DI GIANLUCA FREDA
Blogghete!
Sulle elezioni politiche italiane ho mantenuto finora un quasi assoluto silenzio radio. Un po’, lo ammetto, per i super-impegni che mi hanno lasciato poco tempo di dedicarmi al blog. Un po’ per scelta. Non ho nessuna intenzione di fungere da fanfara, per quanto microbica, al teatrino stucchevole della miliardesima recita “democratica”. Che i fantocci istituzionali continuino pure a inscenare le loro sempre meno credibili rivalità ideologiche. Che i loro organi di partito continuino pure a pompare le loro gesta in prima pagina e in prima serata come se dalle loro miserabili comparsate dipendesse il destino dell’universo.
Io, nel mio piccolo, eviterò di dedicare all’uno o all’altro dei burattini in scena ogni possibile supplemento di spazio. Che le loro greggi continuino, se gli piace, a mettersi gli occhiali stroboscopici per scorgere minute differenze tra due coalizioni indistinguibili. Identiche tra loro per la strafottenza verso i problemi del paese, per l’irresponsabilità terminale, per la capacità di seppellire l’ondata di disperazione che monta dalla società civile con valanghe e valanghe di ciarle a vanvera. La loro “lotta” per il posticino da parlamentare non mi interessa e non mi riguarda più. Se qualcuno vuole prendersi la briga di perdere dieci minuti del suo tempo per tracciare una inutile X a casaccio in cabina elettorale – oltre, naturalmente, a quella di foraggiare a vita i bagordi di questa masnada di buffoni criminali – faccia pure. Il tempo è suo e il cervello pure.
Oggi, però, interrompo brevemente il silenzio radio per fornire ai miei cinque lettori una notizia di impressionante magnitudine politico-sociale. Vale la pena di perderci dieci minuti.
Siete pronti? Bene. E’ successo qualcosa di straordinaria rilevanza per i destini del paese, qualcosa a cui i media nazionali stanno giustamente dedicando un’attenzione minuziosa.
Si è incazzata Fiamma Nirestein.
La ragione dell’incazzatura sta nella pubblicazione, ad opera del “Manifesto”, della vignetta di Vauro che riproduco qui sopra. In essa, come vedete, la Fiamma Tricolore compare in versione Frankenstein, con tre simboli sul petto: la stella di David, il fascio littorio e il simbolo del Pdl. Ciò è bastato a provocare nella già instabile candidata del Pdl un’alluvionale secrezione di bile che ha assunto la forma dialettica di un profluvio di imprecazioni sconnesse, miste ad abbondante secrezione salivare. Ferita nel profondo, la povera Fiamma si è rivolta alla mamma, la Anti-Defamation League, che non avendo cose più serie di cui occuparsi è immediatamente intervenuta. «Ci riteniamo oltraggiati dal fatto che il Manifesto abbia pubblicato una vignetta indiscutibilmente antisemita. Sia che fosse o meno intenzionale, l’effetto del disegno è l’associazione degli ebrei ai fascisti che li hanno perseguitati, denigrando il Pdl associandolo agli ebrei e sottolineando la presenza di un ebreo italiano nella lista elettorale. In ogni caso il risultato è lo stesso: antisemitismo».
La vituperata, non trattenendo la nobile furia né gli schizzi palatali, si è così espressa sul gravissimo avvenimento: «Un disegno antisemita nella sostanza e nella forma. Di fatto mi ritrovo nella stessa condizione in cui vengono ritratti i soldati israeliani quando vengono rappresentati dalla stampa antisemita: stella di David e svastica nazista. Io ho la stella di David e il fascio… […] È la riprova di quanto ho scritto nel mio libro dedicato all’antisemitismo progressista. Visto che non sono candidata in una lista di sinistra, divento automaticamente un mostro fascista. Sono certa che Vauro mi odia perché mi sono sempre schierata a favore di Israele».
E quando mai. Se rigo la portiera della macchina ad un candidato qualsiasi, sono un balordo qualsiasi. Ma se rigo la portiera di un candidato ebreo filosionista, allora è una cosa seria: mi trasformo nientepopodimeno che in un antisemita.
Ora, io sorvolerei sul fatto che la vignetta di Vauro non era antisemita per niente, limitandosi a stigmatizzare il pelo sullo stomaco (storico e ideologico) dimostrato dalla Fiamma Tricolore nell’entrare a far parte della stessa coalizione che comprende la Mussolini e Ciarrapico. Non vorrei provocare, con questa sterile discussione, l’aggravarsi delle già precarie condizioni della candidata Pdl e l’implemento delle sue secrezioni. Perciò diciamo pure che la vignetta di Vauro era antisemita. Tanto piacere. Chi se ne strafrega.
Per completezza d’informazione, cito qui alla rinfusa alcune dichiarazioni della Fiamma (sposata a un colonnello dell’esercito israeliano) sulla questione israelo-palestinese, così che ciascuno possa farsi una sua idea sull’etichetta da attribuirle. La cosa le risulterà, spero, gradita, essendo ella stessa una cultrice delle etichette (“antisemita”, “progressista”, “sinistra”, ecc.).
– «Mi riconosco nel PDL perché sulla questione del Medio Oriente non si è fatto influenzare dalla propaganda anti-israeliana. Qui non c’è chi è andato a braccetto con un deputato Hezbollah in Libano. Io sono stata candidata da Fini, un politico che stimo enormemente perché è andato in Israele, con la kippà in testa, a riconoscere le colpe del fascismo».
– «Ogni Paese ha diritto a difendersi. Solo agli ebrei nella storia è stato negato il diritto all’autodifesa, e così è anche oggi».
– «La parola d’ordine degli ebrei deve essere ‘Orgoglio ebraico’, nel senso dell’orgoglio
per la nostra storia e la nostra identità nazionale […]. Orgoglio ebraico significa che dobbiamo rivendicare l’unicità identitaria del popolo ebraico e il suo diritto ad esistere: dobbiamo agire come non sia mai stati riconosciuto, perché oggi, di nuovo, non è più riconosciuto. Nella difesa della nostra identità dobbiamo essere, come dice Hillel Halkin, più duri che possiamo e più liberali di chiunque altro».
Avete etichettato la Fiamma? Bene. Ora ponetevi (dico a coloro che consapevolmente o inconsapevolmente voteranno per lei nella foga di rimandare il nano rialzato a Palazzo Chigi) il seguente quesito: siete sicuri di volere nel Parlamento italiano un elemento così? Voglio dire: a questa dell’Italia e dei suoi problemi non frega assolutamente niente. Se ne sta in Israele a scrivere i suoi articoli sull’”orgoglio ebraico” per Il Giornale e a incitare al massacro e alla deportazione della popolazione palestinese. Cosa che a certi berlusconiani, conoscendone la feroce ignoranza, potrebbe anche andar bene, ma non è questo il punto. Il punto è: che cosa credete possa fare per l’Italia e per la sua incipiente rovina una che ha in mente solo Israele, l’orgoglio d’Israele, i diritti d’Israele, la guerra d’Israele, la vita d’Israele, la gloria d’Israele? Potrebbe candidarsi alla Knesset anziché al Parlamento italiano. Verrebbe sicuramente eletta a furor di popolo, ricevendo una doppia ovazione, dal Giordano al Tevere. Il Giordano esulterebbe per l’elezione di una così accanita sostenitrice della causa del popolo eletto. Il Tevere per essere finalmente riuscito a cavarsela dai coglioni. Invece ha deciso di entrare a far parte della gioiosa e famelica fratellanza dei parlamentari italiani, di condividere le loro angustie, di contribuire alle loro leggi. Chissà come mai. Potreste, per cortesia, provare a domandarvelo, gentili elettori del nano liftato, prima di scarabocchiare sulla scheda quell’ennesima, inutile crocetta? Grazie in anticipo per l’interessamento.
Gianluca Freda
Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2008-03-21
21.03.08