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ELEZIONI IN BRASILE: GLI STATI UNITI COPRONO LE OPERAZIONI DELL’INTELLIGENCE

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A cura di Davide
Il 18 Ottobre 2010
99 Views

A SUPPORTO DELLA “DEMOCRAZIA”

DI NIL NIKANDROV
globalresearch.ca

Recentemente, è parso sospetto che Washington, che tende a denigrare senza limiti le democrazie “immature” dell’America Latina e dei Caraibi, abbia fatto seri tentativi di mostrare rispetto per il Brasile.

L’amministrazioe di G. Bush ha etichettato come “immaturi” gli stati dell’America latina con regii populisti e, in generale, ogni paese che abbia mostrato segni di resistenza nel difendere gli interessi nazionali di fronte alla pressione degli Stati Uniti. Il Brasile non ha mai permesso che venisse messo in discussione il proprio diritto alla sovranità e ad una posizione indipendente nella politica internazionale durante gli otto anni della presidenza di Luiz Inàcio Lula da Silva, e ci si aspettava che la’Amministrazione Bush avrebbe esaurito la pazienza e avrebbe tentato di controllare il leader brasiliano. Tuttavia non accadde niente di simile, chiaramente perchè gli Stati Uniti si sentivano troppo oppressi dai problemi con il Venezuela per rimanere incastrati in un altro conflitto in America Latina.

Parlando con i diplomatici e gli agenti dell’intelligence dell’ambasciata statunitense in Brasile nel marzo 2010, il segretaro di stato statunitense H. Clinton ha precisato:
“Nell’Amministrazioone Obama stiamo cercando di approfondire ed allargare i nostri legami con una serie di paesi strategici, e il Brasile è in cima alla lista. E’ un paese che importa davvero. Ed è un paese che sta seriamente cercando di realizzare la sua promessa alla popolazione di un futuro migliore. E così, insieme, gli Stati Uniti e il Brasile devono aprire la srada alla gente di questo emisfero.”.
E’ degno di nota che Hillary Clinton abbia riconosciuto al Brasile niente meno che il diritto di mostrare la strada alle altre nazioni, sebbene al fianco di Washington. Per quest’ultima, la strada da seguire è quella di sopprimere ogni iniziativa di carattere socialista all’interno del continente, di astenersi dai progetti di intergrazione regionale non sottoposti al patrocinio degli Stati Uniti, di opporsi agli sforzi dei populisti mirati alla formazione di un blocco difensivo latino americano, e di impedire la scalata cinese all’espansione economica.

Gli Stati Uniti hanno designato l’ex capo dell’ufficio degli Affari dell’emisfero occidentale del Dipartimento di stato, nonchè pezzo grosso con una reputazione di diplomatico aggressivo Thomas A. Shannon nuovo ambasciatore per il Brasile, la sera delle elezioni nel paese. Shannon ha tentato con insistenza di convincere il presidente del Brasile ad allineare il paese con gli Stati Uniti, e ad adottare una linea politica meno indipendente a livello intrernazionale. Washington ha offerto al Brasile benefici quali una più ampia collaborazione per la produzioe di combustibili rinnovabili, gli ha consentito di stabilire una divisione della Boeing nel paese, e ha firmato una serie di accordi con le industrie della difesa Brasiliana inclusa la commissione di 200 velivoli Toucan per le forze aeree statunitensi.
Il presidente Da Silva non si è arreso. Ha testardamente mantenuto l’alleanza con H. Chavez e J. Morales, si è presentato in Havana e a Teheran, e ha condannato il colpo di stato pro-Stati Uniti in Honduras, arrivando perfino a promettere di sviluppare un settore nazionale per l’energia nucleare. Ha proposto Dilma Rousseff, candidata che ci si aspetterebbe seguire una simile linea indipendente, come suo successore. Fatto allarmante per Washington, Rousseff è stata vicina al partito comunista, ed è stata membro della Vanguardia Armada Revolucionaria, con lo pseudonimo di rilevo di Giovanna D’Arco, neglianni settanta. Fu tradita da un agente governativo, arrestata, torturata con i metodi CIA insegnati alla scuola americana, e dovette trascorrere tre anni in priogione. Di conseguenza, anche a distanza di decenni, Rousseff non è la persona che ci si potrebbe aspettare essere una grande sostenitrice degli Stati Uniti.
La campagna della Rousseff ha gradualmente preso piede e i sondaggi hanno cominciato a collocarla davanti al candidato di destra Josè Serra. I giornalisti filostatunitensi e gli agenti della CIA hanno sondato la sua disponibilità a stipulare un accordo segreto con Washington e, come si poteva prevedere, hanno scoperto che tale piano non aveva alcuna possibilità, dato che Rousseff ha giurato fedeltà alla linea del presidente Da Silva. La reazione della CIA è stata quella di tentare didiffamare la Rousseff, e i media immediatamente hanno portato a galla il mito del suo estremismo. Hanno dissotterrato informatori della polizia che hanno fatto da “testioni” del suo coinvolgimento in rapine in banca con l’intento di mettere le mani su denaro per supportare il terrorismo in Brasile. I media conservatori hanno dato il via ad una guerra di sondaggi, e in coro hanno presentato il filostatunitense Josè Serra come l’incontestato detentore del prio posto, e la Rousseff come una rivale puramente nominale. Ad ogni modo la situazione ha finito con lo stabilizzarsi, e la Rousseff è emersa come la leader della campagna, grazie all’appoggio personale del presidente Da Silva.

Al punteggio della Rousseff mancava un 3-4% per decretarla vincitrice nella prima tornata delle elezioni. Il risultato della corsa dipenderà in gran parte dai sostenitori di Marina Silva Vaz del Partito dei Verdi, risultata terza alle elezioni con il 19% dei voti. La lotta per conquistarsi i sostenitori dei verdi è in atto, e la squadra di Shannon, che lavora nell’ombra, senza dubbio cercherà di fare del suo meglio per mediare un’alleanza tra Serra e Silva.

La squadra di Rousseff ha lasciato da parte il suo iniziale trionfalismo, poichè la gara si prospetta difficile, e gli opponenti della sua candidata sono implicitamente sostenuti da un impero potente e ricco di risorse, che, come è rispauto, ha già portato alla vittoria candidati senza alcuna speranza. I media brasiliani, l’azienda mediatica O Globo, la casa editrice Abril, testate giornalistiche di rilievo come la Foha de Sao Paulo e la rivista Veja, si stanno impegnando nel lavaggio del cervello degli elettori.
La squadra di Shannon sta affrontando la missione di aiutare le “forze fresche”, meno soggette al rifiuto a stipulare accordi con Washington, a mettere le mani sul potere in Brasile. Da questa prospettiva, il candidato ideale è il Partito Verde, in cui la CIA ha da tempo guadagnato posizioni importanti, dato che gli Stati Uniti si sono sempre interessati dei problei ecologici del bacino amazzonico. Al momento la CIA sta corteggiando i leader e gli attivisti dei Verdi, e, nel contempo, richiedendo posizioni per loro nel prossimo governo dai responsabili della campagna di Serra. Washington deve star facendo un lavoro urgente, considerato che Silva e il suo entourage progettano di decidere il 10 ttobre su quale parte della bilancia schierarsi nella corsa. Dall’altro lato, la Rousseff ha anche il potenziale per attirare a sè i sostenitori dei Verdi, considerato che Silva fu membro del governo del presidente Da Silva fino al 2008.

La CIA impiega ex poliziotti brasiliani, licenziati per svariati motivi, per svolgere mansioni di sorveglianza, irruzione in appartamenti, furti di dati infromatici, ricatti. Nella maggior parte dei casi, si tratta di individui con tendenze di estrema destra, che vedono Serra come il loro candidato. All’interno dei ministeri, dell’intelligence e del complesso militare-industriale brasiliani vi sono pesanti infiltrazioni di agenti statunitensi. Lo staff dell’ambasciata statunitense e del consolato in Brasile include circa 40 agenti di CIA, DEA, FBI e intelligence dell’esercito, e Washington ha in programma di aprire 10 nuovi consolati nelle maggiori città brasiliane come Manaos in Amazzonia.

Mentre il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sta ridimensionando la rappresentanza diplomatica nel mondo nel tentativo di tagliare le spese del bilancio, il Brasiel resta un’eccezione alla regola. Il paese ha la potenzialità di affermarsi come controparte geopolitica agli Stati Uniti nell’emisfero occidentale nei prossimi 15-20 anni, e l’amministrazione statunitense, sotto i Repubblicani così come sotto i Democratici, ha la preoccupazione di impedirgli di ottenere questo ruolo.

Nil Nikandrov

Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=21368
9.10.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org acura di ARLEQUIN

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