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COME GLI ANTISEMITI DI HEZBOLLAH HANNO MANDATO ANNA FRANK DI NUOVO A NASCONDERSI

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A cura di Das schloss
Il 12 Dicembre 2009
83 Views

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The Independent

World Focus: l’Olocausto degli ebrei non è un argomento con cui gli arabi hanno imparato a convivere

“Questa giovane donna che sconvolge la gente …” era il titolo in L’Orient Littáraire in Libano di ieri. L’adolescente era Anna Frank, che morì di tifo a Bergen-Belsen nel 1945, dopo essere stata denunciata alle autorità naziste, insieme con la sua famiglia, nella sua “casa sicura” di Amsterdam.
La gente sconvolta erano i libanesi Hezbollah, che sono riusciti a convincere gli insegnanti di una scuola di Beirut a ritirare un libro di testo introduttivo in lingua inglese dalla libreria dopo la scoperta che esso conteneva estratti dal diario di Anna Frank, libro famoso in tutto il mondo.
Ieri, in una difesa coraggiosa e letteraria della libertà di parola, Michel Hajji Georgiou ha detto ai suoi lettori perché questo atto di censura è contro gli arabi.

Anna Frank, ha detto, era “una bambina in rivolta contro la paura, contro l’intolleranza, contro un mondo folle, che sfugge alla critica libanese … Anna, sotto ingiustizia, in una sofferenza trascesa da arte e scrittura, è niente altro che la sorella dei bambini palestinesi o libanesi nei romanzi di Elias Khoury o Ghassan Kanafani … dei bambini britannici nell’Impero del Sole di JG Ballard, e Speranza e Gloria di John Boorman “.Ebrei e israeliani potrebbero opporsi al parallelo – anzi, si opporranno al parallelo – tra le sofferenze degli ebrei sotto il nazismo e le sofferenze dei palestinesi sotto gli israeliani, ma dovrebbero almeno ammirare l’articolo di prima pagina di Georgiou. Esso è accompagnato da una fotografia di grandi dimensioni e ben nota di Anna, che sorride in tutta la sua innocenza alla macchina fotografica, senza immaginare quanto breve sarà la sua vita. L’Olocausto degli ebrei non è un argomento con cui gli arabi hanno imparato a convivere. Mentre la censura araba non è così oltraggiosa come le leggi turche contro ogni menzione del genocidio armeno cristiano del 1915 da parte dei turchi ottomani musulmani – che può mandare gli scrittori in prigione -il Mein Kampf di Hitler è liberamente in vendita a Beirut e ogni riferimento all’Olocausto ebraico è stato censurato in televisione.

Quando ho fatto un documentario di due ore e mezzo sul conflitto arabo-israeliano, il canale televisivo libanese d’informazione inizialmente tagliò una sequenza di 16 minuti sulle uccisioni di ebrei polacchi le cui famiglie sopravvissute, infine, arrivarono in Israele. Solo dopo rabbiose rimostranze, ho convinto il proprietario della stazione televisiva a mostrare il film per intero – cosa che fece la notte seguente. Ma essendo il primo occidentale a mettere l’Olocausto degli ebrei su un canale televisivo libanese, esso non ottenne molti consensi. Dopo, famiglie rispettabili e ben istruite di Beirut hanno argomentato con me per anni sostenendo che i massacri nazisti erano o esagerati o inesistenti.

Non vi è dubbio che l’uso di Israele della Shoah per sopprimere ogni legittima critica dell’attuale brutalità di Israele verso i palestinesi ha molto a che fare con questo. La negazione dell’Olocausto è anti-semita, ma la calunnia facile di antisemitismo nei confronti di chi condanna il comportamento scandaloso d’ Israele verso i suoi vicini, molto tempo fa ha provocato un profondo senso di cinismo fra gli arabi verso i fatti della storia ebraica del 20° secolo in Europa. L’insistenza di accademici palestinesi, come Edward Said, che l’Olocausto degli ebrei non dovrebbe essere negato – sulla base del fatto che una negazione della sofferenza di un popolo automaticamente nega quella un altro popolo (i palestinesi, anche se su scala molto più piccola) – ha ricevuto una scarsa comprensione nel mondo musulmano. I deliri del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad a proposito della Shoah hanno solo favorito l’abitudine al “negazionismo”.

Un vero peccato. Infatti, mentre uno studio serio del soggetto sarebbe stato negato agli studenti di una scuola a Mseitbeh – un sobborgo sciita di Beirut – che stavano usando The Interactive Reader Plus per studenti di inglese, gli studenti libanesi sono stati privati anche dei diari di Victor Klemperer. Klemperer, un accademico ebreo tedesco, ha condannato la colonizzazione ebraica della Palestina prima della seconda guerra mondiale, anche se lui e sua moglie furono minacciati dai nazisti nella nativa Dresda. Ironia della sorte, ho comprato la mia copia del libro di Klemperer in un Pakistan altamente islamico.

In altre parole, non tutti gli ebrei sopravvissuti all’Olocausto – o vittime – avrebbero automaticamente sostenuto la creazione dello Stato d’Israele. La costante demonizzazione israeliana dei palestinesi come nazisti – il defunto primo ministro Menachem Begin specificamente paragonò Yasser Arafat a Hitler – trova la sua apoteosi nel museo dell’Olocausto a Yad Vashem, fuori Gerusalemme, dove l’altrettanto defunto Grand Mufti Haj Amin al-Husseini è dipinto come Hitler. La definizione di Al-Husseini è vera; il razzista ministro degli Esteri israeliano l’ha usata un paio di settimane fa per sminuire ulteriormente i palestinesi, anche se Israele ritiene, con immenso vanto, che la biografia più giusta di questa figura anti-ebraica sia stato scritta da un ex governatore militare israeliano di Gaza.

Gli Hezbollah, naturalmente, sono riusciti a mettere saldamente piede a Beirut. La loro stazione televisiva Al Manar ha criticato il diario di Anna Frank, perché è “dedicato alla persecuzione degli ebrei … Ancora più pericoloso è il modo drammatico e teatrale in cui il diario è stato scritto – è pieno di emozioni.” La testimonianza della sofferenza della povera quindicenne Anna Frank non è abbastanza distaccata per i militanti di Hezbollah, il suo libro prova solo “l’ invasione sionista [libanese] dell’istruzione”. Onestamente, le librerie di Beirut non mostrano alcun timore di vendere libri sull’Olocausto ebraico e sulle atrocità della Seconda Guerra Mondiale. Gli ebrei del Libano una volta erano migliaia; molti provenivano dalla Germania nazista in rotta verso la Palestina, ma rimasero perché amavano il paese e il popolo arabo. Il governo sta riparando la vecchia sinagoga ebraica il cui tetto è stato distrutto nel 1982 – da una cannonata israeliana.

Titolo originale: “Robert Fisk: How the anti-Semites of Hizbollah have sent Anne Frank back into hiding

Fonte: http://www.independent.co.uk/
Link
04.12.2009

Traduzione per www.comedonchischiotte.org a cura di CONCETTA DI LORENZO

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