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La Redazione

 

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GLI AEREI TELEGUIDATI USA HANNO UN RECORD QUASI PERFETTO DI FALLIMENTI

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A cura di Davide
Il 22 Gennaio 2006
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DI TED RALL

Il tredici Gennaio, nel buio delle ore che precedono l’alba, vicino al confine Afgano-Pakistano, il ronzio di un aereo robot, comandato a distanza e senza equipaggio, rompe il silenzio. Mezzo mondo e 12 fusi orari e mezzo più in là, qualcuno al sesto piano del quartiere generale della CIA inserisce un comando cifrato nel computer. Il messaggio digitato attraversa i circuiti dell’edificio e trasmesso nell’etere, rimbalza per mezzo degli apparati di aeroplani e satelliti, prima di raggiungere l’aeromobile RQ-1 Predator, che si sta librando sulla regione Bajaur nelle Aree amministrate della federazione tribale del Pakistan (FATA). Quattro missili AGM-114N Hellfire II, ciascuno dei quali acquistato dai contribuenti americani dalla Lockheed Martin al costo di $45,000, sfrecciano verso il piccolo villaggio di Damadola, cinque miglia all’interno del Pakistan. I quattro missili (ognuno con un carico di esplosivo sufficiente a far fuori un veicolo blindato) si schiantano su tre case di gioielleri del posto a 950 miglia all’ora, quasi il doppio della velocità di crociera di un jet passeggeri. “Le case sono state rase al suolo”, riferisce un vicino, un membro del Parlamento Pakistano. “Non è rimasto niente. Pezzi di missili sono sparsi tutto intorno. Ogni cosa si è annerita nel raggio di circa 100 metri”

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L’obiettivo di quest’ultimo tentativo di omicidio per mezzo di un lancio di missile, Ayman al-Zawahiri secondo in comando di Al Qaeda, non era lì. Minimo 22 innocenti civili, incluse cinque donne e cinque bambini, sono stati uccisi. “ “Hanno agito sulla base di informazioni errate” , ha detto riguardo gli Americani un ufficiale Pakistano.

La ricaduta politica è devastante. I capitribù del FATA, ancora arrabbiati per la militarizzazione di una regione autonoma che le truppe regolari dell’esercito pakistano prima hanno invaso nel 2004, stanno minacciando una sollevazione generale. Quando decine di migliaia di persone hanno intonato: “Morte all’America” alle marce di protesta tenutesi in varie parti del Pakistan, il regime del dittatore fantoccio, []posto e manovrato n.d.r.] dagli Stati Uniti, il Generale Pervez Musharraf—indebolito dal fallimento dell’Occidente nel fornire aiuti dopo il terremoto in Kashmir—è stato spinto sull’orlo del collasso. Dopo Musharraf: la prima Guerra civile in una potenza nucleare.

Questo è stato solo l’ultimo, in ordine di tempo, degli attacchi statunitensi eseguiti male e finiti con un pasticcio. Otto giorni prima, un altro tentativo di uccidere al-Zawahiri era fallito, quando un missile aveva centrato una abitazione nell’area Saidgi, sempre nella FATA, basata su un altro rapporto inesatto. Otto civili innocenti sono morti.

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Se follia è ripetere la stessa azione in attesa di risultati differenti, gli omicidi del joystick della cricca di Langley sono cose da pazzi. Quanti altri devono morire prima che costoro capiscano che questi raid aerei sono tutto fuorché precisi?

Al risveglio dell’11 Settembre il Pentagono perse la testa per questi veicoli aerei senza equipaggio, teleguidati. “Questi sistemi stazionano sui cattivi ragazzi, li tengono d’occhio in continuazione, non danno loro mai tregua,” ha detto Dyke Weatherington, capo dell’ UNMANNED AERIAL VEHICLE (UAV) dell’ufficio di Donald Rumsfeld nel 2002. “L’altro aspetto è che noi stiamo agendo senza mettere a rischio i nostri uomini” . Ma la storia confuta le rassicurazioni di Rumsfeld, secondo cui il programma Predator-Hellfire ha un “record dannatamente buono.”

Il 4 Febbraio 2002 un Predator, con un missile Hellfire, fece saltare in aria tre uomini, compreso uno soprannominato “lo spilungone”, il quale era stato scambiato da alcuni agenti della CIA per il 6’5″ Osama bin Laden ( 6’ 5’’ si riferisce all’altezza di Bin Laden 195 cm circa ndr) vicino a Zhawar Kili, nella provincia Paktia in Afghanistan. “Le persone, che hanno la responsabilità di fare queste valutazioni, emisero il giudizio che si trattasse di appartenenti ad Al Qaeda,” disse Rumsfeld. Non lo erano. Le vittime erano, invece, dei civili estremamente poveri, le quali raccoglievano schegge di metallo dei missili esplosi da rivendere, per procurarsi del cibo. Gli Stati Uniti non hanno chiesto scusa.

Il 6 maggio 2002 un Predator sparò un missile contro un convoglio di macchine nella provincia di Kunar, nel tentativo di uccidere un signore della guerra afgano, Gulbuddin Hektmatyar, poiché egli si opponeva al governatore fantoccio Hamid Karzai. Hekmatyar non era lì. Almeno 10 civili furono fatti a pezzi. Hektmatyar, comprensibilmente turbato, ha da allora dichiarato se stesso e la sua milizia nostro mortale nemico. Neanche lì furono date scuse.

E ora il massacro in Pakistan.

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Le disgrazie sono inevitabili, si devono ai limiti di progettazione del Predator. La risoluzione di immagine è troppo sfocata per distinguere alcunché si trovi a 10.000 piedi di distanza. Se l’aeromobile volasse ad una altezza inferiore, si esporrebbe al fuoco della contraerea. Gli omicidi effettuati dagli aerei senza equipaggio sembrano condannati al fallimento: su migliaia di sortite, il Dipartimento della Difesa può vantare un unico successo, l’uccisione, eseguita dall’Hellfire, del presunto “uomo numero cinque” di Al Qaeda. Ma non è solo una questione di aerei telecomandati. I tentativi di eliminazione attraverso bombardamenti aerei, effettuati da piloti in carne ed ossa, non sono riusciti meglio.

Ronald Reagan ordinò un raid aereo sulla casa del leader libico Moammar Gheddafi a Tripoli. Gheddafi sopravvisse, ma sua figlia e altri 37 rimasero uccisi nell’attacco.
Nel 1998 Bill Clinton ordinò che fossero lanciati dei missili Tomahawk cruise sul campo di addestramento di Osama bin Laden in Afghanistan e su di un impianto di produzione di farmaci in Sudan. Bin Laden non era lì, ma dozzine di altri morirono; l’impianto sudanese risultò essere una innocua fabbrica di aspirine.
All’inizio dell’invasione dell’Iraq nel 2003, George W. Bush ordinò che fossero sparati 40 missili cruise su un ristorante a Baghdad, dove si riteneva che Saddam Hussein stesse cenando. Egli non era lì. Nessun ufficiale Baathista morì. Quattordici membri di due famiglie cristiane, di cui la maggior parte costituita da donne e bambini, perirono.

Incompetenza e poca intelligenza non sono una nostra esclusiva. Per quanto sanguinoso, l’attacco dell’11 Settembre mancò di poco il risultato dei suoi ideatori.
Decine di migliaia di persone sarebbero dovute morire al World Trade Center, se i dirottatori avessero saputo che a New York si comincia a lavorare alle 9 di mattina. E quand’anche uno dei due aerei diretti a Washington avesse colpito la Casa Bianca, Bush (sarebbe rimasto illeso, in quanto) era in Florida a quell’ora.

Uccidere attraverso bombardamenti aerei, siano essi effettuati da piloti, dirottatori o aerei teleguidati, è un concetto che parte da un presupposto insensato, equivale al tentativo di eliminare una formica con un bazooka: l’esecuzione è facile a proporsi, ma veramente difficile da portare a termine, senza anche uccidere civili.
L’intelligence è fallace, i sistemi di guida vengono meno, l’immagine è confusa. Quando l’obiettivo del raid è sul luogo, le bombe piccole non possono assicurare il successo e le bombe potenti comportano “danni collaterali”. La tecnologia non ha cambiato tutto. Non si può sapere cosa stia succedendo sul terreno dall’alto.

Le nazioni sviluppate dovrebbero insieme decidere di rinunciare e mettere fuori legge questi maldestri e osceni tentativi di assassinio aerei; i quali veicolano il terrificante messaggio che uccidere civili è accettabile nel perseguimento della giustizia.

Ma se la comunità internazionale non riesce ad andare così lontano, può almeno bandire l’uso di veicoli senza equipaggio come il Predator. Uccidere per errore è già abbastanza orribile quando è un essere umano ad esserne il responsabile.

Ted Rall
Fonte: www.commondreams
Link: http://www.commondreams.org/views06/0118-32.htm
18.01.06

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLA B.

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