Noi colonizzati, noi rassegnati europei, quando ormai ci propinano il 2030 intendono presente e futuro di sacrifici, tasse, disoccupazione, impoverimento e grande reset.
L’orizzonte della Russia è un tantino diverso ed il presidente in carica è in testa ai sondaggi con l’87,34% dei voti, con il 50,02% delle schede scrutinate. Al secondo posto, il candidato del Partito Comunista (CPRF) Nikolay Kharitonov con il 4,11%, poi il candidato del partito Nuovo Popolo Vladislav Davankov (4,01%) ed in ultimo, il candidato del Partito Liberal Democratico (LDPR) Leonid Slutsky (3,11%).
Secondo gli ultimi dati della Commissione elettorale centrale (CEC), l’affluenza alle urne è stata del 74,2% alle 21.00 ora di Mosca, affluenza maggiore rispetto al 2018.
Secondo il presidente ucraino Zelensky le elezioni russe non hanno “alcuna legittimità”, per il Ministro egli Esteri britannico Cameron “non sono elezioni libere ed eque”.
La democrazia è sempre la nostra, quella altrui – ossia che non controlliamo – è sempre dittatura. Equazione disarmante ma reale, verso un 2030 dai destini separati.
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ultimo aggiornamento alle ore 22.12 del 17.03.2024
FONTI
tass.com/politics/1760649
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/03/17/mosca-putin-all88-con-il-25-di-seggi-scrutinati_6a21066d-90b5-4ec4-802c-faa729760a72.html