DI MARCELLO FOA
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Un paio d’anni fa, quando ero ancora inviato de “il Giornale”, seguii e appoggiai la battaglia di un gruppo di imprenditori italiani che chiedevano una cosa semplice e di buon senso ovvero che solo che chi produce davvero in Italia possa usare il marchio Made In. Ricevo ora la lettera di Roberto Belloli, un vero eroe dei nostri tempi, che segna la fine di quella battaglia. Fine amara, considerato che il Parlamento italiano all’unanimità aveva votato la legge promossa da Belloli e dai Contadini del Tessile, ma che l’Europa ha bocciato. Questa vicenda dimostra che primo l’Italia non è più un Paese sovrano e forse giornali e partiti dovrebbero dirlo con chiarezza al popolo italiano; secondo che viene dato l’ennesimo schiaffo a quei pochi imprenditori che si ostinano a produrre in Italia, disprezzati dai politici, massacrati dalle tasse e dalla burocrazia, umiliati dall’Europa. Senza industria l’Italia muore, ma questo a Monti e ai suoi sodali europei non importa proprio nulla. Sono indignato.
Ecco la lettera che Belloli ha inviato all’onorevole Muscardini dopo la decisione europea.Gentile Signora Muscardini,
io che sono un “piccolo” , un contadino del tessile , e quindi conto meno di nulla, non sono affatto sorpreso, e per niente stralunato dalla decisione che “finalmente” la Commissione Europea ha preso dopo 7 anni di discussioni (accanimento terapeutico ?!) “.. John Clancy portavoce del commissario europeo al commercio Karel De Gucht ha difeso la decisione della Commissione UE di non portare avanti la proposta di regolamento sul MadeIn!..”
Probabilmente all’uomo della strada tutto questo non arriverà mai, vista la connivenza tra i “poteri forti”, la politica e l’informazione, e quindi, quasi nessuno, saprà che la causa della mancanza di posti di lavoro, dello sbriciolamento delle filiere produttive e della totale assenza di un’economia reale, dipende in gran parte,
dall’incapacità di chi “pasticcia” in Europa di prendere delle decisioni, o meglio della passività nel farsi imporre delle decisioni, che siano essi alti o “bassi” commissari europei.
Quello che lascia perplessi e amareggiati non è la decisione di non portare avanti una proposta di regolamento, ormai mummificata e ribollita, passata attraverso un dedalo di commissioni, pareri legali e esami di conformità favorevoli e sfavorevoli, tra l’euforia e l’affanno di un esercito di europarlamentari impegnatissimi, ma la totale mancanza di volontà di una nazione (l’ Europa ) di proteggere il lavoro dei propri cittadini !!
Cara Signora, mi fa molto piacere che Lei sia “fortemente preoccupata” e che “contesti la decisione della commissione” ma ormai a noi piccoli imprenditori (tessili e non) questo non basta più, e non ci facciamo nemmeno più comprare da una babilonia deresponsabilizzante, dove la colpa è sempre e solo di qualcun altro !!
Non voglio cadere nel qualunquismo dell’antipolitica, nella demagogia del “cosa siete lì a fare??”, ma il grido di dolore di chi sta morendo, e urla la propria rabbia perché conosce la cura per guarire, voi proprio non lo ascoltate ?
Mi piacerebbe sapere cosa vi dite nella stanza dei bottoni , quando Barroso definisce obsoleto il made in , vorrei sapere come pensate di risolvere la crisi che ci sta sterminando, che lascia milioni di giovani senza lavoro, senza riportare in Europa le produzioni, adesso che anche la “santa produzione di automobili ” sta tirando le cuoia nonostante tutti gli aiuti europei e i soldi sperperati .
Gli altri paesi ( quelli bravi li chiamano BRICS ) , sono molto attenti alle loro filiere produttive, le coccolano e le proteggono, perché sanno che sono l’unica possibilità per fare economia reale e sana , ma noi no! , noi in europa siamo liberisti , Monti ha detto che il made in…: “si trattava di una boiata”, è un’affermazione discutibile e anche un pochino priva di stile, ma che comunque non risolve nulla , Lei crede davvero che il fondo salva stati, possa essere la soluzione della nostra crisi ? o gli eurobond ? , io NO !!
Noi siamo ancora lì a farci delle “pippe” con le norme del WTO, mentre Cinesi, Indiani, Pakistani, Vietnamiti, e etnie varie ci sommergono di prodotti FUORI LEGGE, in dumping, il Brasile alza dazi al 70% , la Turchia del 40% , gli USA impongono l’etichettatura obbligatoria del prodotto e la tracciabilità, la Cina impone per l’importazione nel suo mercato dei controlli così restrittivi che le nostre aziende spesso si vedono rimbalzare la merce per un cavillo, in Europa arrivano scarpe tinte con il cromo esavalente, maglie con le ammine aromatiche, plastiche tossiche per i giocattoli, le composizioni fibrose non vengono minimamente rispettate e l’Europa sta a guardare !!??
E tutto quello che sapete fare è un misero comunicato stampa ??
Sono veramente deluso, speravo che una situazione così disperata, imponesse ( almeno in parte) di lasciare da parte i soliti interessi di pochi, a scapito degli interessi di molti, ma vedo che nonostante tutto prevale ancora la forza di chi ha in mano il guinzaglio del potere.
Roberto Belloli
Contadino del tessile (obsoleto)
Reparto Produzione
Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/10/26/cosi-leuropa-distrugge-lindustria-italiana/
26.10.2012