DI MIKE WHITNEY
counterpunch.org
“Questo è l’inizio della fine della presenza jihadista ad Aleppo. Dopo 4 anni di guerra e di terrore, le persone possono finalmente vedere la fine all’orizzonte”. – Edward Dark, Twitter, Moon of Alabama
Un ultimo disperato tentativo di fermare un’offensiva militare guidata dalla Russia nel nord della Siria si è conclusa con un fallimento mercoledì, quando l’esercito siriano arabo (SAA) sostenuto dalle Forze di Difesa Nazionale (NDF) e la forte copertura aerea russa ha rotto un assedio di 40 mesi sui villaggi di Nubl e al-Zahra nella provincia nord-occidentale di Aleppo.
L’amministrazione Obama aveva sperato di poter evitare l’attacco rimettendo insieme i pezzi di un accordo di cessate il fuoco dell’ultima ora ai colloqui di pace di Ginevra. Ma quando la notizia che le unità corazzate siriane si erano schiantate contro le difese di al Nusra e costretto i jihadisti a ritirarsi, l’inviato delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha sospeso i negoziati riconoscendo tacitamente il fallimento della missione.
“Ho dichiarato fin dal primo giorno che non voglio parlare per il gusto di parlare”, ha detto l’inviato ai giornalisti, dicendo che ha bisogno di aiuto immediato dai sostenitori internazionali guidati dagli Stati Uniti e dalla Russia, che stanno sostenendo ruoli opposti di una guerra che ha coinvolto anche le autorità della regione”. (Reuters) De Mistura ha poi annunciato una “pausa temporanea” nei negoziati nati già morti che erano formalmente iniziati solo poche ore prima. Gli sviluppi sul campo di battaglia avevano convinto il diplomatico italo-svedese che era inutile continuare mentre le forze governative stavano attuando una soluzione con mezzi militari.
Dopo mesi di continuo cigolio nelle posizioni nemiche attraverso il paese, la strategia russa ha cominciato a dare i suoi frutti. Le forze di terra lealiste hanno fatto passi da gigante sul campo di battaglia ritirando i ribelli stanchi della guerra praticamente su tutti i fronti. Una vasta fascia del confine turco è ora sotto il controllo ASA mentre gli onnipresenti bombardieri russi continuano a infliggere pesanti perdite sui già demoralizzati militanti anti-regime. L’attacco lampo di mercoledì sulle città strategiche di Nubl e Zahraa era solo la ciliegina sulla torta. La manovra audace ha reciso alla Turchia i vitali mezzi di rifornimento mentre si stringe il cappio militare intorno alla più grande città del paese lasciando centinaia di terroristi bloccati in un calderone malandato senza via d’uscita. Nelle ultime due settimane, il team di Obama ha seguito gli sviluppi sul terreno con crescente preoccupazione.
Questo è il motivo per cui il Segretario di Stato John Kerry ha frettolosamente messo insieme una missione diplomatica per indire colloqui di pace di emergenza a Ginevra, nonostante il fatto che i vari partecipanti non avevano nemmeno accettato di partecipare. Un senso di urgenza al limite del panico era palpabile fin dall’inizio. L’obiettivo non era di raggiungere una soluzione negoziata o una pace onorevole, ma (come ha osservato la rivista Foreign Policy) attuare “un ampio ‘congelamento’ di tutta la provincia di Aleppo, che sarebbe stato poi anche replicato in altre regioni”. Questo è stato il vero obiettivo, per fermare in ogni modo la possibile emorragia e prevenire l’accerchiamento inevitabile di Aleppo.
La riconquista di Nubl e Zahraa lascia i jihadisti con un solo percorso per il trasporto di armi, cibo e carburante per la loro roccaforte urbana. Quando le forze lealiste romperanno il blocco a Bab al Hawa nel nord-est, il cerchio sarà chiuso, il perimetro si stringerà, il calderone sarà diviso in enclaves più piccole all’interno della città, e i terroristi o si arrenderanno o si troveranno di fronte ad un sicuro sterminio. Il trionfo di mercoledì della coalizione guidata dalla Russia è un segno che quel giorno possa avvicinarsi prima di quanto chiunque avesse previsto.
Vale la pena notare, che un membro anziano della Brookings Institution, Michael O’Hanlon – al quale va attribuito il piano di “smantellare la Siria” utilizzando “elementi moderati” per “produrre zone autonome” – ha consigliato Obama e Kerry di “non perseguire la logica fallita degli ultimi colloqui di pace siriani, ma di esplorare un modello confederale e cercare di accaparrarsi più alleati possibili. In altre parole, il principale artefice del piano statunitense per smembrare la Siria in aree più piccole, (controllata dalle milizie locali, dai signori della guerra e dagli jihadisti) pensava che i colloqui di pace fossero “destinati a fallire” fin dall’inizio.
Secondo O’Hanlon gli USA hanno bisogno di impegnare “20.000 truppe da combattimento” con “il modello politico giusto per il mantenimento dell’occupazione”. L’analista Brookings dice che “Qualsiasi cessate il fuoco che Kerry potrebbe negoziare … sarebbe stato costruito su fondamenta di sabbia” per il solo fatto che le forze dei “moderati” che lo sosterrebbero sarebbero molto più deboli sia dell’ASA che dell’ISIS. Ciò significa che non ci sarebbe stato modo di far rispettare il regolamento finale e nessun esercito abbastanza forte per stabilire l’autorità del nuovo governo di “unità”.
I commenti di O’Hanlon suggeriscono che le elite occidentali sono profondamente divise sulla Siria. I falchi stanno ancora spingendo per ulteriori interventi, e per un maggiore coinvolgimento degli USA, dell’Unione Europea e della NATO, e per occupare il paese con gli “scarponi sul terreno” degli Americani e degli alleati per un periodo di tempo indeterminato. Al contrario, l’amministrazione Obama vuole ridurre al minimo il suo impegno durante il tentativo disperato di placare i suoi detrattori.
Ciò significa che i problemi della Siria potrebbero riemergere di nuovo in futuro, quando Obama si dimetterà e un nuovo presidente perseguirà una strategia più muscolare. Un certo numero di persone potenti nell’establishment del governo sono come sempre risolute nella spartizione della Siria al fine di insediare a Damasco un governo fantoccio degli USA. Ciò non cambierà. La coalizione guidata dalla Russia ha un piccolo spiraglio per concludere le sue operazioni, eliminando i terroristi, e ristabilire la sicurezza in tutto il paese. Concludere la guerra il più presto possibile, inoltre creare un ambiente sicuro per i profughi siriani di ritorno a casa, è il modo migliore per ridurre la minaccia di escalation e scoraggiare un futuro avventurismo degli Stati Uniti. Ma Putin dovrà muoversi velocemente per attuare il suo programma di lavoro.
Estratti da: “Deconstructing Siria: una nuova strategia per la guerra più disperata degli Stati Uniti“, Michael O ‘Hanlon, Brookings Institute.
Mike Whitney
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2016/02/05/peace-talks-paused-after-putins-triumph-in-aleppo/
5.02.2016
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CINZIA PALMACCI