La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

EINE KLEINE NACHT MURDER – COME I LEADER ISRAELIANI UCCIDONO IN CAMBIO DI VOTI

blank
A cura di Davide
Il 29 Dicembre 2008
81 Views

DI GILAD ATZMON
Palestinethinktank

Per capire l’ultima devastante spedizione omicida degli israeliani contro Gaza bisogna comprendere a fondo l’identità israeliana e il suo odio innato verso chiunque non sia ebreo, l’odio verso gli arabi in particolare. Questo odio è contenuto nel curriculum israeliano, viene predicato dai leader politici e sottinteso dalle loro azioni. E’ veicolato da categorie culturali, perfino all’interno della cosiddetta “sinistra israeliana”.

Sono cresciuto in Israele negli anni ’70, gli individui della mia generazione oggi sono in Israele a capo dell’esercito, della politica, dell’economia, della cultura e delle arti. Siamo stati abituati a pensare che “un arabo buono è un arabo morto”. Qualche settimana prima che entrassi a far parte della IDF [le Forze di Difesa Israeliane, NdT] nei primi anni ’80, il generale Raphael Eitan, all’epoca capo di stato maggiore, annunciò che gli arabi erano come “scarafaggi imprigionati in una bottiglia”. La fece franca, così come la fece franca dopo l’assassinio di migliaia di civili libanesi durante la prima guerra del Libano. In una parola, gli israeliani riescono sempre ad ammazzare la gente e passarla liscia.Fortunatamente, e per ragioni che tuttora sfuggono alla mia comprensione, a un certo punto mi risvegliai da questo mortifero sogno ebraico. A un certo punto me ne andai dallo stato degli ebrei, evasi dal dilagare dell’odio ebraico, diventai oppositore dello stato ebraico e di ogni altra forma di politica ebraica. In tutti i modi, sono fortemente convinto che sia mio dovere primario informare chiunque desideri ascoltarmi di cosa abbiamo contro.

Se il sionismo mirava a trasformare gli ebrei, e se pensava che “donandogli un proprio stato” li avrebbe resi simili a qualunque altro popolo, allora ha miseramente fallito. La barbarie israeliana, quale abbiamo potuto osservarla questa settimana e in infinite occasioni precedenti, va ben al di là della bestialità pura e semplice. E’ l’uccidere per il gusto di uccidere. Ed è indiscriminata.

Poche persone in occidente si rendono conto di una realtà devastante: che ammazzare gli arabi, e i palestinesi in particolare, è una ricetta politica israeliana di grande efficacia. Gli israeliani sono in realtà un popolo confuso. Per quanto insistano a vedere se stessi come una nazione in cerca di “Shalom” (1), in realtà amano essere guidati da politici che abbiano alle spalle un impressionante curriculum di massacri ingiustificati. Che si tratti di Sharon, Rabin, Begin, Shamir o Ben Gurion, gli israeliani vogliono che i loro “leader democraticamente eletti” siano falchi bellicosi, con le mani grondanti sangue e con alle spalle un solido background di crimini contro l’umanità.

Manca qualche settimana alle elezioni in Israele e sembra che tanto il candidato di Kadima, il ministro degli esteri Tzipi Livni, quanto il candidato laburista, il ministro della difesa Ehud Barak, si trovino molto indietro nelle preferenze rispetto al candidato del Likud, il noto falco Benjamin “Bibi” Netanyahu. Livni e Barak hanno bisogno della loro piccola guerra. Devono dimostrare agli israeliani che sanno come gestire uno sterminio di massa.

Sia Livni che Barak devono offrire all’elettore israeliano un’esibizione di devastante carneficina, così che gli israeliani possano aver fiducia nella loro leadership. E’ la loro unica possibilità contro Netanyahu. In pratica, Livni e Barak stanno lanciando tonnellate di bombe sui civili palestinesi, sulle scuole e sugli ospedali perché questo è esattamente ciò che gli israeliani vogliono vedere.

Sfortunatamente, gli israeliani non sono conosciuti per la loro pietà o per la loro compassione. Al contrario sono appagati dalla ritorsione e dalla vendetta, gioiscono della loro stessa brutalità senza limiti. Quando all’ex comandante in capo delle Forze Aeree Israeliane, Dan Halutz, fu chiesto che cosa si provasse a sganciare una bomba su un quartiere di Gaza densamente popolato, la sua risposta fu breve e precisa: “Si prova una leggera turbolenza sull’ala destra”. La freddezza omicida di Halutz fu sufficiente a garantirgli la promozione a capo di stato maggiore della IDF poco tempo dopo. Fu il generale Halutz a guidare l’esercito israeliano nella seconda guerra del Libano, fu lui a perpetrare la distruzione delle infrastrutture libanesi e di ampie zone di Beirut.

A quanto sembra, nella politica israeliana il sangue degli arabi si traduce in voti. Ovviamente sarebbe molto ragionevole incriminare Livni, Barak e l’attuale capo di stato maggiore della IDF, Ashkenazi, per omicidio di primo grado, crimini contro l’umanità e per la palese infrazione delle Convenzioni di Ginevra. Ma è molto più comprensibile tenere conto del fatto che Israele è una “democrazia”. Livni, Barak e Ashkenazi stanno dando al popolo israeliano ciò che vuole: si chiama sangue arabo e deve essere fornito in abbondanti quantità. Questa ininterrotta pratica omicida condotta dai politici israeliani riflette le attitudini del popolo israeliano nel suo insieme piuttosto che quelle di un manipolo di politici e generali. Abbiamo a che fare con una società barbarica, guidata, sul piano politico, da inclinazioni sanguinarie e assassine. Non può esservi dubbio, non c’è posto per questa gente fra le nazioni.

Perché gli israeliani siano un popolo così lontano da qualsiasi nozione di umanità è una bella domanda. Gli studiosi della natura umana più generosi ed ingenui potrebbero sostenere che la Shoah abbia lasciato un’enorme cicatrice nell’animo degli israeliani. Ciò potrebbe spiegare perché gli israeliani coltivino tale ricordo in modo ossessivo, con il sostegno dei loro fratelli e sorelle della Diaspora. Gli israeliani dicono “mai più” e ciò che vogliono dire è che non dovrà più esserci una nuova Auschwitz, il che in qualche modo li fa sentire legittimati a punire i palestinesi per i crimini commessi dai nazisti. I più realistici tra noi non credono più a questa tesi. Oggi iniziano ad ammettere che è più che probabile che gli israeliani siano così incredibilmente brutali perché semplicemente è questo che sono. E’ qualcosa che va oltre la razionalità e le teorizzazioni pseudo-analitiche. Essi affermano: “Questo è ciò che gli israeliani sono e non c’è più nulla da fare”. I realistici arrivano perfino ad ammettere che uccidere sia il modo in cui gli israeliani interpretano il significato dell’essere ebrei. Con tristezza, molti di noi sono arrivati ad ammettere che non esiste un sistema di valori laici alternativo con cui gli ebrei possano sostituire la pulsione ebraica all’omicidio. Lo stato ebraico sta lì a dimostrare che l’autonomia nazionale ebraica è un concetto inumano.

Sono cresciuto nell’Israele degli anni dopo il 1967. Sono stato allevato nel culto della mitica vittoria israeliana, siamo stati abituati ad adorare l’”israeliano che combatte in posizione di svantaggio”, l’eroico plotone che punta il suo Uzi automatico verso gli arabi e riesce a sconfiggere quattro eserciti in soli sei giorni.

Mi ci sono voluti due decenni di troppo per capire che l’”israeliano che combatte svantaggiato” era in realtà un maestro dello sterminio indiscriminato. Barak era uno di quegli eroi del 1967, un maestro dell’assassinio indiscriminato. A quanto sembra, l’esecutivo israeliano ha appena approvato un progetto per il più massiccio attacco contro Gaza dal 1967. Livni ha più o meno la mia età e, a giudicare dalle notizie, ha interiorizzato quel messaggio. Ora si sta costruendo le necessarie credenziali come assassina indiscriminata. Sia Barak che la Livni stanno conducendo Israele in una campagna elettorale di sterminio. Il sangue degli arabi e dei palestinesi è il carburante della politica israeliana.

Potrei suggerire a Barak e alla Livni che non è detto che ciò li aiuti nei sondaggi. Netanyahu è un falco autentico e genuino. Non ha bisogno di atteggiarsi ad assassino e, per quanto io possa disprezzarlo, non ha ancora condotto Israele in una guerra. Probabilmente egli capisce meglio di loro che cosa sia il potere della deterrenza.

(1) Non bisogna confondere “Shalom” con “pace” o con “Salam”. “Pace” e “Salam” esprimono riconciliazione e compromesso, mentre “Shalom” significa sicurezza per il popolo ebraico a spese del territorio circostante.

Versione originale:

Gilad Atzmon
Fonte: http://palestinethinktank.com/
Link: http://palestinethinktank.com/2008/12/29/gilad-atzmon-eine-kleine-nacht-murder-how-israeli-leaders-kill-for-their-peoples-votes/
29.12.08

Versione italiana:

Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2008-12-29
28.12.08

Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
23 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti



blank