CRIMINI DI GUERRA

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Grazie ad una causa giudiziaria sollevata dall’Unione
Americana per le Libertà Civili e da altri gruppi per i diritti dell’uomo,
migliaia di pagine di documenti del governo che sono stati pubblicati questo
mese hanno confermato alcune delle dolorose verità riguardanti gli abusi
perpetrati su detenuti stranieri da parte dell‚esercito degli Stati Uniti e
della CIA — verità che la amministrazione Bush si era rifiutata
implacabilmente di riconoscere. Fin dalla pubblicazione delle fotografie sugli
abusi che si sono verificati alla prigione di Abu Ghraib in Iraq, i
ripulitori‚ della amministrazione guidati dal Segretario della Difesa Donald
H. Rumsfeld ˆ avevano sostenuto la scorsa primavera che questi crimini erano
stati commessi da alcuni riservisti di basso-rango, che si erano verificati
limitatamente al turno di notte durante un periodo caotico durato alcuni mesi
ad Abu Ghraib nel 2003, che non erano relazionati agli interrogatori dei
prigionieri e che non si era verificato alcun caso di tortura alla prigione
nella Baia di Guantanamo, nella quale sono detenute centinaia di persone
sospettate di terrorismo. I nuovi documenti provano al di là di ogni dubbio che
ogni singola parte di questa copertura è falsa.Benchè rappresentino soltanto una parte dei dati che si trovano nei file del
governo, i documenti mostrano che abusi sui prigionieri già si stavano
verificando a Guantanamo nel 2002 e che sono continuati in Iraq anche dopo lo
scandalo suscitato dalle fotografie scattate ad Abu Ghraib. Alcuni agenti
dell‚FBI hanno fatto sapere in e-mail interne e in alcuni memorandum dei
sistematici abusi perpetrati dai responsabili degli interrogatori militari alla
base Americana di Cuba, compresi i pestaggi, i tentativi di soffocamento, le
prolungate privazioni del sonno e le ripetute umiliazioni, come per esempio il
venire avvolti in una bandiera Israeliana. “In un paio di occasioni sono
entrato nelle stanze degli interrogatori e vi ho trovato un detenuto incatenato
mani e piedi al pavimento in posizione fetale, senza diritto ad una sedia, come
pure al cibo o all‚acqua,” ha scritto un agente non identificato dell‚FBI il 2
agosto 2004. “La maggior parte delle volte si erano urinati o defecati addosso,
e là erano stati lasciati per 18 – 24 ore o anche di più.” Due funzionari
dell‚intelligence della difesa hanno detto di aver visto prigionieri che
venivano picchiati duramente a Baghdad dai membri di una unità operativa
speciale, la Task Force 6-26, in Giugno. Quando hanno protestato sono stati
minacciati e le fotografie che avevano scattato gli sono state confiscate.

Altri documenti forniscono dettagli sugli abusi da parte dei Marine in Iraq,
comprese le finte esecuzioni e la tortura di detenuti con il ricorso alle
bruciature del corpo e alla scossa elettrica. Parecchie dozzine di detenuti
sono morti sotto custodia Americana. In molti casi, le indagini condotte su
questi crimini da parte dell’esercito sono state scadenti in maniera
scioccante: gli ufficiali hanno perso dati preziosi, non sono riusciti a fare
le autopsie dopo morti sospette e hanno permesso che le prove venissero
contaminate. I soldati che si sono resi responsabili di crimini di guerra sono
stati perdonati con punizioni da offesa non criminale. Il sommario relativo
alla morte sospetta di un detenuto alla prigione di Abu Ghraib riporta: “Non è
stato condotto alcun esame della scena del crimine, nessuna autopsia, non si è
prodotta alcuna copia del file medico da destinarsi alle indagini perché la
fotocopiatrice nell’ufficio medico era guasta.”

Un certo numero di abusi che sono stati commessi possono essere attribuiti alla
mancanza di disciplina che è presente in alcune unità militari — benché la
vasta estensione del problema suggerisca, nel migliore dei casi, che comandanti
maggiori si sono sforzati ben poco per impedire o per controllare la
malacondotta dei soldati. Ma i documenti inoltre confermano che i responsabili
degli interrogatori a Guantanamo credevano di stare eseguendo ordini di
Rumsfeld. Un agente dell’FBI ha raccontato il 10 Maggio di una conversazione
che aveva avuto con il comandante di Guantanamo, il Maggiore Generale Geoffrey
D. Miller, nella quale quest’ultimo aveva difeso il ricorso a tecniche per gli
interrogatori che l’FBI ritiene illegali, considerato che l’esercito “riceve i
suoi ordini di marcia dal Segretario della Difesa.” Il Gen. Miller ha
testimoniato sotto giuramento che a Guantanamo non sono mai stati usati i cani
per intimidire i prigionieri, come autorizzato da Rumsfeld nel mese di Dicembre
del 2002; le carte dell‚FBI indicano l’esatto contrario.

La amministrazione Bush si è rifiutata di rendere accessibili questi archivi di
dati ai gruppi per i diritti dell’uomo, secondo quanto riconosciuto dal Freedom
of Information Act, fino a quando ad ordinargli di farlo non è stato un
giudice. Adesso l’amministrazione ha risposto alla pubblicazione dei documenti
con blande promesse fatte da alcuni portavoce che ogni malacondotta verrà
sottoposta a indagini. Gli accadimenti degli ultimi mesi suggeriscono che la
amministrazione non considererà responsabile dell’accaduto nessun funzionario e
che neppure cambierà le politiche che hanno prodotto questa vergognosa serie di
eventi. Anche il Congresso ha abdicato alle proprie responsabilità sotto la sua
leadership Repubblicana: sono trascorsi quasi quattro mesi dall’ultima udienza
riguardante gli abusi sui prigionieri. Forse l’intervento delle corti
giudiziarie finalmente arginerà le violazioni dei diritti dell’uomo che
appaiono essere tuttora in corso a Guantanamo, in Iraq e in Afghanistan. Per
ora la terribile verità è che non è stato proposto alcun rimedio per i casi
documentati di tortura e di uccisione di prigionieri stranieri da parte di
questo governo Americano.

Editoriale del Washington post
Fonte:www.washingtonpost.com/
23.12.04

Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
Il presente articolo uscirà anche nei prossimi giorni su www.peacelink.it

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