Professori in legge avvertono che la nuova legislazione permetterà allo stato di chiudere i siti web per aver linkato altri siti che ospitano materiale soggetto a copyright
DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet
La nuova legislazione che darebbe al governo degli Stati Uniti il potere di chiudere domini per capriccio
senza possibilità di rettifica solamente per aver linkato siti che ospitano materiale soggetto a copyright è stata definita come il marchio di fabbrica dei “regimi repressivi” da un gruppo di professori in legge che avvertono come la disposizione consente allo stato di “distruggere il sistema degli indirizzi Internet”.
La legge Protect IP, al momento ferma al Senato, rappresenta un colpo mortale alla libertà di parola in Internet. Trasformerebbe tutta la rete di un clone simile a YouTube, che censura e cancella abitualmente il materiale quando gli viene richiesto dai governi o dalle corporations e chiuderebbe gli user channel senza possibilità di appello.
La legislazione codifica semplicemente quello che la Homeland Security
sta già mettendo in pratica,
sequestrando e chiudendo i siti web senza alcun rispetto di una
procedura legale e in molti casi senza nemmeno notificarlo al proprietario.
In una lettera aperta scritta dal professor
Mark Lemley della Stanford University, da David S. Levine della
Elon University e da David G. Post della Temple University,
avvisano che la legge richiederà alle aziende di hosting di
Internet e ai motori di ricerca di depennare interi siti web
sulla base di un semplice richiamo al copyright del detentore
del diritto, senza che venga intrapreso un processo legale o un accordo
tra le parti.
Anche linkare un sito web
che i detentori del copyright indicano sia in violazione delle
leggi a tutela della proprietà intellettuale darà modo agli agenti
federali di sequestrare il tuo dominio e di imporre sanzioni penali.
“In un periodo in cui molti governi
stranieri hanno notevolmente incrementato i propri sforzi per censurare
la comunicazione su Internet, [il Protect IP Act] incorporerebbe
per la prima volta nelle leggi degli Stati Uniti un principio che viene
sempre associato ai regimi repressivi: il diritto di insistere nella
rimozione del contenuto da tutto Internet, senza considerare dove abbia
origine o sia ubicato per soddisfare la direttiva di una legge interna”,
afferma la lettera.
Nel suggerire che la rimozione dei
siti web senza nessuna possibilità di rettifica sia una evidente
violazione della legge costituzionale così come intesa dalla Suprema
Corte, i professori affermano che la disposizione darebbe modo al governo
il potere di “distruggere il sistema dell’indirizzamento in Internet”.
“Impone ai provider di Internet
e agli operatori dei server di Internet di rifiutarsi di riconoscere
quei domini Internet che una corte considera “dedicate ad attività
di contraffazione”. Ma invece di attendere che un sito web
venga giudicato colpevole di una violazione imponendo così l’equivalente
della pena di morte, la legge consentirebbe ai tribunali di ordinare
a un qualsiasi provider Internet di fermare di riconoscere il
sito anche in base a un ordine restrittivo limitato o un’ingiunzione
preliminare emesso lo stesso giorno in cui venga esposto il reclamo.
Le corti potrebbero emettere un ordine del genere anche se al proprietario
del nome del dominio non venisse mai notificato di avere un caso contro
di lui.”
I motori di ricerca, le compagnie di
carte di credito e anche i pubblicitari potrebbero essere obbligati
a rifiutarsi di trattare con il proprietario di un sito in base alla
legge in discussione, rendendo “straordinariamente difficile ai pubblicitari
e alle aziende che operano con le carte di credito di fare affari in
Internet.”
Come abbiamo in modo esaustivo documentato,
i fautori di una maggiore regolamentazione della rete, come il senatore
Senator Joe Lieberman, hanno chiaramente sancito la loro intenzione
di creare un sistema di controllo di Internet stile comunismo cinese,
affidando a Obama il potere di
bloccare intere aree della rete con
un pulsante di morte virtuale.
In effetti, il network Cloud
di Amazon é
noto per aver deletato l’intero sito di Wikileaks dai propri server in seguito a una chiamata telefonica del
Senate Homeland Security Committee del senatore Joe Lieberman che
richiedeva che quel sito venisse fatto fuori.
Lieberman ha spifferato le vere ragioni
dietro questa mossa a favore della censura della rete nel corso di un’intervista
alla CNN dove ha affermato
che “proprio in questo momento la Cina, il suo governo, può scollegare
parti della sua Internet in caso di conflitto e anche noi dobbiamo avere
la stessa possibilità.”
più recente intervista con il network,
Lieberman ha etichettato le denunce che lui stesse creando un “pulsante
di morte per Internet” come “disinformazione”, continuando nel
ripetere la stessa asserzione secondo cui il governo USA deve avere
il potere di “disconnettere parti della sua Internet in caso di conflitto”.
Naturalmente, come abbiamo già provato, la Cina non disconnette Internet “in caso
di guerra”, lo fa solamente per censurare e intimidire le persone
che esprimono il dissenso contro le atrocità del governo o la corruzione.
Questo è esattamente il tipo di ambiente online che i governi
occidentali stanno tentando di replicare mentre cercando di soffocare
l’ultimo bastione della vera libertà di parola, il mondo della rete.
Fonte: http://www.prisonplanet.com/protect-ip-act-gives-government-power-to-seize-websites-on-a-whim.html
06.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE