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DIETRO LA PROPAGANDA DEI MEDIA: IL PADRE DEL BAMBINO ANNEGATO ERA UN TRAFFICANTE

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A cura di Davide
Il 14 Settembre 2015
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DI TYLER DURDEN

zerohedge.com

In una certa misura, il vecchio adagio “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” è inevitabile per chiunque, ma non penso che sia un’esagerazione dire che la società occidentale, e soprattutto il pubblico americano, mostrano un’ignoranza generalizzata di eventi che si svolgono al di là dei loro confini: ciò è completamente fuori sincrono con il grado in cui la maggior parte degli occidentali ha facile accesso alle informazioni.

Cioè, se il pubblico americano si fosse curato di sapere cosa stava succedendo al di fuori dei sobborghi, delle autostrade a sei corsie puntellate da Starbucks e dei centri commerciali tutti uguali, ecco che sicuramente avrebbe potuto scoprire un frammento di verità; peccato che ciò avrebbe significato porsi delle domande scomode ed inquietanti, molto meglio ignorare: così, alla fine della giornata, l’ignoranza ostinata consente a tutti di perpetuare il mito che tutto vada bene. Da parte loro, i media sono più che felici di esporre la dura realtà soltanto nei casi comprensibili alla massa: sicchè, per esempio, “ragazzo nero disarmato colpito 18 volte da arrabbiato poliziotto bianco” funziona bene, mentre “la sanguinosa guerra civile siriana non accenna a diminuire” non funziona perché per il pubblico – in gran parte ignorante – la Siria potrebbe anche essere Marte e se, per qualche motivo inspiegabile, la vita o la morte potesse dipendere dal fatto di essere grado di identificare correttamente la Siria su una mappa senza indicazioni, beh, sarebbe tempo di cominciare a pregare.

A volte, tuttavia, i media inciampano o, più probabilmente, vengono imbeccati da un’immagine o una serie di immagini che sono così indelebili da provocare una sorta di reazione: la coscienza pubblica è, anche solo per un momento fugace, fuori dal suo perpetuo torpore. Questo è quello che è successo nel 2013, quando i video di YouTube sembravano mostrare le vittime di un cosiddetto “attacco gas” che Bashar al-Assad avrebbe deciso, apparentemente senza un motivo grave, di lanciare contro il suo popolo; anche se la storia fosse stata vera, sembrerebbe essere stata una strategia piuttosto particolare dato che l’uomo forte era pienamente consapevole che gli USA stavano solo aspettando una scusa per lanciare alcuni missili da crociera su Damasco. Poi, un po’ più di due anni dopo, abbiamo ottenuto un altro esempio di immagini abbastanza potenti da focalizzare l’attenzione del pubblico su una guerra civile lontana, quando è apparso sui nostri teleschermi il corpo di un bambino annegato posato su una spiaggia turca.

E anche se unire i puntini proverbiali non è una cosa di tutti i giorni per gli occidentali, non è stato troppo difficile per i media dipingere il quadro:

1) Il bambino annegato era rifugiato

2) C’è una crisi di profughi soprattutto grazie ad un guerra in corso in un luogo chiamato Siria, che non è su Marte, ma è di fatto in Medio Oriente

3) questo posto chiamato Siria è dove esiste l’ISIS

4) I russi sono anche lì. Sarebbe difficile trovare una narrazione più favorevole per mobilitare il sostegno pubblico per un’invasione in territorio straniero. E in effetti, forse qualcuno stava cercando un pretesto, perché, come riporta Reuters, il padre del bambino annegato potrebbe non essere stato un immigrato in fuga, dopo tutto, ma piuttosto un contrabbandiere di persone e Aylan era sulla barca non perché la sua famiglia aveva lo scopo di salvare il bambino dalla violenza orribile che alligna in Siria, ma piuttosto perché, approfittando della miseria altrui, il padre aveva scelto di fare il Caronte e spesso si portava dietro Aylan come aiutante. La Reuters ha pubblicato la storia, i cui estratti sono presentati qui di seguito:

padreAylan

Il padre (nella foto) del bambino annegato (Aylan) stava lavorando con i contrabbandieri e guidava la barca fragile che si è capovolta nel tentativo di raggiungere la Grecia, secondo i passeggeri che erano a bordo. Una versione che contrasta nettamente quanto affermato dal padre del bambino.

Ahmed Hadi Jawwad e sua moglie, iracheni che hanno perso i loro due figli nella traversata, hanno detto alla Reuters che Abdullah Kurdi fu preso dal panico e accelerò quando un’onda colpì la barca, sollevando dubbi sulle affermazioni del padre, il quale aveva affermato che altri erano alla guida.

Un terzo passeggero ha confermato la loro versione dei fatti, che Reuters non ha potuto verificare in modo indipendente.

“La storia che (il padre di Aylan) ha detto è falsa. Non so che cosa lo ha fatto mentire, forse la paura”, ha detto Jawwad a Baghdad a casa dei suoi suoceri. “Era il guidatore dal principio fino all’affondamento della barca.”

Riferisce inoltre che Kurdi si rivolse a loro e li pregò di coprire il suo vero ruolo nell’incidente. Sua moglie ha confermato i dettagli.

Jawwad ha detto che il suo punto di contatto con i contrabbandieri si chiamava Abu Hussein. “Abu Hussein mi ha detto che lui (Kurdi) era l’organizzatore del viaggio”, ha detto.

Amir Haider, 22 anni, un altro iracheno che si è detto presente sulla stessa barca, ha confermato il racconto di Jawwad e identificato Kurdi come il conducente. Ha detto a Reuters al telefono da Istanbul, che inizialmente aveva pensato che Kurdi fosse turco perché non parlava, ma poi lo sentì parlare con la moglie in arabo-siriano.

Una foto del corpo di Aylan Kurdi nella battigia di una rinomata località turistica turca ha provocato indignazione per l’immobilismo delle nazioni occidentali nell’aiutare migliaia di rifugiati che utilizzano pericolosi percorsi per raggiungere l’Europa. Molti di questi rifugiati sono siriani che scappano dal conflitto civile.

Ecco un altro articolo sul The Daily Telegraph:

Il padre del bambino di 3 anni, il cui corpo senza vita depositato dal mare su una spiaggia turca ha commosso tutto il mondo, è stato accusato di essere un contrabbandiere da persone che erano presenti nell’imbarcazione.

Una donna che ha perso due dei suoi tre figli sulla nave ha esposto le sue rivelazioni mozzafiato tramite sua cugina, che vive a Sydney, nella notte di venerdì, al canale tv Network Ten.

Si è affermato il Venerdì sera che suo padre Abdullah era un contrabbandiere di persone e che ha organizzato il viaggio maledetto in cui hanno perso la vita almeno 12 persone.

Zainab Abbas, tramite sua cugina di Sydney Lara Tahseen, ha detto a Ten Notizie di aver pagato $ 10.000 per il viaggio e che il padre di Aylan era incaricato della barca.

“Era un contrabbandiere, sì, è stato lui guidare la barca, ” ha detto.

Ha affermato che un piccolo trafficante a cui aveva pagato il denaro le aveva riferito che il capitano stava portando i propri figli nel viaggio.

“Ha detto ‘non ti preoccupare, il capitano della barca, il conducente, sta per portare i suoi due figli e sua moglie”

La donna ha sostenuto che la barca viaggiava più veloce rispetto alle sue capacità ed inoltre era sovraccarica.

Alla famiglia di cinque persone era stato detto che sulla barca ci sarebbero state solo 6 persone, ma quando sono arrivati ​​sul barcone c’erano 14 ospiti.

“Stava impazzendo, come la velocità,” ha detto.

«È stato lui guidare la barca fin dall’inizio. Guardava a destra e sinistra, era preoccupato, poi ad un certo punto ha accelerato come un matto. Anche la moglie stava urlando contro di lui, gli diceva di rallentare”.

La signora ha detto a Tahseen che quando la famiglia è arrivata a Istanbul, ha telefonato un numero che si supponeva fosse di Kurdi, ma rispose un altro uomo.

Hanno pagato i soldi a quest’ uomo, il quale ha detto di avvisarli non appena fossero sbarcati sull’isola greca.

Lui e il signor Kurdi avrebbero poi diviso i soldi. Il viaggio doveva solo durare 15 minuti.

Ora, ovviamente, quello che è successo ad Aylan (e ad un numero imprecisato di altri rifugiati in fuga dal Medio Oriente) è una tragedia e, sia nel caso suo padre fosse l’uomo guidare la barca o sia nel caso fosse in realtà un uomo in fuga dalla guerra come tutti gli altri, la sostanza non cambia ma ciò che cambia è la narrazione che viene data al pubblico.

Sembra anche – ancora una volta, assumendo che la storia raccontata dai testimoni sia vera- che è possibile che Kurdi abbia portato la sua famiglia durante il viaggio in modo da rendere quelli che lo pagavano per il giro più fiduciosi nella sua capacità di farli arrivare dalla Turchia alla Grecia in modo sicuro. “Se fossi un contrabbandiere di persone, perche ‘ho messo la mia famiglia nella stessa barca, come le altre persone?” ha chiesto efficacemente Kurdi al MailOnline. Questa è una buona domanda, ma una (certamente macabra) spiegazione è che si trattasse di uno stratagemma di marketing: “Sai che puoi fidarti di me, perché ho la mia famiglia a bordo” Una visione meno complottista su questa teoria sarebbe che egli aveva intenzione di portare la sua famiglia fuori dal Medio Oriente e così ha semplicemente sovraccaricato la barca perché la sicurezza collettiva dei passeggeri era secondaria rispetto al portare la sua famiglia fuori dal pericolo, ma anche se questo è il caso, l’esatto contrario è accaduto, perché, mettendo troppe persone sulla barca, ha inavvertitamente condannato Aylan. E comunque, anche in questo caso, stava sfruttando la disperazione dei rifugiati (5000 dollari a testa)

Venendo al punto di partenza, la più grande tragedia è che l’intero episodio sarà usato come scusa per far cadere ancora più bombe sulla Siria e, infine, per giustificare un’invasione di terra e perché il pubblico non può vedere oltre le varie cortine fumogene che vengono create; gli americani e gli europei finiranno tacitamente per accettare l’idea palesemente ridicola che il modo migliore per arginare il flusso di rifugiati sia quello di bombardare il luogo da cui i profughi stanno fuggendo.

Naturalmente l’intera cosa è resa ancora più assurda dal fatto verificabile che è l’Occidente che ha destabilizzato la Siria: Washington vuole sfruttare una crisi da lei stessa attizzata per creare una crisi ancora più grave, con lo scopo ultimo di cacciare Assad. E con quel passaggio in grassetto in mente, vi portiamo a quella che è probabilmente l’affermazione più ironica mai sentita dalla bocca di presidente degli Stati Uniti:

Obama: “Stiamo per affrontare la Russia per far loro sapere che non è possibile continuare a puntare su una strategia che è destinata a far fallire la Siria.”

Tyler Durden

Fonte: www.zerohedge.com

Link: http://www.zerohedge.com/news/2015-09-12/media-propaganda-full-frontal-father-drowned-syrian-boy-was-people-smuggler

12.09.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura del BUCANIERE

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