risposto a telefonate e email. Non ha risposto neanche la National Rifle Association. Non è stato trovato un portavoce della Glock per un commento.

In una dichiarazione, la Electronic Arts ha detto che i produttori di videogiochi, come quelli dei film, “frequentemente permettono le immagini di persone, squadre sportive, edifici, macchine ed equipaggiamenti militari”. La compagnia ha aggiunto che non ha ricevuto pagamenti per l’ uso dei marchi in Medal of Honor.

Un portavoce del Freedom Group, Ted Novin, ha scritto in un’ email che la Bushmaster “non ha ricevuto nessun pagamento e nemmeno ha pagato per piazzare i suoi prodotti in Call of Duty”.

“L’ industria dei giochi e dell’ intrattenimento usa di frequente le immagini dei nostri prodotti senza il nostro permesso”, ha aggiunto nell’ email. Ma non ha risposto quando abbiamo chiesto se l’ Activision ha ricevuto il permesso del Freedom Group di riprodurre i suoi prodotti in Call of Duty.

Il Freedom Group è di proprietà di Cerberus Capital. Dopo la sparatoria nella scuola del Connecticut, Cerberus ha detto che sta cercando un compratore per il Freedom Group.

Molti giocatori di shooting games come Medal of Honor e Call of Duty dicono di divertirsi nella violenza simulata e di usare virtualmente armi da fuoco anche se non hanno mai toccato una pistola vera. Ma tra i videogiocatori ed appassionati di armi c’è un po’ di disagio nel legame sempre più stretto tra i videogiochi e i produttori di armi.

Alcuni anni fa, quando la Scorpion, venditrice di pistole semi-automatiche, sponsorizzò i suoi prodotti in alcuni giochi, l’ editore di the Firearm Blog (8), che segue gli sviluppi dell’ industria, espresse la sua sorpresa.

Steve Johnson, l’ editore, scrisse: “Credo che molte aziende vogliano prendere le distanze dai giochi violenti”.

Negli ultimi dieci anni, la pistola della Glock è diventata così popolare nei film come nelle show televisivi che l’ azienda austriaca ha ricevuto il premio alla carriera del 2010 da Brandchannel (9), un sito di product marketing.

Rivenditori di videogiochi come Activision e Electronic Arts combattono tra loro per creare il gioco più realistico, ha detto Laura Parker, redattore associato per Gamespot Australia (10), un sito di videogiochi.

“Credono che l’ uso di brand reali – siano vestiti, equipaggiamenti tattici o armi – sia un modo garantire che giochi come Call of Duty e Medal of Honor siano più verosimili possibile,” ci ha scritto tramite email Ms. Parker.

Alcuni creatori di videogiochi usano immagini di armi che sono appena modificate oppure cambiano il nome per non andare incontro a problemi legali.

Ma molti progettatori e rivenditori di videogiochi, data l’ enorme quantità di soldi investita, cercano autorizzazioni esplicite e licenze dei produttori, così ci ha detto Matthew Syrkin, avvocato presso lo studio Hughes, Hubbard & Reed che rappresenta diverse compagnie dell’ industria dei videogiochi.

“C’ è un rischio materiale nel mettere qualsiasi cosa dentro un videogico senza avere la licenza,” ha detto Mr. Syrkin, ed ha aggiunto che questi accordi proteggono anche i manifatturieri dal vedere i loro prodotti rappresentati in maniera poco lusinghiera o illegale.

Con la sparatoria nel Connecticut non è la prima volta che i videogiochi violenti vengono incolpati di causare violenza, anche omicidi di massa. Una protesta simile avvenne dopo la sparatoria da parte di due ragazzi alla Columbine High School in Colorado del 1999, i ragazzi giocavano a Doom, un videogioco molto famoso al tempo.

L’ anno scorso il norvegese che ha ucciso 77 persone ha poi detto di aver affinato la sua abilità nel sparare giocando molte ore a Call of Duty.

Nel caso del recente sito di Medal of Honor Warfighter, che sponsorizza i suoi partner, un portavoce della Electronic Arts ha detto che farà qualcosa non appena ha scoperto che i giocatori potevano entrare con un click nei siti dei partner.

“Credevamo fosse inadeguato ed abbiamo tolto i collegamenti”, ha detto in una email jeff Brown, portavoce di Electronic Arts.

Ma Mr. Smith, l’ appassionato di videogiochi, ci ha detto che la compagnia non è andata oltre. Smith ha detto che i link non ci sono più, ma i visitatori del sito possono sempre cercare una pistola e “prendere le misure per comprarne una”.

“Personalmente credo non ci debbano essere armi vere nei giochi,” ha detto. “È sbagliato collegare cose che puoi fare in un gioco con oggetti di morte che puoi usare nella vita reale.”

Barry Meier & Andrew Martin
Fonte: http://www.nytimes.com
Link: http://www.nytimes.com/2012/12/25/business/real-and-virtual-firearms-nurture-marketing-link.html?pagewanted=1&_r=2&adxnnl=1&adxnnlx=1356613347-qRw1EgfJ9LK2zNKsJ6YIlQ
24.12.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO

NOTE:

1) http://topics.nytimes.com/top/news/business/companies/electronic_arts_inc/index.html?inline=nyt-org

2) http://www.medalofhonor.com/partners

3) http://gameological.com/

4) http://artsbeat.blogs.nytimes.com/2012/12/24/game-theory-a-year-when-real-world-violence-crept-into-play/?ref=arts

5) http://topics.nytimes.com/top/reference/timestopics/organizations/n/national_rifle_association/index.html?inline=nyt-org

6) http://www.youtube.com/watch?v=hI1kWDV6K68

7) http://www.nytimes.com/2011/05/02/technology/02wargames.html?pagewanted=all

8) http://www.thefirearmblog.com/blog/

9) http://www.brandchannel.com/home/

10) http://www.gamespot.com/features/ea-guns-and-the-dangers-of-brand-identity-6391777/

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