TERRORISMO DI IMPERO IN SIRIA
DI FULVIO GRIMALDI
mondocane
Dobbiamo tenere e dominare Atene. Sarebbe ottimo
riuscirci senza spargimento di sangue, ma anche con, se fosse inevitabile. (Winston Churchill all’epoca della resistenza del
Fronte di Liberazione Nazionale)
Politici e pannolini dovrebbero essere cambiati
frequentemente, entrambi per le stesse ragioni. (José Maria de Eca de Queiroz)
I problemi del mondo non potranno mai essere
risolti da scettici o cinici, i cui orizzonti sono limitati dalle realtà ovvie.
Abbiamo bisogno di uomini che sappiano sognare di cose mai esistite. (John Keats)
L’Occidente ha vinto il mondo non con la
superiorità delle sue idee, religioni, valori, ma piuttosto con la sua
superiorità nell’applicare violenza organizzata. (Samuel Huntington, “Lo scontro di civiltà”)
In Belgio i
compagni manifestano per la Siria
Madrid, martedì 25/9/12
Oggi parliamo della cosa più urgente e necessaria
del mondo: lo smascheramento del complotto mediatico occidentale per ingannare
l’opinione pubblica sul crimine più efferato in corso: la guerra alla Siria
dopo quella, identica nelle forze in campo e nelle motivazioni, alla Libia e
all’Iraq. Qualcuno di molto attento ha
raccolto una montagna di documenti che svelano definitivamente di che pasta sia
fatta l’informazione main stream, e
di quali colpe contro la verità e, quindi, contro l’umanità siano investiti i
papagalli delle apparenti opposizioni. Mettete da parte i documenti
fotografici, di cui qui c’è spazio solo per pochi tra le migliaia, e
utilizzateli. E’ un arma decisiva, per la Siria, per tutti noi.
Espana de piè
Prima, però, due righe sui
combattenti di Spagna. Da Madrid a tutto il paese 12 manifestazioni di massa. Davanti
alla lotta per il diritto di piazza e di espressione politica contro gli
affossatori della Spagna, agli scioperi in Grecia, alle nuove mobilitazioni
degli Occupy Wall Street e alle
manifestazioni della galassia antiguerra ANSWER in 20 città Usa contro le
guerre di Obama, cosa succede da noi?
Proteste sacrosante, quotidiane, di mille realtà sofferenti separate,
deboli e isolate, che nessuna forza come Indignados, Syriza, Occupy, si
preoccupa di unificare in un’unica marcia contro il Potere e che quindi
scorrono sulle facciate dei robot mannari di regime come gocce di pioggia sui
vetri. Noi, intossicati fino alla paralisi dalla diserzione di tutte le
sinistre e sedicenti tali, davanti agli sterili onanismi di “nuovi soggetti
politici” fatti di pura velletarietà, che compaiono, starnazzano, spariscono;
noi, ammutoliti davanti all’enormità della corruzione mafiosa nella quale sprofonda
il paese con tutte le sue istituzioni, compreso il centro nevralgico Vaticano,
a evidente vantaggio della tecnodittatura antipolitica bocconian-bancaria che si
pretende fuori dal verminaio partitico e dalla sua corruzione.
Fuori dal
verminaio e dalle sue pratiche, rispetto alle quali il citatissimo “basso
impero” fa la figura di un concentrato di virtù, ma a capo di un progetto in
corso d’opera la cui corruzione è la peggiore di tutte: ontologica, con mire
millenariste planetarie, escatologiche, a paragone della quale Polverini,
Formigoni, Penati, Lusi, il mignottame berlusconiano e le loro schiere
politiche, sono ladri di polli. E anche i trascorsi disumani fascisti sfigurano
un po’.
A Madrid, all’ora attuale,
70 feriti e decine di arrestati dalla violenza, sacrosantamente contrastata
(come da noi i soli No Tav), delle orde in divisa degli avvoltoi lanciati sulla
Spagna dalla criminalità organizzata di Francoforte e Bruxelles (ma chi tira le
fila sta a Washington e Tel Aviv). Una ferocia repressiva che si spera adeguata
a liquidare la portata rivoluzionaria degli obiettivi delle centinaia di
migliaia che assediavano il Congresso (parlamento) e le città spagnole nel nome
dei cittadini sociomassacrati e
desovranizzati: la dissoluzione dei poteri dello Stato e un’Assemblea
Costituente. Come nel migliore Egitto, come in Bolivia, Venezuela, Ecuador,
Nepal, India, nella Cuba del Che. La risposta della Delegada de Seguridad de Madrid, Cristina Cifuentes, la locale
Cancellieri: “i manifestanti sono
golpisti, circondare il parlamento e disturbarne le sedute è un crimine”.
“Giovane rivoluzionario” alla pulizia etnica
di cristiani e patrioti in Siria
Il Photoshop all’epoca del terrorismo mediatico: sconvolgenti falsificazioni
In Siria, più la situazione
delle forze e delle strategie in campo si va chiarendo, più traspare la verità
del complotto sion-imperial-salafita, a volte con il vanto delle stesse
centrali della cospirazione, come il Mossad e la Cia, a volte con gole profonde eterodosse delle
amministrazioni, con le ammissioni di settori di stampa sopraffatti dall’evidenza, con la cattura di comandanti
turchi delle svariate e rivaleggianti bande di mercenari salafiti, o con la
scoperta di spedizioni d’armi e di contractors sia occidentali (anche italiani,
sul modello dei delinquenti alla Quattrocchi), sia trasferiti in massa da
scenari insanguinati da Nato-Al Qaida in Afghanistan, Cecenia, Libia, Iraq,
Pakistan, Yemen. La Siria, il suo popolo, le sue forze armate, alla difesa
dell’ultima casamatta libera, sovrana, indomita della nazione araba, continuano
a vincere il confronto militare: cittadini soldati in difesa della patria,
della dignità, della vita, della libertà, contro gli sgherri al soldo della
globalizzazione cannibalica, a nome di tutti noi. Attentati stragisti, pulizia
etnica di centri abitati, spesso cristiani, come ieri al confine con il Libano
(e il Papa salmodia contro Assad!), massacri di donne e bambini da attribuire
al governo, sono diventati la risposta di Washington, Bruxelles, Tel Aviv e dei
despoti del Golfo, alla sconfitta militare. Con il terrorismo reso endemico,
alimentato a bassi costi dagli esperti dell’11 settembre e degli assassinii
mirati Cia-Mossad e di difficilissimo contenimento da parte di chi si rifiuta
di reagire con gli stessi metodi, la vicenda siriana dovrebbe essere destinata
a incancrenirsi e assicurare nel tempo, se non la conquista del paese e il
rovesciamento delle sue istituzioni, la loro perenne destabilizzazione, il caos,
la cancellazione del ruolo sociale, politico, geostrategico della Siria. Un
ostacolo di meno alla marcia degli stivali nazisionisti sull’Iran.
E su questo sfondo che il
lavoro di smantellamento del gigantesco menzognificio operato per giustificare
lo Staticidio in Siria, diventa un’arma irrinunciabile e, nel tempo, decisiva
perché si lacerino nebbie accecanti e
popoli e classi prendano coscienza e si muovano. Come ai tempi delle vittorie
sul primo colonialismo. A Damasco, come a Belgrado, a Baghdad, a Tripoli, il
terrore della verità giustiziera impone l’obiettivo dell’annientamento dell’informazione
dell’aggredito: bombe su centri televisivi, assassinio di giornalisti non venduti
ad Al Jazira e Al Arabiya, cancellazione delle emittenti siriane dai satelliti. Il 26 settembre
è stato assassinato il 12esimo giornalista che riferiva in termini onesti sulle vicende
siriane: Maya Nasser, inviato dell’emittente iraniana “Press TV. Dalle fucilate
del cecchino è rimasto ferito anche il capo dell’ufficio di corrispondenza a
Damasco, Hosein Mortada. Numerosi sono stati i giornalisti rapiti, torturati e
uccisi dai mercenari. Qui Ali Abbas, della TV indipendente Adunia Il 26 settembre
è stato assassinato il 12esimo giornalista che riferiva in termini onesti sulle vicende
siriane: Maya Nasser, inviato dell’emittente iraniana “Press TV. Dalle fucilate
del cecchino è rimasto ferito anche il capo dell’ufficio di corrispondenza a
Damasco, Hosein Mortada. Numerosi sono stati i giornalisti rapiti, torturati e
uccisi dai mercenari. Qui Ali Abbas, della TV indipendente Adunia Il 26 settembre
è stato assassinato il 12esimo giornalista che riferiva in termini onesti sulle vicende
siriane: Maya Nasser, inviato dell’emittente iraniana “Press TV. Dalle fucilate
del cecchino è rimasto ferito anche il capo dell’ufficio di corrispondenza a
Damasco, Hosein Mortada. Numerosi sono stati i giornalisti rapiti, torturati e
uccisi dai mercenari. Come Ali Abbas, della TV indipendente Adunia
Ma, inesorabilmente, la forza delle cose apre delle crepe. Chi legge queste mie
righe su FB, per vedere i documenti
fotografici vada su www.fulviogrimaldicontroblog.info.
Agghiacciante esempio della deontologia di chi, su un set cinematografico del
Qatar, aveva già costruito e poi diffuso nel mondo una Piazza Verde di Tripoli “conquistata
dai ribelli”. Goebbels, con i suoi finti soldati polacchi che sparano sui
tedeschi e provocano la Seconda Guerra Mondiale, era a livello di sorpresine Kinder. Il materiale
che vedrete, perlopiù prodotto e diffuso da emittenti del Golfo è stato
sistematicamente, acriticamente e volenterosamente recepito e ridiffuso dai
media occidentali, quelli del mondo della democrazia e della libertà d’informazione.
Vittime di Gaza “trasferite” in Siria
Vittime Nato in Iraq “trasferite” in Siria
Manifestazione per Assad diventa contro Assad,
il cui volto viene sfregiato
Una
famiglia in fuga dalle bombe di Assad, o una famiglia in tranquillo cammino?
Sfilata di truppe governative diventa sfilata
di “ribelli” (vedi bandiere)
cosmesi anti-Assad: colori dei “ribelli” sulle guance
Bandiera nazionale diventa dei “ribelli”
aereo iracheno caduto diventa siriano
Il saluto ad Ahmadi Nejad, diventa il medio
alzato contro di lui
Gaza diventa Siria
Elicottero Usa abbattuto in Afghanistan,
diventa siriano
Casa crivellata di Gaza diventa casa
bombardata da Assad
Missili nordcoreani si trasformano in siriani
Palestina, bimba e tank israeliano trasferiti
in Siria
Balcani 1995 ma, per l’agenzia del Qatar, 2012 Siria
Sangue a Gaza divenuto siriano
Aereo russo caduto nel Caucaso diventa
siriano e ricade in Siria
Bombardamenti Nato trasformati in siriani
Coppia in fuga dalle bombe di Assad, o coppia in tranquillo cammino?
Arte di strada a San Francisco diventa beffa su casa “distrutta da Assad”
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Con un’informazione
libera l’Italia
cambierebbe in 24 ore. I giornalisti italiani si suddividono in tre categorie:
gli indipendenti (pochi, eroici e spesso emarginati), gli schiavi (tantissimi,
sfruttati e pagati 5/10/20 euro a pezzo) e i Grandi
Trombettieri del Sistema, nominati in posizioni di comando dai
partiti e dalle lobby (direttori di testata, caporedattori, grandi firme,
intellettuali per meriti sul campo). Sabato scorso a Parma tecnici e esperti
hanno discusso per ore di inceneritori, dei danni alla salute, della loro
assoluta inutilità, di rifiuti zero, dei tre miliardi di debiti di Iren,
società quotata in Borsa e posseduta in maggioranza dai Comuni targati
pdmenoelle. Nulla di tutto questo è stato riportato. La piazza vuota, semi
vuota, quasi piena è stato l’unico argomento di interesse (in piazza della Pace
erano presenti 3.000 persone e decine di migliaia erano collegate in
streaming). Parlare d’altro per non parlar di niente.
Il conflitto
di interessi tra
informazione e potere economico e politico è diventato insopportabile. La
maggior parte degli italiani è informata da sette
televisioni e tre giornali. Rai1, Rai 2 e Rai 3 sono occupate
dai partiti, Canale 5, Italia 1 e Retequattro sono di proprietà di Berlusconi,
a capo di un partito, la7 appartiene a Telecom Italia. La Repubblica è di De
Benedetti, tessera numero uno del Pdmenoelle, La Stampa è della famiglia
Agnelli, gli azionisti di riferimento del Corriere della Sera sono le banche e
Confindustria. Siamo manipolati dai partiti, dalle banche e dalle industrie
che, attraverso i media, stravolgono la realtà. L’Italia è un’Isola dei Famosi,
un reality show di sessanta milioni di persone che ascoltano favole, racconti
fantastici in dosi così massicce e da così lungo tempo da aver trasformato il
Paese in un gigantesco Truman
Show in cui la verità
è menzogna e la menzogna è verità. Più il Sistema si decompone, più i media ne
diventano l’ultimo feroce baluardo (dopo infatti non c’è più alcuna difesa)
perdendo ogni ritegno e vergogna. Gli attacchi al MoVimento 5 Stelle sono
diventati parossistici, quotidiani, bipartisan, falsi, con notizie inventate di
sana pianta, diffamatori verso chi non ha mai governato, rubato, che non
candida condannati, non vuole poltrone o rimborsi elettorali. Il gioco al
massacro è così chiaro, evidente da essere diventato imbarazzante, paradossale,
quasi comico per chi lo pratica.
Beppe Grillo (topperà tante volte, ma qui ha le ragioni che tutti gli altri non dicono)