DI ABID ULLAH JAN
Dictatorshipwatch
Quest’anno le forze speciali statunitensi presumibilmente espanderanno la loro presenza in Pakistan, con il pretesto di addestrare e appoggiare le forze locali anti-sommossa e le unità clandestine anti-terrorismo – leggi forze mercenarie pachistane che combattono e muoiono per i disegni regionali dei neocon. Secondo il Washington Post, questo è quanto è stato rivelato da ufficiali della difesa coinvolti nel piano.
Buona fortuna Pakistan. Musharraf, il giocatore compulsivo ha venduto un altro pezzo della sua sovranità e indipendenza solo per dimostrare che egli può fare meglio di quanto Benazir aveva promesso ai signori della guerra di Washington. Musharraf deve aver detto ai funzionari statunitensi che quelle di Benazir sono semplici promesse, condizionate dal suo successo, mentre io posso firmare un accordo proprio adesso. Il giorno in cui il Washington Post pubblicava la notizia, Benazir è stata assassinata. Ciò significa che l’accordo tra Musharraf e gli Stati Uniti era stato firmato alcuni giorni prima.
Queste operazioni centrate sul Pakistan, segneranno una svolta per l’esercito statunitense e per le relazioni USA-Pakistan.
Successivamente all’11 settembre, gli USA hanno usato le basi militari pachistane per orchestrare gli attacchi illegittimi e illegali in Afghanistan, che hanno portato alla macellazione di migliaia di vite e civili innocenti.
Secondo le notizie riportate, una volta che gli Usa hanno deposto il governo dei Talebani e stabilito la loro principale base operativa a Bagram, a nord di Kabul, le forze statunitensi hanno quasi completamente lasciato il Pakistan. Questo comunque non ha senso alla luce delle attuali rivelazioni secondo cui il livello delle truppe “sarà incrementato“, il che può significare solo che esse sono già presenti in Pakistan. E ciò nonostante che i media pro-regime affermino che il Pakistan ha ridotto il coinvolgimento USA nelle operazioni militari di confine così come nelle operazioni paramilitari sul suo suolo. Ma se si considerano i fatti accaduti dal 2001 e gli attacchi effettuati dagli USA in Pakistan, tutte le volte che hanno deciso di attaccare, emerge una storia diversa e contraria.
Il Pentagono sostiene di essere deluso dell’incapacità delle forze pachistane nel controllare i confini o le zone di frontiera. L’instabilità politica in Pakistan è inoltre usata come un espediente per manifestare una profonda preoccupazione degli USA per la presenza degli “estremisti“. Tutto questo fa parte di un piano più grande. L’obiettivo è preparare la strada all’imminente ondata di truppe statunitensi dentro il Pakistan – che si è era presentato come una potenza nucleare e uno stato sovrano indipendente. Adesso deve affrontare il secondo stadio, quello dell’occupazione diretta da parte degli USA.
Secondo fonti del Pentagono, raggiungere un diverso accordo con il Pakistan era diventata una priorità per il nuovo capo del Comando Statunitense per le Operazioni Speciali, l’Ammiraglio Eric T Olson.
Olson ha visitato il Pakistan in Agosto, Novembre e di nuovo questo mese [Dicembre], incontrandosi con l’auto proclamatosi presidente Pervez Musharraf, con il Responsabile del Comitato dei Capi di Stato Maggiore, Gen. Tariq Majid e con il Tenente Generale Muhammad Masood Aslam, comandante delle truppe militari e paramilitari nel Pakistan nord-occidentale. Olson ha anche fatto visita ai quartieri generali dei Corpi di Frontiera, una forza separata paramilitare reclutata tra le tribù ai confini del Pakistan.
Adesso, è stato concluso un nuovo accordo, che secondo i media sarebbe stato negoziato lo scorso mese [novembre]. E, secondo fonti del Pentagono, i primi soldati USA potrebbe essere sul terreno pachistano già all’inizio di questo nuovo anno. Grazie al Generale Musharraf, alla sua ambizione a rimanere al potere e alla sua natura di giocatore compulsivo, che lo spinge a cedere qualsiasi cosa pur di assicurarsi la permanenza al potere.
Il comandante dell’US Central Command, Ammiraglio William Fallon, in una recente intervista, ha alluso all’accordo e ha parlato favorevolmente dei recenti sforzi pachistani nel cosiddetto anti-terrorismo.
“Quello che abbiamo visto negli ultimi mesi è più di una buona volontà ad usare le loro unità militari regolari” lungo il confine afgano, ha detto Fellon. “E lì, io penso, è dove noi possiamo fornire aiuto con un adeguato addestramento, assistenza e guida secondo quanto abbiamo imparato recentemente con le ribellioni e con il problema terrorismo in Iraq e Afghanistan, penso che possiamo condividere molto con loro, e cercheremo di farlo“.
In effetti, questa è la fase iniziale, quella cioè di trovare una nicchia all’interno dell’esercito pachistano per elementi pro-USA in preparazione di una battaglia più grande. D’altro canto, il caos è stato costruito per sviluppare le fasi successive del piano che porterà alla neutralizzazione del Pakistan. Nel caso che il caos si incrementi e la situazione scivoli verso la guerra civile, forze USA si troveranno già sul terreno in Pakistan per appoggiare le forze di attacco e invasione. Le forze statunitensi già presenti aiuteranno elementi dell’esercito pachistano a resistere alle fazioni che decideranno di dissociarsi come indicato da Frederick W. Kegan e Michael O’Hanlon nel New York Times il 18 novembre 2007.
Attaccare o, almeno, occupare temporaneamente il Pakistan non è una cosa nuova. Quest’idea faceva parte già da tempo della lobby neocon-sionista. David Albright scrisse nel 2001 “Securing Pakistan’s Nuclear Weapons Complex” [Garantirsi il complesso di armi nucleari pachistane]. Il lavoro fu commissionato e soponsorizzato dalla Stanley Foundation per la 42nd Strategy for Peace Conference del 25-27 ottobre 2001.
“una particolare preoccupazione è che il Pakistan possa subire un altro colpo di stato. Ci possiamo aspettare che una nuova leadership ponga con alta priorità il controllo dei possedimenti nucleari del paese… Nel caso più estremo, un colpo di stato prende luogo e il nuovo regime tenta di prendere il controllo del complesso nucleare. Governi stranieri possono intervenire per impedire a forze ostili il controllo dei possedimenti nucleari“.
Una realistica osservazione sulla situazione illustrata suggerisce che l’”estrema situazione” sottolineata nel lavoro è stata creata con l’indebito appoggio a tutte le mosse criminali, illegali e fuorilegge di Musharraf. Il sostegno degli Stati Uniti e della Gran Bretagna al tiranno sta esacerbando solo la situazione.
David Albright, Kevin O’Neill e Corey Hinderstein, conclusero nella loro proposta
“Garantirsi l’arsenale nucleare pachistano: Principi di assistenza” (ISIS Issue Brief, 4 ottobre 2001):
“Alcuni osservatori hanno suggerito che se il Pakistan andrà incontro ad un colpo di stato effettuato da forze ostili agli USA, l’esercito statunitense dovrebbe trovarsi pronto a fornire sicurezza sulle armi nucleari (o perfino portare interamente le armi fuori dal Pakistan) senza il permesso delle autorità pachistane“.
I neocon-sionisti e altri guerrafondai a Washington e in Gran Bretagna credono che sia giunto il momento di invadere e disarmare il Pakistan. Ecco che gli USA hanno ottenuto il via libera da Islamabad per consolidare la propria posizione sul territorio in Pakistan e in cambio Musharraf avrebbe ottenuto di mantenere da solo la sua indispensabilità e il suo governo provvisoriamente.
Come al solito, i neocon-sionisti non prestano alcuna attenzione alle conseguenze dei loro progetti totalitari. Non si preoccupano per nulla se l’Iraq e l’Afghanistan sono nel più totale caos e se sono state perse milioni di vite innocenti. Quello che per noi è caos, è successo per loro. Senza un vasto disordine, essi ritengono che sia difficile ridisegnare le mappe del Medio Oriente (compreso l’Asia del Sud) e sottomettere permanentemente il mondo musulmano in favore della spinta espansionistica di Israele.
Abid Ullah Jan
Fonte: http://www.dictatorshipwatch.com
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30.12.07
Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org