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DI JAMES HOWARD KUNSTLER
Clusterfuck Nation

Gli eventi si svolgono ora precedendo qualsiasi cosa che le personalità possano fare per controllarli.

Il tunnel buio in cui è entrata l’economia statunitense ha cominciato ad assomigliare più a un buco nero la scorsa settimana, risucchiando vite, sorti, e prospettive dietro una facciata Potemkin di ritirata ordinata messa in scena da chiunque sia in posizione di autorità con una storia da raccontare o un interesse da proteggere –– il presidente [ndt. Del Comitato dei Governatori] della Federal Reserve Bernanke, il CNBC, il New York Times, la Bank of America… Gli eventi si svolgono ora precedendo qualsiasi cosa che le personalità possano fare per controllarli.

L’implosione della “bolla immobiliare” viene ampiamente fraintesa. Non si tratta solo del crollo del mercato di un particolare tipo di prodotto, è la fine dello stesso modello di periferia [suburban pattern nell’originale n.d.r], dello stile di vita che rappresenta e dell’intero giro d’affari ad esso connesso. È la rottura del sistema su cui l’America ha investito la maggior parte della propria ricchezza dagli anni ’50 in poi. La cosa forse più tragica è che i cattivi investimenti non sono stati altro che accelerati quando il sistema raggiungeva la sua fine, ma sembra una legge di natura che le creste si formino proprio prima che le onde si infrangano. Quest’onda si sta infrangendo contro una scogliera di incredulità. Non lo capisce nessuno. L’investimento psicologico su quello che consideriamo la realtà americana è troppo grande. I media principali non lo capiscono e non possono parlarne coerentemente. Nessuno dei candidati alla presidenza ha cominciato ad offrire un’interpretazione di quello che ci sta di fronte: l’organizzazione della vita di periferia è un esperimento entrato in fase fallimentare.

Insisto che gli “attori” –– dai banchieri ai politici, agli editori, fino agli ordinari cittadini –– continueranno a non capire mentre il disordine accelera e le famiglie e le comunità vengono colpite dalla perdita economica. Invece di avviare il difficile processo di trovare nuovi modi di organizzare la vita di tutti i giorni, inizieremo una campagna per sostenere a tutti i costi l’insostenibile vecchio stile di vita.

Un lettore mi ha spedito un fascicolo di articoli recenti dell’Atlanta Journal-Constitution. Conteneva una storia dopo l’altra sulla necessità percepita di costruire più autostrade per mantenere la “crescita economica” (e casualmente, sulla “sciocchezza” del trasporto pubblico). Lo interpreto come affermare la necessità di mantenere in piedi il sistema di sviluppo delle periferie, dato che è stata questa la reale e maggiore fonte di prosperità della Sunbelt per gli ultimi sessant’anni. Non sanno immaginare un’economia basata su niente altro che nuove suddivisioni, ampliamenti autostradali, nuove vendite di auto, e occhiali Nascar. La Sunbelt perciò, sarà il ground-zero di tutta la delusione che si emanerà da questo disastro culturale, e sarà probabilmente il ground-zero anche per gli imbrogli politici che risulteranno dalla perdita di patrimoni e dalla distruzione delle speranze.

Qualche volta credo necessario ricordare ai lettori quello che possiamo fare realmente di fronte a questa lunga emergenza. I votanti e i canditati nella stagione delle primarie hanno proclamato il “cambiamento”, ma temo che lo sporco segreto di questa campagna sia che il pubblico americano non voglia affatto cambiare il proprio comportamento. Quello che realmente desiderano è che qualcuno prometta loro di poter continuare a fare ciò a cui sono abituati: comprare più di quanto possano permettersi, mangiare più di quelle schifezze che li uccideranno, e guidare per più chilometri di quanto permettano le circostanze.

Ecco quello che dovremmo iniziare a fare.

Interrompiamo del tutto la costruzione di autostrade. Convogliamo invece il denaro pubblico per la riparazione dei passaggi ferroviari. Costituiamo società pubblico-private per la gestione del trasporto ferroviario tra le grandi città americane e le cittadine situate tra queste. Se la Amtrak è inaccettabile, sbarazziamocene e creiamo un nuovo sistema di gestione. Allo stesso tempo, iniziamo a pianificare operazioni capillari di tram e metropolitane.

Aboliamo i sussidi per l’agroindustria e indirizziamo invece le sovvenzioni ai piccoli agricoltori, utilizzando le esistenti reti regionali delle associazioni di agricoltori biologici per dirigere gli aiuti. (Questo comprende l’abolizione delle sovvenzioni per il programma dell’etanolo).

Cominciamo la pianificazione e la costruzione di strutture portuali e sui litorali per il commercio: moli, magazzini, cantieri navali, e alloggi per i marinai. Questo è di particolare importanza per lungo il sistema Ohio-Missisipi e dei Grandi Laghi.

Nelle città e nelle cittadine, cambiamo i regolamenti che rendono le auto un compromesso necessario. Dirigiamo tutto il nuovo sviluppo nei minimi dettagli, ridimensionandolo in modo tale da consentire gli spostamenti a piedi. Essenzialmente questo significa rendere ogni singola area edificabile l’incremento di base del nuovo sviluppo, non “progetti”di molti acri di terreno. Eliminiamo tutti i requisiti dei parcheggi previsti per gli sviluppi residenziali. Istituiamo una “tassazione locale” basata sulla prossimità al centro cittadino e non in relazione alle dimensioni, al carattere o al valore stimabile dell’edificio stesso. Bandiamo in effetti gli edifici di più di sette piani. Iniziamo la pianificazione di impianti di riscaldamento per i quartieri e i distretti e di generatori solari, eolici ed idroelettrici ovunque possibile su base di una rete di piccola scala.

Dovremmo iniziare un dibattito pubblico se sia fattibile o desiderabile costruire nuove centrali nucleari. Se ci sono buone ragioni per andare avanti con il nucleare, e se c’è un consenso sui suoi rischi e benefici, dobbiamo stabilirlo rapidamente. Potrebbe non esserci altro modo di mantenere le luci accese in America dopo il 2020.

Dobbiamo prepararci alla fine delle relazioni economiche globali che hanno caratterizzato lo sfogo finale dell’era dell’energia a basso costo. Il mondo tornerà di nuovo ad essere ampio, mentre le nazioni si dispereranno sulle risorse energetiche. Questa disperazione produrrà di certo conflitti. Dovremo tornare nuovamente a produrre oggetti in questo paese, altrimenti non avremo neanche i più rudimentali oggetti domestici.

Faremo meglio a prepararci psicologicamente a ridimensionare tutte le istituzioni, compreso il governo, le scuole e i college, le corporazioni e gli ospedali. Tutte le tendenze dell’ultimo mezzo secolo tese alla centralizzazione e alla gigantificazione dovranno essere invertite. Il Governo sarà bramoso di reddito, oltre che impotente su più alta scala. Le scuole superiori centralizzate in tutta la nazione si dimostreranno il nostro più frustrante cattivo investimento. Dovremo probabilmente rimpiazzarle con qualche forma di educazione a domicilio, consentendo l’aggregazione di unità di quartiere. Molti college, pubblici e privati andranno in fallimento quando l’istruzione superiore cesserà di essere un’attività di “consumo”. Le aziende di dimensioni tali da operare su scala globale non ce la faranno. Questo comprende probabilmente le operazioni di tutte le catene nazionali di “superstore”. Dovranno essere rimpiazzate con piccole attività locali e regionali. Dovremo riaprire molti ospedali di piccole cittadine che sono stati chiusi nei recenti anni, ed aprire molte nuove operazioni sanitarie locali di tipo ambulatoriale come parte integrante della grande riforma della medicina americana.

Mettiamo da parte per un attimo l’immigrazione legale e impegniamoci seriamente per implementare le leggi sull’immigrazione illegale. Smettiamo di mentire a noi stessi e smettiamo di usare astuzie semantiche come chiamare gli immigrati illegali immigrati “non documentati”.

Prepariamoci psicologicamente alla distruzione di molta “ricchezza” fittizia – e lasciamo che gli strumenti e le istituzioni fondate sulla ricchezza fittizia vadano in fallimento, anziché sostenerle con il supporto vitale del credito. Come ogni altra cosa nella nostra vita di nazione, la finanza deve ritornare ad una dimensione adeguata alle nostre circostanze – ossia a ciò che la realtà consente. Il processo è comunque iniziato, sia che il pubblico ve ne sia preparato o meno. Apprenderemo presto del crollo di banche dappertutto. Statene alla larga se potete.

Prepariamoci psicologicamente ad un clima socio-politico di rabbia, lamentele e risentimento. Molti singoli individui si troveranno a corto di risorse negli anni a venire. Saranno alquanto inquieti e cercheranno di punire e usare gli altri come capri espiatori. Gli Stati Uniti sono una delle poche nazioni al mondo che non abbia attraversato una convulsione socio-politica nel secolo scorso. Ma nonostante diciamo a noi stessi di essere speciali, non siamo immuni alle forze che hanno portato le altre società agli estremi. L’ascesa dei nazisti, il terrore sovietico, la “rivoluzione culturale”, gli olocausti e i genocidi –– queste sono tutte cose che possono succedere a qualsiasi popolo portato alla disperazione.

Titolo originale: “DISARRAY”

Fonte: http://jameshowardkunstler.typepad.com/clusterfuck_nation/
Link
16.01.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI

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