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FUOCO O GHIACCIO: ANDIAMO VERSO L'IPERINFLAZIONE O LA DEFLAZIONE?

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A cura di Davide
Il 20 Ottobre 2008
52 Views

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Il più importante dibattito tra gli economisti, tra i consulenti finanziari di alto livello e gli esperti di finanza è se l’economia Usa si riscalderà o raffredderà–cioè, se finirà in una inflazione fuori controllo o in una deflazione.

L'”iperinflazione” è l’inflazione fuori controllo. E’ ciò che vide la Germania negli anni 20, quando la gente doveva, letteralmente, pagare bidoni pieni di marchi tedeschi per comprare un pezzo di pane.

La deflazione è ciò che videro gli Usa durante la Grande Depressione, quando gran parte della gente non aveva denaro da spendere, per assumere dipendenti o per fare qualunque altra cosa.

Se entreremo in una fase di iperinflazione, allora investimenti come l’oro– che tendono a mantenere il loro valore in periodi di inflazione–sono i migliori. In tale caso i governi dovrebbero smettere di stampare denaro come fosse il loro denaro del Monopoli.

Se, invece, entreremo in una fase di deflazione, allora il contante e i buoni del Tesoro manterranno meglio il loro valore. Siccome i prezzi scendono durante una depressione, ogni dollaro vale di più, ed è buona cosa tenere denaro a scopo di investimento. In questo caso, il governo dovrebbe spendere di più per mandare avanti le cose.

Gli argomenti in favore di una futura iperinflazione

Ogni volta che i governi iniettano molto denaro nel sistema, ciò tende a provocare inflazione.

Perché?

Perché vi sono più dollari che rincorrono una invariata quantità di beni e servizi, e ciò incrementa la domanda senza che l’offerta cambi, incoraggiando così i venditori ad alzare i prezzi.

Il governo ha iniettato migliaia di miliardi di dollari nel sistema con la sua serie di salvataggi e “prestiti”. Infatti, un analista di Bloomberg afferma che solamente l’ipotetico piano di salvataggio da $ 700 miliardi potrebbe gonfiarsi sino a $ 5 mila miliardi. E ci sono molte migliaia di miliardi di dollari in numerosi altri interventi di salvataggio, quali le garanzie delle esposizioni di Fannie e Freddie, e i “prestiti” ad istituzioni finanziarie tramite le operazioni Open Market della Fed.

Infatti, secondo il Wall Street Journal:


“Lunedì la banca centrale Usa ha affermato che avrebbe fornito una quantità illimitata di dollari alla Banca Centrale Europea, alla Banca d’Inghilterra e alla Banca Nazionale Svizzera, per permettere loro di far diminuire la pressione sulle banche commerciali nelle loro aree”.

I dollari dati all’estero provocano inflazione all’interno degli Usa? Si, perché una parte di quei dollari verranno spesi dagli europei per comprare azioni, beni, prodotti e servizi all’interno degli Usa.

Non c’è da meravigliarsi che l’investitore miliardario Jim Rogers dica che stiamo per fronteggiare un “olocausto inflazionistico”.

Thomas Wagner sostiene che gli Usa vedranno una massiccia inflazione quando, infine, la Cina si deciderà a scaricare gli Usa come prezioso cliente, e spenderà tutti i dollari accumulati comprando beni statunitensi.

Steve Randy Waldman sostiene che l’inflazione l’avrà vinta, perché gli americani non riusciranno a sopportare la deflazione.

Persino Warren Buffet afferma:

Le politiche che il governo seguirà nei suoi sforzi per alleviare l’attuale crisi risulteranno, probabilmente, inflazionistiche e, perciò, accelereranno il declino nel valore reale delle riserve monetarie.

E Peter Schiff, il manager che gestisce un miliardo di dollari in fondi, argomenta nel suo libro bestseller Crash Proof che gli americani dovrebbero portare tutti i loro investimenti fuori dagli Usa, in Europa e Asia, perché l’America soffrirà un’iperinflazione.

Gli argomenti in favore di una futura deflazione

D’altra parte, una nuova indagine mostra che le vendite al dettaglio negli Usa stanno crollando più di quanto aspettato.

Una seconda indagine mostra che i prezzi di produzione stanno cadendo.

Una terza mostra che la produzione industriale sta precipitando (guardate anche questo).

Anche un quarto rapporto proveniente dalla Federal Reserve punta ad un rallentamento. Come riassume MarketWatch:

Un ampio rallentamento dell’attività economica era innato sin dalla fine di settembre, secondo gli ultimi rapporti sull’attività economica pubblicati mercoledì dalla Federal Reserve.

Le spese dei consumatori sono diminuite in gran parte delle regioni. Anche l’attività delle fabbriche è stata bassa.

Ancora più preoccupante è stata la flessione nei “servizi non finanziari”, che sono stati lo scheletro dell’attività economica.

Le attività nel mercato immobiliare residenziale e nell’edilizia si sono indebolite o sono rimaste basse, secondo il rapporto noto come Beige Book. Gran parte dei quartieri hanno anche riportato una rallentata attività immobiliare commerciale.

Anche le condizioni del mercato del lavoro si sono deteriorate e le pressioni salariali sono rimaste smorzate.

Gli Stati e i governi locali stanno anche fronteggiando grosse insufficienze di budget:

– Almeno 29 Stati stanno affrontando carenze di budget e molti stanno chiedendo prestiti di salvataggio al governo federale. Per esempio la California-una delle più grandi economie mondiali-sta implorando miliardi alle autorità federali.

– Anche i governi locali sono nei guai. Per esempio, di fronte a un grosso buco nell’attuale e nel futuro budget di Chicago, il sindaco Richard Daley ha annunciato martedì un piano per fermare parzialmente il governo cittadino per sei giorni.

Il governo federale ha un passivo in eccesso di oltre $ 56 mila miliardi, secondo l’ex Controllore Generale degli Stati Uniti, e trova perciò delle difficoltà a prendere ulteriori prestiti dei suoi creditori stranieri, almeno a bassi tassi di interesse.

Il commercio e gli ordini internazionali sono in declino (guardate, ad esempio, qui).

Le banche stanno accaparrando denaro, anziché prestarlo, per cercare di superare la crisi finanziaria. Di fatto il numero crescente di pignoramenti potrebbe cancellare ogni possibile rassicurazione data alle banche dai piani di salvataggio del Tesoro.

E gli americani stanno spendendo molto di meno e prendendo molti meno prestiti a causa della crisi economica.

I beni agricoli stanno cadendo a precipizio. E i costi dell’energia sono in declino.

Alti funzionari della Fed mettono in guardia contro una crescente recessione, l’economista di punta Nouriel Roubini parla di una severa recessione negli Usa, e il Fondo Monetario Internazionale prevede una recessione americana e globale. Di fatto nemmeno la Cina ne è immune.

Tutto ciò punta ad una deflazione e a una potenziale depressione, dato che gran parte delle persone hanno meno denaro disponibile, il che vuol dire meno dollari per acquistare gli stessi servizi e beni, cosa che porta a sua volta una caduta dei prezzi.

Infatti, come fa notare la CNN:

La crisi del mercato del credito, combinata con i recenti cali nel mercato azionario e con il crollo del valore delle case negli scorsi due anni, sta facendo suonare l’allarme deflazione per gli economisti.

Paul Kasriel, economista capo del Northern Trust di Chicago, ha detto che molti periodi di deflazione sono iniziati con rapidi cali nel valore di beni come azioni e case. Ciò ha portato ad una perdita di valore dei beni di garanzia per i prestiti e, infine, a grosse perdite per i creditori e a una stretta nel credito.

***

Questa settimana Janet Yellen, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, ha infranto un tabù tra i funzionari della Fed quando ha detto in un discorso che “l’economia sembra essere in recessione”.

Ma nello stesso discorso ha detto di essere riluttante ad usare la parola deflazione, anche se ha girato attorno al concetto. Ella ha detto che il crollo dei prezzi dei beni, la perdita di posti di lavoro e la debole domanda per i prodotti avrebbero probabilmente “spinto l’inflazione sino a valori… consistenti con la stabilità dei prezzi, forse pure più in basso”.

Dominic Frisby di MoneyWatch pensa che il clima di depressione indichi che avremo una deflazione, almeno per un certo periodo, anche se i governi stanno cercando di creare inflazione proprio per uscire dalla deflazione.

Richard Russell, che ha pubblicato le Dow Theory Letters sin dal 1958, ritiene che siamo sull’orlo di una deflazione mondiale:

“Per quel che posso vedere, i mercati ci stanno dicendo di prepararci a tempi duri e ad una ondata globale della peggiore deflazione vista da generazioni. Questo è il motivo per cui l’oro sta affondando, questo è il motivo per cui le azioni crollano: i grandi capitali, capitali sofisticati, stanno vendendo, accumulando contante per prepararsi ad una deflazione mondiale”.

URALSIB scrive:

In normali circostanze un aumento dei dollari farebbe aumentare i rischi di inflazione, ma queste non sono circostanze normali. La crisi sui mercati mondiali del credito sta rapidamente rallentando la circolazione di dollari, cosa che compenserà gli effetti di un aumento delle forniture globali di valuta. Allo stesso tempo, la recessione in agguato nel mondo sviluppato sta spingendo verso il basso i prezzi delle materie prime, dei beni e dei servizi, e creando pressioni deflazionistiche piuttosto che inflazionistiche.

Karl Deninger sostiene che la deflazione l’avrà vinta perché i banchieri traggono maggiore profitto in situazioni deflazionistiche. Egli ritiene che il discorso di Bernanke sullo gettare denaro dagli elicotteri sia solo questo, un discorso.

Il professore di economia a Oxford John N. Muellbauer, un esperto di inflazione Usa, ha scritto il 10 ottobre:

Il mondo è al vertice di un punto di svolta nell’inflazione, cosicché probabilmente i modelli standard andranno in errore. Recenti ricerche con migliori modelli suggeriscono che il tasso di inflazione Usa potrebbe diventare negativo entro i prossimi 18 mesi.

Non c’è da meravigliarsi che Mike Shedlock, del popolare sito Web Global Economic Analysis, e consulente per gli investimenti della Sitka Pacific Capital Management, sostiene che siamo destinati ad una deflazione (Shedlock utilizza la definizione data dalla scuola austriaca sulla misura di inflazione e deflazione, leggete questo articolo da parte di un ex membro del Federal Reserve Board of Governors e della Securities and Exchange Commission che spiega la teoria asutriaca su deflazione e inflazione).

Gli argomenti in favore di una futura stagflazione

Aalcune persone sostengono che andremo incontro ad una dura stagflazione. In altre parole, il presentarsi simultaneamente di un’alta inflazione e di una stagnazione economica che rimangono fuori controllo per un certo periodo di tempo.

Alcuni ritengono che potremmo andare incontro a condizioni che farebbero sembrare il periodo di stagflazione negli Stati Uniti negli anni 70 come una passeggiata nel parco.

Infatti alcuni sostengono che potremmo subire una depressione iperinflazionistica, in cui l’economia subisce tanto un’iperinflazione quanto una depressione. Per esempio, l’economista e grande esperto di inflazione John Williams sostiene:

“Per quando l’ iperinflazione si farà sentire, l’economia dovrebbe già essere in depressione, e l’iperinflazione dovrebbe rapidamente spingere l’economia in una grande depressione. Un’inflazione fuori controllo farà probabilmente fermare la normale attività commerciale”.

Williams sostiene che quando ciò avverrà, almeno per un certo periodo, l’intero sistema monetario andrà in pezzi. Williams argomenta che senza un sistema monetario la gente ricorrerà al baratto.

Egli fornisce le seguenti specifiche raccomandazioni:

Quando i sistemi di pagamento elettronico e il normale sistema valutario non saranno funzionanti, il commercio si trasformerà rapidamente in un mercato nero di beni e servizi, in un sistema di baratto.

A differenza dello Zimbabwe, gli Stati Uniti non hanno una valuta di riserva ampiamente disponibile alla circolazione che possa essere utilizzata al posto di una fortemente inflazionata valuta nazionale. L’alternativa qui è la circolazione tradizionale dei metalli preziosi. Probabilmente oro e argento manterranno il loro valore reale e potranno essere scambiati per beni e servizi. L’argento fornirà un cambio di entità minore per le transazioni meno costose.

Altri oggetti che potrebbero essere facilmente barattabili includono bottiglie di vino o scotch e i cibi in scatola, ad esempio. Beni simili, che hanno tempi di conservazione lunghi, possono essere immagazzinati in anticipo sul problema, e potrebbero comunque essere consumati se la terribile inflazione non dovesse arrivare. In modo separato individui come dottori e operai, che forniscono servizi di largo utilizzo, avrebbero la possibilità di barattare il loro servizio.

Una nota di avvertimento mi venne data una volta da uno dei miei insegnanti di economia, che aveva passato parte della sua infanzia in una economia di baratto. Egli raccontò la storia di come suo padre aveva scambiato una maglietta per una scatola di sardine. Il padre decise di aprire la scatola e mangiare le sardine, ma scoprì che queste erano andate a male. Ciònonostante, le sardine in scatola avevano acquisito valore monetario.

Riserve di beni necessari per vivere. Howard J. Ruff, che ha scritto su questi problemi e queste questioni dal giorno in cui Nixon ruppe il rapporto del dollaro con l’oro, sostiene giustamente che sarà necessario un certo periodo perché un sistema di baratto possa stabilirsi, e suggerisce che gli individui dovrebbero costruirsi un magazzino sufficiente per la durata di sei mesi con beni necessari a coprire loro le loro famiglie in tempi di difficoltà. Ruff parla di questo e di molti altri eccellenti consigli di base nel suo nuovo libro How to Prosper During the Coming Bad Years in the 21st Century [Come prosperare durante il futuro difficile periodo nel 21esmio secolo]. Guardate la lista di letture consigliate alla fine dell’articolo.

Protezioni finanziarie. Durante questo periodo, sicurezza e liquidità rimangono preoccupazioni chiave per gli investimenti, dato che gli investitori cercano di preservare i loro beni e la loro ricchezza attraverso quelli che si avvicineranno ad essere i tempi più difficili in assoluto.

In tali circostanze, l’oro e l’argento sarebbero i primari strumenti economici di protezione perché manterrebbero il loro valore reale e sarebbero anche trasportabili in caso di possibili fermenti popolari. Inoltre, ad un dato punto, il fallimento della principale valuta di riserva al mondo porterà alla costruzione di un nuovo sistema monetario globale. Non mi sorprenderei di vedere l’oro parte intergante di tale nuovo sistema, messo in modo da vendere il sistema stesso all’opinione pubblica.

I beni immobiliari forniranno anche una basilare protezione economica, ma non hanno la trasportabilità e la liquidità dell’oro. Avere alcuni fondi investiti all’estero, al di fuori del dollaro Usa, sarebbe un di più in circostanze in cui il governo potrebbe imporre controlli sulla moneta o sul capitale.

Mentre le azioni forniscono una qualche protezione contro l’inflazione–rendite e profitti sono infatti espressi nei dollari correnti– esse riflettono anche i fondamenti politici e economici sottostanti. Mi aspetto di vedere un calo del 90% nel valore delle azioni Usa, dal valore massimo al valore minimo al netto dell’inflazione, durante questo periodo [scritto da Williams nell’aprile 2008]. Mentre tutte le azioni sono in qualche modo legate al mercato in senso ampio, cioè al modo in cui gli investitori valutano le quote, un tale colpo al mercato in generale tenderà ad avere un effetto sui prezzi di quasi tutte le azioni, indipendentemente dalla qualità di una data azienda o industria”.

Williams ha scritto quanto riportato sopra in aprile, ma il 16 ottobre ha scritto [un articolo intitolato] “La recessione inflazionistica rimane intatta e si intensifica“, dunque egli non ritiene che i piani di salvataggio e altre azioni del governo stiano aiutando a prevenire una recessione inflazionistica.

Personalmente spero e prego cheWilliams si sbagli, ma ho istintivamente la sensazione che abbia ragione.

Naturalmente, se il sistema monetario crolla, possiamo usare questo fatto come una finestra di opportunità per costruire un mondo migliore.

Titolo originale: “Fire or Ice: Are We Headed Towards Hyperinflation or Deflation?”

Fonte: http://georgewashington2.blogspot.com/
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15.10.2008

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