DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
COME LEGGERE LA LETTERA DI MONTEZEMOLO A BERLUSCONI
PERCHE’ E’ IMPORTANTE OCCUPARSI DI QUESTA
LETTERA?
Perché è un esempio del linguaggio che il Vero
Potere usa per dominarci con l’inganno. Dobbiamo imparare a leggere fra le loro
righe.
A CHI E’ RIVOLTA?
All’alta finanza europea e internazionale. E’
una candidatura del Montezemolo che suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio. Leggete la mia
retorica, e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente
criminose bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.
L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi.
ELENCA IL FUMO NEGLI OCCHI.
Montezemolo dice che “la politica e le istituzioni devono mettere mano ai loro stessi costi”.
La politica costa a ogni famiglia italiana, secondo Confcommercio, 350 Euro
all’anno. La crisi finanziaria cucinata dalle elite di cui il Cordero è membro
e sostenitore, ci è costata, secondo la Banca d’Italia, 20.000 euro per
famiglia, come ricchezza nazionale perduta. Mettere mano alla politica ci fa
risparmiare due o tre miliardi di Euro all’anno, che nei bilanci di uno Stato
sono il resto del caffè. Per dare una proporzione di cosa sia un bilancio dello
Stato, sappiate che l’Italia il prossimo anno dovrà trovare 300 miliardi di
Euro per le scadenze sui titoli di Stato. Trecento miliardi solo per quella
voce, poi c’è tutto il resto. Ok, abbasso la Casta!, così saranno 297 i
miliardi da trovare.
Cordero: “…
abolire il novanta per cento delle provincie”, senza dirci però dove
finisce il reddito di tutte le famiglie dei dipendenti che andranno a spasso, senza
dirci chi e dove li si ricicla. E soprattutto senza dirci che il motivo per cui
lo Stato oggi non può permettersi di pagare stipendi a chi lavora nelle Province
non è che esse ci costano troppo, ma è che lo Stato non ha più una sua moneta
con cui pagare senza problemi quegli stipendi, che crucialmente continuerebbero
a creare economia quando quei dipendenti li spendono. Cordero non ci dice, ancora,
che danno causerà alla domanda aggregata (domanda aggregata = i consumi che
creano economia e altri stipendi) far sparire dall’Italia tutti quei redditi.
Ma non è lui che ha a cuore proprio la domanda aggregata, cioè la crescita
italiana?
Poi: “Non
possiamo più permetterci di avere un fisco
che premia rendite e patrimoni”. Giusto, non fosse che poche parole dopo
ecco come Cordero dipinge un fisco efficace: “Occorre reperire risorse da destinare all’abbattimento delle aliquote
su lavoratori e imprese”, sì, e quindi? “Con l’introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e
l’abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera
radicale l’Irap”. Che è come dire che tassando di non si sa quanto (già, di
quanto?) i pochi grandi patrimoni italiani, ma tassando indirettamente anche la
tantissime piccole e medie imprese italiane si può diminuire un’altra tassa
sulle stesse imprese. A parte l’intontimento del giro ‘ti tolgo tassando-ti
rimetto non tassando’, non ci vuole un matematico per capire quanti pochi siano
i Bill Gates italiani a fronte di quanto numerose sono le nostre imprese, per
cui indovinate da chi verrà la massa del prelievo di denaro? Ma Luca Cordero si
ripete: “Vincolando per legge i proventi
della lotta all’evasione alla diminuzione dell’Irpef, ad iniziare dai redditi
medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di
interessi tra chi paga e chi evade”. Sempre più fumo: tassare non è altro
che addebitare i conti correnti del settore privato di cittadini e aziende, per
cui anche qui si usano addebiti di conti correnti (le maggiori tasse incassate
dalla lotta all’evasione) per accreditare gli stessi conti correnti
(diminuzione Irpef). A livello aggregato la nostra ricchezza di cittadini non
fa distinzione fra persona fisica e azienda, perché è l’azienda che paga lo
stipendio alla persona, e qui di nuovo si toglie e si rimette, in un giro senza
senso.
Ancora Cordero: “Questi cinque provvedimenti, se attuati simultaneamente e accompagnati
da un grande piano di rilancio dell’immagine internazionale dell’Italia,
rappresenterebbero un valido argine alla speculazione, ridarebbero una
prospettiva”. Gli unici motivi per cui la speculazione attacca l’Italia
sono due e non hanno nulla a che fare con qualsiasi rimedio dell’ultima ora o con
l’immagine del nostro Paese. Essi sono: che esistono vuoti normativi immensi
che permettono le selvagge speculazioni degli investitori contro interi Stati;
e soprattutto che l’Italia, come tutti i 17 Paesi dell’Euro, soffre di una
debolezza catastrofica per via della sua totale dipendenza dai capitali privati
per ottenere moneta. Infatti nessuno Stato dell’Eurozona può emettere Euro e
devono elemosinarlo dai capitali privati prima di spenderli. I mercati sanno
benissimo che questa condizione significa che gli Stati dell’Euro sono sempre a
rischio di insolvenza, visto che non possono appunto emettere il denaro al
bisogno per onorare i propri debiti, ma devono affannosamente trovarlo. Da qui
le speculazioni contro quelli più indebitati, ma che via via si allargheranno
anche a Germania e Francia.
Fine capitolo fumo negli occhi.
ELENCA LE ESIGENZE SOCIALMENTE CRIMINOSE DELLE
ELITE NASCOSTE NEL TESTO.
Mica tanto nascoste. Montezemolo: “Bisogna intervenire subito sulle pensioni,
abolendo quelle di anzianità e passando ad un sistema interamente contributivo.
Una parte consistente dei proventi generati andranno utilizzati per investire
in un welfare dedicato ai giovani e alle donne”. Il concetto micidiale qui
è il ribadire sempre che le risorse per cose vitali come il futuro dei nostri
giovani e delle donne vanno reperite dissanguando redditi di cittadini; e NON,
come sarebbe giusto, permettendo allo Stato democratico di esercitare le sue
prerogative di creazione di ricchezza per i cittadini attraverso la sua spesa
sovrana con moneta sovrana (si legga Il Più Grande Crimine). Le conseguenze
sociali di questi dogmi di eliminazione dello Stato e di tassazione indiretta
(come sarebbe eliminare alcuni redditi da pensioni o diminuirli) per reperire
le risorse di cui abbiamo diritto, sono ignobili. Infatti sono questi i dogmi
che da almeno 35 anni stanno depredando la ricchezza comune ad esclusivo profitto
di elite miliardarie. E sono anche la fonte prima della crisi economica che ci
sta travolgendo.
Montezemolo: “Per esperienza diretta so quanto rapidamente la liberalizzazione di un
settore può dare impulso a investimenti e occupazione e quanto però siano forti
le resistenze della politica per mantenerne il controllo”. Questa è una
menzogna che mira all’esatto opposto: creare finta concorrenza e licenziare in
massa. Infatti i maggiori investitori finiscono poi con l’acquisire pian piano
le concorrenti minori ricreando pochi monopoli, come nel ramo della telefonia. In
secondo luogo, la legge ‘divina’ delle liberalizzazioni è imporre una
produttività sfrenata ai dipendenti (cioè 10 persone al lavoro fanno il lavoro
di 15 o 20) che porta a minore necessità di assumere; poi, la necessità degli
investitori in questi servizi liberalizzati è di ottimizzare il denaro investito,
che deve rendere più di quanto accadrebbe se fosse investito altrove. Se ciò
non accade, il differenziale perduto viene recuperato dall’investitore
tagliando proprio stipendi e assunzioni, e aumentando le tariffe ai cittadini.
Infine la chimera degli investimenti che dovrebbero arrivare: quelli iniziali
saranno rinnovati solo se c’è aspettativa di crescita (cioè di far profitti), e
in caso contrario gli investitori destineranno i loro soldi alla finanza
speculativa che rende spesso di più (cosa accaduta in massa già in anni
recenti). Quindi illudere masse di disperati, di giovani, di disoccupati o
sottoccupati con menzogne consapevoli di questa posta, e per il profitto delle
elite, è criminoso
Cordero cita poi la più classica delle frodi contro
il bene comune, come era scontato: “E poi
varando una “patrimoniale sullo Stato”, una vendita massiccia di
cespiti pubblici che vada ben oltre quanto attualmente prospettato dal governo”.
Le privatizzazioni, cioè ancor più svendita di beni comuni alle elite con i
danni sociali ed economici gravissimi che vi invito a leggere a pagina 65 de Il
Più Grande Crimine (troppo lunghi da elencare qui).
Montezemolo scrive ora di lavoro e sono note
tragiche: “Non possiamo chiedere più
flessibilità in uscita senza affrontare il problema del precariato permanente e
la riforma degli ammortizzatori sociali”. Qui viene chiamata in causa le
spesa dello Stato (ammortizzatori) ma attenzione: NON quella che produrrebbe
posti di lavoro e che le elite detestano, ma solo quella che tappa i buchi
della devastazione del lavoro voluta dalle elite medesime. Cioè: lo Stato non
tuteli i cittadini dandogli occupazione, ma rimedi diligente ai danni dei
criminali privati con gli ammortizzatori sociali. Cordero continua affrontando
il tema dei licenziamenti che le elite esigono, in particolare la richiesta che
da oggi si possano licenziare anche dipendenti a tempo indeterminato e per
motivi di crisi economica (quella che le elite stesse creano, fra l’altro).
Dice Cordero: “La proposta Ichino è del tutto
condivisibile e attuabile”. Ichino è un esperto di lavoro che ha proposto
questo: “Trasferire i lavoratori dalle aziende che non possono più valorizzare
il loro lavoro a quelle che hanno bisogno di loro, garantendo loro la
continuità del reddito, una assistenza intensiva e un investimento sulla loro
professionalità nel passaggio dalla vecchia occupazione alla nuova”. Cioè mantenere lo stipendio, il tempo
indeterminato, ma saltare altrove a lavorare, dove qualcuno investirà su di te.
Ma le aziende valorizzeranno i nuovi venuti? E con che costi? Già sono con l’acqua
alla gola, e troveranno tempo e denaro per ‘valorizzare’ il nuovo venuto? Soprattutto:
a fronte di licenziamenti in massa dovuti alla crescente implosione economica, a
fronte di una caduta a domino delle vendite e quindi della produzione, dove si
troveranno tutte queste aziende floride in grado di assorbire orde di
disoccupati? Al contrario, qui si profila la solita chimera per tenere a bada
le opinioni pubbliche a fronte di futuri licenziamenti a raffica che rimarranno
a galleggiare nel limbo con il solito Stato che dovrà intervenire a rimediare
il caos con spese inutili. Ichino aggiunge: “In sostanza si
tratta di questo: un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli
molto chiari e facilmente traducibili in inglese (perché
tutto questo è destinato ai soliti investitori e non all’Italia, nda), … L’idea è
che per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di
lavoro nuovi, che si costituiranno da qui in avanti. La nuova disciplina si può
sintetizzare così: tutti a tempo indeterminato (tranne, ovviamente, i casi
classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee,
ecc.), a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le
discriminazioni, ma nessuno inamovibile”. Ma si rendono conto questi
tecnocrati che vengono da Marte cosa comporti per un lavoratore fare salti del
genere? Quanti chilometri in più dovrà guidare? Chi rimborsa i costi e il
tempo? Quaranta minuti di auto in più possono essere gli unici 40 minuti che
quell’uomo aveva per suo figlio la sera, o per la madre invalida, o per parlare
alla moglie. Così non è vivere, è un inferno di ansia da lavoro. Si rendono
conto Ichino e Montezemolo che tutto questo castello sono fregnacce nel
contesto di una crisi economica globale in crescita drammatica che metterà
anche le aziende più floride nelle condizioni di non assumere nessuno? Ma
perché si deve sopportare questo solo perché le elite non vogliono che sia lo
Stato a creare lavoro dove uno vive, a stipendi di dignità e con formazione
continua? (si veda il programma di Pieno Impiego della scuola economica USA Modern
Money Theory, a pag. 26 de Il Più Grande Crimine). Ichino ancora: “E a chi perde il posto una garanzia robusta
di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità
del reddito e di investimento sulla sua professionalità”. Di nuovo lo Stato
che interviene solo per spesa passiva, tappabuchi, per togliere le castagne dal
fuoco alle elite. E chi altro?
Il fatto disgustoso
è che questi tecnocrati sanno benissimo che le loro proposte sono da una parte aria
fritta e dall’altra devastanti, e noi dobbiamo sapere che il linguaggio in
codice che si nasconde dietro ad esse è sempre e solo questo: “Signori investitori padroni del Paese, noi
siamo quelli dalla vostra parte, tenetelo in considerazione per i prossimi
incarichi in politica, accademia, e finanza”.
Di nuovo ci si
chieda: ma perché dobbiamo soffrire tutto questo solo per il desiderio di una
elite minuscola di nasconderci il potere di creazione di ricchezza e tutele per
i cittadini da parte di uno Stato con moneta sovrana moderna?
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=250
2.11.2011
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