DI THE SAKER
Credo che una settimana dopo la diffusione da parte di YNET della storia di un intervento militare Russo in Siria, potremmo dire con quasi assoluta certezza che si tratta della classica PSY-OP, volta ad inibire il coinvolgimento della Russia nella guerra dell’Impero contro la Siria e senza alcuna fondamento di verità.
O forse non e’ cosi’…
Viene fuori che c’è una qualche verità nella storia. No, la Russia non sta mandando dei MiG-31a bombardare Daesh. E no, i russi non stanno mandando un SSNB (sottomarino armato con missili balistici intercontinentali) verso le coste della Siria. Tutte queste voci sono pure idiozie. Ma ci sono segni sempre più evidenti che la Russia stia effettivamente facendo due cose:
1) intensificando il suo coinvolgimento diplomatico nel conflitto Siriano;
2) offrendo alla Siria attrezzature militari di natura non specificata ma essenziale
Il punto 2 è il più interessante. Inutile dire che, come solitamente accade in questi casi, la reale natura del carico che la Russia sta inviando in Siria via terra e via mare non è stato reso pubblico, ma possiamo fare delle ipotesi. Prima di tutto, sappiamo che la Siria ha bisogno di moltissimi pezzi di ricambio per la riparazione delle sue attrezzature. Questa guerra si è protratta per quattro anni e i Siriani hanno fatto uso per molto tempo dei mezzi a loro disposizione. Inoltre, ai Siriani mancano alcuni sistemi di combattimento di terra che gli farebbero molto comodo; ad esempio i radar contro-batteria (radar che individuano il punto da cui sta sparando l’artiglieria nemica) e sistemi elettronici. Inoltre, secondo fonti Russe, per il trasporto delle truppe la Siria ha bisogno di veicoli blindati.
Sappiamo che da tempo Russia e Siria concludono tra loro contratti militari; sappiamo anche che la Russia sta trasportando via mare delle attrezzature pesanti e via terra altre più leggere. E’ forse il segno che i giochi stanno cambiando?
No, almeno non per il momento.
Dunque, perché il panico?
Credo che la cosa che rende l‘Impero così nervoso è che i Russi abbiano scelto la città di Latakia come “luogo di consegna”. A differenza di Damasco, Latakia è in una posizione ideale: è sicura, non troppo lontana dalla linea del fronte ed relativamente vicina alla base Russa di Tartus. L’aeroporto e il porto navale sono anche abbastanza facili da proteggere e isolare. Si hanno notizie che Russi abbiano già allungato le piste e migliorato le infrastrutture dell’aeroporto di Latakia e che già sono stati notati sul posto atterraggi di pesanti 124S-AN. Per quanto riguarda la marina Russa, sono state inviate navi all’aeroporto di Latakia.
In altre parole, invece di limitarsi alle operazioni nella base di Tartus e di esporsi apertamente sulla scena di Damasco, pare che i Russi abbiano creato un avamposto nel nord del paese da utilizzare come luogo di consegna delle attrezzature e delle truppe per le aree di combattimento in quell’area.
Questo, tra l’altro, spiegherebbe anche le voci allarmate secondo cui la Russia stia inviando sue unità navali di fanteria dalla Crimea alla Siria: le forze navali di fanteria sono l’ideale per proteggere questa base, e considerando che la linea del fronte non è poi così lontana, avrebbe più che senso per i Russi proteggere il loro avamposto con queste unità.
Inoltre, mentre i mezzi pesanti solitamente si inviano via mare, i sistemi di difesa aerea possono essere trasportati per via aerea: l’ AN-124 è perfettamente in grado di trasportare gli S-300. Basta questo per spiegare il panico dell’Impero.
Ecco quello sembra stia accadendo: i Russi stanno inviando ai Siriani attrezzature militari limitati ma importanti. In questo modo, creano anche le condizioni per mantenere aperte le loro opzioni. Così, se da una parte non è in corso un massiccio intervento militare da parte Russa, qualcosa è definitivamente cambiato sulla scena del conflitto Siriano.
Vorrei aggiungere che, mentre le forze governative recentemente hanno perso la base aerea di Idlib nel nord del paese (non troppo lontano da Latakia), tutte le mie fonti confermano che le forze Siriane siano in una posizione migliore rispetto a Daesh, e che la guerra stia andando piuttosto male per i Tafkiri. Da poco i Siriani hanno liberato la città di Zabadan e nella maggior parte delle aree sono ora all’offensiva; e se è vero che Daesh controlla ancora una parte del territorio, è anche vero che si tratta per lo più di zone desertiche.
Per riassumere quanto sopra, direi questo: l’Impero è nel panico perché la sua guerra contro la Siria non è riuscita; se da una parte Daesh ha causato scompiglio e terrore in molti paesi, è sempre più evidente che i paesi dell’area siano determinati a fare qualcosa.
Gli Stati Uniti, inoltre, non sono riusciti a sbarazzarsi di Assad, la crisi dei rifugiati in fuga dal paese ha innescato in Europa una grave crisi politica e ora gli Europei vedono Assad in una luce totalmente diversa da prima.
La Russia ha chiaramente deciso di coinvolgersi politicamente con tutti i poteri della regione, spiazzando decisamente gli Stati Uniti; e ci sono buone probabilità che i Russi vogliano mantenere aperte tutte le possibili opzioni. Mentre non ci sono motivi per sospettare che la Russia abbia in mente un importante intervento militare nel conflitto in termini quantitativi, sono invece evidenti i segni di un’accelerazione nel sostegno Russo alla Siria in termini qualitativi.
Due cose vanno sottolineate:
1) a livello politico è ancora molto improbabile che la Russia voglia condurre – nell’ambito di questo conflitto – un’ importante azione militare unilaterale. Mentre la Siria è un paese sovrano e l’accordo esistente tra Russia e Siria basterebbe a giustificare un’azione militare concordata tra i due, la Russia farà di tutto pur di non agire da sola. Questo spiega perchè il MInistro degli Esteri Lavrov si stia adoperando in ogni modo per creare una qualche forma di coalizione.
2) a livello militare, il paese di cui preoccuparsi non è la Russia, ma l’Iran. Gli iraniani hanno una linea di terra sicura per la Siria (attraverso l’Iraq settentrionale) e possiedono il tipo di unità di combattimento adatte a prevalere contro Daesh. Stessa cosa per Hezbollah, che ha inviato (e invierà anche in futuro) le sue truppe speciali per sostenere i Siriani in aree strategicamente vitali. Se dovesse presentarsi la necessità di una grande operazione di terra a sostegno delle forze Siriane, sono queste le forze che dovremmo aspettarci interverranno, non i Russi.
In conclusione, direi che quello che abbiamo davanti è proprio il “tipico Putin”: mentre i leader occidentali in genere preferiscono azioni ad alta visibilità che portano risultati immediati (ma di breve termine), Putin preferisce lasciare che al suo avversario sia inflitto a il massimo danno possibile, e poi decide di intervenire, in modo graduale, a passi lenti. Lo scatenamento di Daesh ad opera dell’Impero è stata una specie di “scossa politica di terrore” che ha quasi rovesciato il governo Siriano. Ma questa rapida azione a breve termine non è riuscita: Assad è ancora là, e Daesh si è trasformato in un golem mostruoso che minaccia tutti e che nessuno riesce a controllare. Tornando ad Assad, è stato progressivamente declassato da “nuovo Hitler” che gasa la sua gente a uno che sicuramente avrà un ruolo nella soluzione definitiva del conflitto (qualunque essa sia).
La lezione per tutti coloro che resistono all’Impero è evidente: la cosa più difficile è rimanere in piedi dopo il primo “colpo” sferrato dalle forze imperiali. Se riesci a sopravvivere (come hanno fatto Donbass e Siria), allora il tempo sarà dalla tua parte, e la posizione dell’Impero inizierà a indebolirsi, lentamente ma inesorabilmente, a causa delle sue contraddizioni interne. Quando questo processo avrà avuto inizio, attenzione a non cadere nella trappola dell’impegno eccessivo: bisogna invece procedere lentamente, occupando ad una ad una le posizioni che l’Impero perderà strada facendo nel suo processo di disintegrazione, e mantenendosi in condizioni di sicurezza, passo dopo passo.
E’ troppo presto per esultare – Daesh è ancora qui e così è per il regime filo-nazista di Kiev, e l’Impero non ha ancora del tutto rinunciato a loro. La buona notizia è che la marea è sicuramente cambiata e se da una parte c’e’ ancora una lunga lotta davanti, ora appare inevitabile che Tafkiri e Nazisti finiranno sconfitti.
The Saker
Fonte: http://russia-insider.com
Link: http://russia-insider.com/en/politics/so-what-are-russians-really-doing-syria/ri9717
14.09.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
L’articolo è apparso originariamente su The Unz Review