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La Redazione

 

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GAZA: LA FAME PRIMA DELLA TEMPESTA

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A cura di Das schloss
Il 26 Dicembre 2008
57 Views

DI SAMEH A. HABEEB
Electronic Intifada

Gaza – I politici israeliani, in questo periodo che precede le elezioni, stanno promettendo, come vuole la politica israeliana, di sferrare un duro colpo contro Gaza. Eppure, ogni famiglia di Gaza è già sotto assedio. A Gaza si possono trovare soltanto visi frustrati, arrabbiati e pallidi. Se fate visita alla mia casa non troverete energia elettrica, mentre il mio vicino non ha più gas. Un altro vicino è in cerca di acqua potabile, dato che le mancanze di elettricità lo hanno lasciato senz’acqua per quattro giorni. Un terzo vicino cerca disperatamente latte per suo figlio, ma invano. Un altro amico che vive all’angolo ha bisogno di medicine che attualmente non si trovano a Gaza.

Non c’è carenza di storie simili a Gaza, anche se c’è carenza praticamente di ogni altra cosa. Forse trasmettere queste storie metterebbe sotto pressione i leader israeliani perché fermino l’assedio. Perché ciò che sta accadendo è che l’intera popolazione di Gaza, un milione e mezzo di persone densamente concentrate in una piccola area, viene punita per il lancio contro Israele di rudimentali razzi da parte di pochi.

Accanto al titolo: File ad un forno a Gaza, dove il pane è diventato scarso.

A seguire: “La tregua di Israele, 49 morti tra cui due anziani e sette bambini”.Shaher Mazen, 25 anni, ha una laurea in scienze politiche ma lavora come tassista per mettere a tavola del pane per la sua famiglia. Ho parlato con lui mentre mi dirigevo da alcuni forni di Gaza per raccogliere la notizia di quanto accadeva lì. Shaher era frustrato a causa dell’assedio e furioso verso i due governi palestinesi rivali, che considera deboli nei confronti di Israele.

Mazen ha detto: “Siamo sotto una campagna mediatica organizzata da Israele. Veniamo affamati e puniti ingiustamente da Israele. Il mondo pensa che siamo noi ad assediare Israele, non il contrario. Israele sta montando la questione del lancio di razzi per assediarci sempre di più”.

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Il panificio Al-Shanty a Gaza City è uno dei maggiori della striscia e fornisce pane a decine di migliaia di persone. Ieri centinaia di persone si sono radunate fuori dal panificio in una lunghissima coda nell’attesa di una busta di pane. Bambini, donne e uomini stavano aspettando l’occasione di comprare un po’ di pane, che è diventato scarso da quando Israele non ha permesso l’importazione di adeguati rifornimenti di farina e di gas da cucina.

“Il nostro panificio è senza pane da giorni ormai, e quello che abbiamo durerà solo per altre ventiquattr’ore. Infatti abbiamo smesso di lavorare ieri quando siamo rimasti senza farina. Ormai stiamo usando mangime per animali che finirà in poche ore” ha spiegato il ventiquattrenne Abed Masod mentre era impegnato a lavorare al panificio.

La voce di una donna si è sollevata dalla folla. Ha iniziato a gridare e a invocare Dio per la salvezza e il soccorso della terribile situazione di Gaza. Il volto sfinito della quarantacinquenne Om Ali Shoman porta l’impatto delle sofferenze di Gaza. “Questo è il nostro destino” ha detto. “È una congiura progettata contro di noi. Cos’hanno mai fatto i miei bambini per rimanere a casa senza pane? Hanno forse lanciato razzi? Hanno ucciso degli israeliani? Possiedono pistole?”

Solo una dozzina dei 47 panifici di Gaza sono attualmente in funzione, ma stanno rapidamente esaurendo le forniture. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha dovuto fermare le sue consegne di aiuti alimentari perchè Israele non le ha permesso di rifornire i suoi magazzini. Ciò colpisce 750.000 rifugiati nella striscia di Gaza.

Gli abitanti di Gaza temono però che il peggio debba ancora venire, dal momento che il governo israeliano rinnova le sue minacce per una grossa offensiva contro la striscia di Gaza, senza alcun riguardo per le perdite civili che un’invasione inevitabilmente provocherebbe.

Il tempo si sta esaurendo a Gaza, e la carestia si profila minacciosa mentre i cieli di Gaza sono resi più scuri dalle minacce di un’incursione militare israeliana. Come giornalista, pacifista e come uno delle centinaia di migliaia di abitanti di Gaza che vengono collettivamente puniti da Israele, esorto chi legge questo articolo ad appellarsi ai propri governanti perché chiedano che Israele renda conto delle proprie azioni di fronte alla legge internazionale, compresa la quarta convenzione di Ginevra il cui articolo 33 proibisce la punizione collettiva di una la popolazione civile. Sebbene abbia rimosso unilateralmente le sue colonie illegali dalla striscia di Gaza nel 2005, Israele ha mantenuto il controllo dei confini di Gaza, del suo mare e del suo spazio aereo, così come dell’anagrafe della sua popolazione, e rimane una Potenza occupante, e come tale è obbligata a rispettare la legge umanitaria internazionale, compresa la quarta convenzione di Ginevra.

Esorto i lettori affinché facciano pressioni sui loro governanti perché costringano Israele a rispettare le innumerevoli risoluzioni delle Nazioni Unite che affermano i diritti dei palestinesi, e che i leader palestinesi chiedono che vengano immediatamente implementate.

Per favore, non lasciate che la triste condizione di Gaza venga dimenticata, ed esortate ad agire anche coloro che vi circondano.

Sameh A. Habeeb è un fotoreporter ed attivista per la pace e i diritti umani residente a Gaza, Palestina. Scrive come freelance per diversi notiziari web. Foto dell’autore

Titolo originale: “Hunger before the storm”

Fonte: http://electronicintifada.net
Link
26.12.2008

Israele afferma che la tregua sia stata rotta dal lancio dei razzi di Hamas (che non hanno fatto vittime). In realtà la causa è stata una precedente escalation di omicidi ai danni dei palestinesi, il cui scopo probabilmente era proprio suscitare una reazione di Hamas da sbandierare sui servili media occidentali. Si veda il seguente articolo. N.d.r.

LA TREGUA DI ISRAELE: 49 MORTI TRA CUI 2 ANZIANI E 7 BAMBINI

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A CURA DI PALESTINE-INFO

GAZA, (PIC)– Secondo un rapporto della Quds Press, 49 palestinesi, tra cui sette bambini e otto combattenti della resistenza sono stati uccisi in Cisgiordania e nella striscia di Gaza durante la tregua di sei mesi mediata dalle autorità egiziane, che è terminata lo scorso venerdì mattina.

Le fazioni palestinesi avevano accordato una tregua il 19 giugno di quest’anno a condizione che l’occupazione israeliana terminasse la sua aggressione e ponesse fine all’assedio, e che la tregua fosse estesa ad includere la Cisgiordania.

Secondo il rapporto della Quds Press, 22 palestinesi sono stati uccisi nella striscia di Gaza dove la tregua era attiva, altri 22 sono stati uccisi in Cisgiordania e cinque nella Gerusalemme occupata. Queste statistiche comprendono sette bambini al di sotto dei diciott’anni, un uomo anziano e una donna anziana.

Degli otto combattenti della resistenza uccisi durante la tregua, 7 sono stati assassinati in Cisgiordania da forze speciali degli occupanti.

Nella striscia di Gaza nel mese di novembre si è assistito al più alto numero di vittime, con 17 palestinesi uccisi da colpi di artiglieria degli occupanti israeliani e durante incursioni.

Titolo originale: “Report: 49 Palestinians, including 7 children killed during truce”

Fonte: http://www.palestine-info.co.uk/
Link
19.12.2008

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