ELEMENTO 115

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blankDI ENRICO BACCARINI
EC Planet

Nuove conferme alle rivelazioni di Lazar?

Tra il 1989 ed il 1990 un personaggio alquanto controverso di nome Robert, Bob, Lazar si presentò al grande pubblico americano costernando ed affascinando i media su suoi presunti coinvolgimenti, all’interno di strutture governative segrete, inerenti studi di retroingegneria su velivoli di origine aliena. Fin da subito le affermazioni diffuse da questo sedicente fisico, a tutt’oggi non è stato infatti ancora possibile confermare la sua laurea in tale disciplina, scioccarono sia il mondo ufologico quanto quello dei mass media americani.

Tali dichiarazioni portarono davanti al grande pubblico, forse per la prima volta concretamente, la prova e la possibilità della reale esistenza di velivoli alieni all’interno di installazioni militari americane ovvero di studi correlati di retroingegneria finalizzati alla comprensione e all’utilizzo delle tecnologie derivate. Affermazioni che, ormai da diversi decenni, circolavano già nell’ambiente ufologico ma che non sembravano possedere ancora quella base di concretezza che Lazar sembrò attribuirgli. A differenza di altri rivelatori le affermazioni rilasciate da Lazar non sembrarono infatti essere prive di quei fondamenti logici e scientifici che altri prima di lui avevano dimostrato di non possedere.

[A seguito, Townsend Brown e l’antigravitazione (Zret)]Lo stesso Lazar si era infatti addentrato, in numerose occasioni, in aspetti tecnico-scientifici che solo esperti o profondi cultori del settore avrebbero potuto esporre e commentare senza problemi di sorta. Vennero allo stesso tempo chiamate in causa diverse agenzie governative americane, nonché diversi autorità della fisica, di cui il più noto fu quell’Edward Teller padre della bomba H recentemente scomparso. Presunte minacce di morte e alcuni attentati portarono Lazar a rendere ancor più di pubblico dominio le proprie affermazioni, cercando in tal modo di costruire una sorta di immagine pubblica che lo potesse proteggere minimamente da attacchi alla sua persona.

Se questa strategia inizialmente sembrò funzionare, ritenendo ovviamente che tutto l’affaire Lazar sia reale, dopo poco tempo si poté assistere ad una vera e propria campagna denigratoria nei confronti del fisico traditore. Sicuramente, e se realmente la situazione è andata in questo modo, coloro che cercarono di screditare questo individuo non trovarono grosse difficoltà. Lazar infatti è sempre stato un soggetto molto eclettico ovvero “particolare” che ha alternato i suoi presunti studi universitari in fisica a divertimenti ben più mondani tra cui la gestione di un bordello nello stato del Nevada. Proprio quest’ultima “attività” gli costò una condanna in sede penale verso i primi anni ’90, fatto questo alquanto curioso visto che nello stesso stato del Nevada la prostituzione è un’attività «legalmente regolamentata» e non punibile ai termini di legge.

Questa breve panoramica ci rende edotti di come debbano essere prese con cautela le affermazioni e le ipotesi proposte da questo individuo nel corso degli anni, personaggio che, come vedremo successivamente, potrebbe essere stato altresì l’abile esecutore di una longa manus intenzionata ad inquinare il campo ufologico. Quanto però di vero, o di possibile, ci potesse essere in alcune sue affermazioni non sembrò apparentemente manifestarsi fin da subito. Solo diversi anni dopo, principalmente verso la metà degli anni ’90, si iniziò a rivedere in chiave critica ma costruttiva quelle che potevano essere basi scientifiche reali su cui Lazar sembrava avesse lavorato. Lo stesso sistema di propulsione da lui descritto, un motore warp-drive, o a curvatura spazio-temporale, inconcepibile scientificamente per la fine degli anni ’80, venne studiato e costruito a livello “teorico” già dagli inizi degli anni ’90 portando addirittura la NASA alla costituzione di un progetto denominato «Breakthrough Propulsion Project » per lo studio della distorsione spazio-temporale a fini spaziali ed esplorativi. Un bel salto di qualità che però non ci permette di giustificare né di avvalorare in toto le affermazioni di Lazar!

FOTO: Ricostruzione del disco “sportivo” di Lazar.

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FOTO: Una rappresentazione del disco su cui Bob Lazar avrebbe lavorato.

Elemento fondante del motore a curvatura sarebbe stato il combustibile che questi UFO avrebbero utilizzato per spostarsi nel cosmo, conosciuto fin dalle prime rivelazioni come l’elemento 115 della tavola periodica degli elementi. Pur se la distorsione spazio-temporale potrebbe permettere di “contrarre” enormemente le distanze che dovessero essere affrontate con sistemi propulsivi convenzionali, la generazione di una bolla di curvatura richiederebbe comunque l’utilizzo di quantitativi di energia veramente esorbitanti ovvero di altrettanta potenza per poter far funzionare il velivolo nelle diverse condizioni in cui si potrebbe venire a trovare. L’elemento 115, secondo Lazar, porrebbe rimedio a molti di questi inconvenienti generando altresì egli stesso un “campo gravitazionale inerziale” in grado di ottemperare al fabbisogno energetico e gravitazionale della nave stessa. Ancora oggi discutere in maniera così blanda di qualcosa che risulta essere ancora patrimonio quasi della fantascienza potrebbe far sorridere i più, ma non scordiamoci quali e quante siano state le scoperte effettuate solo negli anni ’90 nel campo scientifico. Nel corso di pochi anni, tre o quattro al massimo, dalle prime affermazioni di Lazar la scienza Ufficiale (quella appunto con la “U” maiuscola) ha avvalorato la possibilità di poter costruire, in un lontano futuro, motori che possano sfruttare proprietà della materia definite esotiche, come appunto la generazione di una contrazione dello spazio-tempo per la formazione di worm-hole.

FOTO: Catena di decadimento dell’elemento 115 (Ununpentium) nell’elemento 113 (Ununtrium), fino all’elemento 111 (Unununium) con altri elementi fino al livello di stabilità.

«La fonte energetica della navicella è il reattore che utilizza l’elemento 115 come carburante primario causando una totale annichilazione dell’elemento che produce altresì una fonte di energia eccezionale […] solo 223 grammi di questo elemento potremmo essere utilizzati per 20 o 30 anni. All’interno del reattore l’elemento 115 viene bombardato da protoni che trasformano questo elemento in 116 a cui segue poi un decadimento quasi istantaneo con consequenziale produzione di antimateria. Questa antimateria viene incanalata all’interno di una struttura che la porta a reagire con la materia producendo altresì una reazione in cui si ottiene una conversione quasi totale in energia».

Affascinante ed intrigante questa descrizione, non tecnica, fornita da Lazar ha suscitato fin da subito enormi discussioni in campo sia ufologico che scientifico soprattutto per le ultime righe che vi abbiamo presentato. Secondo i principi della termodinamica infatti la resa quasi ottimale, al 100%, come paventata da Lazar in una conversione di questo tipo non è possibile per nessuna legge fisica conosciuta, violerebbe totalmente la i principi della termodinamica ovvero andrebbe contro i principi dell’entropia. Quindi o Lazar ha fornito un dato falso, fattore non impossibile, oppure il nostro livello tecnologico non ci permette ad oggi di possedere una struttura in grado di ottenere una reazione di questo tipo. Su questo ultimo punto non ci si dovrebbe fermare tanto alla leggera soprattutto se osserviamo come le recenti ipotesi e ricerche, soprattutto della fisica quantistica e delle alte energie, stiano conducendo il panorama scientifico internazionale ad una vera e propria rivoluzione delle antiche concezioni, o “dogmi”, fino ad oggi ritenuti inviolabili.

La scienza sembra però fornire ulteriori conferme a quanto affermato da Lazar verso la fine degli anni ’80. Nei primi mesi del 2004 un team di scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory ha infatti resa pubblica la notizia della sintesi in laboratorio dell’elemento 115, una nuova conquista della scienza che potrebbe altresì gettare nuova luce, oppure nuove ombre, sulle affermazioni di Lazar. La ricercatrice americana Linda Multon Howe è riuscita a contattare uno degli scienziati che hanno sintetizzato tale elemento intervistandolo e chiedendogli apertamente cosa ne pensasse delle affermazioni di Lazar. Le risposte sono risultate molto più interessanti di quanto ci si potesse aspettare accreditando, in certi casi, un alone di veridicità a diverse affermazioni rilasciate dalla fine degli anni ’90.

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FOTO: L’elemento superpesante 115 è stato sintetizzato grazie al ciclotrone di Dubna in Russia, in collaborazione con il Lawrence Livermore. La tavola periodica degli elementi mostra la collocazione e le proprietà chimico-fisiche di questo elemento.

Joshua Patin (Ph.D., chimico nucleare del Lawrence Livermore) ha innanzitutto confermato l’ipotesi che nelle vicinanze dell’elemento 115 possa esistere quella che i fisici hanno definito “un’isola di stabilità” ovvero una zona in cui gli elementi transuranici non decadono rapidamente ma possiedono un tempo di vita medio relativamente alto, ovvero risultino a tutti gli effetti stabili. Tale isola di stabilità sarebbe direzionata proprio verso l’elemento 116, fatto questo asserito da Lazar ben quindici anni fa. Allo stesso tempo Patin ha confermato la possibilità che l’elemento 115, posto in condizioni particolari, possa essere altresì “condensato” per risultare a tutti gli effetti “solido”, e non in forma “volatile” atomica come è per gli altri elementi.

FOTO: Il team di ricercatori che ha sintetizzato al Lawrence Livermore National Laboratory l’elemento 115. Lo studio è stato compiuto con la supervisione del Direttorato delle Scienze Chimiche e dei Materiali, nel team di ricerca sugli elementi pesanti. La foto, scattata nel gennaio del 2004 mostr: Jerry Landrum, Dawn Shaughnessy, Joshua Patin, Philip Wilk, e Kenton Moody.

La ricercatrice Linda Howe, ospite all’ultimo Simposio Mondiale ufologico organizzato a San Marino, ha poi parlato a Patin di Bob Lazar, delle sue affermazioni e dei dati tecnici forniti oltre un decennio fa. Se sul versante ufologico Patin non si è pronunciato, sono stati oltremodo interessanti i suoi commenti ad alcune rivelazioni fornite da Lazar. Patin si è espresso principalmente sulle proprietà di stabilità che questo elemento potrebbe possedere. Analizzando la collisione tra atomi di calcio ed americio, il procedimento attraverso il quale si è ottenuto l’elemento 115 a Livermore, è stato possibile ipotizzare una sua forma nettamente stabile ovvero in grado di non decadere e quindi essere utilizzata per svariati scopi. Sulle proprietà intrinseche dell’elemento Patin non si è ovviamente pronunciato soprattutto perché l’anomalia dell’isola di stabilità non ha permesso ancora oggi, neanche a livello teorico, di predire le proprietà che questi elementi potrebbero possedere. Indubbiamente, afferma sempre Patin, elementi di questo genere potrebbero possedere proprietà veramente uniche che potrebbero ipoteticamente allinearsi con le descrizioni fornite anni fa da Lazar. Solo ulteriori esperimenti potranno confermare o smentire le affermazioni di questo sedicente fisico, anche se per negli ultimi anni al dubbio si sono sommate molte verifiche e molti riscontri.

Proprio per tali motivi, come affermavamo precedentemente, si potrebbe anche pensare ad un abile piano ben architettato. Da sempre, e non solo nel campo ufologico, il miglior modo per far conoscere e veicolare informazioni sensibili o destabilizzanti è sempre stato quello di integrarle con la pura fantasia, con dati che fossero inverificabili ovvero parto della creatività umana. In questo modo si sarebbero potute veicolare informazioni che sarebbero state allo stesso tempo attaccabili ed inverificabili, ma che avrebbero posseduto un “core” di realtà. In una parola si sarebbe compiuto del debunking. Lazar è stato più volte sottoposto al poligrafo, la macchina della verità, un metodo che pur se non attendibile totalmente pone comunque anche un soggetto ben allenato a mentire di fronte all’alto rischio di essere scoperto. La mente umana è una macchina fallibile e nessuno è in grado di mentire sempre e comunque.

Tre test al poligrafo hanno invece attestato la totale buona fede di quest’uomo rispetto a quanto aveva detto e gli era stato chiesto durante i test. Lo studioso Jacques Vallée, come anche altri ricercatori, sono rimasti stupefatti dalla preparazione che Lazar sembrava possedere in campo fisico e scientifico. Indice probabilmente di una reale conoscenza da parte di questo individuo di discipline e materie così complesse. Un’altro dato che potrebbe confermare ulteriormente le sue affermazioni sono i registri del laboratorio di Los Alamos in cui affermava di aver lavorato e in cui sarebbe stato contattato le prime volte per lavorare all’Area 51. Nella causa intentata contro di lui il governo e l’istituto in questione negarono totalmente un suo qualsiasi ruolo, ovvero contratto, all’intero di tale centro di ricerca, fatto che fu ben presto smentito dai suoi ex colleghi di lavoro ovvero da un cedolino di riconoscimento che attestava la sua presenza all’interno del LANL.

Tutto questo ci fa sorgere dubbi su quali e quanti siano gli artefici di questo grande gioco. Da una parte Lazar, pur trattandosi di un individuo alquanto controverso e discutibile, ha dato modo di attestare un certo livello di veridicità alle proprie affermazioni, veridicità che si è costruita principalmente negli anni e grazie alle scoperte e alle nuove ipotesi compiute dalla scienza. Allo stesso tempo nella sua storia e nella sua vita rimangono ancora dei lati oscuri, dei punti poco chiari, che lasciano presumente una qualche sorta di coinvolgimento in piani ben più ampi.

I dati di fatto su cui oggi ci possiamo basare hanno però in larga misura confermato molti dati forniti da Lazar, hanno altresì avvalorato la possibilità di costruire, in un lontano futuro, sistemi propulsivi che si basino sulla distorsione spazio-temporale ovvero hanno comprovato l’esistenza di un’isola di stabilità entro l’elemento 115 testimoniando in questo modo la presenza di una famiglia di elementi dalle proprietà fisiche veramente uniche. Mistificatore o rivelatore genuino? Il distico su Bob Lazar non sembra aver trovato ancora una soluzione ma a quanto pare il tempo ha trovato il modo avvalorare molte delle sue affermazioni. Quanto dovremmo ancora aspettare? …

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FOTO: Robert, Bob, Lazar il discusso scienziato che nel 1989 rivelò al mondo una verità sconvolgente. Personaggio eclettico pur se la sua persona lascia ancora molte domande le sue affermazioni sembrano ricevere ogni giorno nuove conferme.

Bibliografia & Riferimenti:

http://www.webelements.com

http://www-cms.llnl.gov/e113_115/index.html

http://www-cms.llnl.gov/e113_115/images.html

http://www.llnl.gov (Lawrence Livermore National Laboratory)

http://www.lanl.gov (Los Alamos National Laboratory)

http://www.earthfiles.com

Enrico Baccarini
E-mail: [email protected]
Fonte: http://www.ecplanet.com/
Link
30.08.2004 – 17.22 (Ultima modifica)

TOWNSEND BROWN E L’ANTIGRAVITAZIONE

DI ZRET

Thomas Townsend Brown è un ingegnere nato in Ohio nel 1905 e morto nel 1985, in una località denominata Avalon, nell’isola di Catalina, nello stato della California.

Dopo aver frequentato l’università, Townsend Brown lavorò all’interno di vari istituti di ricerca, tra cui il prestigioso Smithsonian Institute. Nel 1933 si arruolò nella marina statunitense, dove rimase fino al 1943, ottenendo il grado di capitano di corvetta. In questo decennio, usò le sue conoscenze per studiare e realizzare un metodo di rilevazione magnetica ed acustica delle mine di profondità. Sino alla fine del 1945 operò come esperto di sistemi radar alla Lockheed corporation. Nel 1951 pubblicò sul Physics observer una ricerca su un’apparecchiatura elettrocinetica che sembra fosse in grado di vincere la forza di gravità. Il congegno aveva l’aspetto di un ombrello con un reticolato metallico cui veniva applicata un’alta carica elettrica (tensione di circa 125.000 volts). Forse grazie a questa sua invenzione, percorse una folgorante (in tutti i sensi) carriera che lo portò al vertice della RAND Corporation, dal 1958 al 1974. In quegli anni questa società costruiva basi sotterranee segrete e sembra fosse coinvolta anche in progetti dell’esercito per il controllo mentale.

Sebbene in una totale e sinistra segretezza, le ricerche avviate da Townsend e da altri sono continuate e continuano in laboratori militari dove si sperimentano velivoli antigravitazionali, forse avvalendosi anche di conoscenze frutto di retroingegneria. Alcuni elementi chimici, fra cui il berillio, l’alluminio, il vanadio, il rame ed il bismuto, possono schermare la gravità, se associati ad un forte campo elettromagnetico. (1) In special modo, il bismuto sembra acquisire un’importanza di primo piano in collegamento con la superconduzione.

Secondo il pericoloso scienziato statunitense, le onde gravitazionali possono attraversare la materia e trasmettere segnali. Egli scoprì pure che le rocce quarzifere erano ricevitori AM di onde gravitazionali. Townsend reputava che, nell’ipotesi della costruzione di ricetrasmittenti in cui si fossero impiegate rocce quarzifere, esse andassero, però, schermate da potenziali interferenze di natura elettromagnetica: il modo più efficace sarebbe stato quello di collocare i dispositivi ricetrasmittenti a parecchi metri sottoterra o all’interno di una montagna.

Recentemente è stato divulgato un filmato in cui è ripreso un oggetto volante di forma circolare che alcuni pensano appartenga all’Aeronautica militare italiana. È sbalorditivo notare che l’ordigno, dopo essersi sollevato ed aver fluttuato, alla fine del video schizza via ad una velocità incredibile. È un oggetto del nostro pianeta oppure no? Come escludere che gli studi condotti in questi ultimi decenni non abbiano portato alla costruzione di “U.F.O.” terrestri?

La tecnologia russa e statunitense ha compiuto “progressi” strabilianti in moltissimi campi, dalle armi elettromagnetiche alle tecniche di controllo mentale, dalle nanotecnologie ai sistemi di propulsione non convenzionale…

Di quali micidiali, diabolici, inimmaginabili strumenti dispongono gli eserciti ed i governi occulti? Si può immaginare, anche se è difficile attingere informazioni precise. Di una cosa possiamo essere certi: che questi apparati sono e saranno impiegati contro l’umanità ed il pianeta.

(1) Si ritiene che anche il misterioso elemento 115 abbia proprietà antigravitazionali.

Fonti ed approfondimenti:

E. Baccarini, Elemento 115, 2006
D. Bortoluzzi, Alla ricerca dei libri di Thot, Aprilia, 2006
Bojs, Le armi psicotroniche, 2007
Id., Il controllo del pensiero, 2007
Id.,
Il segnale del picchio verde, 2007
T. Townsend Brown, How I control gravitation, 1951
G. Fosar, F. Bludorf, L’intelligenza in Rete nascosta nel D.N.A , Diegaro di Cesena, 2006
John, Italian air force U.F.O., 2007
Zret, L’elemento 115, 2006


Zret
Fonte: http://zret.blogspot.com/
Link: http://zret.blogspot.com/2007/04/townsend-brown-e-lantigravitazione.html
25.04.2007

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