Da luglio, Ve.R.A. è l’algoritmo che aiuta l’Agenzia delle Entrate a scovare i soggetti a rischio di evasione, attraverso una formidabile analisi digitale.
La ricerca è possibile grazie alle informazioni ottenute dall’incrocio delle banche dati dei contribuenti, in cui vengono messi sotto la lente d’ingrandimento conti correnti, conti finanziari, immobiliari, fatture elettroniche e, infine, i pagamenti con le carte di credito.
L’idea è stata partorita da Sogei, azienda posseduta dal Ministero degli Interni, ed il via libera definitivo del Ministro dell’Economia Daniele Franco e del Garante della privacy ha completato l’iter.
La motivazione per aver realizzato un sistema di controllo così feroce è tutta indirizzata a rispettare gli impegni presi a livello europeo: soldi in cambio di riforme.
Alessandro Santoro, consigliere del Ministro dell’Economia e presidente della Commissione Finanze, ha infatti sottolineato: “Dobbiamo rispettare gli obiettivi del PNRR“.
La creazione di liste in cui vengono segnalati i soggetti “poco virtuosi”, rischia di aprire una voragine nella società, alimentando le disuguaglianze tra i cittadini.
Il progetto comunque non è di quest’anno: era al palo fin dalla legge di bilancio del 2020. Si è potuto realizzare solo con l’arrivo del PNRR e del governo Draghi, diventando così un’infelice realtà.
Nei bilanci dello Stato c’è troppa differenza tra le tasse dovute e quelle incassate, e Daniele Franco vorrebbe ridurla del 15,8% entro il 2024.
Entrando nel vivo: il Garante della Privacy ha preferito che nella fase preliminare valga l’anonimato e qualora le indagini non rilevassero importanti risultati, l’Agenzia delle Entrate non potrebbe procedere in quanto non in grado di riconoscere il cittadino contribuente; in tal caso, i dati raccolti da Ve.R.A. non potranno essere conservati oltre i due anni. Nel caso però che il contribuente dovesse allarmare il logaritmo e questo lo segnalasse come probabile evasore, a quel punto interverrebbe di certo l’Agenzia delle Entrate che sarebbe legittimata a fare un controllo fiscale.
Nella seconda fase non è prevista soltanto la valutazione dell’intelligenza artificiale, ma anche la verifica umana, che ha il compito di fare accertamenti in termini di euro evasi.
Non tutti i mali vengono per nuocere e il popolo si sentirà più al sicuro dopo questa garanzia!
Attualmente, il processo di controllo e verifica tra i database della cittadinanza, non prevede di utilizzare anche le informazioni dei social network .
Secondo Alessandro Santoro:
Al momento tra i dati analizzati dall’algoritmo non ci sono i social network. In Italia l’analisi dei dati provenienti dai social network per capire se un profilo è a rischio viene utilizzata nel settore privato. Esistono però amministrazioni pubbliche che hanno già scelto di integrarla come succede in Francia. Nei mesi scorsi se ne era parlato e questa opzione era comparsa anche in alcune relazioni presentate al Mef. Con la fine del governo Draghi si è fermato anche questo progetto.
E’ sempre più evidente come la digitalizzazione stia avanzando, ciò è possibile grazie anche all’inconsapevolezza del popolo, ignaro purtroppo dei cambiamenti storici in atto.
Digitalizzare significa controllare, poi viene anche il resto.
PDF Circolare Agenzia delle Entrate: Circolare 21/E del 20.06.2022
FONTI:
- https://www.dday.it/redazione/43642/vera-e-lalgoritmo-di-intelligenza-artificiale-che-aiutera-lagenzia-delle-entrate-a-scovare-gli-evasori
- https://www.lastampa.it/economia/2022/07/02/news/fisco_ecco_il_nuovo_algoritmo_anti_evasione_come_funziona-5429750/
- https://www.money.it/agenzia-delle-entrate-arriva-il-super-algoritmo-che-non-lascia-scampo-agli-evasori
Sara Iannaccone, 11.09.2022