CIPRO E LA FINE DELL'EURO

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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Le televisioni tutte accese a bordo del traghetto tra Syros e il Pireo e sintonizzate su un programma di informazione eccezionale per la sua durata e anche per le circostanze del dramma… felice a Cipro, hanno finito per lasciarsi sfuggire la grande notizia : “il Parlamento cipriota ha respinto il piano dell ‘Eurogruppo”.

Numerosi passeggeri hanno manifestato la loro immensa gioia: “Ben fatto per questi Tedeschi e il loro 4° Reich che regna sull’Europa finita. I ciprioti si sono dimostrati più patrioti di noi, e in ogni caso, più patrioti dei nostri politici venduti e docili.” ha dichiarato una donna di una certa età, mentre due giovani uomini continuavano a gioire a più non finire.
È vero che di Eurogruppo in Eurogruppo da tre anni, noi Greci e gli altri popoli del sud dell’eurozona ci siamo trasformati in esseri sconvolti, docili e soprattutto tristi. Questa immensa gioia ha allora coinvolto i due terzi dei passeggeri della nave come una liberazione. Solo i viaggiatori scettici, comunque scettici e inquieti di tutte le età bisogna dire, non hanno pronunciato una sola parola. Psicologicamente (e incontestabilmente), sono stati i vinti della serata.

Questa mattina ad Atene lo stesso clima. Davanti al “Parlamento”, in piazza della Costituzione i passanti commentano la notizia, formando … alla fine un cerchio di cittadini ritrovati. In un caffè del centro la geopolitica popolare è onorata: “I Tedeschi sono nati per cominciare le guerre e successivamente per perderle contro i Russi. [Noi preferiamo] mille volte i Russi o gli Americani piuttosto che i Tedeschi, è chiaro”. Le nostre radio trasmettono in modo ciclico le dichiarazioni della strada e della doxa cipriota (greca) : “Manca solo la svastica [alle istituzioni] di Bruxelles”, “Noi diciamo no al nuovo nazismo tedesco, noi diciamo no al loro nuovo colonialismo, dopo aver detto no a quello degli Inglesi”. (reportage nelle strade di Nicosia, Real-FM 20/03).

Yorgos Trangas su Real-FM (20/03) beve del latte : “Resistete, non collaborate con le forze occupanti tedesche, quelle che controllano i nostri ministeri (…) Non ubbidite alle leggi del memorandum, non dimenticate, Schäuble è il nuovo Gauleiter d’Europa (…). il direttorio di Eurolandia ha fatto di tutto per imporre ai parlamentari ciprioti il suo diktat, come in Grecia, tranne che questa volta ha perso la partita. Non c’è un solo parlamentare sull’isola a dire si, ma in Grecia è differente. La differenza sta nel fatto che la Siemens e i servizi segreti tedeschi tengono nostri politici corrotti per il bavero, talmente li hanno ingrassati con delle bustarelle per anni (…). Le liste dei nomi esistono, esse sono pronte (…)”.

Allora è da Cipro che l’egemonia delle élite tedesche (e dei suoi alleati) sulla defunta costruzione europea intraprenderà la sua discesa agli inferi, ecco ad ogni modo per la parte visibile della storia immediata, poiché evidentemente in un mondo già «bancocrate», dominato dal Fondo Monetario Internazionale, le poste in gioco sono certamente più complesse. Quello che è certo è che i politici nazionali ritornano in forza, dopo la dissipazione dell’interferenza europeista, sapientemente intrattenuta da certe élite, ma ormai non da tutte. Quanto alle sinistre (o “sinistre”) europee, esse dovrebbero urgentemente ritrovare la via di mezzo tra il dovere patriottico e la difesa degli interessi dei popoli, i loro popoli, soprattutto da quando la guerra economica attuale si è già trasformata in guerra contro le società (classi popolari e classi medie) prima di prendere l’aspetto di una guerra sociale tout court [in senso stretto, ndt].

Io penso d’altronde che le sinistre europee (e non europeiste) hanno non più di cinque anni davanti a loro per risvegliarsi dal rischio di scomparire, (e) a vantaggio prevedibile dell’estrema destra, nazistoide del tipo Lega Popolare – Alba Dorata compresa. E riguardo alle élite politiche e “paramediatiche” di Eurolandia, si sta avvicinando il momento in cui esse dovranno spiegare (nell’urgenza) ai loro popoli quanto le (buone o cattive) politiche nazionali esistono davvero, sotto il mantello strappato della mitomania europeista.

E come prova, queste dichiarazioni senza la «lingua di legno» [intesa come ‘linguaggio fisso della propaganda politica’ ndt] di un parlamentare cipriota intervistato questa mattina (20/03) su Real-FM: “Noi abbiamo incontrato i rappresentanti di tutte le parti politiche tedesche. Tutti, ma proprio tutti, (ci) hanno fatto capire, certo educatamente, la stessa cosa: essi desiderano la nostra schiavitù sotto un nuovo giogo neocoloniale”, quindi a Cipro almeno lo si capisce, la Germania parlerebbe con una sola voce, quello che gli Italiani, gli Spagnoli o i Portoghesi finiscono per comprendere ugualmente. Si capisce ugualmente che le dieci piaghe d’Egitto non colpiranno i Ciprioti, questo non significa in nessun caso che la situazione sia buona, neppure che sia piuttosto pessima, tranne che per uscirne, si può anche non seguire il senso unico dell’Eurogruppo e di Angela Merkel.

Quello che è ugualmente chiaro è il ritorno flagrante della geopolitica, quello che il “lavaggio del cervello” europeista tenta ancora di dissimulare. Già, secondo l’economista greco Costas Lapavitsas, professore di economia alla Scuola di Studi Orientali e Africani, Università di Londra, raggiunto al telefono martedì sera (Real-FM), “È già l’inizio della fine dell’euro e delle sue illusioni e forse anche dell’UE (…)”.

Si volta pagina in Europa. Nella geopolitica la sola morale esistente (e mai smentita dai fatti storici) è la legge del più forte, “non c’è giustizia che tra eguali” scriveva già Tucidide. E siccome i ciprioti sono piccoli, hanno chiesto aiuto ai Russi, ecco alle prime apparenze ad ogni modo, poiché l’isola possiede delle risorse naturali immense, una posizione finanziaria interessante, fino a qui fruttuosa. Sono infatti per queste due ricchezze dei Ciprioti che l’Eurogruppo sotto l’impulso delle elite tedesche e dei loro alleati ha voluto ipotecare alla sua maniera passando oltre la sovranità degli interessati stessi. Solo che i ciprioti pensano che sia preferibile (per i propri interessi) non ignorare la geopolitica e quindi la Russia.

Ed è cosi che l’argomento che abbiamo spesso scoperto leggendo la stampa del vecchio continente su “l’immoralità di alcuni investitori russi” a Cipro e sul “riciclaggio cipriota” perde tutta la sua pertinenza se ci si pone dal lato dell’analisi geopolitica, poiché essa non conosce che la morale degli interessi e delle alleanze di circostanza, felici e talvolta drammatiche. Anche altrove si sa “lavare”, Yorgos Trangas lo ha affermato ieri (19/03) sul canale Kontra-TV che: “le banche tedesche sono le più grandi riciclatrici di denaro sporco in Europa, noi non riceviamo nessuna lezione morale da parte loro”, amerei vedere dei giornalisti possibilmente indipendenti intraprendere una tale inchiesta per capire, poiché Trangas non cita spesso le sue fonti.

Questo non significa che il modello economico cipriota sia necessariamente durevole e diciamo filosoficamente accettabile, però non sta a Wolfgang Schäuble di decidere al posto dei ciprioti, come sottolineava ieri sul canale Rik 1 (Cipro), un parlamentare. Raggiunto al telefono Yorgos Lillikas, candidato perdente alle recenti elezioni cipriote (AKEL, sinistra) ha anche ricordato l’evidenza (canale televisivo Kontra-TV, 19/03) :

I russi hanno mostrato che essi sono coinvolti dal nostro problema e vogliono partecipare alla sua soluzione. Non senza contropartite. Noi studiamo di mettere a disposizione della Russia una parte della nostra zona di sfruttamento del gas naturale, [in relazione con] la ricapitalizzazione delle banche cipriote ma ugualmente (con) l’aiuto dei Russi per quello che riguarda le infrastrutture necessarie allo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale. La parte russa potrebbe ugualmente accordarci un prestito di 5-10 miliardi di euro al 2,5%, tutto questo è allo studio. Tutto un processo è in atto, affinché Cipro scappi allo spirito e alla lettera del memorandum, restando fedele ai propri interessi nazionali. D’altra parte, i capitali necessari sono minori di quelli falsamente annunciati e sopravvalutati dagli esperti tedeschi e dai suoi alleati finlandesi, non si tratta di 17 miliardi di euro ma di 5-7 miliardi. Merkel non può ignorare la voce di Cipro, inoltre non possono farci espellere dall’Eurogruppo solo per il desiderio di vendetta (sic).

Questo spirito di vendetta dei tedeschi non passa. Noi contiamo di riprendere i nostri scambi e le riunioni (non ufficiali) tra i responsabili dei paesi del sud dell’Europa, è il momento buono. Noi dobbiamo rivendicare la nostra sovranità, quello che Wolfgang Schäuble fa e dice, è un ricatto, io noto allo stesso modo che la Germania dovrebbe mostrarsi più prudente, perché in questo momento il suo comportamento sveglia nei suoi confronti il ricordo tragico degli altri popoli. I tedeschi devono ricordare che la storia non è scritta da un solo paese. La Germania deve sapere anche che la crisi del sud arriverà alle sue porte e che il suo gioco geopolitico di isolare la Russia è fallito.

Cipro, un esempio da seguire” scrive l’editorialista del quotidiano Elefterotypia questa mattina (20/03), è certo, la geopolitica e la politica sono di ritorno. Da ciò deriva il panico dei politici della baronia ateniese. Visibilmente destabilizzati ieri sera, le telecamere li hanno mostrati sotto il viso della paura: “Noi abbiamo detto che la posizione dell’Eurogruppo su Cipro era insostenibile e ingiusta”, hanno dichiarato Venizélos (Pasok) et Kouvelis (“Sinistra” democratica), mentre i deputati di Nuova democrazia inviati ieri sera (19/03) negli studi televisivi avevano il viso molto pallido, fine del regno?

Nello stesso momento, la BCE ha fatto marcia indietro e ormai essa si dice pronta a “perseguire il programma di finanziamento di Cipro” … aspettando il “Piano B”. Gli esperti e gli emissari ciprioti di alto rango sono stati inviati d’urgenza a Mosca (secondo i media di Nicosia), come il ministro dell’economia, Mikhalis Sarris, il quale giungendo da Mosca, ha subito smentito le voci sulle sue dimissioni. Da Nicosia, delle voci fanno capire le idee del momento e dell’istantanea storica: “Mettere in opera una sorta di prestito nazionale non obbligatorio, indicizzato alla realtà dei guadagni futuri dello sfruttamento del nostro gas naturale, è un affare di psicologia e di fiducia tra di noi, poi tra noi e gli altri paesi partners. Ad ogni modo, noi non siamo chiusi ad altre partecipazioni ma sulla base degli accordi bilaterali e non sulla logica dell’Eurozona. Alcuni Paesi come il Lussemburgo potrebbero partecipare trovandoci i loro interessi… ma sicuramente non la Germania io credo (…) (televisione cipriota Rik-1, 19/03).”

Noi abbiamo l’impressione che sia gli esperti dell’Eurogruppo che i consiglieri dell’elite politica tedesca (e dei suoi alleati) abbiano largamente sotto-valutato il fattore psicologico, in altre parole, questa inconscio collettivo risvegliato dallo choc provocato dalla dichiarazione di guerra dell’Eurogruppo fatta a Cipro. Dopo l’altro choc delle elezioni in Italia, la prossima tappa diventa ineluttabile. Questo è un affare di tempo e di geopolitica che non sarà necessariamente “automatico” né rapido.

Speriamo almeno che il popolo cipriota sarà … salvato (come tutti gli altri) e non soltanto le «loro» banche. Anche se non è che un’illusione, l’aria (già dolce) ad Atene è già più leggera, anche se una certa stampa pensante, insiste sempre nel confrontare la nostra situazione a quella della Repubblica di Weimar. Io non sono d’accordo, io credo che sia appena iniziato un breve ( ? ) XXI secolo, e noi saremmo piuttosto nel 1914.

Ieri sera sono morte le “certezze” del memorandum (la sola via possibile è l’austerità) a favore … delle incertezze, le quali aprono la porta solo al caos creatore e drammaturgo. Insomma, alla storia.

Panagiotis Grigoriou, storico ed etnologo

Fonte:www.greekcrisis.fr

Link: http://www.greekcrisis.fr/2013/03/chypre-et-fin-de-leuro.html

20.03.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CLAUDIA BEGNIS

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