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EUROPA: DALLA CRISI FINANZIARIA ALLA “GRANDE DEPRESSIONE”

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A cura di Davide
Il 10 Agosto 2015
52 Views

DI BRAD DE LONG

equitablegrowth.org

Redazione: Il linguaggio distruttivo di Schäuble. L’asse franco-tedesco non vale niente se il meglio che può produrre è questo accordo. Ogni volta che una macchina della polizia viene incendiata per le strade di Atene, un altro container pieno di lavatrici parte da Amburgo. Non c’è nulla nei leaders europei che possa indurci a pensare che siano intelligenti. L’Eurozona rinunci alla sua autonomia e si leghi agli Stati Uniti d’America.

Già nel 2007 avevo usato quest’argomento per ricevere qualche facile applauso: poiché l’area nord-atlantica aveva vissuto la Grande Depressione, mai – nel trattare la nostra attuale crisi – avremmo ripetuto gli errori che furono fatti nel 1930 dai responsabili politici. Dissi che tutt’al più avremmo fatto, al posto di quelli vecchi, dei nuovi e diversi errori. Ma non gli stessi.

Ragazzi, rispetto all’Europa, stavo sbagliando!

Barry Eichengreen in Saving Greece, Saving Europe: “L’Eurosistema è stato reso più fragile e maggiormente soggetto alla destabilizzazione ….”

…. I Ministri delle Finanze europei saranno posti sotto accusa per aver trasmesso ai leaders dei loro paesi la “bozza provvisoria” contenente il linguaggio distruttivo di Schäuble …. Il nuovo programma è perverso …. immergerà la Grecia ancor più nella depressione …. non fornisce alcuna base né per la guarigione né per la crescita.

L’economia greca è già in caduta libera e le riforme strutturali, da sole, non invertiranno la spirale verso il basso …. Visto che la depressione si approfondirà, gli obiettivi di disavanzo saranno mancati, con ulteriori e conseguenti tagli alla spesa ed un’accelerata contrazione dell’economia.

Alla fine, l’accordo farà scattare il Grexit, o perché i creditori ritireranno il loro sostegno, dopo che gli obiettivi di bilancio saranno mancati, o perché i greci si ribelleranno. Provocare il Grexit è il trasparente intento della Germania.

Infine …. le privatizzazioni a prezzi stracciati, con la maggior parte dei proventi utilizzati per pagare il debito, non metteranno i parlamentari e la popolazione greca nello stato d’animo giusto per portare avanti con entusiasmo le riforme strutturali. La Grecia merita di meglio

…. Gli altri paesi europei, in buona coscienza, non dovrebbero aderire a questo programma, politicamente distruttivo ed economicamente perverso …. non dovrebbero permettere che il progetto europeo venga sacrificato sull’altare delle insistenze dell’opinione pubblica e dei leaders tedeschi sulle “regole”. …. La solidarietà franco-tedesca ne sarebbe irrimediabilmente danneggiata, ma comunque non vale niente se il meglio che può produrre è quest’accordo.

Da ultimo, il popolo tedesco meriterebbe di meglio …. Meriterebbe l’ammirazione ed il rispetto dei loro amici europei, non il sospetto ed un rinnovato risentimento.

Dopo otto anni dal 1929, anche la Francia era uscita dalle politiche della “ferma parità delle valute”, delle “riforme strutturali” e del “preghiamo perché la fatina della fiducia ci possa salvare”. Oggi, invece, tutta l’Eurozona è palesemente in trappola.

Il fatto che la depressione sia arrivata più lentamente, rispetto al 1929-1933, ha certamente giocato un suo ruolo. Ma la causa principale, a mio avviso, è il ruolo efficacemente giocato dalla Germania come paese-egemone europeo – oltre al fatto che il disagio nel sud dell’Europa, tutto sommato, è un bene per l’economia tedesca: ogni volta che una macchina della polizia viene incendiata per le strade di Atene, il valore dell’euro cede ed un altro container pieno di lavatrici parte da Amburgo.

Accoppiate queste considerazioni con l’accordo imposto dall’”Eurozona grande e buona” e con il fatto che le “riforme strutturali” sono sì necessarie, ma anche impossibili persino nei periodi di piena occupazione, e confrontate tutto questo, infine, con il fatto che gli stessi leaders dell’Eurozona insistono nel dire che tutto sta andando secondo i piani.

Il fatto che l’Eurozona abbia rotto la promessa di prosperità e convergenza economica, che veniva usata a suo sostegno, non è decisamente una delle loro principali preoccupazioni!

Dall’altra parte c’è lo strano e misterioso attaccamento all’euro da parte degli europei del sud. Tutto è forse legato alla loro volontà di essere cittadini di un paese che fa parte della “primeira liga” …. di essere, in altre parole, una parte reale dell’Europa.

La realtà economica sostiene che chi gestisce un business, perché questo sia prospero, stabilisce il prezzo di ciò che vende ad un livello né troppo alto (per attirare la domanda) né troppo basso (per guadagnare in modo adeguato), comportandosi con coerenza quando il declino della domanda è disastroso.

Analogamente, la realtà economica sostiene che un paese, perché sia prospero, ha bisogno di essere gestito come se fosse un business – deve quindi impostare il valore della sua moneta, ovvero il prezzo di ciò che vende, né troppo in alto (per attirare la domanda per le sue esportazioni), né troppo in basso (per non creare delle ragioni di scambio poco attraenti), gestendo coerentemente la propria moneta se il declino della domanda dovesse diventare disastroso.

Nel caso dell’Eurozona la realtà economica non sta da nessuna parte.

Se i leaders politici europei fossero intelligenti credo che, in questo momento, dovrebbero abbandonare l’euro e la loro libertà d’azione in materia di politica monetaria e macroeconomica, per legarsi al duo USA-FMI, che è egemone nella finanza internazionale e negli affari monetari e macroeconomici.

Ma c’è veramente poco, nella loro reazione a questa crisi – che dobbiamo cominciare a chiamare per quello che è: “Grande Depressione d’Europa” – che potrebbe indurci a pensare che siano intelligenti.

Brad DeLong

Fonte: http://equitablegrowth.org/

Link: http://equitablegrowth.org/2015/08/03/europe-financial-crisis-great-recession-lesser-depression-greater-depression/

3.08.2015

Scelto e tradotto da FRANCO per www.comedonchisciotte.org

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