DI PIERLUIGI PAOLETTI
Centrofondi
E’ ormai di dominio pubblico che la Cina sia, di fatto, la banca centrale del mondo detenendo la più grossa fetta delle riserve mondiali di …carta straccia color verde che tutti chiamano dollari!!!
La Cina vanta il più grosso credito della storia nei confronti di un paese: circa 1.000 mld di dollari, una cifra che la mente umana a mala pena riesce ad immaginare. Tutto è cominciato nel 1994 quando i cinesi agganciarono lo yuan al dollaro, ma a ben vedere non è successo niente fino a quando il dollaro, e con esso lo yuan, non ha subito una poderosa svalutazione nei confronti di tutte le valute. Il dollar index, che monitora il dollaro nei confronti della maggiori valute, dal 2002 è in caduta libera (- meno 33% di media conpunte del 60% contro euro!!!) Da quel momento le merci cinesi sono diventate estremamente convenienti ed è esploso il boom cinese.Gli americani, ma tutto il resto del mondo industriale, si è precipitato a produrre in cina “delocalizzando” e come prevedibile la Cina ha conquistato il mondo. Ora però ovunque si rigiri, il mercato occidentale è un mercato “maturo” per cui si è avuto solo uno spostamento in massa della produzione in Cina, permettendo alle aziende, che hanno cavalcato l’onda cinese, di moltiplicare a dismisura gli utili, ma svuotando velocemente la forza industriale occidentale.
L’impoverimento occidentale non è stato percepito ancora del tutto perché i posti di lavoro persi sono stati, in parte, assorbiti dal boom dei servizi e dell’edilizia e il consumatore medio americano ha potuto mantenere il suo tenore di vita “vendendo a pezzi” alle banche la sua casa con i mutui di liquidità ad un ritmo mai visto che ha portato il debito privato americano a superare abbondantemente il PIL ( per un approfondimento sul debito ). Adesso però anche il coraggioso consumatore che fino ad oggi ha sempre “trangugiato” qualsiasi merce messa sul mercato, sta ansimando: gli ultimi dati sulle vendite di aprile mostrano un disastroso calo del 6% mese su mese, con Walmart, il colosso mondiale delle vendite al dettaglio che ha avuto il peggiore calo da quando esiste ovvero dal 1962.
Ma torniamo alla Cina, attualmente la Bank of China ha creato dal nulla la bellezza di 6.000 miliardi di yuan (circa 900 mld di $) con i quali ha sostituito i dollari in mano alle aziende per evitare che cambiando i dollari sul mercato valutario, lo yuan si rivalutasse ed il dollaro si svalutasse e con tutti questi soldi che ci fanno? Li spendono per migliorare la vita interna del 1,3 mld di persone? Li spendono per creare ricchezza al paese (infrastrutture, assistenza, collegamenti, energia)? Li mettono in circolazione creando inflazione? Niente di tutto questo, la gran parte di tutto questo “tesoro di carta” si è riversato sui mercati finanziari, comprando titoli del debito pubblico americano e azioni in occidente. E’ di pochi giorni fa la notizia che la Cina ha acquistato, ovviamente senza diritto di voto, il 10% (3 mld$) al fondo “squalo” americano Blackstone per fare investimenti in giro per il mondo. Per la cronaca Blackstone è il fondo che ha comprato Gardaland e era in corsa per acquisire Telecom.
In pratica il creditore (la Cina) finanzia il debitore (gli Usa) per permettergli di continuare a comprare e alimentare così l’illusione di ricchezza occidentale. E dove ha trovato tutti quegli yuan con i quali ha cambiato i dollari? Che diamine, li ha semplicemente stampati! In pratica ha duplicato il signoraggio degli stati uniti. Loro stampano dollari per comprare e gli altri stampano altri soldi per mantenere il debitore. Gli imprenditori e le banche conoscono bene il giochetto di colui che, prossimo al fallimento, mette in atto un giro di assegni, pagando i debiti con assegni scoperti e così via fino a quando qualcuno, banche o creditori, non si insospettisce e chiede soldi veri invece degli assegni e allora crolla tutto il castello di “carta”. Qui abbiamo la stessa cosa aumentata all’ennesima potenza dove addirittura il debitore ed il creditore sono d’accordo ed essendo legati a doppio filo l’uno all’altro nessuno ha l’interesse di far fallire l’altro, così il gioco continua e continua, fino a quando il solito granello di sabbia qualsiasi non inceppa il meccanismo apparentemente perfetto. Ad avvantaggiarsi di questo abuso di signoraggio ovviamente sono i neo capitalisti cinesi, ex funzionari di stato oggi plurimiliardari e i vecchi capitalisti, multinazionali e imprenditori occidentali che per primi hanno capito e sfruttato il “giochino”, nonché, come è logico, il sistema bancario nel suo complesso.
A rimetterci, anche questo è ovvio, le persone comuni, i lavoratori di ogni genere, oberati dai debiti in occidente e con paghe da fame in oriente, nuovi schiavi di un dittatore senza volto. Su questi soggetti si regge tutto il peso della costruzione e aumentando, l’informazione, la consapevolezza, come sta accadendo in occidente dove tutti cominciano a essere stanchi di una politica fatta non al servizio dell’uomo, ma degli interessi economici, aumentano le possibilità di uscire dalla prigione del signoraggio, non a caso in Usa il 78% è contrario alla politica di Bush e in Italia è arrivato anche sul dibattito mediatico il malumore della base verso la politica.
Per l’oriente forse il processo di consapevolezza sarà più lento, ma il malcontento dovuto all’inasprimento delle condizioni di vita sta causando disordini tra gli esclusi del boom economico, soprattutto contadini e operai.
Della grande liquidità fino ad oggi ha beneficiato anche l’oro che si è comportato ne più ne meno come i mercati azionari, la differenza ovviamente è che nei mercati azionari si parla sostanzialmente di carta, mentre per l’oro, se viene acquistato oro fisico, si parla di ricchezza concreta.
Attualmente il ciclo semestrale ha girato, come ci aspettavamo, al ribasso. Ora ci si pone un problema legato al fatto di non sapere esattamente quando è partito il ciclo annuale visto che sia a giugno che ad ottobre il metallo giallo ha fatto un minimo pressochè uguale. Secondo l’andamento attuale, si potrebbe azzardare che sia partito ad ottobre e questo verrebbe confermato anche dalla adesione molto fedele alla proiezione (linea rossa)
Questo farebbe pensare ad un minimo nella seconda metà di settembre più o meno intorno ai 560-580 $ l’oncia.
La situazione sul lungo periodo per l’oro è molto positiva anche in virtù delle considerazione sull’economia mondiale fatte sopra e del fatto che adeguando i prezzi del 1980 all’inflazione i prezzi sarebbero di gran lunga molto più elevati. Nel medio periodo, fino al 2009, invece non ci aspettiamo grandi cose dall’oro, a parte forse una spinta da settembre dovuta al nuovo ciclo annuale. Nel 2009 infatti dovrebbe finire il ciclo a 4 anni iniziato nella prima metà del 2005.
Ricapitolando, molto bene dal 2009 in poi, mentre benino fino a primavera del 2008 e correzione fino al 2009.
That’s all folks
Pierluigi Paoletti
Fonte: http://www.centrofondi.it/
26.05.2007